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19/04/24
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THE MODERN AGE SLAVERY + DESPITE EXILE + AMBER TOWN - La Tenda, Modena, 25/11/2017
29/11/2017 (1769 letture)
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Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle marionette, bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda. Honoré de Balzac
Guardare attraverso i buchi non sarebbe stato comunque possibile. Non solo perché La Tenda non è più una tenda da molto tempo, ma soprattutto perché qualora lo fosse ancora stata, la corrosività dei suoni che si sono susseguiti al suo interno non avrebbe lasciato bucherelli ma crateri. Iniziamo coi dovuti apprezzamenti al locale, che evoca le sembianze di un grande tendone da circo, laboratorio culturale di assurdità e bizzarrie. Ma c'è poco da scherzare: con la sua offerta gratuita il locale è rimasto nel territorio modenese punto nevralgico di sostegno all'aggregazione e alla libera espressione di ogni forma d'arte. Caldamente consigliato anche per l'intimità e il calore che evocano le luci soffuse e l'organizzazione ariosa dello spazio. La Tenda vuole rimporre sotto i suoi spioventi l'impatto di uno spettacolo non più decibelfobico, ma devastante e caustico, che faccia terra bruciata dentro il suo perimetro emisferico; e per farlo ha bisogno delle giocolerie sonore più brutali sulla piazza.
AMBER TOWN - La dimensione da favola e la realtà bruta È ora di accendere la scena e sciogliere il ghiaccio dal pubblico infreddolito. A ciò pensano gli Amber Town, giovane realtà female fronted metalcore da Reggio Emilia, con il ruolo di opening act. Proprio in quest'occasione la band ci fa l'onore di suonare alcuni brani dal suo nuovissimo EP Bloom, pubblicato nello stesso giorno. Gli Amber Town stanno passando un anno di fuoco, presi nel pieno dell'elaborazione della loro identità musicale e di gruppo. Da soli pochi mesi l'entrata di Elektra alla voce ha infatti apportato alla formazione un plus valore davvero non da poco. La cantante riesce da subito a polarizzare l'attenzione del pubblico ma, è importante precisare, non solo grazie alla bella presenza, ma anche per le doti vocali: un growl impetuoso alternato a una voce limpida che non si compromettono a vicenda, come a molti capita. Il gruppo attacca quindi sparando un suono in equilibrio tra l'impatto subitaneo dei momenti più tirati e l'allegerimento sospeso di quelli più introspettivi. In pezzi come The Seed and the Bloom la dimensione da favola, l'incantesimo di melodie e atmosfere easy listening convivono con la realtà sporca della spontaneità più passionale, rivelandoci cinque funamboli del metalcore capaci di dare emozioni.
SETLIST AMBER TOWN 1. Deaf 2. Last Words 3. Losing Colors 4. The Seed 5. Bloom 6. Orphan
DESPITE EXILE – Tensione muscolare e vascelli fantasma Dopo una breve pausa salgono sul palco i Despite Exile militanti nell'ambiente dal 2010, e ospiti affezionati de La Tenda. I ragazzi scendono dalle polifoniche terre del Friuli Venezia Giulia come i The Secret o gli Elvenking, e hanno sulle proprie spalle l'impegnativa qualifica di promessa italiana del deathcore. La band, che ha finora puntualmente estasiato la critica al rilascio di ogni disco, si esibisce con i nuovi brani dell'esplosivo Relics, pubblicato la settimana prima sotto l'autorevole marchio della Lifeforce Records. I Despite Exile sbrigliano un sound che è un muro impenetrabile, fondato sull'alta preparazione tecnica e le intenzioni più arroganti. I tempi viaggiano ovviamente tiratissimi concedendo qualche decelerazione ben scandita, complice una sezione ritmica che sa scoccare tutte le evoluzioni al suo arco nella giusta quantità e nel giusto momento. Tra scariche repentine, blast beat furioso e scorse in doppio pedale ogni brano si prende l'incisività diretta e violenta che gli spetta. Una traversata in questo concept che corre sulle linee taglienti della chitarra: un riffing devastante ma rassicurante nelle melodie piacevolissime, che lanciano precisi fendenti da questo imponenente tappeto sonoro. Cito Absent Foundation e Into The Gyres, i due titoli che più ho apprezzato, per sottolineare il discorso melodico di cui sopra, e puntare qualche riflettore anche sulla qualità delle dinamiche vocali, nonché sul controllo totale delle voce sia nel growl che nello scream. Un buon appoggio del fiato con conseguente salda tenuta delle note più lunghe, e l'agilità nel fraseggio nelle fasi più ritmate, sono solo un paio dei meriti da considerare. D'altra parte la tenuta scenica sprigiona un'energia d'assalto pressante che arriva al pubblico e lo fa muovere. Sul palco si consuma così uno spettacolo dinamico e rabbioso, dove la tensione di corde e pelli percosse oltremodo per star dietro ai complessi passaggi, arriva tanto chiara e diretta, da poterla tagliare con un coltello. Sempre che lei non tagli prima te.
SETLIST DESPITE EXILE 1. Ghost Vessel: Adrift 2. Absent Foundation 3. Introspector 4. Deviant 5. Into The Gyres 6. Ghost Vessel: Swerve 7. Of Imaginary Shipwrecks 8. Mechanical 9. Relics 10. Ephemeral
THE MODERN AGE SLAVERY – Stygian: il pezzo forte Con l'andare della serata non è solo la musica a farsi più pesante, ma aumenta anche l'età media sul palco. Finalmente in posizione di partenza abbiamo il piacere di vedere i The Modern Age Slavery, gruppo emiliano che, con tanta dedizione e gavetta, si è creato una solida reputazione nel giro death del nostro paese e non solo. Un nome il loro che è una garanzia per gli amanti del genere e una ottima scelta per quelli che vogliono iniziarsi a suoni più estremi con un prodotto nostrano e dop. Non a caso stiamo assistendo alla release party del loro ultimo album Stygian. Se poi il livello è quello di Requiem for Us All con cui ci hanno lasciati qualche anni fa, le aspettative non possono che schizzare oltre l'asticella. Il karma non sembra però premiare il gruppo in questa serata piovosa, in primo luogo a causa di qualche imprevisto con il computer che rende impossibile proseguire. La veracità del gruppo non ci fa pesare troppo l'inconveniente, data l'inclinazione di questo all'ironia e al turpiloquio, che è anzi apprezzata dal pubblico, tra cui molti sembrano già conoscerli. Vederli in azione è uno spettacolo dalla potenza disarmante. Fedele ad un death dalle mille sfumature, la band intavola tutta la furia a portata di mano, pescata un po' dal nuovo Stygian, un po' dal precedente, buttandoci dentro una cover dei sempre apprezzati Sepultura. La prestazione è minacciosa ed è impossibile non lasciarsi andare al groove tirato e talvolta marziale di Gio e i suoi. Ritmiche serrate si precipitano che è un piacere, raffinate da, neanche a dirlo, blast beat, scariche, cavalcate e doppio pedale come piovesse. Stoppate e riprese, figure che ammiccano in direzione core, rendono l'esibizione più divertente. Da segnalare alcune facce nuove, quelle del batterista Federico e di Ludovico alla chitarra. La band ghermisce così il palco e non lo lascia più, regalando una scena in continuo movimento, che è in primis merito di Giovanni. Proprio il cantante ci regala un growl e uno scream morbosi, imponenti anche se, forse a causa del clima pazzo di questi giorni, non al 100%. La performance è nonostante tutto all'altezza delle aspettative e lascia il pubblico sodisfatto facendolo sentire pienamente coinvolto.
SETLIST THE MODERN AGE SLAVERY 1. The Reprisal Within 2. Miles Apart 3. Damned To Blindness 4. The Silent Death Of Cain 5. Vile Mother Earth 6. The Sublime Decadence Of An Era 7. Arise (Sepultura Cover) 8. Theory Of Shadows 9. Obedience 10. Icon Of A Dead World
Si è conclusa così la release party di Stygian, nuova creatura dei The Modern Age Slavery. Evento che ha coinvolto tre realtà del sottobosco italiano, che gli amanti del genere devono conoscere. Tutte e tre le esibizioni hanno proposto alti livelli esecutivi e un coinvolgimento emotivo visibile proveniente da sopra il palco, nonché professionalità e passione. Personalmente sono solita ascoltare e prediligere altri sottogeneri, ma questa serata mi ha aperto a una nuova fase di esplorazione su altre vie. Fermamente raccomandata, La Tenda ha saputo offrire un'esperienza molto convincente.
Foto a cura di Vera Buffolo "Cafuné"
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La cover di Arise ormai e' un classico per tanti gruppi a quanto pare. Curioso di ascoltare qualcosa dall'ultimo dei MAS. Anche a me piacciono questo genere di serate da sottobosco, anche se è un po' che non le faccio...era circa un annetto fa' alla presentazione dell'ultimo dei legionari ADE |
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