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TRICK OR TREAT - Non è una sfiga essere italiani!
16/07/2016 (2390 letture)
Giullare: Innanzitutto un caloroso benvenuto da tutta la redazione di Metallized, come state ragazzi?
Alessandro Conti: Un saluto a tutti i lettori di Metallized! Stiamo benone grazie ;)

Giullare: Direi di passare subito all'argomento più caldo in casa Trick or Treat. Come dicevo è appena uscito il vostro quarto album ufficiale Rabbits' Hill pt.2, secondo capitolo del concept album dedicato al romanzo La collina dei conigli di Richard Adams. La domanda sorge spontanea, chi di voi è appassionato del libro in questione e ha quindi avuto l'idea di raccontarlo attraverso la vostra musica?
Alessandro: Per la prima volta mi pare la propose Luca Cabri, forse addirittura prima dell'uscita del nostro primo album. Ricordo che vidi il cartone animato per la prima volta alle elementari, una storia affascinante ma molto violenta per un bambino. Rivisto anni dopo aveva ancora più fascino, e una volta letto il libro, ce ne siamo innamorati tutti. Anche se apparentemente può sembrare un racconto per bambini, è in realtà una storia epica, ricca di spunti di riflessione su più livelli e mai banale. Insomma crediamo si adattasse perfettamente all'attitudine della band.

Giullare: A vostro avviso, quali differenze presenta dal precedente Rabbits' Hill pt.1 e quanto si discosta invece dai vostri lavori precedenti?
Alessandro: In generale i due Rabbits' andrebbero intesi ed ascoltati in una unica playlist come un unico album perché lo sviluppo durante il songwriting sarebbe inteso così. Essendo un concept la musica è scritta in funzione del testo e non viceversa come ci accadeva solitamente, un po' come scrivere un musical o una colonna sonora… È una sfida difficile ma avvincente che ti permette di dare più varietà agli stili musicali, agli arrangiamenti e agli strumenti stessi utilizzati a differenza dai primi due album che erano più “canonici” abbiamo potuto e dovuto spaziare. È stato divertente.

Giullare: Avete affrontato una unica session di scrittura per i due concept o si è trattato di una lavorazione a distanza di mesi tra un capitolo e l’altro?
Alessandro: Inizialmente doveva essere un unico album, poi dividendo la storia in capitoli ci siamo resi conto che per essere esaustivi avremmo dovuto fare un doppio album. Puoi immaginare che, essendo partiti come tribute band degli Helloween, trovavamo particolarmente interessante e stimolante produrre un album diviso in due parti. In primis pensammo di registrare tutto in un’unica sessione, poi per problemi di budget e di tempo abbiamo diviso. Nel mentre Luca Cabri ha lasciato la band e abbiamo cambiato etichetta, quindi ci siamo presi un po' di tempo per riscrivere buona parte del materiale così ora siamo pienamente soddisfatti.

Giullare: Se non vado errato questo è il vostro primo lavoro con la Frontiers Records, potete dirci qualcosa di più riguardo alla collaborazione e ai rapporti con la nuova etichetta?
Alessandro: In realtà è una collaborazione che dura da tempo in quanto Frontiers era la distribuzione ufficiale di Valery Records, che ha prodotto i nostri precedenti album. Proprio Niki di Valery Records ci ha aiutati a questo “approdo” in Frontiers. Comunque non era affatto scontato, essendo una etichetta molto importante e che, pur essendo italiana, non era solita lavorare con band nostrane. Questo aspetto ci ha fatto particolarmente piacere, ed a distanza di pochi mesi altre band di amici sono entrate nel rost. Anche nel prossimo Frontiers Fest di ottobre al Live di Trezzo, buona parte del bill sarà tricolore (sorride). Sono certo che potremmo fare grandi cose.

Giullare: Anche in questo album, come nei precedenti, potete vantare la partecipazione di vocalist di massimo rispetto: Sara Squadrani degli italiani Ancient Bards, Tony Kakko dei Sonata Arctica e l'ex-Judas Priest, Tim "Ripper" Owens. Potreste raccontarci come sono nate e come si sono invece concretizzate tali collaborazioni?
Alessandro: Ho chiesto a Tony di partecipare appena tornato dal tour europeo di supporto ai Sonata Arctica. Abbiamo stretto un bel rapporto, è davvero una persona di grande umiltà e sensibilità e ha accettato volentieri questa collaborazione aiutandomi anche nell'arrangiamento delle liriche e nella stesura del testo. Per Ripper è stata più una collaborazione tradizionale, gli ho mandato il brano interamente cantato da me e l'ha reso esattamente come lo avevamo in testa: Guido Benedetti ha composto They Must Die pensando alla sua voce e se avesse declinato l'invito saremmo stati nei guai perché è una voce perfetta per interpretare la rabbia del generale Vulneraria. Io non ne sarei mai stato all'altezza! Sara è stata la collaborazione più “facile” perché insieme agli Ancient Bards è nostra amica sin dagli inizi della sua band. Allo stesso tempo è la collaborazione che forse più mi ha fatto piacere, noi tutti siamo convinti che sia una delle voci femminili migliori del panorama, non solo italiano, e vedere i feedback che sta ottenendo è un grande piacere sia per i Trick or Treat, sia ovviamente per lei.

Giullare: Sara compare anche nel vostro ultimo videoclip di Never Say Goodbye, dal quale traspare ancora una volta uno degli elementi che vi ha sempre contraddistinti e che ho apprezzato davvero molto: la capacità di non prendervi mai troppo sul serio ma tendendovi comunque a dovuta distanza dal demenziale. È un fattore voluto e ricercato o è tutto lasciato alla spontaneità?
Alessandro: Sì, in effetti il limite tra divertente e demenziale potrebbe essere pericolosamente stretto. Noi abbiamo sempre cercato di non prenderci mai troppo sul serio, ma componendo e suonando con la massima serietà. Era un po' il significato contenuto in Evil Needs Candy Too o la nostra cover di Girls Just Want to Have Fun. In generale in tanti anni di attività con i Trick or Treat credo di avere avuto la conferma che se tu ti diverti per primo facendo quello che fai in maniera spontanea, il pubblico lo percepisce e si diverte, se poi talvolta ci divertiamo facendo cose che possono sembrare ridicole, beh… amen! In fondo non facciamo male a nessuno.

Giullare: Assieme all'uscita del nuovo disco avete anche già annunciato le prime date italiane dell'imminente tour. Dunque, quanto credete sia importante l'attività live per una band e soprattutto quanto lo è per i Trick or Treat?
Alessandro: È la priorità assoluta direi, potremmo continuare ad esistere senza fare dischi, ma non senza fare live.

Giullare: Volete dirci se ci sono possibilità di arricchire il tour, magari con qualche data all'estero, o al momento è tutto top secret?
Alessandro: Non top secret ma solamente non confermato. Quindi meglio non ti dica niente per non passare da "raccontaballe" se poi non si conclude niente! (ride) La priorità è comunque un tour europeo nei primi mesi del 2016.

Giullare: Nella recensione mi sono permesso di definirvi "una solida realtà". Sappiamo inoltre che i Trick or Treat nascono come tributo ai grandi Helloween. Mi chiedevo di conseguenza se una metal band affermata come la vostra trova tutt'ora il tempo di ascoltare musica proveniente da altri gruppi come fonte d'ispirazione. Se sì, potreste nominarne qualcuno?
Alessandro: Assolutamente, mi è sempre piaciuto ascoltare e scoprire nuove realtà, più per un discorso di curiosità che di ricerca di nuove influenze. Fa parte del nostro lavoro in fondo. Tra gli album più recenti potrei citarti Legacy dei Myrath, hanno delle linee vocali veramente ben arrangiate. Oppure a Londra ho conosciuto uno degli autori delle Babymetal, è un fan dei Rhapsody ed è un ragazzo davvero simpatico. Ora immagino i lettori di Metallized che stanno bestemmiando! (ride) in realtà nell'album di esordio ci sono almeno tre o quattro brani che se fossero decontestualizzati dal progetto commerciale, che in effetti è quello che è, sono piuttosto fighi. (ok ora potete bestemmiare nuovamente) (ride)

Giullare: Parliamo della splendida copertina dell'album. È insolito trovare un membro di una band ad occuparsi anche di questi elementi. Ci chiediamo allora, da dove è nata questa tua grande passione per il disegno e per i tatuaggi?
Alessandro: Beh semplicemente è il mio lavoro oltre che la mia passione da quando sono nato direi! (ride) Ho iniziato a cantare piuttosto tardi, ma sin da bambino sapevo che nella vita avrei fatto l'illustratore o qualcosa di analogo. Ora mi divido tra canto illustrazione e tatuaggi. Non posso chiedere di meglio (sorride).

Giullare: Riesci a portare avanti entrambi gli interessi (musica e disegno) in egual misura oppure uno leva un po' di spazio all'altro?
Alessandro: È stato difficile sino a quattro anni fa, quando stavo iniziando a fare diversi tour ed avevo un lavoro come dipendente “normale”. Poi mi sono messo in proprio e ora mi riesco a gestire tra studi di tattoo e la mia attività di cantante.

Giullare: Credi quindi che l'immagine, artwork incluso, rappresenti ancora un fattore chiave per le band?
Alessandro: Assolutamente, come ho detto diverse volte, in questo momento storico, chi compra i CD oggi lo fa per supportare la band direttamente, quindi per affetto e stima, e/o per collezionismo. È quindi buona cosa offrire un prodotto che valga i soldi spesi anche a livello di packaging e immagine oltre che, ovviamente, per il lato musicale.

Giullare: Sappiamo inoltre che da qualche anno sei entrato a far parte a pieno regime dei Luca Turilli's Rhapsody senza però lasciare in secondo piano i Trick or Treat. Quali sono le difficoltà che si incontrano nel far combaciare due progetti così importanti? E quali invece le soddisfazioni?
Alessandro: Sinceramente non abbiamo mai trovato grandi difficoltà, al contrario, sarei ipocrita se ti dicessi che i Trick or Treat non hanno giovato della pubblicità data dai Luca Turilli's Rhapsody. In questi anni Luca ha la priorità logistica sugli impegni, ragion per cui a volte i lavori con i Trick or Treat hanno subito forse qualche ritardo, ma è un piccolissimo pegno pagato a dispetto del grande piacere e orgoglio di far parte di una band come i Luca Turilli's Rhapsody.

Giullare: Tornando quindi alla band, a questo punto, non potete sfuggire dal domandone scomodo per eccellenza. Come vedete al giorno d'oggi la situazione musicale italiana in generale?
Alessandro: Personalmente non pessima come la sento dipingere spesso. Voglio dire, ci sono i talent, ma non sono la rovina della musica, sono un prodotto commerciale, vanno presi per quello che sono. Di fatto, per un “utente medio” non musicista, c'è forse più interesse per la musica oggi rispetto a quindici anni fa. C'è più voglia di apparire forse, o anche più competizione, e questo non è un bene, perché la musica è arte, la competizione va bene per i cavalli. Detto questo c'è ancora possibilità di farsi conoscere attraverso i circuiti non mainstream anche se non è facile e c'è tanta gavetta da fare.

Giullare: E invece l'ambiente della musica metal? Visto che lo vivete in prima persona, qual è la vostra opinione a riguardo?
Alessandro: Come sopra, c'è crisi ma c'è ancora tanto interesse e passione per il rock e anche per il metal. Ci sono locali, persone che con tanta fatica si sbattono per organizzare festival e manifestazioni senza quasi mai trarne profitto, e altrettante persone che spendono tempo per recensire e contribuire alla crescita della scena. In tanti anni alcune volte ci siam sentiti dire "ah! Se foste nati in Germania o in Finlandia chissà". Ma non mi sento per niente uno sfigato per essere nato in Italia, voglio dire, con tutti i posti in cui si può nascere oggi al mondo, felice di essere nato qui, sarà si più difficile diventare delle rockstar ma guardiamoci attorno per vedere cosa succede. E poi qui dai noi, se ci va male, almeno abbiamo i tortellini (ride)

Giullare: Un'ultima parola sul futuro dei Trick or Treat?
Alessandro: Tanto lavoro, come sempre, e speriamo tanto divertimento… Come sempre.

Giullare: Purtroppo ragazzi siamo giunti al termine della nostra intervista, non ci resta che ringraziarvi di cuore per la disponibilità e lasciarvi lo spazio per un ultimo saluto a tutti i lettori di Metallized.
Alessandro: Un saluto a tutti i lettori, spero abbiate voglia di ascoltare Rabbits' Hill pt.2, magari leggendo il libro La Collina dei Conigli non ve ne pentirete!



jonny
Lunedì 18 Luglio 2016, 17.33.11
3
Bravissimo Alessandro, e veramente in gamba tutti i componenti della band, ogni volta con loro, ascoltandoli, momenti emozionanti e trascinanti.Bravi, ottimo album.
IO
Lunedì 18 Luglio 2016, 14.00.13
2
grandissimo!
Radamanthis
Lunedì 18 Luglio 2016, 11.07.42
1
Grande Conti, voce spettacolare! Gran gruppo i Tricks! Continuate così!
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