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GOREPEST - One man in black
23/08/2017 (1259 letture)
La perseveranza paga. Con queste tre parole potrebbe essere riassunta fin qui la carriera dei Gorepest, one man band genovese che si contraddistingue per un raro spirito di passione e abnegazione. In questa intervista il determinato leader e tuttofare Cronoth ci illustra le vicissitudini che hanno preceduto il recente debut The Aeon of Horus, spiegando la sua attitudine musicale, senza tralasciare qualche indizio sul suo prossimo futuro artistico…

PZ:Pavl: Ciao Cronoth, benvenuto sulle pagine di Metallized.it! Per cominciare ti va di presentarci il progetto Gorepest?
Cronoth: Ciao a voi e grazie dello spazio! Il progetto è nato come un power trio di stampo swedish death, ha virato verso il black ed è diventato un solo project a tutti gli effetti. Mi occupo, infatti, della scrittura e registrazione di tutti gli strumenti e delle liriche, mentre per i live uso una drum machine e suono da solo!

PZ:Pavl: Il nome Gorepest non può non richiamare alla memoria una celebre band del metal estremo, gli olandesi Gorefest. Solo una coincidenza o dietro la scelta del monicker si cela qualche altro significato?
Cronoth: Dunque, qui devo ammettere la mia ignoranza in fatto di band storiche, non avevo mai sentito nominare i Gorefest, e ho scoperto della loro esistenza poco dopo la scelta del nome... Ho deciso comunque di non cambiarlo, un po' perché mi frullava in testa da tempo, un po' perché era il perfetto mix tra ignoranza e cattiveria che cercavo (anche se comunque ha un significato). E poi non faccio lo stesso genere, quindi eventuali paragoni non avrebbero avuto fondamento.

PZ:Pavl: Parliamo del debut di recente uscita, The Aeon of Horus, seguito del precedente EP Trinity Bleed. Sei autore di tutti i testi e delle musiche. Come si è svolta la fase di songwriting?
Cronoth: Dunque, non ho una regola generale, certe volte creo la musica e mi faccio ispirare da essa per il testo, ma la maggior parte delle volte ho già il titolo in testa e la struttura generale del pezzo, anche se in più di una occasione mi è capitato di stravolgere l'idea di base.
In generale mi affido molto a GuitarPro per buttar giù uno scheletro di batteria, dopodiché provo sopra i riff che ho in mente e vedo se suonano come avevo pensato. Da lì modifico le finezze, i fill eccetera, lascio che la canzone prenda vita insomma.
Certo, provarla in saletta con persone in carne e ossa era più facile...

PZ:Pavl: La proposta musicale è piuttosto eterogenea. Si riscontrano chiaramente elementi black metal, thrash old school, death metal svedese e americano. Se da un lato ciò denota una notevole competenza nell’approcciare stili così differenti non pensi che dall’altro si possa avere una certa difficoltà a comprendere l’identità del progetto? Qual è la vera anima dei Gorepest?
Cronoth: Assolutamente. L'ordine di composizione delle tracce non è quello su cui sono sul cd. Molti pezzi contengono pesanti richiami al mio passato, o provengono direttamente da esso, ma ho voluto lasciarli perché li ritenevo validi e perché credo che diano una certa varietà alla proposta. Detto questo, la vera anima dei Gorepest è il metallo nero, cosa che sta sbocciando sempre più nelle mie nuove composizioni (sì, sono già al lavoro sul seguito). Credo che possiamo catalogare questo disco come un lavoro sincero ma proprio per questo un po’ troppo dispersivo. Cercherò di fare meglio con il prossimo (ride, NdA).

PZ:Pavl: L’evoluzione musicale dagli esordi è andata di pari passo con quella lirica. Vuoi parlarci delle tematiche affrontate nei testi? Quali sono in questo senso le differenze con il passato?
Cronoth: Mah, in realtà credo che per quanto riguardi i testi io abbia sempre cercato di esprimere il mio pensiero. Sicuramente si può notare un certo aumento qualitativo dai primi tentativi, come anche un percorso distaccato da quelle che possono essere le classiche tematiche black. Non sono certo l'unico, intendiamoci, ma se dovessi trovare un punto in comune tra i miei testi sicuramente direi l'approccio “illuminista”, se così si può dire. Cerco sempre di far aprire gli occhi su certi argomenti, o far riflettere su altri, ecco, spesso e volentieri con l'uso di metafore e giochi di parole.

PZ:Pavl: La tua idea di musica è chiaramente incentrata su un ritorno alle origini del metal estremo. Quali sono i tuoi attuali ascolti? Com’è il tuo rapporto con la svolta modernista imboccata da molti esponenti del genere?
Cronoth: I miei ascolti attuali sono qualsiasi cosa su cui riesco a mettere le mani! Sono molto aperto a tutto quello che mi viene offerto, anche perché credo che tutto sia potenzialmente una fonte di ispirazione.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, tendo a non prendere posizione. O meglio, condanno apertamente tutto ciò che è di plastica, finto, stagnante, fatto perché si doveva fare. Ma è una cosa che nel metal estremo si vede molto di rado...
Ammiro tantissimo le band che riescono a reinventarsi a ogni cd, o ad aggiungere quell'elemento nuovo al proprio sound che apre nuovi spazi compositivi, quindi direi che non sono contrario all'ammodernamento del proprio sound, se fatto in modo genuino.

PZ:Pavl: Gorepest si distingue per essere una one man band a tutti gli effetti, persino in sede live. Come ti prepari ad affrontare uno show completamente da solo?
Cronoth: Non è facile. Purtroppo questa scelta (mezza obbligata) mi pone di fronte a molteplici problemi logistici, per i quali a volte non si è riuscito a trovare una soluzione efficace.
Pian piano sto accumulando esperienza anche nel gestire queste situazioni, e quindi i problemi sono sempre più rari. Detto questo, cerco sempre di dare il massimo sul palco, cosa che facevo anche quando avevo musicisti al mio fianco, ma conscio che ora porto sulle spalle il peso di tutto lo spettacolo. Questo da una parte è un lato positivo, per il caro vecchio detto “se vuoi una cosa fatta bene...”, ma dall'altro è sicuramente più “rischioso”, se così si può dire. Comunque, pomodori marci non mi sono ancora arrivati, anzi ricevo molti più complimenti da quando ho optato per questa soluzione!

PZ:Pavl: Nonostante il progetto sia ancora in fase di carburazione, la tua esperienza di musicista è ormai più che decennale. Che opinione ti sei fatto della scena italiana, soprattutto a livello underground?
Cronoth: La domanda scomoda per eccellenza (ride, NdA). Bene, non ci andrò leggero.
Lasciando stare i vari complimenti alle band, sappiamo benissimo di avere ottime realtà nello stivale, la mia personale opinione è che regna incontrastata una disillusione dilagante.
Voglio dire che sono poche le band che lo fanno ancora con la passione genuina degli inizi, portando avanti il proprio sound e pezzi con umiltà e soprattutto con voglia di condividere. Scene classiche ai concerti sono quelle in cui vedi una band solo quando sale sul palco, per il resto del tempo scompaiono fuori dal locale. Invece io ho sempre considerato il metal come un genere che unisce, non che divide, un genere che porta con sé una certa filosofia e modo di essere, complementare alla musica. Ecco, questo spirito lo vedo in pochissime persone.

PZ:Pavl: Quali sono i piani futuri in casa Gorepest? Tornerai prossimamente a coltivare l’idea di formare una band vera e propria?
Cronoth: Bella domanda. Ora come ora non ho nessuna intenzione di aggiungere elementi, sto ottenendo molti più consensi così che mai prima d'ora, posso suonare esattamente quello che voglio e non sono più ostacolato da musicisti che non hanno la mia passione e la mia voglia di investire in questo progetto. So che può sembrare molto egocentrico ed egoista, ma ho una mia visione e la voglio portare avanti, sperando che l'istinto mi guidi bene!

PZ:Pavl: Siamo in chiusura di intervista, ti ringrazio per il tempo concesso! Se vuoi aggiungere qualcosa per i nostri lettori e i tuoi supporter, è il momento di farlo!
Cronoth: Sicuramente un grazie enorme a tutti quelli che apprezzano la mia musica e i miei sforzi, siete veramente tantissimi. Un grazie speciale anche a quelle band che hanno ancora quella fiamma dentro, ragazzi con cui ho avuto la fortuna di suonare, gente che ha la stessa mia passione, a volte anche di più!!
E naturalmente un grazie a voi per questo spazio e per la passione e l'impegno che mettete nel sostenere e promuovere questa meravigliosa forma d'arte! Stay pesty!



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23/08/2017
Intervista
GOREPEST
One man in black
 
 
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