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ASTRA + NOVERIA - Locanda Blues, Roma, 9/3/2017
12/03/2017 (1253 letture)
A distanza di circa due anni, ho avuto il piacere di partecipare nuovamente ad una serata dal formato identico a quello dell'evento passato: stesso luogo, stessa ora, stessi gruppi. Dopo un estenuante traversata nel traffico romano -anche quello è rimasto lo stesso- siamo giunti presso la Locanda Blues, pub-ristorante che ospita solitamente concerti di varia natura, dal blues al metal, passando per le svariate forme di rock. Personalmente trovo il luogo decisamente piacevole, sia per l'aria rustica e famigliare che si respira, sia per la possibilità di poter mangiare bene nello stesso posto dove si vede il concerto. Il palco abbastanza largo è fornito di un impianto che garantisce una buona resa acustica e anche questo aspetto rende la formula della Locanda Blues di tutto rispetto. Gustata dell'ottima carne alla brace, non ci resta che attendere un po' prima di vederei Noveria salire sul palco.

NOVERIA
Le stesse note che aprono Forsaken, aprono la setlist del gruppo. Le melodie elettroniche e sospese, tra l'epico e il sognante di Lost, sono un ottimo apripista alla prima e vera canzone che il gruppo ci presenta dal loro ultimo lavoro. L'impatto di Utopia è buono, tuttavia il pezzo risente di un bilanciamento dei suoni non ancora ottimale, essendo di fatto il primo. Durante la canzone la chitarra risulta leggermente bassa e la voce non perfettamente equalizzata, tuttavia non passa troppo tempo che questi primi problemi vengono rapidamente risolti in tempo per il brano successivo. L'impatto di Shock infatti è nettamente più forte, sia per le doti della canzone, sia per l'acustica che ora rende gloria alla proposta musicale del gruppo: il carico emotivo si fa risentire subito, tra momenti più melodici come il brillante ritornello e frangenti più violenti. Corigliano coinvolge il pubblico incitandolo a battere le mani a tempo per aprire Denial, altro brano che dal vivo rende moltissimo grazie a una prestazione vocale da brividi. Con gran piacere alcuni brani vengono ripescati anche da Risen ed Ashes è uno di questi. A distanza di qualche anno il pezzo si comporta meravigliosamente e dona anche una nota di varietà inserito nel contesto di un concerto dedicato maggiormente a Forsaken. In tutta la seconda parte del pezzo risalta tantissimo la prestazione di Omar Campitelli che, non sbagliando neanche un colpo, offre una prestazione a dir poco tellurica. Anche il nuovo arrivato Julien Spreutels sembra essersi integrato alla perfezione con il gruppo, offrendo dei cori perfetti. Sempre da Risen segue Downfall, uno dei pezzi più famosi del gruppo, che ancora offre brividi tra solismi dall'elevato tasso tecnico e sezioni melodiche dal gusto neoclassico. Lasciamo il passato per ritornare verso Forsaken con un brano che ho apprezzato particolarmente visto il suo mid-tempo melodico ed epico. Le aperture di When Everything Falls, arricchite dal pianoforte sono semplicemente da brividi, sia per il significato della canzone, sia per la presenza di Johanna Andersson al microfono. La sinergia generata con Frank Corigliano da vita ad una performance pregna di pathos che sfocia in un bellissimo assolo di Francesco Mattei. A mio personale giudizio uno dei pezzi migliori mai scritti dal gruppo. Sintetizzatori e ritmiche dinamiche aprono Hatred, pezzo molto veloce e in grado di costruire un grande muro sonoro. La sezione ritmica di Arcangeli e Campitelli fa ancora fuoco e fiamme, il primo con dei suoni profondi e pieni, il secondo con dei fill fantasiosi che non si limitano ad essere solo elementi ritmici. Siamo in direzione degli ultimi pezzi e i Noveria ancora non hanno finito di sparare i loro grandi colpi. Regrets è un altro centro pieno grazie al proprio ritornello struggente e dall'alto tasso di lirismo. Si percepisce tantissimo la passione e il sentimento che si è dedicato a questo pezzo in fase di scrittura, poiché così come dal disco, ancora di più dal vivo le sensazioni che provoca sono fortissime. Anche questo brano offre uno dei migliori assoli di chitarra di Forsaken, andando a mettere la ciliegina sulla torta. [W]hole, primo video estratto dall'ultimo lavoro, scivola via fra un ritornello che rimane molto in testa, atmosfere epiche e ritmiche estremamente scandite, che esplodono in un finale di pianoforte nostalgico e cupo. Frank Corigliano si prende una breve pausa e proprio mentre inizia a presentare il gruppo al pubblico, con grande simpatia i Noveria iniziano a suonare Archangel. La band ci strappa qualche risata, mentre di fatto la presentazione dei componenti è ancora più epica sulle note di quest'ultimo brano. Archangel in particolar modo è il pezzo che di più mette in risalto la deviazione verso i lidi progressive compiuta nell'ultimo lavoro da parte del gruppo. Il pezzo è longevo e ricco di sfumature, di melodie toccanti e parole di una violenza emotiva encomiabile, che non risparmia niente all'ascoltatore, poiché il coinvolgimento è totale. Il brano evolve molto, esplodendo in un finale ambience che vede l'utilizzo di synth e suoni elettronici, che perfettamente vanno ad incastrarsi con Isolate, breve strumentale di Forsaken che il gruppo usa come outro per chiudere il concerto. Quest'ultima combo di pezzi si rivela molto d'effetto e perfetta per lasciare il pubblico in una dimensione profonda, cullata da delle meravigliose note di pianoforte.
Dopo la maestosa prestazione del gruppo, durante il cambio palco, abbiamo avuto modo di scambiare due parole con Francesco Mattei, che si è gentilmente prestato a rispondere ad alcune delle mie domande.

Michele Ridolfi: Ciao Francesco! Che piacere rivederti a distanza di un paio di anni dalla release di Risen. Sono cambiate diverse cose, tra le quali la line-up. All'abbandono di Emanuele Casali è subentrato l'arrivo di Julien Spreutels, già attivo con gli Ethernity. Poco dopo l'arrivo di Julien nei Noveria ti sei unito agli Ethernity. Ti va di raccontarci qualcosa in più su come vi siete conosciuti?
Francesco Mattei: Ciao Michele, piacere mio! Sempre bello scambiare due chiacchiere con te! Si è vero, c'è stata una triangolazione tra Italia e Belgio niente male direi. Con Julien ci incontravamo spesso nel backstage del PPM Festival a Mons (Belgio) ed eravamo sempre a scambiarci qualche piacevole battuta ed a condividere i nostri gusti musicali. C'è stato un buon feeling da subito trasformatosi non molto dopo in una ottima amicizia. In più io sono un fan delle band nelle quali suona, dai un'ascoltata ad Ethernity ed Epysode, non te ne pentirai! Ad un certo punto durante una chattata tra di noi viene fuori che avevano un paio di shows in Svizzera con gli Ethernity ai quali però il loro chitarrista solista non poteva partecipare. Julien e gli altri erano in procinto di cancellare gli show quando mi sono offerto di dargli una mano. Così gli ho girato un paio di cosine chitarristiche fatte coi Noveria e loro si sono dimostrati interessati a fare gli shows con me... una volta dato l'ok ho imparato i brani e sono partito! Il caso vuole che la settimana prima della trasferta in Svizzera il nostro caro Ema ha abbandonato il gruppo per motivi di impegni e così abbiamo preso la palla al balzo per il subentro di Julien che si è dimostrato subito interessato alla nostra causa! Direi che è andata bene così!

Michele Ridolfi: Grazie per i consigli, ascolterò volentieri! Parlando di Forsaken invece si denota un orientamento più prog che power. Come vi siete trovati in questo spostamento? Personalmente ho apprezzato molto il vostro ultimo lavoro, che a mio avviso denota una bella punta di personalità in più. Per il futuro avete in mente di sperimentare altro? Avete intenzione di muovervi sempre sul territorio dei concept?
Francesco Mattei: Sicuramente su Forsaken abbiamo cercato di dare più spazio ed estremizzare alcune nostre caratteristiche tecniche e compositive. Abbiamo allungato leggermente di più i brani, senza esagerare e sperimentato lo sviluppo di canzoni più lente e con molte sovraincisioni delle voci per creare delle atmosfere più ampie.
Per il futuro sicuramente cercheremo di mantenere i nostri standard, ma abbiamo già in mente di estremizzare ancora di più la parte "death" magari utilizzando dei blast beat e di rendere ancora più cantabili i ritornelli dei vari brani... se sarà un concept non te lo so dire, ma in ogni disco che facciamo cerchiamo sempre una tematica da seguire. Insomma non ci piace fare musica giusto per... ci piace scrivere solo se veramente abbiamo qualcosa di interessante da dire.

Michele Ridolfi: Rimanendo parzialmente in tema, trovo in concept estremamente affascinanti. Sei legato in qualche modo particolare a uno di essi, che sia prog, rock o metal? Inoltre mi piace sempre sapere quali sono i gusti dei musicisti. Hai sentito per caso nel corso dell'ultimo anno qualche nuovo disco che ti ha colpito particolarmente?
Francesco Mattei: Domandone da 1 milione di dollari... ovviamente potremmo stare qui fino a domani mattina a parlare di influenze e dischi cardine, ma giocherò sull'emotività: il concept che mi ha cambiato la vita è sicuramente Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory dei Dream Theater, ma non è l'unico... c'è anche V - The New Mythology Suite dei Symphony X che è un'altra perla... concept o no per me quello che conta è la musica in sé.
Nell'ultimo anno ho sicuramente apprezzato molto The Storm Within degli Evergrey, disco molto particolare ma con dei momenti eccezionali. Parlando di Italia sono stato molto colpito dagli Helslave che hanno fatto un disco di melodic death eccezionale.

Michele Ridolfi: Condivido pienamente la tua opinione, Metropolis Pt. 2 ha cambiato anche la mia di vita insieme a The Wall. Visto che siamo in un clima informale, colgo l'occasione per farti un'ultima domanda che da buon nerd non potevo risparmiarti. Ho notato che Noveria è il nome di un pianeta della meravigliosa trilogia di Mass Effect! Come mai avete scelto questo nome? Siete appassionati di fantascienza e di videogiochi?
Francesco Mattei: Grandissimo! (Scoppia a ridere) Sicuramente io, Julien ed Omar siamo i nerd della band. Lunghe ed interminabili ore passate davanti ai videogames più svariati. Ovviamente sono un grande fan della trilogia di Mass Effect e l'ispirazione per il nome viene da lì, ma non si può ricondurre solo a quello.
Non sono un tipo superstizioso, ma una sera con la mia compagna scandinava abbiamo pescato delle rune appartenenti al Fuþark antico in uno stand di un festival e "casualmente" entrambe abbiamo pescato il Dagaz che è un doppio triangolo diventato poi il nostro logo.
Il Dagaz rappresenta "la nuova era" o "l'alba", un momento di cambiamenti forti e a volte violenti. In più viviamo in un paese che si chiama Casperia che è una piccola oasi nelle colline... da lì abbiamo capito che quel nome avrebbe funzionato.

Michele Ridolfi: Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato Francesco, è stato un piacere scambiare qualche parola con te! Andiamo ora che gli iniziano gli Astra!


SETLIST NOVERIA
1. Lost
2. Utopia
3. Shock
4. Denial
5. Ashes
6. Downfall
7. When Everything Falls
8. Hatred
9. Regrets
10. [W]hole
11. Archangel
12. Isolate


ASTRA
Dopo il rapido cambio palco entrano in scena gli Astra, che propongono immediatamente uno dei loro pezzi più noti. Losing My Ego, proveniente dall'ultimo Broken Balance risulta ancora un'autentica bomba grazie ad una buona miscela fatta di ritmi sincopati e chorus ultramelodici. Rispetto allo show dei Noveria l'aria pesante si smorza un po' e si affrontano lidi più sereni. Anche l'approccio del gruppo infatti è più leggero e scherzoso, nonostante durante la setlist non mancheranno pezzi dalle atmosfere più cupe. Il concerto ingrana immediatamente e l'acustica regge perfettamente, dando gran risalto ai poderosi stacchi di Sunrise to Sunset. Il cantato di Andrea Casali risulta potente e limpido, incastrandosi perfettamente con il genere proposto e fornendo una performance praticamente perfetta. Si prosegue poi verso aperture più ariose e melodiche con Mirror of your Soul, brano che gode di un ottimo chorus e che spezza la tensione creata dai suoi predecessori. Successivamente viene fuori qualche problema di accordatura alla chitarra di Silvio D'Onorio De Meo durante Risk and Dare, brano più heavy nel quale vediamo grandi incastri fra tastiera e chitarra, che ci deliziano con solismi molto tecnici in un duello all'ultimo sangue. Le problematiche tuttavia vengono risolte in tempo in tempo per la titletrack dell'ultimo disco, senza pesare neanche tanto sul brano precedente. Qui il concerto prende una piega più heavy ed Emanuele Casali si sposta dalle tastiere alla chitarra elettrica, fornendo un supporto alla già pesantissima chitarra a sette corde di Silvio. Il pattern ritmico del brano estremamente scandito ad opera di Filippo Berlini è ottimo e dal vivo si tinge di una sfumatura ancora più violenta e oscura. Understand prosegue sulla scia più metal degli ultimi brani, attraverso degli stacchi che strizzano l'occhio al progressive degli anni settanta, rivisitato e appesantito dalle sonorità moderne. I numerosi cambi di tempo si susseguono senza tregua, arricchiti di un assoli completamente folle e quasi dissonante di Silvio, mentre Emanuele torna ad alternarsi fra chitarra e tastiera, dando prova di essere un musicista versatile e abile. Senza ombra di dubbio abbiamo ascoltato uno dei migliori pezzi degli Astra, seguito poi dalla melodica Too Late, che offre grandi spazi e frangenti quasi distensivi. Si torna a picchiare dietro alle pelli durante Break Me Down, nel quale Andrea Casali coinvolge il pubblico che cerca di dare il ritmo battendo le mani. La prima strofa in clean risulta di pregevole fattura, ben inserita nel contesto e si alterna ottimamente alla parte distorta del ritornello, per poi miscelarsi con essa durante la seconda strofa in una struttura articolata, elegante e molto progressive. Fra qualche battuta di Andrea che tenta di far ridere il pubblico e i ringraziamenti di essere al concerto nonostante la scarsa prova calcistica della squadra capitolina nella medesima serata, ci avviciniamo al finale con Faithless. Il pezzo scivola via lasciando poi l'ultimo posto allo stesso brano che chiude l'ultimo lavoro del gruppo. You Make Me Better è una buona ballad di chiusura che offre un perfetto sunto delle capacità degli Astra, spaziando da parti in clean ariose a ritornelli melodici ed heavy al tempo stesso, senza farsi mancare riff violenti e solismi shred. Il gruppo esce di scena con il sorriso, dopo una prova veramente niente male.

SETLIST ASTRA
1. Losing My Ego
2. Hole in the Silence
3. Sunrise to Sunset
4. Mirror of your Soul
5. Risk and Dare
6. Broken Balance
7. Understand
8. Too Late
9. Break me Down
10. Faithless
11. You Make Me Better


La serata è andata meravigliosamente e la Locanda Blues rimane sempre un'ottima location per i tanti motivi elencati precedentemente, dall'acustica al cibo. Prima del rientro abbiamo avuto modo di scambiare ancora qualche parola con Francesco Mattei, Johanna Andersson e Julien Spreutels, con il quale si è parlato di numerose cose: da aneddoti alcolici a storie di musica. La sensazione trasmessa dai Noveria e gli Astra è quella di trovarsi in mezzo ad una famiglia e questa è senza ombra di dubbio la cosa che più ha fatto piacere nel contesto di un concerto di questo genere. Dopo questo secondo concerto con questa grande combo prog metal, non mi resta che dire... non c'è due senza tre!

Foto di entrambi i gruppi a cura di Francesca Castaldo.



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