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REVENIENCE - Oltre il dedalo!
19/07/2017 (1589 letture)
Non è semplice -di questi tempi- emergere in un panorama saturo come quello del symphonic metal, soprattutto nella tormentata scena italiana, che non sempre riesce ad offrire alle band le giuste chances.
Tra i gruppi che ci stanno provando con più convinzione troviamo i
Revenience, giovane band bolognese che, grazie ad un ottimo disco d'esordio e ad una pianificata attività live, sta riuscendo a farsi conoscere da un numero sempre maggiore di persone.
Quali sono i loro progetti per il futuro? Quali le loro maggiori difficoltà?
Lasciamolo raccontare alla loro cantante, Debora Ceneri.


Cafuné: Cari Revenience, grazie per esservi resi disponibili per quest'intervista con noi di Metallized.
Debora: Ciao e grazie a voi per esservi interessati alla nostra band, sarà un piacere rispondere alle vostre domande.

Cafuné: Quando avete capito che era ora di inaugurare la carriera del gruppo componendo un cd di inediti? Avete avuto difficoltà durante il vostro processo creativo, o è stato piuttosto tutto molto naturale?
Debora: La band ha avuto un percorso abbastanza tortuoso, principalmente a causa di diversi cambi di line-up, soprattutto per quanto riguarda la voce.
I Revenience nascono da un mix di diverse esperienze e generi musicali. Una volta giunti ad una formazione stabile, abbiamo sentito la forte necessità di creare inediti cercando di fondere le caratteristiche emergenti individuali, al fine di maturare un progetto maggiormente personale rispetto a quello che già offriva il mercato.
Credo però che sia davvero complicato emergere con originalità al giorno d’oggi. Purtroppo siamo
abituati a rapportarci sempre con stereotipi, rischiando di perdere o addirittura non riconoscere la
propria personalità e/o capacità.

Cafuné: Com'è stato accolto Daedalum dalla critica e dal pubblico? Siete soddisfatti del risultato sinora raggiunto.
Debora: Siamo più che soddisfatti! Siamo estremamente entusiasti e riconoscenti nei confronti di chi ci segue e supporta in questa avventura, la cui meta è ancora sconosciuta. L’interesse nei confronti della band aumenta col passare del tempo, e sinceramente non era una cosa così scontata, anzi...

Cafuné: In quali location è stato girato il video del brano Revenant? Cosa vi ha portato a sceglierle?
Debora: Il video di Revenant è stato girato in due location davvero molto suggestive: il piccolo borgo abbandonato di Castiglioncello ed il Teatro del 700‘ di Villa Mazzacorati, un piccolo grande gioiello sito nella nostra Bologna, integralmente conservato in tutto il suo splendore.
La scelta di questi luoghi è stato suggerito da una nostra grande amica, Anna Brini, nonché una delle più gettonate e ricercate guide di Bologna. Una sera eravamo in compagnia per una pizza e le abbiamo fatto ascoltare Revenant; terminato l’ascolto le sue parole sono state: “ragazzi, so dove girare il video di questo brano”. E così è stato. Grazie alla sua visione e alla disponibilità/cortesia di Marilena Frati, presidente dell’associazione “Cultura e Arte del‘ 700”, siamo riusciti ad avere accesso a questi splendidi posti. Sono stati due giorni di riprese indimenticabili.

Cafuné: Cosa c'è dentro lo scrigno dell'uomo incappucciato
Debora: dentro lo scrigno è custodito uno zootropio, un dispositivo ottico per visualizzare immagini e disegni in movimento, inventato nel 1834 dallo sviluppatore statunitense William Horner. Il nome deriva dall’unione dei termini greci “zoe” e “tropos”, e si può tradurre approssimativamente con “ruota della vita“.
Nel contesto di Revenant, l’oggetto è stato simbolicamente utilizzato come un “portale magico“, che collega un mondo post-apocalittico caratterizzato da rassegnazione, solitudine e tristezza, dove
l’umanità vive in sacche isolate ad una dimensione che pulsa di speranza, sogni e positività. Richiamati
dalla musica, gli abitanti della colonia seguono il personaggio incappucciato (magister, NdR) che, attivando lo zootropio, mostra un livello di civilizzazione oramai perduto, ma non irrecuperabile. Alla
fine del video il Magister lascia alla piccola colonia una preziosa possibilità di scelta: continuare nella
propria vita di stenti e regredire verso un punto di non ritorno o tornare ad un livello di civilizzazione
più alto attraverso la musica e l’arte.

Cafuné: In quanti hanno collaborato alla riuscita del video? Ci vuoi raccontare qualche curiosità del “dietro le quinte”?
Debora: Abbiamo avuto parecchi e pazienti collaboratori. Le comparse che vedete nel video sono tutti nostri carissimi amici e colleghi di lavoro. Permettetemi di cogliere questa occasione per evidenziare che sono stati incredibilmente bravi! Persone che non avevano mai recitato, ma che si sono rivelate dotate di una straordinaria ed innata capacità di recitazione. La prima volta che abbiamo visto le riprese, credetemi, ci siamo molto emozionati nel vedere con quanto impegno e convinzione si sono prestati nel girare questo video.
Ci sarebbero tante curiosità da condividere….forse le più interessanti le ricordo a Castiglioncello.
Il nostro chitarrista Michele ha guadato il fiume una decina di volte per portare i materiali scenografici sul luogo delle riprese. Oppure, non possiamo non ricordare il nostro regista Matteo Ermeti, che ha girato la maggiore parte delle scene sotto una pioggia incessante e fastidiosa, mettendo a serio rischio il drone per le riprese aeree, inoltre, ha scarpinato per venti minuti lungo ripide salite in mezzo al bosco con tutta l’attrezzatura sulle spalle… sembrava uno sherpa (ci sta ancora maledicendo!). La nostra truccatrice di fiducia invece, Giulia Miorelli, si è trovata ad attrezzare la sua postazione di trucco/parrucco “mobile“ prima su un ponte, poi in salita, e poi ancora dentro una casa non proprio stabile e senza tetto, quindi sempre sotto la pioggia. Tuttavia, nonostante tutte le difficoltà tutti si sono dimostrati estremamente disponibili e per questo non smetteremo mai di ringraziarli. Possiamo dire che la giornata vissuta al borgo di Castiglioncello ci è rimasta particolarmente nel cuore! Dopo tutto questo, le riprese nel teatro sono state una passeggiata! Ahahaha!!!

Cafuné: Che aspettative e speranze avete, per il vostro debutto sul mercato giapponese? Cosa vi ha portato a questa scelta?
Debora: Per l’uscita dell’album sul mercato giapponese dobbiamo ringraziare la nostra etichetta, la Sliptrick Records (Carlo e Filippo). Abbiamo sempre pensato che il Sol Levante fosse un mercato ancora “fertile” e non appena si è presentata questa occasione l’abbiamo colta al volo. Non abbiamo fatto previsioni su questa uscita, ma attendiamo i report di vendita per fare un primo bilancio.
La nostra speranza e che Daedalum sia accolto con lo stesso entusiasmo con cui è stato recepito in Europa ed America Latina, sarebbe un'altra grandissima soddisfazione e fonte di incoraggiamento per lavorare sui progetti futuri.

Cafuné: Perché avete optato per coverizzare proprio Hope Leaves degli Opeth, come bonus track per la limited edition giapponese?
Debora: Abbiamo pensato ad Hope Leaves/Opeth per fare quel qualcosa di diverso, (un po' come dicevo all'inizio), per metterci alla prova e sperimentare altro in chiave Revenience.
Eravamo curiosi di sentire cosa potesse saltare fuori. Per quanto mi riguarda, sarebbe stato un po' banale lavorare su una cover delle solite “female metal bands”.

Cafuné: Qual è l'ostacolo in cui vi siete finora imbattuti più spesso, nel portare avanti il vostro progetto?
Debora: Forse l’ostacolo più grande per una band è quello di non trovare locali, festival dove poter suonare e fare esperienza. Non percepisco molta fiducia e spazio per i gruppi emergenti. Non è facile accedere alle vetrine (come le chiamo io), soprattutto qua in Italia. Ad oggi abbiamo avuto più possibilità di farci conoscere all’estero, l’approccio è completamente diverso, ma siamo fiduciosi ed attendiamo che la ruota giri anche nel nostro paese.
Invece, per quanto mi riguarda, continuo la mia piccola “ battaglia“ contro l’utilizzo spropositato della
propria immagine per emergere. Il mio obbiettivo è quello di essere ricordata dalle persone per
qualcosa di più di un pezzo di pelle scoperto.

Cafuné: Più in generale, cosa migliorereste nel panorama italiano dal punto di vista del gruppo che cerca di emergere? Credete che alcune delle difficoltà che riscontrate possano essere migliorate abbastanza facilmente?
Debora: Le difficoltà maggiori si riscontrano nell’ambiente live; purtroppo non tutti i club sono disposti ad investire su band che propongono inediti, poiché l’obiettivo dei gestori è quello di riempire il locale. Naturalmente puntando su una band che propone musica originale questo non sempre è possibile, di conseguenza si opta per le tribute/cover band, che di solito danno una certa sicurezza da questo punto di vista. Ma dalla nostra piccola esperienza live all’estero abbiamo visto che probabilmente è anche un problema di cultura/mentalità, poiché in Italia il pubblico difficilmente supporta live le band dell’underground. In Europa la situazione è diametralmente opposta, i nostri concerti hanno sempre ricevuto il supporto di un pubblico numeroso e straordinariamente partecipe, un’accoglienza che ti inorgoglisce e ti spinge a dare il massimo durante la tua performance. Ecco purtroppo tutto ciò in Italia manca, e non è il solito discorso da esterofili, purtroppo è un dato di fatto.
Speriamo che la situazione migliori col tempo, perché a farne le spese è la musica stessa.

Cafuné: Avete già qualche novità pianificata nel breve periodo? State già lavorando a qualcosa di nuovo?
Debora: L’evento più grande è stato sicuramente l’apertura al concerto degli Evanescence al Trakai Castle Sunset Festival in Lituania, è stata un‘emozione indescrivibile suonare davanti a circa quattromila persone! Per il futuro prossimo abbiamo in programma un tour europeo insieme ai Souls of Diotima che, dal 9 al 19 novembre, toccherà diversi paesi: Svizzera, Germania, Belgio, Slovacchia, Olanda, Francia. Ad ottobre invece abbiamo in serbo un concerto “molto speciale” presso il Teatro dell’Antoniano a Bologna, nei prossimi mesi sveleremo tutti i dettagli. Naturalmente stiamo lavorando al nuovo materiale per il prossimo album!
Diciamo che non siamo proprio “inattivi”.

Cafuné: La nostra intervista si chiude qui, grazie per il vostro tempo: volete aggiungere qualcosa per i nostri lettori e i vostri fan?
Debora: È stato molto divertente e stimolante rispondere vostre domande, grazie ancora! E inutile dirvi che vi invito a seguirci sulla nostra pagina Facebook, Instagram, Twitter e sul nostro sito.
Ma la cosa più bella che potete fare è venirci a trovare ai prossimi live, per fare due chiacchiere e
passare una bella serata insieme! Il vostro supporto è insostituibile!

Cafuné: Grazie ancora e a presto, magari per qualche live!
Debora: Vi aspettiamo sotto al palco!!!



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