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CRADLE OF FILTH - Il fascino del decadimento
18/09/2017 (2056 letture)
Sta per arrivare nei negozi Cryptoriana - The Seductiveness of Decay, l’ultima fatica di casa Cradle of Filth, giunta al suo dodicesimo full-length in 25 anni di carriera. L’attesa e l’interesse di supporter e critica sono indubbiamente notevoli, specialmente dopo il buon risultato dello scorso Hammer of the Witches, e certamente dichiarazioni e singoli rilasciati sinora fallito nel creare ulteriore hype. Che attendersi dunque, da questa nuova produzione? Ce lo racconta niente meno che Dani Filth in persona…

Akaah: Ciao Dani, benvenuto su Metallized e grazie per il tempo che ci hai voluto dedicare. Cominciamo ovviamente da Cryptoriana - The Seductiveness of Decay: in esso sembrate continuare quel filone, iniziato con Hammer of the Witches, che vi porta a fare ritorno al vostro passato, con un approccio comunque sempre fresco e moderno. Come è venuto alla luce quest’album, vi è sembrato più facile continuare lungo un solco già tracciato? Sei soddisfatto del risultato finale?
Dani: Assolutamente sì! Abbiamo lavorato duramente a questo disco e allo stesso tempo, pur non essendo stato facile, è stato effettivamente un po’ più facile crearlo. Come band, siamo maturati da Hammer of the Witches e ci ha aiutato aver mantenuto la medesima formazione, aver usato lo stesso studio, lo stesso produttore, sai, la familiarità aiuta la creatività, aiuta ad avere le idee chiare, le persone si sentono più a loro agio tra loro… inoltre, ci siamo presi una settimana e mezza in studio Repubblica Ceca, da dove vengono il nostro batterista Marthus e il nostro chitarrista Ashok, poco prima di un nostro show in Repubblica Slovacca: sapevamo sarebbe stato più economico che farlo da qualche parte nel Regno Unito, per cui siamo stati lì, abbiamo raccolto delle idee per questa release, creando la struttura intera o parziale di alcune canzoni, per cui quando ce ne siamo andati avevamo tutti i punti chiave di all’incirca l’85% dell’album, direi, per cui è qualcosa che ci ha davvero aiutati. Ci ha rafforzati anche come gruppo, sai, mentre eravamo lì abbiamo fatto alcune visite turistiche, abbiamo bevuto assieme, e nei Cradle tutti si sono sentiti decisamente meglio.

Akaah: Per cui i vari pezzi sono nati da idee dei singoli, ma ci avete lavorato fin da subito come gruppo?
Dani: Esattamente, poi una volta costruito a grandi linee l’album, sapevamo già quali brani vi sarebbero stati inclusi, quali no, quali avrebbero necessitato di ulteriore sviluppo magari in un momento successivo. In seguito ho potuto valutare le singole tracce, per capire su cosa avrei voluto scrivere, su cosa avrei basato quest’uscita a livello tematico. Fortunatamente, nei mesi precedenti avevo speso molto tempo leggendo romanzi a tema soprannaturale e gothic horror, opere di Algernon Blackwood, Arthur Conan Doyle, E. F. Benson, Oscar Wilde e simili, per cui mi è sembrata logicamente la strada giusta da percorrere, come se, come una sorta di ispirazione dal cielo, il disco fosse destinato ad avere un’atmosfera simile. Non si tratta di un concept album, ma è basato completamente su queste tematiche, per cui ogni pezzo è o strettamente legato all’età vittoriana, o ha un testo basato sullo stile degli autori che ti citavo prima. Da lì il titolo Cryptoriana, un amalgama tra le parole “crypt” e “victoriana”, che sottintende quella passione dei vittoriani per il mondo del soprannaturale.

Akaah: Se queste tematiche non sono comunque una novità assoluta per la band e per te, il fatto che ti abbiano ispirato delle letture che hai fatto nel tuo tempo libero è dimostrazione che ti stanno a cuore personalmente, o si trattava di un approfondimento che hai fatto anche nell’ottica di trovare future ispirazioni?
Dani: Mi hanno certamente sempre interessato a livello personale: vivo in una casa ispirata a quell’epoca, parte delle mie collezioni e dei miei autori preferiti sono legati all’età vittoriana, per cui come dici non è nulla di completamente nuovo. Tuttavia, è del tutto nuovo per i Cradle of Filth avere un simile tema come l’unico a cui si ispira un intero album.

Akaah: In questa nuova uscita avete di nuovo lavorato con il lettone Artūrs Bērziņš che, oltre ad essersi occupato della regia del video di Heartbreak and Seance, ha creato di nuovo l’artwork di copertina. Ci vuoi parlare della sua aggiunta di un tocco di horror ad un evidente tributo a due capolavori dell’arte italiana come la Nascita di Venere di Botticelli
Dani: [interrompendo la domanda, NdR] Quella è solo la copertina, l’intero booklet è stato curato da Artūrs, che è lo stesso artista che l’artwork di Hammer of the Witches e il video di Heartbreak and Seance. Solitamente, io gli fornisco i miei testi e lui mi propone delle sue idee, su cui discutiamo e che, nel caso, approfondiamo, per cui vedremo ora come verrà accolto questo suo lavoro. Nel caso del video, che abbiamo girato in Lettonia con una squadra davvero molto numerosa, lavorare con un direttore artistico come Bērziņš ha pagato, in quanto tutto quanto è stato studiato nel minimo dettaglio, riuscendo a non tralasciare nulla ed integrare persino quel linguaggio figurato oscuro ed erotico della copertina. È stata un’esperienza molto interessante, che mi piacerebbe ripetere con lui.

Akaah: Passiamo ora alla piccola chicca della versione digipack, un’inaspettata cover dell’iconica Alison Hell degli Annihilator. Come vi è venuto in mente di scegliere proprio questo brano?
Dani: Beh, ci sono due motivi che ci hanno spinto a farlo. Il primo, è che pensavamo a questa cover da davvero una vita, ad occhio e croce addirittura dai tempi di Cruelty And The Beast. Ora ci sembrava finalmente giunto il momento, avendo due ottimi chitarristi con noi, che potevano interpretarla al meglio, senza “Cradlerizzarla” troppo. L’abbiamo suonata anche per Jeff Waters e lui la adora, ritiene sia un’interessante versione del suo pezzo originale, coerente con quello che lui scrisse ai tempi. La seconda ragione per cui l’abbiamo fatto adesso, è che l’abbiamo incontrato ancor prima di metterci mano e gli abbiamo anticipato le nostre intenzioni per questa cover, ottenendo la sua ‘benedizione’. Ci ha detto che secondo lui sarebbe stata una figata se l’avessimo fatto, per cui eccola! Infine, ci sembrava appropriata e coerente con il resto del platter, essendo così inquietante, macabra, evocativa, ma comunque melodica.
Inoltre, ne approfitto per aggiungere che la versione speciale include anche un altro brano, The Night at Catafalque Manor, che è davvero molto ispirata a Cruelty And The Beast. Come in tutte le uscite digipack, è una di quelle tracce che non sappiamo mai se finiranno nell’album o meno, perché sono cose che ci ordina l’etichetta, sono loro che decidono se ci sarà una seconda versione speciale, oppure no.

Akaah: Altra particolarità di quest’uscita è la presenza, in Vengeful Spirit, della norvegese Liv Kristine, che fa il suo ritorno come voce ospite con un’interpretazione un po’ diversa da quella in Nymphetamine. Cosa vi ha portato a sceglierla di nuovo, dopo tutti questi anni?
Dani: Il nostro produttore, Scott Atkins, ci ha suggerito di avvalerci di nuovo di lei e ce la siamo cavata per un pelo, perché Liv stava per prendersi un periodo di vacanza in Italia e siamo giusto riusciti a fargliela rimandare qualche giorno per averla in studio con noi. Ci ha fatto visita due volte e abbiamo riarrangiato il brano per incorporare al meglio la sua voce. In Vengeful Spirit lei interpreta proprio questo spirito, il protagonista del pezzo, che è una donna che è stata tradita e ha commesso suicidio, ma che ritorna dal purgatorio per tormentare la persona che le ha fatto il torto. Per cui abbiamo ritenuto fosse interessante contrapporre la sua voce e il personaggio che impersona, in una prova appunto differente da quanto fatto in Nymphetamine.

Akaah: Muovendoci ora sulla vostra formazione, non è un mistero che i Cradle of Filth, più di altri gruppi, siano stati tormentati da numerosi cambi di line-up durante la loro storia. Da elemento storico della band, come vedi i musicisti che ne fanno parte attualmente? Vi sentite affiatati tra di voi, sia in studio che dal vivo?
Dani: Sì, molto, anche a livello personale, siamo molto amici tra di noi. Giusto lo scorso fine settimana ho trascorso alcuni giorni a casa di Rich Shaw, siamo andati assieme al Bloodstock Festival, dove ho suonato il venerdì con la mia altra band, i Devilment, per cui è stato interessante passare del tempo con lui che fosse al di fuori del lavoro, anche se siamo stati ubriachi il più del tempo. Ad ogni modo, spesso con gli altri membri del gruppo facciamo visite turistiche assieme quando siamo in tour, passiamo tempo insieme, e anche come collaboratori le cose vanno alla grande. Nel passato della band, alcuni hanno deciso di lasciare perché volevano fare carriera in altri ambiti, avevano cose migliori da fare, e vabbè… Per quanto mi riguarda, al momento l’atmosfera è molto positiva e lo adoro perché sta andando tutto per il meglio, poi chissà…

Akaah: Hai menzionato i Devilment, per cui una domanda è d’obbligo: riesci a trovare un equilibrio tra gli impegni tra due band così importanti e attive, non solo per quanto riguarda il trovare tempo da dedicare ad entrambe dal vivo e in studio, ma anche dovendo bilanciare performance vocali diverse tra loro?
Dani: Guarda, sono onesto: sarebbe tutto relativamente più facile se non ci fossero altre persone che mandano tutto a puttane. Con i Devilment abbiamo avuto recentemente un agente che non ci ha fatto ingaggiare nemmeno per un concerto quest’anno, e abbiamo suonato solo due volte ai festival quando siamo abituati a farne almeno una quindicina. Ciò ovviamente ha causato diverse tensioni nel gruppo, dato che ci aspettavamo di trascorrere molto più tempo assieme. Lo stesso si può dire per l’etichetta discografica, perché ovviamente se non suoni dal vivo, non vendi dischi, per cui è stata davvero una notevole seccatura. Per il resto, di sicuro i Devilment non sono solo una distrazione per me, come invece in molti pensano. Anzi, mi danno la possibilità di respirare, di allontanarmi dai Cradle per poi far sì che, una volta che vi ritorno, lo possa fare con una mente sgombra e concentrata. Purtroppo la gente non comprende l’importanza di tutto questo.
Tornando alla tua domanda, sì, ci riesco, ci possono essere ovviamente momenti complessi, ma basta essere in gamba nell’organizzarsi, anzi, è spesso davvero piacevole avere tante cose diverse da fare.

Akaah: Sempre rimanendo in tema di concerti, avete appena annunciato un ricco tour europeo che toccherà anche l’Italia l’anno prossimo, per cui, conoscendo la vostra prolificità dal vivo, c’è da attendersi una continuazione di tale tournée anche oltremare, nel resto del mondo? E per te, che hai una carriera così lunga, è ancora facile mantenere l’entusiasmo degli esordi quando si tratta di esibirti dal vivo?
Dani: Sì, per me è ancora molto entusiasmante, anche perché adesso tutto è pianificato meglio, sai sempre cosa aspettarti, cosa evitare, per cui è sempre qualcosa che attendo con impazienza. Poi vabbè, al momento non è vero che non vedo l’ora di andare a suonare dal vivo, perché sono molto occupato e stressato (ride, NdR).. mia figlia è all’università, è appena andata a Singapore per tre settimane, devo occuparmi di una tonnellata di appuntamenti con la stampa, devo gestire il nuovo merchandise, sai, tutte quelle classiche cose di cui si deve tener conto all’uscita di un nuovo album. Ma una volta che riuscirò a liberarmi di tutti questi casini, auspicabilmente presto, mi prenderò del tempo per me per recuperare e ricaricare le batterie, e allora lì di sicuro non aspetterò altro che andare in tour!
Per il resto, assolutamente sì, non abbiamo ancora annunciato il resto del tour per ora, perché facciamo sempre le cose a scaglioni. Un mese fa abbiamo rivelato le date nel Regno Unito, ora quelle europee, per una tournée vasta come non ne abbiamo fatte per anni, e poi arriveranno anche quelle per gli Usa e il Canada, il Sud America, il Giappone, l’Australia, l’Indonesia, le Filippine…

Akaah: Tempo ancora per un’ultima, classica domanda: come ci si sente ad essere ancora “sulla cresta dell’onda” dopo 25 anni? Ti saresti mai aspettato una cosa del genere all’inizio?
Dani: Penso che all’inizio sia quasi impossibile pensare a tempistiche così lunghe, ci si focalizza sulle scadenze e i traguardi che si possono toccare con mano, e nulla più. Per me è chiaramente fantastico essere ancora qui dopo tutto questo tempo, perché non so fare altro che questo, e soprattutto conta come riesca ancora a divertirmi nel farlo. Personalmente, vedo questo ultimo album come una sorta di rinascita per la band, visto che abbiamo anche un nuovo management con importanti piani per noi, per cui possiamo solo puntare in alto, divertendoci nel mentre. Attendo con impazienza l’uscita del disco, il vedere i nostri supporter ascoltarlo, acquistarlo in fisico, leggerne i testi, godere dello splendido artwork e dei brani della versione digipack e via discorrendo…

Akaah: La nostra intervista si chiude qui, grazie per il tuo tempo. Vuoi dire ancora qualcosa ai nostri lettori e ai vostri supporter in Italia?
Dani: Grazie a te per il tuo tempo, è stato un piacere! E grazie a tutti quelli che continuano a supportare i Cradle of Filth! Devo dire che gli italiani hanno sempre sostenuto entrambi i miei gruppi e ho fatto di recente visita a Milano per degli incontri con la stampa, l’ambiente era come sempre molto bello, il cibo delizioso, faceva un po’ troppo caldo però, voglio dire, l’aria era fottutamente ardente (ride, NdR)! Ad ogni modo, non vediamo l’ora di suonare da voi e spero che oltre alle date del tour riusciremo a farvi visita anche con qualche concerto o in qualche festival l’estate prossima. Tenete d’occhio la nostra pagina Facebook!



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