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WINTERSUN + WHISPERED + BLACK THERAPY - Zona Roveri, Bologna, 01/10/2017
09/10/2017 (1693 letture)
Time has come.

A circa due mesi dal suo esordio, il Forest Tour 2017 dei Wintersun approda finalmente a Bologna l'1 ottobre per la prima delle due date italiane di supporto al nuovo album del gruppo, The Forest Seasons. Una fredda e uggiosa domenica autunnale fa da cornice perfetta al concerto della band di Helsinki, assente nel nostro Paese da ormai troppo tempo (tralasciando la breve esibizione avvenuta nel contesto del recente Colony Open Air). Con una buona e comprensibile dose di attesa smisurata, decido di arrivare a Zona Roveri con una manciata di ore di anticipo rispetto all'apertura cancelli per riuscire a guadagnare una buona posizione in platea, pur avendo il presentimento che la serata non avrebbe contato grandi cifre di partecipanti, considerando il giorno della settimana in cui l'evento sarebbe capitato. Verso le 17:00, i pressi del locale (situato in piena zona industriale) sono già popolati da una trentina di persone, di cui una buona metà aspetta felicemente il meet&greet con gli artisti. Tra pioggia, chiacchiere e una Instagram story dei membri dei Wintersun e l'altra (ma quanto sono social questi ragazzi?) le ore scorrono in fretta per tutti i presenti, fortunatamente accresciuti, e alle 20:00 in punto mi appresto ad entrare nella sala concerti bolognese e a dare il via effettivo ad una lunga serata all'altezza di qualsiasi aspettativa.

BLACK THERAPY
Dopo un breve check della strumentazione, fanno il loro ingresso sul palco i Black Therapy, quintetto death metal romano con numerose influenze melodiche. È solo con l'arrivo della band che realizzo le dimensioni ridotte degli spazi, dovute alla presenza di una seconda batteria destinata proprio ai due gruppi spalla. Un altro aspetto che mi farà storcere il naso da qui alla fine dell'esibizione è il setting delle luci, lasciato apparentemente al caso: i flash abbaglianti puntati per tutta la performance sul pubblico e la moltitudine di luci di qualsiasi colore accese tutte insieme riescono purtroppo a rendere a tratti faticosa la fruizione visiva dello spettacolo (almeno per quanto riguarda la mia postazione), per non parlare della buona riuscita delle fotografie, molto spesso compromessa – "Zona Roveri wannabe discoteca", continuo a ripetere tra me e me. Ad ogni modo, nonostante il palcoscenico non sia assolutamente dei più estesi, i nostri risultano movimentati fin dalle prime note di In the Embrace of Sorrow, I Smile, e ci regalano un'esibizione sempre qualitativamente alta, senza registrare cali. Chiaramente, trattandosi di un gruppo giovane, la presenza scenica risulta semplice e i momenti di interazione con il pubblico sono rari – cosa del tutto giustificabile e nulla su cui non si possa lavorare. La scaletta proposta dal gruppo capitolino ripercorre quasi nella sua interezza l'ultimo disco pubblicato, In the Embrace of Sorrow, I Smile (2016), fatta eccezione per un unico estratto dall'EP del 2014 The Final Outcome. Nella mezz'ora a disposizione, i due chitarristi Davide e Andrea accompagnano con assoli (spesso in sincrono) e riff più battenti il cantato di Giuseppe di Giorgio, dal suo lato molto abile nelle harsh vocals. A brani come Stabbed e The Final Outcome, focalizzati sul carattere più death del gruppo, si alternano pezzi come Voices in my Head e Mad World (cover della famosissima canzone dei Tears For Fears), più melodici. La batteria ricorre spesso a blast beat e all'uso del doppio pedale, supportati da parti di basso valorizzate dall'acustica. Nel caso di She, the Weapon, descritta dal cantante come la sua canzone preferita della discografia, le chitarre quasi ripetitive della già citata Voices in my Head lasciano spazio a sezioni più martellanti e ricercate. Nonostante il poco tempo a disposizione, i cinque dimostrano una certa abilità grazie alla loro proposta musicale grintosa, e si rivelano essere un buon gruppo di apertura.

SETLIST BLACK THERAPY
1. In the Embrace of Sorrow, I Smile
2. The Final Outcome
3. Stabbed
4. Voices in my Head
5. She, the Weapon
6. Mad World (cover Tears For Fears)


WHISPERED
Pur essendo conscia del fatto che le citate noncuranze riguardanti il setting delle luci si sarebbero protratte anche durante l'esibizione della seconda band e che sarebbero quindi state evidenti da dove mi sarei trovata (e sarà così, seppur a livelli fortunatamente inferiori), mantengo la mia seconda fila anche durante il cambio palco che mi separa dall'entrata in scena dei Whispered. L'unica cosa che viene a modificarsi visivamente rispetto alla performance dei Black Therapy è il backdrop, suggerendo almeno in teoria uno show calato in un contesto semplice, senza decorazioni a tema. La teoria si discosta nettamente dalla pratica non appena i quattro di Tampere irrompono sul palco, avvolti da una fitta nebbia artificiale: perfettamente in linea con i temi portanti delle loro canzoni, sfoggiano costumi rossi e make up da samurai; due su quattro, tra l'altro (cantante e bassista, i più movimentati della band), sono addirittura scalzi. La scenicità del gruppo finlandese è evidente fin dai primi istanti dell'esibizione, caratterizzata da grinta e siparietti divertenti che non guastano mai. Frontman per eccezione Jouni Valjakka, al microfono con il suo cantato scream/growl e alla chitarra, una sei corde dotata di led rossi vagamente tamarri, azionati qua e là durante la scaletta. Non spetta solo all'espressivo Jouni il compito di intrattenere attivamente i presenti: il bassista Kai Palo non è da meno e infatti incita spesso la folla nei momenti in cui non è chiamato ad affiancare (molto abilmente) il suo collega al microfono. La prima fase della scaletta è penalizzata da un netto sbilanciamento dei volumi, che colpisce in primis lo stesso cantante, quasi inudibile durante tutta Strike e altri pezzi: fortunatamente è proprio Kai a risollevare le harsh delle canzoni laddove le parti vocali principali sono svantaggiate. La batteria figura come protagonista in tutti i brani portati dal vivo e risalta insieme al basso il lato meno melodico della band. Al contrario, per le parti più tranquille (si fa per dire), i nostri ricorrono a basi strumentali registrate che calano l'ascoltatore nelle atmosfere orientali dei testi, come accade nell'intermezzo evocativo di Kensei. Al coro di "Alright warriors, let me see your hands!" e con un'altisonante bestemmia in italiano, Jouni smuove con successo noi presenti, per poi regalarci con maestria l'assolo di Exile of the Floating World. Così come da studio, l'ottima Sakura Omen stupisce con una carica da vendere, e mostra il carattere più tecnico della band sia a livello vocale che strumentale, con sezioni death alternate ad altre più pacate. Sulla scia di questo brano, Lady of the Wind è un altro esempio di come il gruppo sappia interpretare perfettamente anche parti più melodiche: è proprio durante questo pezzo, tra l'altro, che i due chitarristi sfoderano un assolo in perfetta sincronia, accompagnati a dovere dal bassista. A livello di volumi, Hold the Sword è la canzone più riuscita della serata, mostrando le capacità del cantante a tutto tondo. I cinque concludono il loro show con Bloodred Shores of Enoshima, anch'essa estratta dall'ultimo album Metsutan – Songs of the Void: qui i colpi di batteria tornano ad essere fitti ed incessanti tra un cambio di tempo e l'altro, così tanto da sovrastare le due chitarre. Verso la fine del brano, Jouni decide di immortalare gli ultimi istanti dell'esibizione dei suoi con un video, registrato da lui stesso in maniera del tutto goffa ed improvvisata mentre continua a cantare e a spostarsi sul palco. I Whispered abbandonano visibilmente soddisfatti la scena, non prima però di scattare la consueta foto con i loro "Italian warriors" alle spalle, come coronamento di una prestazione memorabile.

SETLIST WHISPERED
1. Strike
2. Exile of the Floating World
3. Kensei
4. Sakura Omen
5. Lady of the Wind
6. Hold the Sword
7. Bloodred Shores of Enoshima


WINTERSUN
""Hi Jari, fans here!"
Con il riecheggiare nella mia mente della letterale riadattazione della celebre frase detta (come i più già sapranno) dal mastermind Mäenpää all'inizio di ogni trailer diffuso in rete per presentare il recente The Forest Seasons, mi preparo psicologicamente a quello che prevedo essere un concerto con la C maiuscola, grassettata e sottolineata. L'aspetto sul palco subisce delle modifiche rispetto a quanto visto coi primi due gruppi: la batteria aggiuntiva, utilizzata dalle band spalla, viene ora smontata, così da lasciare agli headliner sicuramente più spazio in larghezza. Dopo una breve controllata ai microfoni e dopo aver portato sul palco gli immancabili ventilatori (che fanno sempre scena tra i capelloni, si sa), le luci si spengono e il boato del pubblico lascia spazio all'intro su cui appaiono man mano i Wintersun, accolti a gran voce da una folla che non aspettava altro. E via, ecco che si parte: ciò a cui si assisterà da qui in avanti sarà un concerto dai ritmi serratissimi in cui personalmente non so cosa scegliere di fare per non tralasciare nessun aspetto del live, se cantare, fare headbanging di continuo (con annesse cervicali che ringraziano), scattare le foto per il report o prendere appunti per il suddetto articolo; quella a cui sto assistendo è una furia incessante, una valanga continua e travolgente che non lascia superstiti, anche grazie ad un set luci ed audio finalmente sistemato a dovere. Tecnica, risolutezza e simpatia sono i tre elementi portanti del concerto dei nostri, meticolosi in ogni passaggio ed espressione costante di talento. I richiami all'ultimo disco sono presto fatti e si inizia con Awaken from the Dark Slumber, durante la quale il pubblico azzarda senza paura sia durante le parti in scream che nei cori. Senza nulla togliere ai fan (che anzi, risultano preparatissimi e carichi a mille), la voce principale resta indubbiamente quella del mastermind Jari, nel pieno della sua forma, a dir poco mostruosa. Inutile dire quanto lo scream e il clean risultino complementari e in ugual modo portanti all'interno delle canzoni; inutile dire, inoltre, come tutti i componenti del gruppo appaiano energici e in perfetta sintonia tra di loro, compresi il nuovo acquisto della band, ovvero il chitarrista Asim Serah, e il batterista Rolf Pilve (Stratovarius, Solution .45), sostituto live di mister Kai Hahto. Così come da studio, i finlandesi appaiono precisi nell'esecuzione dei brani e attenti ai particolari di ogni strumento, riproponendo fedelmente quanto fatto su disco. Focus sull'ultimo lavoro a parte, non mancano i cenni al passato e vengono giustamente chiamate in causa le canzoni più riuscite del gruppo, costituendo una scaletta che non può per nulla scontentare i presenti. L'ugola di Jari non sembra necessitare di pause, così come l'energia degli altri artisti sembra essere inesauribile. Una delle vette più alte dello show è rappresentata da una commovente Death and the Healing la cui riuscita è semplicemente sublime: il cantante, visibilmente sorpreso dal livello di partecipazione, cede microfono e asta al pubblico per intonare il coro iniziale del pezzo; il pathos raggiunto in itinere è ineguagliabile, con parti in clean in continuo crescendo, così come le parti strumentali. Beyond the Dark Sun regala una prestazione brillante dei due chitarristi Teemu e Asim, che suonano spesso vicini, tra l'altro guardandosi e canticchiando tra di loro il testo del brano. L'immancabile Sons of Winter and Stars vede una batteria e un basso indomabili accompagnare Mäenpää per tutta l'esecuzione della stessa, anche durante il suo ruolo di "direttore d'orchestra" dei cori del pubblico e di quelli di Asim, Teemu e Jukka. Durante questo brano, la folla dà ancora una volta il meglio di sè cantando a pieni polmoni gli ultimi ritornelli. Dopo una breve e meritata pausa, i toni si placano con la lenta, glaciale ed evocativa Loneliness (Winter), ulteriore brano estratto da The Forest Seasons: qui vediamo nuovamente Jari cavarsela con estrema naturalezza anche sulle note più alte, incantando i presenti durante quei ritornelli che sono da pelle d'oca; il pubblico è commosso, e accompagna la performance cantando e muovendo le braccia a tempo. Dopo Starchild, che rappresenta un ulteriore salto indietro ben riuscito nella carriera della band di Helsinki, giunge il momento della cupa e blackeggiante Eternal Darkness (Autumn), inno della stagione in cui ci troviamo ora. Il brano, purtroppo, non rende appieno come da studio a causa di suoni sovrastati da una batteria che non lascia respiro: nonostante la canzone rappresenti un certo elemento di novità per la band in quanto a sound, la scelta di inserirla in scaletta non risulta delle migliori, proprio per la difficoltà della resa minuziosa come da studio. Non mancano i siparietti in cui Jari ruba scherzosamente il plettro a Teemu per poi lanciarlo al pubblico, assetato di souvenir targati Wintersun; non è da meno il momento in cui lo stesso singer solleva dal palco un ventilatore per farsi aria, fingendosi affaticato. Che lo si voglia o no, alla spettacolare Time spetta l'arduo compito del gruppo di congedarci, cosa che fa con estrema classe. A fine serata i Wintersun appaiono visibilmente contenti del riscontro ottenuto ed esterrefatti per il calore con cui il pubblico di Zona Roveri ha supportato l'esibizione dall'inizio alla fine, chiedendo sempre di più e senza quasi prendere fiato. Una collaborazione attiva, quella tra gruppo e platea, fautrice di un win-win che ricorderò nitidamente, con commozione e un velo di malinconia, per sempre.

Time fades away
And I fade away
And I'll never be the same
.

SETLIST WINTERSUN
1. Awaken from the Dark Slumber (Spring)
2. Winter Madness
3. Beyond the Dark Sun
4. Death and the Healing
5. Sons of Winter and Stars
6. Loneliness (Winter)
7. Starchild
8. Eternal Darkness (Autumn)
9. Time


Foto dei Whispered scattate da Fabio Collato



Luke25
Martedì 10 Ottobre 2017, 12.26.51
3
Bellissimo report, sto rivivendo quei momenti! Era una vita che volevo vedere i Wintersun e mi hanno sempre dette che dal vivo non deludono mai. Ora posso finalmente confermarlo, quello di Bologna è stato un signor concerto che ricorderò a lungo! bravi anche i primi due gruppi!
Cristiano Elros
Lunedì 9 Ottobre 2017, 22.31.14
2
Gran bel concerto pure a Roma! Jari è davvero in forma, ha sfornato alcuni scream acidi davvero notevoli. Inoltre, per me invece "Eternal Darkness (Autumn)" ha reso benissimo dal vivo, anzi, è una delle canzoni che ricordo con più piacere
Antonino
Lunedì 9 Ottobre 2017, 12.38.37
1
Concerto spettacolare e commovente, wintersun e pubblico visibilmente soddisfatti della serata, whispered grandissima sorpresa, e cosa altrettanto bella, erano all'uscita del locale a fare foto e firmare autografi, esperienza da rifare a gennaio all'alcatraz,, fra i tantissimi concerti a cui ho assisitito quest'anno, è stato indubbiamente in migliore
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locandina del tour
ARTICOLI
09/10/2017
Live Report
WINTERSUN + WHISPERED + BLACK THERAPY
Zona Roveri, Bologna, 01/10/2017
 
 
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