Inizio a scrivere quest'articolo con l'intenzione di rispettare un presunto galateo testuale; una gerarchia dei paragrafi che mi dice di iniziare presentando il gruppo a chi legge. Credo che le presentazioni saranno una pura formalità. Ma ancor peggio, noto quanto disagio prova la parola galateo nel cryptic writing di Pussy dei Rammstein.
Comunque sia..
I Rammstein nascono nei primi anni Novanta a Berlino, e durante un arco temporale che ricopre tutta la mia esistenza, pubblicano la smoderata cifra di sei album in studio, più tre dal vivo, di cui l'ultimo Rammstein: Paris, uscito quest'anno. La formula che li ha portati al successo è magica e di certo non segreta. Fa un po' così: ottimi chorus, uniti a riff mordaci e a una struttura compatta e fluida dei brani, che incidono e incalzano energicamente, assecondati da pesanti distorsioni e campionature elettroniche. Gli argomenti preferiti del soggetto Rammstein sono i più controversi, con particolare attenzione per tutto ciò che è provocazione e suscita vergogna. Capita ci riveli una già evidente tendenza per il sadomasochismo -Ich Tu Dir Weh-, piuttosto che per la necrofilia -Heirate Mich-, o semplicemente per i viaggi -Reise, Reise-. Ma il gruppo non si imbarazza nell'esprimere i propri sentimenti e ci sussurra dolci ballate scalando i ghiacciai tirolesi -Ohne Dich- o attraversando i mari -Seemann-. Volendo proprio conquistarci, la band ci dimostra di essere anche studiata e di amare i classici di Goethe e Brecht, al pari delle parafilie di cui sopra. Tuttavia capiamo che non si vuole impegnare -Du Hast- e ci liquida con una banale scusa -Keine Lust-. Davanti a noi abbiamo la faccia e la voce di Till Lindemann, capace di riempire le ottave più basse con pieno controllo e una mimica degna di un attore. Famose sono le uscite live in costante pericolo sold-out, spettacolari macchine teatrali con fuochi, fiamme e altre diavolerie, dove ogni singolo movimento ha avuto la sua previa approvazione. Tutto viene programmato con precisione alemanna, onde evitare potenziali pericoli e garantire la riuscita. Capitava così che Lindemann si desse fuoco dotato di tuta ignifuga, o che Christian Lorenz -tastiere e synth- navigasse dal suo canotto sulle teste del pubblico. Live non comuni.
PUSSY - LE GENERALITÀ Pussy è il primo singolo estratto da Liebe Ist Für Alle Da e rilasciato a Settembre 2009 dopo tre anni di silenzio. È indubbiamente uno dei brani di maggior successo del gruppo soprattutto se si considerano le classifiche. Pussy si piazza al numero 1 della classifica tedesca come il brano più scaricato, ed entra nei top 20 in una decina di altri paesi europei, tra cui Austria – posizione n. 4- e Svizzera -n. 11-. Il brano viene inoltre rilasciato come singolo CD, 7" e 12" giri, gli ultimi due rispettivamente limitati a tremila e duemila esemplari. Nel B-side c'è Rammlied. Ancora niente di anormale se consideriamo che la produzione è affidata -come sempre capita ai singoli in studio- allo svedese Jakob Hellner, mentre testo e musica vengono accreditati alla band stessa. La copertina del CD-single mostra sei corpi nudi di donna su sfondo nero. A ogni figura è stata montata la testa di un membro della band e sotto il montaggio appare il titolo Pussy, il cui font pixellato vecchio stile, ricorda il logo del relativo full-length.
Too big, too small? Size does matter, after all! Zu groß,zu klein? Er könnte etwas großer sein!
Troppo grande, Troppo piccolo? Le misure contano, dopo tutto! Troppo grande, troppo piccolo? Potrebbe essere un po’ più grande!
Mercedes Benz und Autobahn! Alleine, in das Ausland fahren! Reise, reise! Fahrvergnügen! Ich will nur Spaß, mich nicht verlieben!
Mercedes Benz e autostrada! Guidare all’estero, da solo! Viaggia, viaggia! Il piacere di guidare! Voglio solo divertirmi, non innamorarmi!
Just a little bit... Just a little bitch!
Solo un po'... Solo una piccola puttana
You've got a pussy I have a dick So what's the problem? Let's do it quick!
Tu hai una figa Io ho un cazzo Allora qual è il problema? Facciamolo in fretta!
So take me now Before it's too late! Life's too short, I can't wait! Take me now! Oh, don't you see? I can't get laid in Germany...
Allora prendimi adesso Prima che sia troppo tardi! La vita è troppo corta, non posso aspettare! Prendimi adesso! Oh, non vedi? Non riesco a scopare in Germania…
Too short, too tall? Doesn't matter, one size fits all! Zu groß, zu klein? Der Schlagbaum sollte oben sein!
Troppo basso, troppo alto? Non importa, la taglia è unica! Troppo grande, troppo piccolo? La sbarra dovrebbe stare su!
Schönes Fräulein, lust auf mehr Blitzkrieg mit dem Fleischgewehr Schnaps im Kopf, du holde Braut Steck Bratwurst in dein Sauerkraut!
Bella signorina, vuoi di più Guerra lampo col fucile di carne Grappa nella testa, bella pollastrella Infila il würstel nei tuoi crauti!
LA FORMULA Pussy apre con quattro battute sincopate di batteria elettronica, un ritmo comune nella canzone pop e rock, a cui si aggiunge un effetto delay alle frequenze più basse. Segue una scarica di rullante che dà inizio ad una strofa solo strumentale. In quest'ultima le chitarre suonano dei power-chords pesantemente distorti, il basso imita ed entrambi vengono abbassati di tono per rendere un effetto il più grave possibile. Questo tappeto compresso formato dagli strumenti a corda sembra sottolineare le tastiere, la cui melodia passa in primo piano. Com'è tipico nella formula Rammstein la combinazione dei seguenti elementi: la compressione del suono, l'utilizzo di power-chord, della distorsione e del suonare all'unisono, rende i ritornelli energici e impattanti. La voce viene costantemente raddoppiata o da una specie di sussurrato, come nei primi due versi della strofa, o da una controvoce più alta e che si fa più preponderante di ritornello in ritornello. Quest'ultimo climax e lo smacco energico che separa strofa e chorus sono le differenze più evidenti all'interno di un brano che rimane strutturalmente molto semplice. Possiamo dire che Pussy è la vetta -o il fondo- più pop che i Rammstein abbiano mai toccato. Tra gli effetti fonetici citiamo da parte di Lindemann un uso della "R" più marcatamente vibrante di quanto la lingua tedesca non richieda nella realtà. I primi due versi di ogni strofa e l'intero ritornello vengono cantati in inglese, mentre ciò che rimane è reso in tedesco. L'uso dell'inglese ci riporta indietro di cinque anni ad Amerika, quando il sentimento dissociativo e sarcasticamente anti-americano, o meglio, no global era palese:
I don't sing my mother tongue. No, this is not a love song.
Ma in Pussy? Qualora si trattasse unicamente di prendere le distanze dal testo hard(ito), non nasconderei la mia delusione. A seguire una possibile interpretazione…
MUSICA E REPRESSIONE Per rispondere alla domanda di cui sopra è utile calare i Rammstein nel loro contesto storico-culturale. Tutti i membri sono nati e vissuti nella DDR -Repubblica Democratica Tedesca-. Lindemann nacque a Lipsia, mentre Kruspe cresceva in un paesello del Land del Brandeburgo. In quel tempo e in quel posto gli artisti non avevano vita facile: c'erano i gruppi che il regime approvava. Tutti gli altri erano "die anderen Bands", le altre band, quelle che criticavano il sistema con i loro testi e la loro musica infervorata, tipicamente punk o indierock, ma quasi sempre in tedesco. In un contesto così apertamente repressivo la Deutsche Demokratische Republik designava le suddette come nemiche dichiarate del governo, giacché una forma d'arte così decadente, prodotta dal capitalismo, non poteva esistere in un regime comunista. La Stasi arrivò a infiltrare degli informatori nelle line-up delle varie formazioni e a controllarne la fan-base. Questo accadeva ai Die Firma e ai Feeling B, dove, sorpresa sorpresa, troviamo quattro giovani Rammstein. Caduto il muro, cadono quasi tutte "le altre band" nel dimenticatoio, investite da un'azione mediatica che li etichetta come un'obsoleta copia dei Ramones. L'opinione pubblica come sempre si conforma. I nostri giovani eroi sono però abbastanza intelligenti da scansare questo marchio, non presentandosi mai in qualità di ex punk della Germania socialista, quanto più genericamente come un qualsiasi altro gruppo tedesco senza segni particolari. La loro strategia di marketing ne ha giovato non poco.
Ma cosa rimane di questo passato? Presumibilmente una delle ragioni, la meno ovvia, su cui si fonda l'uso del tedesco come strumento identitario nei loro testi. In secondo luogo l'ironia traversa, tipico elemento ostdeutsch, che dice cose ma ne insinua altre, come usavano i musicisti della DDR per mascherare intenzioni di critica e sommossa.
VERSO IL PIACERE E OLTRE Nella cultura tedesca, quello di Heimat è un concetto fondamentale: casa, madre patria. L'Heimat è intesa come luogo dove uno nasce, fa le prime esperienze, e vive le prime influenze che ne determinano la personalità. A essa si lega quindi la concezione che abbiamo di noi stessi, ma definisce anche il concetto di estraneo. Chi vive fuori dall'Heimat è un forestiero. La nostra canzone canta proprio la voglia di lasciare questa comfort zone, la Germania, l'homeland del protagonista, alla ricerca del contatto con l'estraneo -o con l'estranea-.
Il risvolto più nascosto di Pussy lo troviamo nelle guide turistiche della Germania degli anni '50. Preparatevi, inizia un altro viaggio nella storia. Ricercatori dicono che nel quotidiano Kölner Stadtanzeiger i due terzi degli articoli turistici riguardano le spiagge italiane. Questo accade tra il '58 e il '67. Non solo il giornalismo, anche la pubblicità, il cinema, le canzoni e i romanzi della Germania Ovest lodano la gioia di vivere, la libertà dei sensi e il clima più placido del nostro paese. L'idea che in molti tedeschi si sta formando però non considera più solo i paesaggi bucolici dei testi di Goethe, più arditi pensieri si spostavano sulle roventi spiagge di Jesolo, Rimini e Lignano. Le canzonette dell'epoca cantano passioni nate sulla spiaggia e la febbre dell'amore sensuale. Spesso vengono usate parole italiane, che si diffondono subito tra la popolazione tedesca: parole della sfera del divertimento, come “amore”, “bella”, “arrivederci” e “vino”. La stampa riferisce di una presunta libertà sessuale tra l'uomo e la donna delle due culture, un' "ondata di sesso" che negli anni '70 finisce per disapprovare. Alla luce di queste considerazioni Pussy riprende tutti i clichés del turismo sessuale analogamente alle canzonette pop di cui sopra. Di seguito una proposta di interpretazione.
IL TESTO I primi tre versi della seconda strofa sollevano il tema della Wanderlust, la voglia di viaggiare, altro concetto chiave della cultura tedesca. Contengono un chiaro riferimento al disco Reise, Reise. Il protagonista è ancora in autostrada. Siamo in un preludio, nel vero significato etimologico. Ubriaco di libertà, assapora il suo viaggio oltre i confini a caccia di divertimento facile. Col ritornello il nostro uomo si rivolge alla ragazza, o a noi, e i toni si riscaldano. Ha fretta e dapprima usa una logica economica per convincerci a lasciarci andare. La nostra domanda-offerta si equivale, che aspettiamo ad aprire un mercato? Punta poi a colpire la nostra emotività con una riflessione profonda sulla fugacità della vita. Tempus fugit. Finisce mettendoci una certa apprensione quando ci dice che dovrà tornare in Germania, dove non può fare sesso. Non gli chiediamo cos'abbia il suo paese che non va, vale la libera interpretazione. Non so, vi ha convinti?
La canzone è un semplice ma efficace messaggio interculturale. Stavolta l'uso dell'inglese serve a costruire una comunicazione che mira a circuire, sedurre e convincere, non a tagliare i ponti come accadeva in Amerika. Anche la parte di testo in tedesco è resa in modo accessibile a tutti. “Mercedes Benz”, “Autobahn”, “Bratwurst”, “Sauerkraut”, “Fräulein” e “Blietzkrieg” sono parole che conosce anche mio nonno. Lindemann usa i più celebri stereotipi tedeschi per costruire degli arditi doppisensi che sfondano le barriere della comunicazione
IL VIDEO E LA CENSURA Il video viene girato dallo svedese Jonas Åkerlund, regista per Lady Gaga e Madonna, con la quale vinse due Grammy. La pubblicazione viene programmata per il 16 Settembre 2009, su un sito olandese per adulti. È un'idea anti-commerciale e brillante allo stesso tempo, dato che ne assicura la pubblicazione e ne fa parlare a lungo. La band, vestita di pelle nera, canta e suona in uno studio. Parallelamente si sviluppano sei episodi porno girati in un bordello di Charlottenburg -Berlino-, uno per ogni membro della formazione tedesca: Till Lindemann as the Playboy, Cristoph Schneider as CEO, Paul Landers as Cowboy, Oliver Riedel as Mr. Pain, Richard Kruspe as Partyboy e Christian Lorenz as Heeshie. Tutti seducono o vengono sedotti dalla donna che è con loro, e con il climax musicale anche le scene si fanno più esplicite. Paul Landers ha commentato le riprese come “rein mechanisch”, puramente meccaniche. In Pussy recitano pornoattrici e controfigure che sostituiscono i Rammstein nelle scene più spinte. A questi ultimi viene richiesto solo un lavoro di mimica, giacché il montaggio permette di sovrapporre le loro facce ai corpi altrui. Se osserviamo Christian Lorenz anche da lontano, ce ne accorgiamo subito. Il video venne presto bannato da YouTube per ragioni di buon gusto, ma rimane comunque facile reperirlo. L'intero disco Liebe Ist Für Alle Da venne poi proibito in Germania ai minorenni con l'accusa di contenuti inadeguati, complice anche il brano Ich Tu Dir Weh.
CONCLUSIONI Scegliere un'altra canzone sarebbe stato come guardare da un'altra parte, dal momento che Pussy è senza dubbio in materia di Cryptic Writings il brano dei Rammstein più noto. È inoltre interessante notare come dietro la canzone più stupida e facilmente criticabile, si possano imparare tante cose. Nonostante ciò sono convinta che sia stata scritta più per divertire e provocare, che con la pretesa di essere scoperta fino in fondo. Detto questo, con un po' di approfondimento in più, non possiamo che godercela meglio.
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