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19/04/24
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ROCK IS DEAD - Il Libro Nero sui Misteri della Musica
26/06/2017 (1801 letture)
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Elvis, Jim Morrison, Jeff Buckley, Kurt Kobain, Dimebag Darrell, Jeff Hanneman, John Lennon, Prince, Sid Vicious, David Bowie, Luigi Tenco, Bob Marley, Jim Carroll, Scriabin e vari altri. Tutti personaggi della cui morte si sono occupati in molteplici occasioni frotte di giornalisti seri e meno seri, approfittatori della più bassa risma e fans devoti in cerca di spiegazioni consolanti per la sorte toccata ai loro beniamini. C'era davvero bisogno di tornare su argomenti del genere con l'ennesima pubblicazione dedicata? La risposta più istintuale sarebbe un immediato, gigantesco NO. Ma se accanto a nomi come quelli appena citati ne aggiungessimo di altri, a volte decisamente meno rock o comunque meno importanti in assoluto, le cui storie non sono mai state approfondite o sono state dimenticate? Sam Cooke, Victor Jara, Satan Panonski, Mia Martini, Luca Flores, Blind Lemon Jefferson, Joe Week, Casimir Oberfeld, Yukiko Okada, fino a risalire a Paganini e Carlo Gesualdo, tanto per citarne alcuni in ordine sparso?
PAROLE IN ONDA SU FREQUENZE POPOLARI Scritto da F.T. Sandman (aka Federico Traversa) ed Episch Porzioni, Rock is Dead è un libro tratto dall'omonima trasmissione radiofonica in onda su Radio Popolare. Per quanto riguarda il primo, si tratta di un personaggio che ormai da anni si occupa di musica e di attività social e che ha alle spalle pubblicazioni con Don Andrea Gallo, Tonino Carotone, Africa Unite, ed ha collaborato col regista David Lynch per il libro Boom-Viaggio Nella Meditazione Trascendentale. Per quanto attiene al secondo, ha scritto la biografia ufficiale di Fabri Fibra e Trent'anni in Levare con lo stesso Sandman e Bunna e Madasaki degli Africa Unite, oltre a varie altre cose. L'argomento del tomo in oggetto è ormai chiaro: il resoconto stringato dei “dietro le quinte” relativi alle dipartite di vari musicisti. A volte di chiara fama, altre assolutamente di nicchia, il tutto utilizzando un format moderno ed incisivo. La pubblicazione è infatti divisa in mini-capitoletti di poche pagine scritti con ironico stile “gonzo”, che risultano quasi sempre molto coinvolgenti ed a dispetto della loro durata, anche abbastanza ricchi di particolari. Dato l'argomento ed a prescindere dallo stile espositivo scelto, il rischio insito in una tale operazione è lapalissiano: produrre un'opera che si limiti solo a ripetere con parole diverse aneddoti già sviscerati mille ed una volta, che riguardino musicisti già trattati da altrettanti colleghi. In sintesi, di produrre un'opera sostanzialmente inutile. Chi, oltre alle storie riguardanti i personaggi citati in apertura e parlando di rock-metal, non ha sentito quanto accaduto ad Euronymous, Randy Rhoads o Layne Staley? Se parliamo di decessi riguardanti appartenenti a questo settore, credo nessuno, ma proprio qui emerge una scelta editoriale di fondo che rende il libro interessante a prescindere, ossia quella di non limitarsi al modo del metal e del rock, ma di affrontante storie che arrivano anche al pop, passando per il blues ed il jazz, proponendo resoconti che aprono squarci su mondi poco conosciuti da chi agisce nel nostro ambito, ma altrettanto o più avvincenti nel loro tragico epilogo.
PER IRONIA DELLA MORTE La forza del libro, quindi, non risiede tanto nella rielaborazione di quanto accaduto ai musicisti più noti, ma nell'inserimento di nomi molto conosciuti appartenenti a settori musicali lontani dal metal e quindi presumibilmente da scoprire per i lettori che si muovono essenzialmente nel nostro ambito. Più ancora, però, di artisti dimenticati la cui storia sbiadisce nel trascorrere inesorabile dei lustri. Sono questi desaparecidos musicali, unitamente allo stile di scrittura adottato, molto spesso ammantato da una dose di ironia dolce-amara che rende tutto estremamente fruibile, a dare il vero valore all'opera. Senza voler assolutamente svelare nulla circa le vicende contenute nel libro per non rovinare il piacere della lettura agli eventuali acquirenti, è davvero incredibile scoprire cosa è accaduto a gente come Dean Reed, Amjad Sabri, Lucky Dube, Jim Sullivan e tantissimi altri. Non contando il recupero di accadimenti riguardanti artisti anch'essi non tipicamente metal, ma già affrontati su queste pagina come -e qui consentiteci un certo orgoglio per il modo in cui interpretiamo il ruolo culturale di una webzine metal- Chet Baker, Jaco Pastorius, Paganini e molti altri presenti in varie recensioni, magari del settore Low Gain. A margine, da segnalare la possibilità di acquistare una “integrazione digitale” del libro intitolata Rock is Dead Outtakes, contenente alcune delle storie non incluse nella canonica edizione cartacea come quelle di Cliff Burton, Janis Joplin, Bon Scott e tanti ancora .
UNA VERA TRASHATA, EPPURE... Tuttavia, nel quadro di una situazione letteraria degna di attenzione, spicca purtroppo un difetto singolare, ma talmente evidente da non poter essere ignorato: la quantità davvero troppo elevata di refusi e/o errori di stampa; alcuni dei quali invero sconcertanti. E se da un lato i primi possono essere considerati fastidiosi -Jaco Pasotrius o Diary of a Madaman; per esempio- per il loro numero elevato, ma tutto sommato non influente sul fascino delle storie narrate, ci sono errori che lasciano francamente perplessi. Nel capitoletto riguardante Dimebag, si legge la parola Trash; senza la H. Un caso? Non direi, visto che in quello che tratta di Jeff Hanneman lo stesso errore si ripete. E se ciò non bastasse, dopo varie volte in cui la parola viene scritta correttamente, si ripete ancora nel capitolo riguardante Jon Nodtveidt e qui è l'apoteosi, dato che lo strafalcione viene perpetrato per quattro volte nello spazio di due pagine. Anche leggere ”sgolarsi un paio di drink” riferendosi a Gram Parsons o ”trivellando di colpi” parlando di Tupac non è il massimo. Ed è un peccato perché, lo sottolineo ancora a costo di sembrare ripetitivo, le storie riguardanti artisti dimenticati o sconosciuti (Orion, tanto per citarne ancora uno) sono davvero interessanti, a volte struggenti. Detto questo, Rock is Dead è un libro che si muove su un terreno già battuto da moltissimi, ma lasciando spesso la strada maestra per battere sentieri poco conosciuti e, a volte, per riscoprirne alcuni totalmente dismessi. Peccato per le imprecisioni segnalate, ma vale la pena di leggerlo.
:::RIFERIMENTI::: TITOLO: ROCK IS DEAD – Il Libro Nero sui Misteri della Musica AUTORI: F.T. SANDMAN ed EPISCH PORZIONI COLLANA: VOICES PAGINE: 352 ISBN: 978-88-99759-24-7 PREZZO: Euro 19,00 CASA EDITRICE: CHINASKI EDIZIONI
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6
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A me personalmente non suscita alcun interese per via dei contenuti che trovo oltremodo noiosi. |
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5
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Ovviamente intendevo qualsiasi pubblicazione curata in questo modo....a prescindere dal contenuto. |
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4
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Visti i refusi, le sviste e la grammatica usata, per me sarebbero soldi buttati. Ma questo vale per qualsiasi pubblicazione. |
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3
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Uno dei tanti oggi dimenticati la cui storia é trattata nel libro. |
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1
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Scusate ragazzi una domanda? Ma le foto in copertina dovrebbero essere tutti artisti scomparsi? Io penso di si almeno forse è l'intenzione degli autori....Però c'è anche la foto di Fenriz ( dall'album Total Death) che si darà una grattatina..O forse è solo per qualche aneddoto! |
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