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TRAFFIC CLUB, VIA PRENESTINA 738 - ROMA

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TRAFFIC CLUB - ROMA

THE OTHERS - # 4 - Iran - L'arte torturata
16/07/2017 (2806 letture)
L'arte dovrebbe essere la forma espressiva più nobile concepita dalla mente umana, ciò che insieme alla scienza ci distingue in senso assoluto dal resto del regno animale. Possedendo intrinsecamente la capacità di andare oltre le barriere del quotidiano, di replicare o trasfigurare il reale, di dare struttura a ciò che struttura non potrebbe avere nell'esperienza quotidiana e quando è davvero tale, di indicare alla società nuove vie anticipando e plasmando il domani, ogni vera forma d'arte dovrebbe non solo essere lasciata libera di esprimersi ed evolvere, ma incoraggiata in ogni modo possibile in quanto più grande patrimonio comune che si possa avere. Tra le arti performative, la musica è probabilmente la più immediata, la più in grado di parlare a chiunque in quanto completamente svincolata dall'immagine e dalla necessità di elaborazione cosciente e, quindi, da condizionamenti culturali più o meno locali. Eppure, proprio perché capace di comunicare con tutti e quindi mezzo di una potenza immane per separare il vero dal falso, ogni regime basato sulla ideologie "esclusive" e/o su precetti religiosi -ma in questo caso sarebbe meglio parlare di oligarchia- ha sempre cercato di controllarla, perché ogni iniziativa che libera il pensiero mostra sempre il re nudo. Oggi volgiamo il nostro sguardo verso l'Iran, un paese che in passato ha prodotto capolavori di livello immenso in ogni campo e che oggi, invece, si segnala come uno dei luoghi meno adatti al mondo per produrre arte.

SUL PONTE SVENTOLA (PIANO) BANDIERA METAL
Non è certo facile rintracciare venti gruppi metal rappresentativi della realtà iraniana, in modo da rispettare il format della serie. Non perché non esista nemmeno un cifra così risicata di realtà heavy in varie forme, ma perché le condizioni generali rendono davvero difficile, anzi, decisamente rischioso, semplicemente imbracciare uno strumento e registrare qualche nota. Ad ogni modo, per quanto le condizioni possano essere sfavorevoli in maniera indicibile l'arte -e la musica in particolare- è sempre capace di resistere e manifestarsi; metal compreso. Anche nell'ex Persia, quindi, è possibile indicare venti band e molte più, volendo, che in qualche modo tengono al vento il vessillo della musica pesante. Magari non troppo alto, dato che a sventolarlo in modo normale si rischia davvero troppo. Ed allora cominciamo a prendere contatto con questa scena così svantaggiata eppure così vitale e desiderosa di comunicare, considerando che avremo a che fare in molti casi con autoproduzioni, one-man band e tirature limitate. Inoltre, per motivi che non è difficile intuire, non mancano gli esempi di gruppi che dopo gli inizi in patria, hanno voluto/dovuto spostarsi all'estero per operare.

POWER/HEAVY
AHOORA
Cominciamo allora dagli Ahoora. Base power-heavy con qualche inserimento thrash per un gruppo nato a Teheran nel 2001. Partiti nel segno della valorizzazione della lingua persiana, hanno subito la partenza per il Canada due elementi, mentre i restanti membri del gruppo, nel frattempo migrato verso lidi musicali più vicini al post-rock/progressive, hanno ripetutamente cercato di andarsene a causa delle enormi difficoltà a suonare ed incidere dischi. Nel 2008 hanno partecipato ad un tributo russo agli Slayer.

DISCOGRAFIA
Ahoora - 2006
All in Blood with You - 2007
Awkward Diary - 2010


ANGBAND
Addirittura su Pure Steel Records, gli Angband vantano ben tredici anni di attività. Con un moniker basato su una fortezza costruita da Morgoth, celebre personaggio del Silmarillion, sono partiti come progetto personale di Mahyar Dean per poi evolvere in band vera e propria, con tre album alle spalle. Per quanto riguarda Dean, gli si possono attribuire anche due libri, uno sui Testament ed uno sui Death. Quest'ultimo fu letto anche da Chuck Schuldiner, il quale gli comunicò il suo apprezzamento. E' inoltre insegnante di chitarra, teoria, armonia ed orchestrazione.

DISCOGRFIA
Rising from Apadana - 2008
Visions of the Seeker - 2010
Saved from the Truth - 2012



PROGRESSIVE
ALIAJ
Spostiamoci a Shiraz, la città del vino rosso cantata da Omar Khayyam, per incontrare gli Aliaj, band formata nel 2001 da Mohammad e Payam Akbaran. Dopo un album del 2008, anche loro sono stati costretti ad andarsene dal Paese, anche se la decisione appare singolare alla luce del fatto che la meta scelta è quella Malesia della quale ci siamo da poco occupati. Lì giunti, hanno comunque pubblicato due singoli. Heavy prog tradizionale abbastanza piacevole, per quanto molto canonico.

DISCOGRAFIA
Scar - 2008

FARZAD GOLPAYEGANI
Singolare la proposta di questi ragazzi, non tanto per questioni prettamente musicali, dato che parliamo di un prog metal non sconvolgente, pur considerando l'inclusione di strumenti tradizionali come la darbuka (una specie di tamburo diffuso tra Asia e Nord-Africa), ma per questioni "filosofiche". Le canzoni -tutte strumentali- non hanno veri titoli, ma ogni album, che a sua volta è indicato solo con una cifra, le propone con un numero progressivo in modo che ognuno possa trarne sensazioni personali senza alcuna influenza esterna. Nemmeno di un titolo indicato dalla band.

DISCOGRAFIA
One - 2002
Two - 2005
Three - 2008
Four - 2010
Five - 2011
Six - 2012
Seven - 2016


BLACK/AMBIENT
BEATEN VICTORIUSES
Non riesco davvero ad immaginare come si possa fare black metal a temi satanisti ed anti-islamici in Iran. E nemmeno i Beaten Victoriouses, credo, dato che dopo un inizio in patria con fondazione della band nell'anno di grazia 2005 da parte di Lord Faustoos (Artes Orbis, etc.), si sono spostati opportunamente in Germania, dove operano tuttora con un membro tedesco. Black piuttosto standardizzato, ma interessante proprio in quanto originario di una terra dove si rischia letteralmente la vita per suonarlo.

DISCOGRAFIA
T Error - 2012
1001 Nights and 37 Years of Nightmare - DVD 2016


FROM THE VASTLAND
Altro esempio di gruppo che si è dovuto spostare altrove -dall'Iran alla Norvegia- i From the Vastland sono in realtà un one-man project di Sina. Dopo lo spostamento in terra norvegese intorno al 2013, il Nostro è stato accolto in seno alla comunità locale e non solo, tanto da permettergli di esibirsi live all'Inferno Metal Fest allestendo una formazione con elementi di Den Saakaldte, Morbid Angel e 1349. Le tematiche affrontate riguardano lo Zoroastrismo e la mitologia mesopotamica e persiana.

DISCOGRAFIA
Darkness vs. Light, the Perpetual Battle - 2011
Kamarikan - 2013
Temple of Daevas - 2014
Blackhearts - EP 2015
Chamrosh - 2016


MOGH
Altra realtà targata Lord Faustoos e quindi nata nella capitale iraniana, la band opera ovviamente ad Amburgo dato il trasferimento prima segnalato. Tra il 2006 ed oggi ha inciso un numero impressionante di lavori, specialmente live. Sempre a base di sentimenti antireligiosi ed anti-islamici in particolare, occultismo e zurvanismo, il culto nato nella zona dell'Iran che ha preceduto lo zoroastrismo.

DISCOGRAFIA
Vendetta - 2006
Desperate Existence - 2007
Black Magick Me(n)tal - 2008
Xvaetvadathah - 2008
Allaho Asghar - 2009
False Hood Master Piss - Live album 2010
Khaen - Live album - 2011
Islam Is Dead - Split 2012
MNC - Split 2012
Killing Genes in Hijaz - Live album 2012
Thend Apocalypse of Human Race - Live album 2012
666 Jahre - Live album 2013
Bloodlust & Blasphemy - Live album 2013
Burn Your Local Mosque - Live album 2013
Sacrifice the Symbols - Live album 2013
Massacre Muslims - Live album 2014
Aryan Diaspora - Split 2015

Kirshah Khutai Kirkhoda Demo 2016
From the Wasteland - Split 2016

NAJAND
Altro progetto da one-man band con spostamento all'estero per Najand, o Nazhand. Atmosfere Ambient per una serie sterminata di lavori (senza contare i demo) di questo polistrumentista, tutti basati su depressione, oscurità e misantropia, specialmente dopo lo spostamento in Canada.

DISCOGRAFIA
Silence, Agony, Death! - 2005
Shabe Bi Payan - 2006
Khazan - 2007
Acid Rain of Angel's Cries... - 2007
Life Ruins - 2009
Khazan II - 2009
The Shadow of My Sorrow - 2009
Hymn of Depression - 2009
Complicated Antitheses - 2011
Death! The Best Solution?!? - 2012
Dreadful Hours - 2013
The End - 2013
8 Years of Mourning - Boxed set 2013
Vale of Failure - 2015
Lantern of Blood - 2017


ARAS
Altro progetto di un singolo quello targato Lord Aras da Shiraz, stavolta prettamente Ambient. Studi pittorici che si riflettono oscuramente sulla musica ed un nome che significa "lacrima", ma si rifà a quello di un fiume sacro dell'Iran. Per lui attitudini ribelli che si riallacciano all'ammirazione per Khosrow Golsorkhi (personaggio che ha lottato per la libertà del suo Paese al tempo della guerra fredda pagando con la vita) ed amore infinito per la sua terra e la sua mitologia. Solo ultimamente è approdato ad una dimensione più professionale delle incisioni. Lord Aras è coinvolto in vari progetti come Beaten Victoriouses, Daamoon, Gavandera, Shadows Of Nihil ed altri.

DISCOGRAFIA
Sallakhe e Azadi - 2004
Whispers of Insanity - 2005
Holy Black Metal - 2005
Dead Soul in the Cage - 2005
Arpa - EP 2006
Hemaseye Andooh - EP 2006
Depressive Rebellion - 2007
Possessed by Nargaroth - EP 2007
Gharive Dard - EP 2009
Pest - 2014


ZURVAN
Ancora un progetto di un singolo poi evoluto in duo, che si è dovuto spostare all'estero, precisamente ad Amburgo. Avviato nel 2009 da Naghes nel segno del nichilismo e del paganesimo (il compagno aggiunto è il batterista Taromad), gli Zurvan abbinano black metal e suoni tradizionali. L'ultimo album è di poche settimane fa.

DISCOGRAFIA
Hichestan - 2014
Gorge of Blood - 2017


EKOVE EFRITS
Black/Ambient a temi naturistici con riferimenti al dolore, alla morte per questo moniker che, indovinate... è una one-man band. Il mastermind è in questo caso Count de Efrit (Silent Path), il quale si avvale occasionalmente di qualche special guest di contorno. Oltre a vari demo, uno split e la partecipazione ad una compilation, per lui un "bottino" di quattro album.

DISCOGRAFIA
Suicidal Rebirth - 2008
Hypermnesia - 2010
Conceptual Horizon - 2011
Nowhere - 2013


GARHELENTH
Black metal completamente avulso dall'Oriente, con tutti e due i piedi nel segno della lezione scandinava, per questo duo attivo dal 2010 del quale Hilnorgoth è il mastermind. Temi storici, naturalistici e filosofici di tipo nord-europeo per una proposta integralista che rifiuta ogni contaminazione esterna; anche nazionale. Con molte difficoltà hanno registrato un EP, un album ed uno split.

DISCOGRAFIA
The Entrance to the Realms of Garhelenth - EP 2016
The Mysterious Kingdom - 2016
Flammen-Dan Hollvedel - Split 2016


HALLA
Una delle regole che ho dato a questa serie per non farla diventare troppo dispersiva, è quella di includere solo gruppi con almeno un EP all'attivo, ma in questo caso credo sia giusto fare un'eccezione. Non tanto per la qualità della band, ma per il rischio che si sono assunti col loro moniker. "Halla", infatti, è "Allah" al contrario in segno di assoluto rifiuto della religione islamica in particolare e della religione in generale. Una posizione a dir poco molto difficile da sostenere in Iran. Da parte loro esplicito attivismo antireligioso e solo una lunga serie di split.

DISCOGRAFIA
Profanity - Demo 2007
Horizons - Split 2008
Misanthropic Death - Split 2010
Altars & Halla - Split 2010
Unholy Fire - Split 2011
Slave of the Impaled Prophet - Split 2012


THRASH
PADRA
Per la carica di ribellione che lo contraddistingue, il thrash metal è probabilmente il genere più apertamente, naturalmente "contro" e, di conseguenza, quello più naturalmente preso di mira dal regime anche se di norma non tratta temi prettamente antireligiosi. Non stupisce affatto, quindi, che le band di genere presenti in Iran siano decisamente sottomedia. Pur in rapporto a numeri complessivi decisamente risicati. Tra le giovani leve del settore possiamo citare i Padra. Nati a Tehran nel 2010, vantano un interessante album autoprodotto, non fosse altro che per il cantato in lingua Farsi.

DISCOGRAFIA
Hezartooye Tanafor - 2016

CONFESS
E' qui, però, che andiamo davvero alle dolenti note. Premesso che spenderemo ancora qualche parola in merito in chiusura, la situazione riguardante i Confess è sinistramente paradigmatica riguardo a ciò che si rischia a fare arte non di regime e musica metal in particolare in terra iraniana. Non è infatti molto chiaro lo status attuale del gruppo, dato che dopo la pubblicazione del secondo album In Pursuit of Dreams, due membri (Nikan Khosravi and Arash Ilkhani) nel 2015 sono stati arrestati con l'accusa di aver suonato e prodotto tramite una loro etichetta musica metal e di aver comunicato con stazioni radio estere. Per loro prigione e torture perchè musicisti metal. Non è ancora esclusa la pena di morte.

DISCOGRAFIA
Beginning of Dominion - 2012
In Pursuit of Dreams - 2015


TARANTIS
E continuiamo col listone dei "rilocati per sopravvivenza" con i Tarantis. Cominciata l'attività a Tehran nel 2000, si sono dovuti spostare negli U.S.A. -Los Angeles- dove i loro testi a cavallo tra disimpegno e politica e la loro musica dai tratti ricercati non trova opposizione violenta di regime. Il loro ultimo album autoprodotto è di pochi mesi fa.

DISCOGRAFIA
Tarantism - EP 2006
Tarantism - 2008
Distorted Brains - 2010
Distorted Brains (Including Songs from Tarantism and TarantiXXX) - 2010 Not a Crime - 2017


SOASHYANT
Heavy/thrash vecchia scuola con parti vocali non particolarmente performanti, ad onor del vero, per gli Soashyant. Provenienti pure loro da Mashhad, tra numerosi cambi di formazione ed ancora il servizio militare a creare problemi, per questi ragazzi un solo album del 2010 all'attivo, cantato in persiano.

DISCOGRAFIA
Soashyant - 2010

DEATH
ARSAMES
Partiamo da un presupposto: il death metal è espressamente proibito dal governo in quanto considerato autentica espressione satanica. Ne consegue che, anche in questo caso, mettere insieme una band dedita a questi suoni significa rischiare grosso. Gli Arsames da Mashhad, non sembrano curarsene troppo visto che agiscono dal 2002. Forse perché "mascherano" il loro death dietro forti influenze thrash e popolari, riuscendo anche a suonare in India, Turchia e Slovenia. Tra l'altro dividendo il palco con Kreator, Amon Amarth, Napalm Death ed altri.

DISCOGRAFIA
Cyclopia - EP 2006
Immortal Identity - 2010
Persian Death Metal Tribute to Warriors of Metal - EP 2011


AZOOMA
Discorso diverso per gli Azooma, gruppo che apparentemente non ha avuto alcuno svantaggio dall'operare in Iran, tanto da incidere per una etichetta spagnola pur restando a Mashhad. Il loro percorso è molto "occidentale", con partenza dallo stato di cover band e passaggio nel breve a materiale originale prog/death con occhio alla cultura persiana. Demo nel 2006, stop per il servizio militare nel 2009, poi date all'estero (Armenia, India, Nepal), un EP ed un album. Su quest'ultimo appaiono Dave Rotten degli Avulsed e Mathieu Pascal dei Gorod.

DISCOGRAFIA
A Hymn of the Vicious Monster - EP 2014
The Act of Eye - 2016


INTEGRAL RIGOR
E chiudiamo, tanto per cambiare, ancora con un gruppo costituito da un solo musicista, peraltro di estrazione tradizionale -Reza Rostamian- da sottoporre alla vostra attenzione. Stavolta dalla città di Sari. Death con tratti thrash e testi incentrati su temi di guerra contemporanea e meccanismi della mente umana. Per lui un album indipendente pubblicato nel 2011.

DISCOGRAFIA
No More Room in Hell - 2011

UNA ILLECITA RELAZIONE CON LA MUSICA
Come avrete capito, l'Iran non è certo la Mecca del metal; tutt'altro. La sola idea che una forma di espressione artistica possa essere considerata blasfema è blasfema, ma questo è ciò che accade ed il metal è tra quelle che più ne soffre a certe latitudini. Tanto da arrivare a rischiare la vita come i ragazzi dei Confess. Per quanto riguarda il paese che produsse meravigliosi tappeti e possiede una storia musicale tra le più antiche del mondo (Sumeri ed Assiro-Babilonesi), il sito di Amnesty International riporta a proposito dell'Iran e tanto per farvi capire l'ambiente nel quale sono immersi e la situazione che riguarda i ragazzi dei Confess ed i rischi che corrono ed hanno corso, quanto segue:

In Iran Hossein Rajabian, regista, Mehdi Rajabian (fratello di Hossein) e Yousef Emadi, questi ultimi due musicisti, rischiano di finire in carcere da un giorno all’altro dopo che una corte d’appello ha confermato le loro condanne per pretestuose accuse legate alla loro attività artistica. Nell’aprile 2015 questi tre artisti sono stati condannati a sei anni di carcere, al termine di un processo durato tre minuti, per "insulto alle figure sacre dell’Islam, propaganda contro il sistema" e "attività illegali nel campo degli audiovisivi". In appello, la condanna è stata confermata, con la sospensione di tre dei sei anni, subordinata alla "buona condotta". L’ufficio per l’esecuzione delle sentenze ha ricevuto i loro dossier e ciò significa che il loro arresto potrebbe essere imminente. Le accuse nei loro confronti derivano da un film di Hossein Rajabian sul diritto delle donne al divorzio e dalla diffusione, ad opera di Mehdi Rajabian e Yousef Emadi, di musica prodotta da artisti iraniani all’estero contenente, in alcuni casi, testi politici o su argomenti tabù. I fratelli Rajabian e Yousef Emadi erano stati arrestati il 5 ottobre 2013. In quell’occasione erano stati anche colpiti con le pistole taser. Avevano poi trascorso 18 giorni in cella d’isolamento, durante i quali erano stati picchiati e torturati con scariche elettriche. In seguito erano stati trasferiti, sempre in isolamento, nel carcere di Evin, a Teheran. In nessuna fase, dall’arresto al processo d’appello, i tre artisti hanno avuto assistenza legale. Questi tre casi rientrano in un quadro di intensificata repressione nei confronti degli artisti iraniani. Alla fine di febbraio, il regista Keywan Karimi si è visto confermare in appello la condanna a sei anni (di cui cinque con sospensione della pena subordinata alla "buona condotta") per "insulto alle figure sacre dell’Islam" e a 223 frustate per "relazione illecita", ossia aver stretto la mano e "aver trascorso del tempo insieme a una donna che non aveva il volto e il capo coperto". Nell’ottobre 2015 i poeti Fatemeh Ekhtesari e Mehdi Moosavi erano stati condannati rispettivamente a 11 anni e mezzo e a nove anni per vari reati tra cui "insulto alle figure sacre dell’Islam" e "propaganda contro il sistema", con una pena aggiuntiva per entrambi di 99 frustate per "relazione illecita". I due poeti sono riusciti a lasciare l’Iran.

VOI FATE METAL. CONFESS-ATE!!
Per quanto riguarda i Confess, Nikan Siyanor Khosravi e Khosravi Arash Chemical Ilkhani sono stati arrestati nel 2015 dai Guardiani della Rivoluzione Islamica ed incarcerati per "Blasfemia; Attività contro lo Stato; aver dato vita ad una etichetta e ad un gruppo musicale illegale che promuove musica Satanica; scrittura di testi anti-religiosi e per aver rilasciato interviste a stazioni radio straniere proibite". I due ragazzi di 23 e 21 anni, dopo aver rischiato conseguenze irreparabili (che non credo siano ancora escluse), sono stati condannati a pagare l'equivalente di 30.000 dollari a cranio, una cifra alta in generale, ma semplicemente astronomica per l'economia locale. Il loro profilo FB è attivo, ma fermo al 2015 e probabilmente monitorato dalle autorità iraniane, visto che ogni altro riferimento alla band è stato cancellato dalla rete. Non è certo solo il metal, come detto, ad essere controllato e manipolato dalla autorità religiose, ma rimane il fatto che la musica heavy è particolarmente presa di mira in quanto considerata dalla legge come pura espressione di Satana con Black e death in testa, mentre il thrash perché i suoi appassionati sono considerati più inclini alla ribellione; anche fisica. Tanto che nel 2009 e sempre per fare un esempio, un concerto heavy che si stava tenendo a Shiraz è stato interrotto dalle Milizie Islamiche ed oltre cento astanti arrestati per aver bevuto alcol ed aver inneggiato al diavolo. Tutto questo spiega alcune cose: il motivo per cui molti musicisti decidono di emigrare all'estero (se ci riescono); quello per cui molti gruppi sono in realtà progetti di singoli (trovare gente che rischia la vita per suonare non è semplice); ed infine il perché esista una scena underground comunque incredibilmente vitale in rapporto ai rischi che si corrono. Perché ogni volta che si prova a schiacciare col terrore la voglia di vivere a modo proprio, a controllare quella di esprimersi liberamente, di essere ciò che si è o semplicemente di poter disporre del proprio tempo in libertà e pensare, fare e dire ciò che si vuole, si trova sempre una reazione uguale e contraria. Anche in Iran. Perché i regimi in realtà non rappresentano mai un popolo, ma solo come una minoranza giunta al potere per lassismo, menefreghismo e voglia di disinteressarsi degli altri da parte della massa, vorrebbe ingabbiare le menti altrui per ridurle alla loro piccolezza. E può accadere ovunque, come la storia dovrebbe già averci insegnato.

METALLO NON-METALLO. ROCK THE CASBAH
Potremmo anche finire qui, ma purtroppo l'argomento offre un corollario molto penoso che, purtroppo, occorre citare per completezza. Come sappiamo, molto spesso l'amore per la musica metal non è altro che una gigantesca, efficacissima valvola di sfogo per allentare una pressione psicologica interna che, altrimenti, porterebbe in molti casi ad incanalare rabbia e frustrazione in modi decisamente più distruttivi e meno artistici. Ma se questa energia non solo non viene lasciata fluire in modi terapeutici e costruttivi, ma addirittura repressa, compressa e costretta a restare dentro senza nessuna possibilità di manifestarsi all'esterno nemmeno indossando una t-shirt o ascoltando un CD, da qualche parte deve pure fuoriuscire; e qui la beffa. Non solo da un lato la rabbia genera altra rabbia ed ulteriore insoddisfazione che non può trovare modo di manifestarsi, ma questa viene talvolta sfruttata dall'integralismo, che offre a molti giovani quello "sfiatatoio della frustrazione" che lo stesso integralismo ha provveduto a formare. Insomma: la triste realtà è che esiste anche il fenomeno dei metallari dei paesi islamici i quali, impossibilitati ad esprimersi e dovendo trovare il modo di non impazzire, diventano radicalisti. E' un concetto forse difficile da accettare e che, oltretutto, si presta a facili strumentalizzazioni, ma la realtà, per quanto non frequentissima, è anche tale. Tuttavia, la nota positiva esiste, ed è rappresentata dal fatto che il metal è capace di produrre da solo i necessari anticorpi e di manifestare sempre e comunque quelle caratteristiche universali che ce lo rendono così necessario. In ogni caso, a chiarire meglio la situazione del mondo islamico ed iraniano in particolare, è un'intervista rilasciata a Panorama da Mark Levine, professore di Storia del Medio Oriente all’Università di Irvine (California) ed autore del volume Rock the Casbah!, con le quali vi lascio. Le sue parole possono definire più dettagliatamente la situazione nel mondo islamico, ma attenzione ad intepretare bene il senso delle sue dichiarazioni. Queste hanno un preciso significato e ci fanno capire come l'Iran sia probabilmente il posto peggiore dove operare, ma anche come l'amore per la musica ed il metal in particolare, sia qualcosa di semplicemente insopprimibile e come sia un collante tra culture che nessuno può davvero controllare. Ovunque ed in qualsiasi condizione:

La musica e il radicalismo islamico sono in un certo senso i due versi della stessa medaglia perché sono la stessa rabbia e frustrazione a far impugnare una chitarra o un AK-47. Ho incontrato numerosi fondamentalisti che da giovani erano metallari e crescendo hanno convogliato la loro rabbia e ribellione in canali più normali come l’attivismo religioso. Mentre le credenze religiose violente sono in ultimo nichilistiche e negative, la musica è invece di per sé positiva e fonte di trasformazione. Per questo la musica è jihad nel senso migliore del termine [...] l’heavy metal è diventato una musica di liberazione -almeno personale, se non politica- come il raggae o il rap politico o la musica contro la guerra degli anni Sessanta. In prima battuta può sembrare che il metal estremo, in particolare il death metal, sia nichilistico e ossessionato con la morte. Eppure, come molti metallari mediorientali mi hanno spiegato: "Non puoi immaginare quanto una musica sulla morte possa di fatto affermare la vita. La musica è catarsi. Rappresenta ciò che viviamo"[...] diventando metallaro in Egitto o in Iran sei parte di una tribù globale. [...] Negli anni Novanta e all’inizio di questo millennio molti furono arrestati [...] Negli ultimi tempi i governi sono diventati più tolleranti nei confronti dell’heavy metal, persino in Arabia Saudita. Hanno capito che questa musica non rappresenta una minaccia all’ordine pubblico, alla moralità e alla religione [...] finché i governi saranno corrotti e oppressivi il metal continuerà ad avere un’importanza politica come forma di resistenza per immaginare un futuro alternativo. Vale anche la pena notare come in Iran il metal sia ancora severamente vietato, e certo non si fanno concerti pubblici in Yemen e in Afghanistan. (In Iran) molti se ne vanno, scegliendo l’Europa o gli Stati Uniti. Ma penso sia importante capire che in Iran i metallari vogliono -al pari degli altri che producono cultura- un cambiamento sociale e una maggiore apertura e democrazia. Non vogliono scappare ma restare, contribuendo a costruire un futuro migliore. Ma quando il giro di vite delle autorità è troppo severo la maggior parte sceglierà di andarsene, almeno temporaneamente. Eppure, la scena metallara iraniana è tra le più vivaci in assoluto. l’Iran è governato da uno Stato molto più conservatore e potente che domina totalmente la sfera pubblica. Per anni le autorità hanno controllato tutto quello che la gente diceva e faceva nel pubblico, ma non nel privato. Così molti iraniani possono drogarsi in privato, ma in pubblico obbediscono alle regole. Il metal (e la musica in generale) è un’azione condivisa e così il governo vieta talvolta i concerti organizzati segretamente proprio perché valicano il confine tra pubblico e privato. Ovviamente molto è cambiato dopo le controverse elezioni presidenziali del 12 giugno e le proteste successive. Ed è difficile dire cosa succederà nei prossimi anni. Ma è certo che le autorità iraniane sono diventate ancora più intolleranti di prima [...] Il titolo originale del mio libro è Heavy Metal Islam perché la gente non immagina quanto ai musulmani possa piacere l’heavy metal. Ma ovviamente a loro piace e amano altre forme di cultura che riteniamo occidentali. In secondo luogo, quando pensi all’heavy metal e alle sue origini ti rendi conto che parte di queste sono nel mondo islamico. Basti pensare al blues derivante in parte dalla musica degli schiavi africani di fede musulmana (scale e melodie assomigliano parecchio alla chiamata alla preghiera). E all’influenza del libanese-americano Dick Dale, padre della chitarra heavy metal che ha creato un surf sound e la cosiddetta twang guitar suonando la chitarra elettrica come un "oud", con scale mediorientali e arabe.
Alla fine ti rendi conto di quanto la musica possa unire la gente.


E non c'è molto altro da dire.



ObscureSolstice
Sabato 9 Giugno 2018, 20.26.01
50
Siete fissati col vostro dio @Pete, che nemmeno voi ci credere e lo nominate a intervallo di vocale a ogni frase, siete abituati cosi', non siete liberi. Io contesto voi come contesto il cristianesimo millenni fa, ma voi siete ancora li' a dar fastidio. Poco cambia, cambiate voi. Iraniani, sauditi, sempre la stessa solfa merdiorientale, chi piu' oppressori di altri a giro. Basta poco per non scattarsi più i selfie con lo smartphone che fa molto occidentale, un invasione dei briganti e si torna oppressi nei confini e delinee offensive, orientali, chiusi e schiavi con le maschere antigas tra le macerie di un popolo. Non c'é bisogno di andare in Iran per sapere, anche se con una meravigliosa storia persiana alle spalle storicamente parlando, ma meglio stare qui..sai com'è...
Raven
Giovedì 7 Giugno 2018, 15.01.59
49
Grazie a te per il commento
Pete
Giovedì 7 Giugno 2018, 14.45.31
48
Musica interessante, articolo ottimamente scritto, commenti sotto evitabili. E' come se un giapponese si mettesse a discutere dell'influenza del cattolicesimo in Italia. La visione precisa non si ha poiché il tipo di società e percorsostorico sono diversi. Io sono mezzo iraniano, parte di madre ed anche le pecore sanno che il problema e la vera dittatura sono i sauditi. I giovani iraniani, bevono, scopano , si fanno i selfie su instagram, una parte è radicalizzata ma a me pare che la domenica la San Pietro sia sempre piena no? a vedere uno vestito di bianco con pelliccia di ermellino che si definisce vicario di Dio. La rivoluzione francese ha dato la differenza che manca alla cultura secolare musulmana, sarà solo questione di tempo, nel entre godiamoci la musica ma serio io non so quanti di voi siano stati in Iran. Quindi sorvolate sull'argomento. Ben fatto Raven e bella gestione dei commenti, ho apprezzato come l'hai gestita.
Stagger Lee
Domenica 23 Luglio 2017, 21.56.17
47
ObsureSolstice è stato molto esaustivo...non avrei nulla da aggiungere. E quoto anche Lisa. Allibito...un consiglio: "spolverati".
ObscureSolstice
Domenica 23 Luglio 2017, 20.04.21
46
allibito sbucato e chissà chi altro...nessuno ha svalutato niente, oltrettutto il commento di lisablack al commento 3 è giustissimo. Se vuoi dire che certe "abitudini" se così vogliamo chiamarle che succedono in quei posti sono stronzate, allora sei tu che devi rivedere quello che dici, perchè di quello si stava discutendo, così facendo stai traviando la verità e stai dalla parte di chi alimenta questo regresso societario che mette al bando ogni cosa come la nostra musica. Ogni persona che ama questo genere gli surriscalderebbe il sangue solo al pensiero. Sostanzialmente gli individui non hanno diritto di fare niente, tutto è controllato e deve essere giustificato dalle due superpotenze: dall'islam e accettato dalla società. La musica di questo tipo è al bando come altre cose di poco conto, oltre il fatto che difficilmente vedrai un musulmano con i capelli lunghi. La libertà di espressione è un crimine giustificato dal fatto che può disturbare la loro "pace". Gli aspetti che una religione pari all'estremizzazione totale di una mafia nostra, ma che controlla ogni aspetto della vita di ogni individuo dove le obiezioni sono inesistenti e tutto ciò fa vomitare che ancora oggi dall'età della pietra sia ancora così. In maggiorparte il popolo si abitua a pensare e a comportarsi come il regime autoritario, anche fuori dal medioriente (vedere quelli in occidente..2 miliardi di islamici ma pochissime band in circolazione). Dicesi come la nostra omertà. Tu prova nel nostro piccolo a formare un band black metal in un piccolo paese della sicilia, della calabria o della basilicata...te la dovrai vedere con gli sguardi e i giudizi malvisti della società e i tuoi genitori che si lamentano della "tua strana fase" di crescita e diranno che sei la pecora nera della famiglia o il cattivo ragazzo squilibrato del paese sempre a falso giudizio della società allontanato dagli altri coetanei, preso in giro e mal che vada portato dal prete esorcista; al massimo qui te ne sbatti e vai avanti perchè non c'è nessun divieto, invece tu prova in medioriente in una fase anti-islamica di un ragazzo nauseato da tutto quello che succede, appassionato di rock, rischia la galera e la vita. Si ci sono 2 miliardi di musulmani nel mondo, ma se si pensa che sono aumentati sempre di più per puro indottrinamento e costrinzione per colpa di tutto il sistema subdolo e non si può scegliere, è normale che siano così tanti e sempre in aumento. Lo sappiamo bene, stessa cosa del cristianesimo di milleni fa e oggi tocca all'islam, ma io dico..non per colpa del passato si devono ripetere certi gravissimi errori. Sono le persone che devono dire no e ribellarsi a cercare di cambiare le cose, è come vivere in una caverna buia isolati dal mondo...bisogna saper uscire e vivere...è per quello che tutti coloro che vogliono fare musica se ne vanno, altrimenti se fossero identificati nei loro paesi si rischia l'ostracizzazione, verrebbero messi in prigione e mal che vada con la pena di morte, perchè lì le leggi parlano chiaro. E' pro pro proibitooooo, dice che è proibito anche pensare (cit.)
lisablack
Domenica 23 Luglio 2017, 17.36.36
45
Allibito è il genio che cambierà il mondo...ahahah, sono contenta, siamo in buone mani! Ahahah
Raven
Domenica 23 Luglio 2017, 14.50.58
44
Posso solo ripetere di restare tutti nei limiti e di non scatenare flames e/o OT, grazie.
allibito
Domenica 23 Luglio 2017, 14.43.49
43
Mi dispiaec molto, Raven, che il tuo lavoro venga svalutato per colpa di qualche cretino tipo questo ObscureStocazzo, oppure per gente ignorante tipo la famigerata Lisablack, che ad ogni suo commento su questo sito mi sale la bile. Ed il bello é che a tutte le stronzate che scrive, che non posso fare altro che definire perle per i ritardati, si accodano pure altri. Questo sito é veramente ben fatto, interessante per chi ascolta metal ma non solo, e lo ripeto, é veramente triste che il vostro lavoro venga vanificato da idioti senza un minimo di intelletto, di senso dell´umorismo, di senso critico. Alla cagata sull´Islam hai giá risposto semplicemente ed in maniera efficace, quindi non aggiungerei altro. Invito lo scemo sotto di te a chiedere scusa e a tutti gli altri che non hanno di meglio da dire se non la loro sterile opinione che si basa sul nulla, ad evitare di fare sfoggio della propria incapacitá di mettere insieme due frasi di senso compiuto.
Raven
Domenica 23 Luglio 2017, 13.24.36
42
Ho già specificato di non confondere un popolo col regime che lo opprime. Aggiungo di non confondere i due miliardi di musulmani nel mondo con la distorsione della loro religione ad opera di una minoranza. CI siamo già passati anche noi. Restiamo quanto più possibile IT ed usiamo toni che non scatenino flames, grazie.
ObscureSolstice
Domenica 23 Luglio 2017, 13.04.47
41
un altro ius soli, in Italia bella vita...lisablack che non si fa capire neanche dagli stranieri ahah se vuoi te lo spiego io ha praticamente detto che la vostra cultura nella vostra realtà mono-musica non è una cultura, ma è soltanto un regime schiavista di oppressione di idee e non permette aggregazione di libere scelte a nessuno, men che meno verso le donne ma piuttosto alle vacche, altrimenti la vostra fottuta religionepolitica salta -come la mafia- come qualsiasi stato incivile dittatoriale. Certo che il vostro cambiamento voi lo dovreste fare in Iran...e non qui, o in Canada, iniziate a rinnegare la vostra fottuta religione e la vostra merdosissima società, iniziate a scandirlo nelle vostre canzoni metal e andate contro al vostro dio (non merita di essere neanche nominato) perchè se no è un pretesto per fare rivalità contro la religione cristiana. Islam is Dead
Masud
Sabato 22 Luglio 2017, 20.22.33
40
Ciao a tutti, io vengo dal Iran vivo in Italia da tanto tempo però. Sto leggendo i vostri commenti ma non capisco al numero 3 quello di lisa black. Me lo puoi spiegare grazie?
ObscureSolstice
Sabato 22 Luglio 2017, 16.52.13
39
sta di fatto che facendo musica in occidente, instaurati da tempo lontano dall'Iran non possono temere niente e non rischiano niente, possono stare tranquilli. In Iran non possono fare tutte le cose che stanno facendo ora
Rob Fleming
Venerdì 21 Luglio 2017, 9.41.35
38
Complimenti per l'impegno profuso, questa sì che è passione
RedRoger
Giovedì 20 Luglio 2017, 19.07.24
37
Bellisimo articolo , complimenti a Raven. Sapere che nonostante la situazione in cui si trovano questi ragazzi non mollano fa riflettere e commuovere. Forse la musica da sola non cambierà le cose ma potrà essee la scintilla che scatena l'incendio
Silvia
Giovedì 20 Luglio 2017, 11.56.29
36
Ah ok allora non ho letto bene... sì Google traduttore è ridicolo perché traduce con i piedi ma x farsi un'idea del significato generale di una frase in una lingua totalmente sconosciuta non è male secondo me.. Sì è vero gli strumenti di apprendimento iraniani sono davvero elevati ma il discorso Iran da un punto di vista socio-culturale è molto complesso, non mi avventuro anche perché andrei in OT come sempre Comunque ancora in bocca al lupo a chi porta avanti una grande passione x il metal pur sapendo di rischiare grosso!
Ob(b)ietttivo
Giovedì 20 Luglio 2017, 11.29.42
35
Intendevo Silvia, per "esternare onestamente", nient'altro che viviamo in un mondo di sottintesi, e che quando impareremo a combatterli raggiungeremo un livello di comunicazione che diventerà veramente efficace contro la cappa di stupidità che ci permea. Si, qualcuno qui sotto ha detto che è un dato positivo che non conoscano l'italiano. La cosa di google traduttore era per dire che, essendo il mezzo ridicolo per tradurre come tutti sapete, è perfetto per la conoscenza media delle lingue straniere in italia. Invece gli iraniani, come tanti altri hanno strumenti di apprendimento più elevati, quindi apprendono se vogliono. E soprattutto se possono. Cioè quando se ne vanno all'estero.
Silvia
Giovedì 20 Luglio 2017, 9.28.13
34
@Trendy certo ho parlato di Google traduttore x coloro che non parlano la nostra lingua ... Qualcuno ha detto che è positivo se non capiscono? Mi è sfuggito. Cosa intendi poi x "esternare sinceramente"?
Trendy
Giovedì 20 Luglio 2017, 1.42.56
33
Hai ragione Silvia, gli accostamenti citati alla fine sono aria fritta. E comunque tranquilli che gli iraniani capiscono bene quello che è stato scritto. E se non lo capiscono ci mettono poco a tradurre. E senza Google traduttore. Sono iraniani, non italiani. Perchè dovrebbe essere positivo che non capiscano, questo non s'è capito. Qui si parla per la maggioranza di band o uno da solo che si sono spostate in altri continenti per fare il loro dischetto metal. Ma il messaggio qual è? Che quel paese come dice la sempre opportuna lisablack è un paese [rimosso]? Che questi ragazzi sono fortunati nella sfortuna? Che la guerra è male? Che la libertà è poca? Magari iniziando ad esternare onestamente le motivazioni per cui si dice/scrive/pensa una cosa, potremmo cambiare in meglio. Sennò rimane un ferro da stiro caldo finché ti pare, ma che non basta per stirare duemilamiglia di pantaloni di fustagno.
Silvia
Giovedì 20 Luglio 2017, 0.26.16
32
Grande articolo, io conoscevo i Confess x via delle note vicende (spero che la situazione si sia aggiustata perché non è chiaro) e che dire, quale coraggio da parte di tutti questi ragazzi (cui faccio un grande in bocca al lupo visto che ci leggono e magari ci capiscono pure col Google traduttore )! Però già sapere che possono incidere un album è un bel passo avanti, significa che la situazione non è così nera e del resto i giovani iraniani sono dei combattenti che non mollano!!! Bellissimo poi notare che la musica ci avvicina così, mentre trovo fuori luogo il paragone fatto da Levine fra metal e fondamentalismo. Non c'entra un emerito nulla, probabilmente Panorama ha tradotto male, così come x l'accenno alle origini del metal.
Raven
Mercoledì 19 Luglio 2017, 6.48.17
31
Molto bene, predo atto della precisazione per inciso: so che alcune band citate nell'articolo hanno letto il pezzo. O almeno: sono a conoscenza della sua esistenza, dato che dubito che conoscano l'italiano ed anche questo è un dato positivo.
Sbucato
Martedì 18 Luglio 2017, 22.57.08
30
Assolutamente nessun litigio. Si forse il ragionamento era un pò contorto, volevo solo dire che l'immagine che ha trasmesso il rock secondo me è stata spesso consolatoria ed è servita solo ad accontentare tanti scontenti, ma senza veramente creare qualcosa di attivamente efficace per contrastare la parte schifosa del mondo in cui viviamo. Questo in linea di massima in Europa e negli states. La musica fa bene ad ogni cosa, rock, metal, liscio o jazz poco importa (escluderei il reggaeton che trovo nocivo), ma se mi metti un cantante sopra un palco e 10.000 persone sotto che adorano estasiati e che pendono dalle labbra del giullare di turno per parole spesso vacue che accompagnano i suoni, non riesco a vederlo come un messaggio di equità, bensì un incoraggiamento a "lascia fare a me, io ti faccio stare bene, tu adorami". Questo ovviamente per il mainstream, che sarà merda e quello che volete, ma è quello che traccia la via. Per quanto di nicchia poi si scelga di essere. Penso che noi che di guerre in casa non ne abbiamo dovremmo considerare questo aspetto, non dimenticandoci che per fare la stessa cosa che facciamo noi, c'è gente che viene vessata, arrestata, e forse peggio. Stretta di mano a te Fabio.
Raven
Martedì 18 Luglio 2017, 22.07.50
29
No, con tutto il rispetto evitate di litigare per fatti vostri in calce ad un pezzo che mi ha portato via gironi di lavoro non certo pensando a questo tipo di commenti. Se dovete litigare lo fate in privato, grazie.
Fabio Rasta
Martedì 18 Luglio 2017, 19.43.04
28
Se era il Rock il soggetto, allora il ragionamento è troppo contorto x la mia mente semplice, e non mi è chiaro come farebbe il Rock a predicare bene e razzolare male. Chiarito il malinteso, non ce lo vedo Raven con la scimitarra e la maglia di Metallized a perseguitare i trasgressori. D'altronde chi ha creato il sito e si sbatte x esso, ha tutto il diritto di gestirlo come vuole. Capisco ora il tuo esempio dei pooh, creato ad hoc x portarlo ad esempio, ma il paragone con l'Islam e i suoi anatemi e contraddizioni mi sembra quantomeno azzardato se non addirittura fuori luogo. Comunque stretta di mano!
Sbucato
Martedì 18 Luglio 2017, 19.14.54
27
Con tutto il rispetto, chi se ne fotte della tua vita, di chi sei etc. Io parlavo del rock, era lui il soggetto. E i Pooh c'entrano tutto e niente, è solo per far capire che la censura parte da un piccolo rimbrotto per essere andato ot., fino ad allargarsi ed arrivare a limiti estremi come quelli che rischiano di subire band come quelle descritte nell'articolo, o pure peggio.
Fabio Rasta
Martedì 18 Luglio 2017, 18.34.44
26
Ah sbucato, ma che stai adi??? Ripigliati. Come sarebbe a dire che io predicherei bene e razzolerei male? Che ne sai tu della mia vita, di chi sono e di cosa ho fatto. O hai capito male quello che intendo. Io di Rockers ne ho conosciuti tanti, e se hanno scelto di militare in una Band nessuno glielo ha mai imposto. Me compreso. E' una libera scelta. Ti contraddici da solo e dai a me del predicatore? No! Spiegati meglio xchè a me mi pare d'essere stato chiaro. Invece mi pare che tu ti stai a capire da solo...... E i pooh cosa c'entrano?
Raven
Martedì 18 Luglio 2017, 17.02.07
25
I Pooh sono recensiti su questo sito, ma evitiamo di andare troppo OT
Third Eye
Martedì 18 Luglio 2017, 16.59.40
24
I Pooh, dici?! No.
Sbucato
Martedì 18 Luglio 2017, 16.10.24
23
Complimenti veramente a tutte queste band e al redattore dell'articolo. Bellissima ricerca. se è vero, come dice qualcuno qui sotto che il rock promulga l'idea e l'incoraggiamento di esprimere se stessi, allora secondo me predica bene e razzola male. Il dover fare implica sempre la privazione della propria libertà. Che sia anche dover creare una band, dover scrivere delle canzoni, doversi esibire dal vivo. Secondo me il rock dovrebbe suonare e basta, senza suggerire ad un altro di fare la cosa che ha fatto lui prima. Così diventa come l'integralismo cretino contro cui combattono questi coraggiosi ragazzi qui sopra. Qualcuno di voi ama i Pooh?
Raven
Martedì 18 Luglio 2017, 15.02.55
22
Molto bene, allora ho scelto buone fonti
Unia
Martedì 18 Luglio 2017, 14.35.16
21
Pensa che il libro di Levine l'ho studiato per un esame. Interessante come volume.
duke
Lunedì 17 Luglio 2017, 22.12.43
20
queste sono bands con le palle...
duke
Lunedì 17 Luglio 2017, 22.11.41
19
questi sono bands con le palle....un applauso al loro coraggio....
Fabio Rasta
Lunedì 17 Luglio 2017, 13.20.06
18
Articolo, come già constatato sotto, molto toccante e "scottante". In Cina e Malesia (vedasi The Others 1,2, e 3) in confronto sono dei cherubini. Il Rock (ma anche Blues o Jazz in passato) purtroppo, sarà sempre osteggiato dalle classi dominanti proprio x la promulgazione di valori veri, di comunione e allo stesso tempo di incoraggiamento ad esprimere se stessi senza dover mettere le maschere che la società vorrebbe imposte. La differenza è che da noi hanno imparato a farlo con metodo ed astuzia, utilizzando molto i mass media, anziché la forza bruta, salvaguardando così la facciata ipocrita della loro pseudo-democrazia; aggiungerei con ottimi risultati (vedasi i milioni di automi circolanti). Mi associo al commentatore n°1 (Nileator): il pensiero non può che andare a milioni di oppressi ed emarginati, cui ci sentiamo vicini, oltre che x ovvie immedesimazione ed empatia, proprio x questa fratellanza che il Rock genera da sempre. E fa riflettere che, nonostante tutto, noi siamo enormemente + fortunati. Non ho potuto fare a meno di sorridere, però, quando ho visto tutti quei [rimosso] dai commenti di Lisablack al 3.......
ObscureSolstice
Lunedì 17 Luglio 2017, 0.54.45
17
quando in un posto è in situazione come questa e chi vuole ascoltare un certo tipo di musica dove oltre che non essere tendenza è anche molto rischioso per la propria incolumità e non devi farlo sapere a nessuno è soltanto dannatamente più che sentito e sincero per il grande rischio che stai correndo, e io non posso che lodare certi sforzi di gente che ci crede veramente, rispetto ad altri posti dove hanno tutto ma non hanno niente. Quella zona geografica ha bisogno dello spirito del rock per una ribellione culturale, ne ha molto bisogno e chissà che magari la musica non cambi il mondo, ma se non è così almeno solleva a sentirsi meglio in questa vita
Giorgio
Domenica 16 Luglio 2017, 23.37.46
16
"Ma il più morto di 'loro' è pur sempre più vivo Di chi ormai ha di sacro giusto un osso sul cxlx".
Cane e porco
Domenica 16 Luglio 2017, 23.18.26
15
Hhahah gli halla sono il top
Steelminded
Domenica 16 Luglio 2017, 21.10.16
14
Beh davvero monsieur Raven, questa rubrica è proprio bella. Complimenti sinceri.
Raven
Domenica 16 Luglio 2017, 18.53.18
13
Ti ringrazio molto. Questi commenti sono quello che rende il nostro impegno auto imposto molto soddisfacente
jek
Domenica 16 Luglio 2017, 18.38.51
12
Onestamente non pensavo che il movimento metal esistesse in uno stato integralista come l'Iran, è vero che si sa poco se non informazioni filtrate, ricordo che mi ero fatto un'idea di Teheran simile a Beirut poi vedendo un documentario mi sono reso conto che assomiglia molto per certi versi ad una metropoli normale con giovani che vestono all'occidentale e ragazza che sfidano l'autorità portando jeans e il velo molto più simile a un classico foulard e un livello di tossicodipendenza esagerato. Molto interessante l'intervista a Mark Levine mi incuriosisce e mi piacerebbe leggere il libro. Spero che il sacrificio di certi ragazzi che mettono a repentaglio la propria vita per un ideale porti la popolazione a ribellarsi a questi regimi e sarebbe molto bello che la scintilla di questa rivolta parta proprio dalla musica metal. In conclusione devo fare i complimenti a Raven per questi articoli in questo caso poi ti sei superato decisamente un punto alto per Metallized.
Raven
Domenica 16 Luglio 2017, 16.02.09
11
Non era una critica al tuo commento ma è comunque esatta anche l'esortazione a restare, per quanto possibile in questo caso, nel settore musica. Nulla vieta di aprire un topic nel forum per approfondimenti si altro carattere.
Jo-lunch
Domenica 16 Luglio 2017, 15.49.08
10
Raven, capisco perfettamente che questo non è il sito adatto a certe prese di posizione. Qui si parla di musica e non è assolutamente mia intenzione mettere in imbarazzo alcuno. È solo che l'argomento è alquanto delicato e trattenersi, qualche volta, risulta difficile. Rimaniamo in ambito musicale e auguriamo lunga vita a tutti questi ragazzi che credono ancora in qualcosa di buono.
Raven
Domenica 16 Luglio 2017, 15.34.40
9
Proprio in questi giorni ho avuto una discussione sulla presunta inutilità del prendere posizione circa argomenti sui quali non abbiamo potere di intervento diretto. Ecco, già il tuo commento dimostra il contrario.
Jo-lunch
Domenica 16 Luglio 2017, 15.13.10
8
Mio nipote Valerio (che non è lo stesso che commenta su questo sito), mi ha rubato la scena. Lo perdono perché la pensiamo allo stesso modo. Raven, l'arte torturata è un titolo bellissimo che rende appieno la drammaticità della situazione in quel Paese . Le parole sono importanti, scrivere e denunciare è tutto ciò che possiamo fare. Mai rinunciare alla speranza.
Valerio
Domenica 16 Luglio 2017, 14.57.31
7
Scusate, il commento è partito per conto suo. Stavo concludendo nel dire che è veramente triste e sconsolante che questi giovani non possano avere alcuna libertà di pensiero, qualunque esso sia. Commovente il loro impegno, terribile il loro circondario.
Jo-lunch
Domenica 16 Luglio 2017, 14.48.03
6
Da noi il metal non esiste, almeno non all'origine. Siamo esterofili metal/dipendenti e non importa se il metal arriva dagli Usa, dal Regno Unito, dall'Iran o dall'Isola di Pasqua!! L'Iran odierno è un Paese tranquillo sulla carta ma martoriato da migliaia di vessazioni interne, non c'è libertà di pensiero, se cammini per strada non ti senti mai tranquillo, ogni azione che compi la deve ben valutare se no chissà cosa ti succede ecc. , ecc. Conosco un giovanissimo iraniano arrivato piccolissimo da noi e che non conosce il suo Paese e si rifiuta anche solo di fare visita ai nonni che sono rimasti lì. Mi ripete che qui da noi respira la libertà....come dargli torto? È tristissimo constatare che nel ventunesimo secolo tanti giovani (e non solo) non possono esprimere
Undercover
Domenica 16 Luglio 2017, 14.33.09
5
Conosco molto bene realtà come From The Vastland e soprattutto Ekove Efrits, entrambe decisamente valide sia musicalmente che come tematiche. L'integralismo è una brutta bestia purtroppo difficilissima da sdradicare e debellare, soprattutto se finanziato dai occidentali che ci sguazzano e guadagnano su, ma questo è un discorso lungo, tortuoso e non da fare in questa sede.
ObscureSolstice
Domenica 16 Luglio 2017, 14.25.30
4
c'è più metal qui che da noi, ahah
lisablack
Domenica 16 Luglio 2017, 13.03.13
3
Meno male che esiste un po' di Metal in quel paese [rimosso], gestito da criminali che nella vita neanche sanno cosa sia il lavoro, sono capaci solo di fare i fighi col mitra in mano, e poi obbligare le donne a vivere vestite come sepolte vive, oppure condannare a morte solo chi è omosessuale..[rimosso]..comunque bell'articolo, e complimenti a chi come questi ragazzi lotta ogni giorno per sopravvive re in quello schifo.
Raven
Domenica 16 Luglio 2017, 11.23.34
2
Se devo essere sincero, non ci avevo mai pensato nemmeno io ed ho reagito come te quando, raccogliendo il materiale per l'articolo, è venuto fuori questo aspetto. Marginale, ne sono certo, ma esistente e come tale da conoscere. Molto bello il finale del tuo commento.
Nileator
Domenica 16 Luglio 2017, 11.16.02
1
La riflessione finale sul possibile (ma a quanto pare reale) legame che c'è tra jihad e heavy metal mi ha lasciato veramente spiazzato, non mi era mai passato per l'anticamera del cervello, e mi sta portando a numerosissime riflessioni. Non posso che provare fratellanza e solidarietà per questi ragazzi che, in un paese così intollerante e conservatore, cercano di creare arte rischiando la vita: vedere una forma d'arte come la musica così malamente considerata, occultata e violentata mi fa veramente male al cuore, che sia metal o qualsiasi altro genere. Bellissimo articolo Raven, che come pochi altri offre spunti di discussione. E quando oggi ascolterò la mia dose quotidiana di metal, un pensiero sarà rivolto a ragazzi come quelli dei Confess, e a tutti coloro che desiderano esprimere liberamente i loro pensieri e la loro arte.
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