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GODYVA - Parlano Lady Godyva e Botys Beezart
03/12/2006 (4222 letture)
Forte di un ottimo debut album e di un contratto con l’americana Razar Ice Records, la gothic metal band barese è sulla rampa di lancio e pronta ad esplodere. Ecco il resoconto della piacevole chiacchierata tenutasi in un freddo pomeriggio di novembre tra il sottoscritto e i disponibilissimi Lady Godyva (voce) e Botys Beezart (tastiere), che per l’occasione mi ha accolto nella sua dimora:

Cominciamo con le domande di rito: come nascono i Godyva?
LG: I Godyva sono essenzialmente un mio progetto, nato nel 2000, quando da Taranto mi sono trasferita a Bari. La prima line-up comprendeva me alla voce, Frahn alla chitarra, Enyo alla Batteria e Nick Barah al Basso. Successivamente, nel 2002, si è aggiunto Botys Beezart alle tastiere per giungere alla formazione completa.

La vostra biografia accenna a diversi cambi di bassista. Quali sono i retroscena di questa epopea?
LG: Abbiamo avuto molti problemi con i bassisti: dopo l’abbandono di Nick Barah per problemi personali con altri membri del gruppo ne abbiamo provati molti ma nessuno era capace di entrare in sintonia con la band fino a quando nel 2002 abbiamo deciso di collaborare con Nicola Masi dei That’s All Folks. La collaborazione è durata fino a quando per divergenze musicali anche Nicola ha deciso di lasciare. A quel punto ci siamo ritrovati con Hyra che rappresentava il bassista ideale per la band, almeno a livello musicale. Putroppo però non era caratterialmente molto stabile, quindi anche lui ha lasciato. Finalmente, nel 2005, appianati i contrasti personali, Nick Barah è tornato in pianta stabile nella band, ed è tuttora il bassista dei Godyva.

Adesso parlateci del vostro album di debutto: In Good and Evil
LG: Per quest’album ci siamo mossi in maniera abbastanza seria: abbiamo investito un bel pò di soldi per la produzione ed abbiamo finalmente avuto la possibilità di lavorare con Christian Ice al Temple of Noise Studios, a Roma. Christian aveva appena finito di lavorare all’ultimo disco degli Aborym e si trovava alle prese con un genere completamente nuovo per lui. Il risultato, a detta di molti, è stato il migliore che abbia mai ottenuto quindi sicuramente lavoreremo ancora con lui.
BB: Per la registrazione invece abbiamo avuto più problemi. Abbiamo girato un po’ qui in puglia prima di trovare nei Jolly Roger Studios di Micky Giove la soluzione migliore. Micky è molto preparato ed è un’ottima persona, ci anche ha seguito come tecnico del suono in diverse date live, diventando effettivamente il sesto membro dei Godyva.

Inizialmente l’album doveva contenere tredici pezzi, ma ne presenta solo dodici. Che fine ha fatto il tredicesimo, ovvero The Deeper?
BB: The Deeper doveva entrare a far parte di And Good And Evil ma solo in qualità di bonus track per il mercato Giapponese, e così è stato, anche perché il contratto che avevamo firmato era sulla base di dodici pezzi, e non tredici.

L’album è uscito il 6/6/06…una semplice coincidenza?
LG: No. Bryan Holland, responsabile della Razar Ice, ha delle fisse particolari: per lui ogni cd deve uscire in una data simbolica. Ci disse così che se era tutto pronto tra Aprile e Maggio si poteva far uscire il cd a Giugno. Visto che Giugno è il sesto mese è l’anno è il 2006, quale miglior giorno se non il 6?

E quali sono i riscontri fin’ora?
LG: Fin’ora sono abbastanza buoni…Magari ci aspettavamo risultati più importanti ma parlando con l’etichetta abbiamo capito che è difficile fare il botto alla prima uscita, bisogna farsi conoscere, far girare il nome, quindi c’è molto da investire in pubblicità. E’ quello che stiamo facendo, ma per ora siamo abbastanza soddisfatti.

Com’è nata la collaborazione con la Razar Ice Records?
BB: Bisogna innanzitutto dire che la Razar Ice è una costola della Sorcery Studios Media Group, che oltre ad essere una label musicale è una web design & multimedia company a tutti gli effetti. Hanno sotto contratto gruppi come Westworld e TNT. La Razar Ice si occupa invece di musica più pesante ed “alternativa”.
LG: La collaborazione è nata nell’estate 2005, quando sono stata contattata da Bryan Holland, che cercava su internet gruppi gothic metal da mettere sotto contratto. Gli abbiamo spedito così un nostro promo e loro si sono dimostrati subito interessati alla nostra musica. Ci hanno suggerito qualche modifica alle parti vocali (io in precedenza cantavo anche in growl e in scream) per rendere la nostra proposta più fruibile e noi abbiamo accettato la sfida. Il risultato ha soddisfatto entrambi ed eccoci qua a lavorare assieme.

Come mai il vostro disco non è distribuito in Italia?
BB: Questo è un problema che stiamo cercando di risolvere. Alla Razar Ice non conoscevano i meccanismi di distribuzione europei e pensavano che bastava avere un buon prodotto per ottenere una buona distribuzione. Purtoppo da queste parti non funziona così. Loro contattavano le varie distro senza ottenere risposta. Successivamente hanno scoperto il meccanismo perfido dei promoter e delle booking agency, quindi per il prossimo disco sapranno come muoversi.

Come nascono le canzoni dei Godyva?
LG: Sicuramente è Botys l’anima compositiva dei Godyva. Lui porta in studio le sue idee e puntualmente comiciamo a litigare perché ognuno propone mille soluzioni differenti…Frahn propone le sue linee di chitarra ed alcune soluzioni ritmiche, io intervengo sulla struttura con le mie linee vocali e così via. Tocca poi a lui portarsi a casa il materiale e rimetterlo insieme cercando di soddisfare quelle che sono le esigenze di uno e dell’altro.
BB: Così sono nati tutti i pezzi di In Good And Evil tranne la titletrack, per la quale ho lavorato in modo differente, ovvero sviluppando le idee con l’ausilio del computer.

Voi definite la vostra musica “intimate gothic metal”. Cosa significa per voi questa definizione?
LG: Quando nacque la canzone “Intimate”, ci piacque così tanto che decidemmo che per noi doveva essere un punto di partenza. Decidemmo così di associare alla (sfuggevole) definizione di gothic metal il nome Intimate perché per noi quella era la direzione da seguire. Ed è quello che stiamo facendo.

Quali sono i gruppi e gli artisti a cui vi ispirate e/o i gruppi a cui vi sentite più vicini nel sound?
BB: Sicuramente possiamo dividere la musica che ascoltiamo da quella a cui possiamo essere accomunati…Io per esempio ascolto gruppi come Novembre e Dimmu Borgir ma adoro anche Battiato, e questo vale anche per gli altri, ognuno ha il suo differente background musicale
LG: Infatti, io ascolto roba come Pain, Trivium ma anche Dead Can Dance e Depeche Mode… Per il sound, beh, ci dicono spesso di assomigliare ai Lacuna Coil, solo che io tutta questa somiglianza non ce la vedo. Anche il fatto che la mia voce sia simile a quella di Cristina Scabbia mi pare una stupidaggine! Secondo te ci assomiglio così tanto?

Direi di no…a proposito, quali sono le tue cantanti preferite?
LG: Mi piacciono molto Kate Bush, Enya, Sarah Brightman, Diamanda Galas e Francesca Nicoli degli Ataraxia. Sul versante metal due cantanti che apprezzo molto per voce e presenza scenica, anche se molto diverse tra loro, sono Tarja Turunen e Amy Lee.

Tutte le liriche sono ad opera di Lady Godyva: si passa da testi più introspettivi ad altri più evocativi, qual è la tua ispirazione nella scrittura?
LG: Diversi testi di In Good and Evil sono vecchi, cioè lontani da quella che io sono adesso. Fanno parte di un momento della vita di ogni ragazza in cui si attraversano crisi interiori, si ha voglia di andare controcorrente e ci si lascia andare a sentimentalismi…Io sono una persona fortemente passionale e se non scrivo quello che provo muoio. Tutto ciò che mi succede lo scrivo. I miei testi sono come cassetti in cui riporre le mie esperienze di vita, e ogni volta che li riascolto mi sembra di aprirli e chiuderli di nuovo.

Avete realizzato anche un video per la song “In Good and Evil”, volete spendere due parole a proposito?
BB: Volevamo realizzare il video della titletrack perché è il pezzo che rispecchia la nostra attitudine musicale di oggi. Abbiamo accettato la proposta di Gianni Tritto dei Jolly Roger Studios, che leggendo il testo ci ha proposto una sceneggiatura che ci è subito piaciuta. Abbiamo girato il video in diverse location come le strade di Bari e la Villa Martinucci ad Altamura. Inizialmente non sapevamo come potesse venire, ci attenevamo alle richieste del regista senza sapere esattamente perché facevamo quelle determinate cose. Vedendo il risultato finale abbiamo capito il perché (ride) e ci è piaciuto molto, tanto che stiamo pensando di realizzare con lui anche un altro video estratto da In Good And Evil, quello di Broken Angel.
LG: La sceneggiatura del video è divisa tra sogno e realtà, Gianni voleva celebrare non tanto il significato della canzone, quanto il fatto che per noi questo è un periodo da sogno: quando si affronta la vita di tutti i giorni, si crede in quello che si fa, ci si combatte fino alla morte, fino alla fine qualcosa si avvera. Nella realtà siamo amici, mentre nel sogno siamo una band che finalmente riesce a fare ciò per cui ha lavorato. E’ questa l’idea di base, non il concetto di bene e male.

Cosa sono dunque per voi il bene e il male?
LG: Io penso che il male, inteso come quello che una persona può subire, esiste quando ci viene tolta la possibilità di essere liberi, di essere felici. Non credo nel bene e nel male come intesi dalla chiesa, sono puramente atea, e sono convinta che il male risieda in tutte le menzogne che stanno attorno ad ogni cosa e che ti pongono dei limiti, non permettendoti di essere ciò che vuoi. Il bene invece è rappresentato dalla soddisfazione, da quei momenti di felicità che si provano quando sai di fare una cosa che vuoi realmente fare, senza preconcetti e costrizioni da parte di altri.
BB: Io penso sostanzialmente che il bene sia riuscire in quello che si crede. Mentre il male è la visione distruttiva e non costruttiva della realtà e della gente che c’è attorno a noi. Quella che ti vuole tenere ancorata alla quotidianità, in contrasto a quelle che sono le tue passioni e le tue aspirazioni, a quello in cui credi.

Sul retro del booklet del cd c’è scritto “This album is dedicated to all those poor old unbelievers”, posso quindi immaginare a chi è rivolta questa frecciata…
LG: Esatto, è rivolta a tutte quelle persone che nel corso degli anni ci hanno ostacolato o magari consigliato di lasciar perdere pur collaborando con noi, a chi non ha mai creduto nel progetto Godyva fino ad arrivare a tentare di farci dividere. Poveracci.

Parliamo adesso di immagine: quanto è importante, soprattutto nel contesto del gothic metal, avere una certa immagine ed un determinato look?
LG: Secondo me è importante dare un certo tipo di immagine. In passato abbiamo cercato di fare di testa nostra, ognuno si truccava e vestiva come voleva, e il risultato lo puoi vedere nelle prime foto del gruppo: sembra che ognuno provenga da una band diversa! Abbiamo successivamente capito, anche con l’aiuto dell’etichetta, che sarebbe stato meglio adottare un look più omogeneo, che avesse reso la nostra immagine più coesa…E’ quello che abbiamo fatto e il risultato è visibile già dalle nuove foto che presto saranno online.

Donna e metal: un matrimonio storicamente difficile, ma forse adesso la situazione sta cambiando…
LG: In effetti ora come ora, visto il proliferare di band con voce femminile, la situazione è diversa. Eppure, nel 2000, quando abbiamo cominciato, il panorama non era così affollato! Ecco perché mi sembra una stupidaggine parlare di difficoltà per le donne, anzi, secondo me può aiutare ad essere inseriti in determinati contesti, come ad esempio il Metal Female Voices Fest in Belgio (al quale voglio assolutamente partecipare!). Per quanto mi riguarda poi, il problema non esiste nemmeno dato che non sono stata chiamata per far la differenza o per dare una certa immagine, il gruppo l’ho formato io!

Da dove nasce la scelta di adottare il nome d’arte “Lady Godyva”?
LG: Fin da ragazzina ho avuto la passione per gli artisti che dipingevano nudità e per le raffigurazioni erotiche, quindi ho a casa diversi libri che raccolgono questo genere di dipinti e disegni. Tra le tante figure, c’era la figura di Lady Godiva, tratta da una leggenda medievale, che era una di quelle che mi piacevano di più e sicuramente quella in cui io mi rispecchiavo per una questione di coraggio (la leggenda parla del coraggio di Lady Godiva che non ebbe timore di camminare nuda per le strade di Coventry per convincere il marito, il Conte Leofrico, a togliere le imposte che sfiancavano i cittadini n.d.r.), perché nella mia vita mi sono ritrovata a fare determinate cose che mi hanno fatto capire che non ho paura a mostrarmi per quello che sono.

E “Botys Beezart”?
BB: Sono molto appassionato di Botticelli, quindi sin dal liceo mi facevo chiamare con l’abbreviazione “Botys”. Poi adoro letteralmente Beethoven e Mozart, quindi “Beezart” è un omaggio a questi due grandi compositori.

Cambiamo completamente registro: si dice che la scena metal underground in Italia sia affetta da invidia, ipocrisia e che non ci sia collaborazione tra i gruppi, qual è la vostra esperienza?
BB: Rispondo io perché sono quello più amareggiato da questa situazione: suonando con 2 gruppi (ero anche il tastierista dei Motherly Sin), ho avuto modo di confrontarmi con tantissime altre band e il mio atteggiamento è sempre stato di totale collaborazione. I gruppi più disposti a collaborare sono i più giovani e meno noti, mentre spesso e volentieri I gruppi che arrivano ad ottenere un contratto si dimenticano degli altri. Questo è sbagliato, soprattutto al Nord Europa i gruppi che riescono ad ottenere un contratto con una label cercano sempre di proporre altra gente e far crescere la scena. Un grosso problema poi riguarda i live: tieni presente che in Italia ci sono tantissime agenzie di booking che ti fanno suonare solo a pagamento; c’è uno sfruttamento della musica che penalizza tanti artisti coi controfiocchi che non riescono a suonare perché non possono permettersi di pagare le booking agency. Questa “mafia musicale” mi schifa tantissimo.

Passiamo all’ attività live: una rapida carrellata su passato e presente
BB: In passato abbiamo partecipato a numerosi contest come Emergenza Rock Festival o Rock Targato Italia, che sono la cosa più inutile per la musica perché ti ritrovi a suonare con gruppi che propongono musica totalmente diversa dalla tua. La nostra è musica di settore, è inutile esibirci tra un gruppo reggae ed uno pop, perché spesso il pubblico non comprende la nostra proposta. Molto meglio festival come il God Bles The Metal, dove abbiamo avuto modo di confrontarci con altri gruppi metal ed essere apprezzati. In futuro cercheremo di privilegiare questo tipo di situazione. A parte questo abbiamo fatto una trentina di concerti a supporto del nostro primo ep, Advent.
LG: Al momento non siamo soddisfatti della nostra attività live perché il nostro manager non ci ha aiutati affatto nell’organizzazione, anzi: ci proponeva sagre di paese o contesti comunque non adatti a presentare il nuovo disco. Attualmente Botys e Nick si stanno muovendo per risollevare la situazione e ci sono in progetto date a Taranto, a Napoli e forse anche in Calabria.

A proposito di live, tornando indietro al vostro concerto di qualche settimana fa con i Golem e in particolare alla mini intervista dopo l’esibizione, ho notato che Lady Godyva non ha nascosto l’ambizione di suonare oltre i confini Italici…
LG: In realtà quello che ho detto e che voglio ribadire è che speriamo magari di suonare all’estero con il prossimo disco, ora vogliamo cercare a tutti i costi di suonare il più possibile in Italia perché trovo vergognoso essere Italiani e non poter suonare nel nostro paese. Ci sono gruppi Italiani molto conosciuti all’estero, ma che in qui non riescono ad affermarsi. Tutto ciò non è bello, noi siamo convinti che in Italia ci sono persone che possono apprezzarci, è da pazzi pensare che non sia così…

Quali sono dunque i vostri progetti per il futuro?
LG: Noi ci stiamo preparando, perché avremo un cd in uscita nel 2007 in cui crediamo tantissimo. E’ bello a livello emozionale, a livello di argomenti trattati e a livello musicale. Un lavoro più aggressivo e al tempo stesso più fruibile di In Good And Evil. Sarà una bella novità.
BB: Stiamo anche cercando di pianificare un’attività live più intensa, ci stiamo già muovendo alla ricerca di qualche buona booking agency con cui collaborare; speriamo bene.

Bene, lo spazio a disposizione è terminato, lascio a voi le ultime parole:
BB: Un consiglio per tutti: supportate la scena italiana, è inutile cercare a tutti i costi fuori quello che già abbiamo in casa.
LG: Viva le donne!



botysbeezart
Lunedì 4 Dicembre 2006, 2.46.30
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OOOH! Finalmente! un Grazie al Mentalista ed alla Redazione! Stay In Good and Evil! Botys Beezart
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