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THERION - Un sound check per il teatro
26/01/2018 (2192 letture)
A quindici anni dalla prima partitura abbozzata, Christofer Johnsson mette la parola fine sul trittico che darà un nuovo significato al termine "rock-opera". Oltre tre ore di musica, tre atti e trenta attori con cui i Therion mettono insieme un album smisurato per numeri e capacità immaginativa.

Cafuné: Ciao Christofer, ti ringrazio a nome di Metallized per averci concesso questa intervista. Visto che le cose da dire sono molte inizierei subito con la prima domanda.
Christofer Johnsson: Certo, possiamo iniziare.

Cafuné: Quali circostanze ti hanno portato a riprendere la realizzazione di quest'opera, interrotta anni fa?
Christofer: Il primo germoglio risale al 2003, quando mi venne l'idea di comporre quest'opera lirica. Iniziai quindi già allora a scriverla ma non fui mai capace di portarla a termine. Riuscivo a delineare il filone principale ma non ero mai in grado di trovare delle degne conclusioni alle scene. Così per molti anni non ho più scritto niente, fino a quando nel 2012 ho pensato di terminarla una volta per tutte. Ho ripreso gli spartiti e mi sono rimesso sopra a quest'idea con nuova convinzione.

Cafuné: Non so come funzioni la composizione di un'opera ma immagino sia importante mettere in chiaro fin dal principio un progetto saldo. Quali erano gli obbietivi che avete fissato all'inizio e come si sono concretizzati o come sono invece cambiati in corso d'opera?
Christofer: Inizialmente pensavamo che l'opera sarebbe durata un paio d'ore. Ma narrare la storia ha richiesto molto più tempo, specialmente quando hai così tante idee sulle melodie e tutto il resto. Tant'è che alla fine sono risultate quattro ore di musica! Davvero molte più del previsto. Abbiamo quindi dovuto tagliare delle parti e portare il tutto a tre ore e mezza. Ma alla fine mixando il tutto mi sono accorto che era ancora troppo. Abbiamo deciso di tagliare ulteriormente a tre ore e pochi minuti. A posteriori posso quindi dire che abbiamo iniziato con pretese più modeste di quello che ne sarebbe venuto fuori. All'inizio pensavo avremmo scritto due atti, mentre come hai potuto ascoltare, ora sono tre.

Cafuné: Mi chiedevo come è possibile rendere mainstream un'opera? Non hai paura che i vostri fan non siano in grado di reggere tutti i 46 brani che la compongono?
Christofer: È difficile da dire. Prima di tutto Beloved Antichrist non è da concepire come un album, ma come un'opera rock. Se ti cito Jesus Christ Superstar o Il Fantasma dell'Opera tu non pensi ad un album ma ad uno spettacolo teatrale. Lo stesso vale per noi. L'abbiamo composta pensando ad un palco. Ma come puoi comprare il disco di Jesus Christ Superstar e de Il Fantasma dell'Opera, così puoi comprare quello di Beloved Antichrist. Allo stesso tempo i nostri fan sono invitati ad assistere alla sua rappresentazione live, per cui, come detto, è stato pensato, e lì vedere se gli piace. L'album che lo vedano più come un sound check pensato in preparazione al teatro. E se non gli piace, che non lo ascoltino semplicemente. Non ci si può sempre preoccupare di non deludere nessuno, perché ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerà quello che fai. Ma tu fallo e basta.

Cafuné: Puoi raccontarci la trama con i suoi protagonisti principali?
Christofer: La narrazione si ispira ad un libro di Vladimir Solovyov, intitolato Short Tale of the Antichrist. La storia narra di un uomo fortemente religioso con il potere di parlare direttamente con Dio. Questo gli fa credere di essere il nuovo messia, secondo la concezione dell'ebraismo. Ad un certo punto però Dio smette di parlare con lui, causando in lui delusione e disperazione. Per questo tenta di suicidarsi saltando da una scogliera. Nel bel mezzo della caduta però una forza infernale lo afferra, lo posa a terra e lo interroga sul perché si credesse così speciale per l'altro Dio. Questa forza gli dice che lo ama semplicememente per quello che è, a prescindere dai poteri che precedentemente l'uomo aveva. Ma soprattutto gli offre delle nuove facoltà demoniache con cui fare qualsiasi cosa, senza volere nulla in cambio. L'uomo accetta diventando così l'Anticristo. La prima cosa che fa con questi poteri è tornare a casa e scrivere un libro fantastico. Un libro importantissimo sulla politica, la filosofia e la religione. Un testo estremamente lungimirante che gli dona una grande popolarità tra gli uomini. Realizza davvero molto di buono: le carestie, l'inquinamento e le guerre scompaiono. Ma ad un certo punto le cose iniziano ad andare male ed il mondo si spacca in due. Da una parte chi lo demonizza per essere il figlio del diavolo, condannandolo a morte. Dall'altra parte chi apprezzando i cambiamenti positivi, lo accetta e si disinteressa su chi gli abbia donato i questi poteri. Non viene trovato un accordo, anzi scoppia una guerra tra le due fazioni a cui nessuno sopravvive.

Cafuné: Chi si è occupato della stesura dei testi?
Christofer: Il 95% dei testi è stato preso direttamente dalle parole di Solovyov. Io ho aggiunto qualcosa ma davvero poco. Sai, è come dire, io so suonare decentemente la slide guitar, di cui ci serviamo in un paio di brani. Posso pure ricavarne delle dignitose registrazioni. Posso fare tutto da solo e farlo anche bene. Ma questo "bene" non è abbastanza. Noi cerchiamo il "meglio". Per lo stesso motivo abbiamo considerato che dal momento che il testo di Solovyov era già migliore di quanto avremmo potuto fare noi, l'abbiamo lasciato così com'era.

Cafuné: Cosa differenzia un atto dall'altro, musicalmente parlando?
Christofer: In linea di massima il terzo atto è il più drammatico per la presenza di questa scena di guerra. Il sound qui è quindi più oscuro e deciso. Il primo atto è più leggero e melodioso e il secondo è via di mezzo tra i due. È difficile da dire, perché in realtà anche nel primo ci sono alcuni momenti drammatici, come quando il protagonista stringe questo accordo con lo spirito demoniaco. C'è molta più varietà tra le scene che tra gli atti.

Cafuné: Come farete a portare tutto questo su palco?
Christofer: Quest'inverno porteremo su palco alcune scene con la nostra formazione abitudinaria. Durante il tour tratteremo Beloved Antichrist come abbiamo fatto per le performance degli altri album. Ma per quanto riguarda la seconda metà del 2018 cercheremo invece di trattarlo davvero come un'opera teatrale nel suo complesso. Per fare questo avremo bisogno di molti soldi e di nuovo know how, poiché non abbiamo mai fatto niente di simile prima. Non sappiamo di preciso quando riusciremo in questa trasposizione, sappiamo solo che prima o poi ci riusciremo. Abbiamo bisogno quindi di persone che sappiano darci una mano, e di investitori, dato che non disponiamo del denaro necessario.

Cafuné: Ci sono teatri in particolare con cui vi piacerebbe colaborare?
Christofer: Questo è qualcosa che va discusso perché si presentano non pochi problemi di fondo. In primo luogo presuppone che la gente non venga per vedersi in primo piano l'orchestra, che quindi va nascosta. Per questo sarebbe più adatta un'opera house rispetto ad un teatro senza spazio per l'orchestra. In secondo luogo i tempi si allungherebbero. Ci vorrebbe un giorno per l'arrivo a destinazione, un giorno per montare tutto, un giorno per smontare. Dovremmo fermarci una settimana in ogni posto, perché ne valga la pena. Con l'ovvia implicazione, non da poco, di vendere abbastanza biglietti. Ciò non toglie che non devono essere per forza i Therion a fare tutto questo. Come vai a vedere Jesus Christ Superstar e ti interessa vedere dei bravi attori senza che ti interessi per forza l'autore, così chiunque abbia le facoltà e l'interesse di mettere in scena Beloved Antichrist potrà farlo.

Cafuné: Come si è svolto il processo di selezione per i cantanti?
Christofer: Abbiamo preferito lavorare con cantanti con cui già avevamo avuto delle collaborazioni in passato. Per esempio abbiamo avuto tra noi Markus Jupiter, uno dei baritoni più famosi sulla piazza. Poi ha partecipato il nostro vecchio amico Thomas Vikström, che ho voluto coinvolgere fin dal primo momento. Se devo citare qualche nuovo talento, dico Erik Rosenius, nella parte del Diavolo. È un talento sconosciuto al momento, ma scommetto che avrà molto successo in futuro. Come non nominare poi Chiara Malvestiti, che voi conoscete bene.

Cafuné: Beloved Antichrist vede anche il rientro del batterista Sami Karppinen, che aveva voltato le spalle alla band...
Christofer: Sami aveva lasciato la band, ma non se n'era mai staccato del tutto. Penso anzi che si fosse un po' pentito d'essersene andato. Questo succede quando dai le cose per scontate. Hai fatto i soldi, hai fatto tutto quello che volevi e ti dici: Bene, questo è tutto. Ora voglio fare le cose per conto mio. E inizi così il tuo progetto da solo, ma senza successo. Questo accade perché hai dato per scontato quanto hai dovuto faticare non solo sui contenuti della tua musica, ma anche su tante altre questioni dall'organizzazione della band alla pianificazione di millemila altri dettagli. E anche il pubblico spesso ti vede come una band famosa e non pensa a tutto quello che c'è stato e c'è ancora dietro per far funzionare tutto, musica a parte.
Sami ha avuto la possibilità di tornare a lavorare con noi e penso questo abbia fatto bene sia a lui che a noi.

Cafuné: Qual è stata la difficoltà più grande incontrata durante la realizzazione dell'opera?
Christofer: Di certo, dato che stiamo parlando di più di tre ore di musica, ha rappresentato una grande difficoltà il casino che inevitabilmente viene fuori già solo registrando un album normale. Figurati uno che corrisponderebbe in termini di lunghezza a quattro. Pensa a dover ascoltare ogni singola parte di batteria più volte, per 46 brani. E fare lo stesso per tutti gli altri strumenti. È da pazzi! Ogni parte di chitarra che senti è stata registrata come minimo 18 volte. Ho passato 10 giorni solo per editare le parti di wok. La quantità di informazioni da gestire per ogni maledetta parte di tutto... Quando la gente mi chiede come mi sento ora, rispondo estremamente grato che tutto questo sia finito. Sono davvero soddsfatto e orgoglioso di quello che abbiamo creato, ma credo che una volta può bastare.

Cafuné: Parlando invece del prossimo tour, avete ben tre date in Italia!
Christofer: È una dimostrazione di come le cose si aggiustino col tempo. Negli anni Novanta facevamo due o tre date in Italia, e in generale era normale farne anche quattro. Poi il mercato italiano è andato scemando e con esso il numero delle performance. Si arrivava ad una data, forse due. Lo paragono alla situazione tedesca. La Germania ospitava ad ogni nostro tour una decina di serate, con frequenti sold out. Poi le cose sono andate peggiorando: eravamo arrivati a fare una o due date anche in Germania. Infine le cose si sono risollevate anche qui.

Cafuné: Siamo arrivati alla fine. Come vuoi concludere l'intervista?
Christofer: Dicendo che sono felice di tornare in Italia. See you on tour!



TheSkullBeneathTheSkin
Martedì 30 Gennaio 2018, 22.04.50
15
In effetti, caro marchese, sto popò di scantinato che ci decanti... mette sete!
tino
Martedì 30 Gennaio 2018, 17.02.32
14
per i mattoni meglio il fernet
Galilee
Martedì 30 Gennaio 2018, 14.07.28
13
Se vuoi qualche stuzzichino lo metto io.. che qualcosa so fare..😉
Le Marquis de Fremont
Martedì 30 Gennaio 2018, 12.56.54
12
Intervista interessante dato che il personaggio è interessante. Sono però piuttosto perplesso e condivido le opinioni già dette nei post sulla "digeribilità" dell'album e sulla sua consistenza. Frasi tipo "comporre quest'opera lirica" e "L'album che lo vedano più come un sound check pensato in preparazione al teatro" mi preoccupano non poco. Potrebbe essere un pacco ma anche pieno di filler. Comunque ho una buona collezione di grappe "digestive" e alcune Eau de Vie che potranno aiutarmi, nel caso. Au revoir.
TheSkullBeneathTheSkin
Lunedì 29 Gennaio 2018, 21.51.43
11
capisco sto sgarfando il lardisc a cercare questa "son_of_the_staves_of_time" che è una delle ultime volte che i therion mi hanno levato il fiato... sublime e potente...
Galilee
Lunedì 29 Gennaio 2018, 21.37.38
10
Ma Ti quoto in pieno. Nemmeno a me piace sta roba. Comunque LFDM l'avevo apprezzato per via del francese, mia seconda lingua. Ma di sicuro tra l peggiori.
TheSkullBeneathTheSkin
Lunedì 29 Gennaio 2018, 17.27.41
9
@Galilee... in effetti se mi dici Deggial... però è l'unico "mezzo" fiasco in una discografia di gran livello, prima dei fiori. Già avessi detto un "Secret of the runes" lo preferisco all'ultimo lavoro e non di poco. Poi, ripeto, è roba di un certo livello, non alla portata di tutti... a me sta roba non esalta: preferisco altro
Galilee
Lunedì 29 Gennaio 2018, 13.44.28
8
A me invece Les Fleurs du mal era piaciuto. Niente per cui strapparsi i capelli certo, però chessò, sempre meglio di un Deggial.
TheSkullBeneathTheSkin
Lunedì 29 Gennaio 2018, 12.18.14
7
Anche me Les Fleurs Du Mal non è piaciuto per niente... nemmeno mi sembra un disco dei Therion. Non discuto la bontà e la raffinatezza del concept che magari solo non fa per me, ma se perseguono ed insistono su un certo filone con questi "carichi" allora ciao Therion... mi sa... perchè così, probabilmente, produrranno poco (i tempi per un'opera simile sono ben più lunghi di un album più convenzionale) ed annoieranno quasi tutti molto in fretta... peccato, finchè c'è stato quel "drago" in tutte le lingue avevano qualcosa da dire/dare, ora saperli a musicare in metallo opere di letteratura classica onestamente non mi fa fremere per sentire un nuovo Therion... e spero tanto di sbagliarmi
Steelminded
Domenica 28 Gennaio 2018, 14.10.33
6
Sì Les Fleurs Du Mal è un disco aberrante... benché non possa esprimermi sull'ultimo in quanto non l'ho mai sentito, le sensazioni sono pessime... se non sbaglio è un triplo... una romba da Corazzata Potemkin (stile ultimo Dream Theater per intenderci)... Aiuto!!!
Mauroe20
Sabato 27 Gennaio 2018, 19.04.39
5
Possiedo tutta la discografia compresi i DVD di qiesta mastodontica band.Rimango fan dell'era Mats Leven e band al seguito.Dopo troppo carnevale di Viareggio sul palco.Acquistero' a scatola chiusa questa opera data la mia stima per Christopher.CHi verrà al concerto?
Maurizio
Sabato 27 Gennaio 2018, 19.00.45
4
io ho tutto dei therion, ma ho smesso con les fleur del mal, non mi è piaciuto per nulla. Ho dubbi atroci su questo, i singoli non mi fanno impazzire, però fanno parte di una rock opera. Forse in questo caso meglio ascoltare prima e comperare poi...
AkiraFudo
Venerdì 26 Gennaio 2018, 17.01.50
3
...sono sulla stessa linea dei commenti precedenti; supporto la band praticamente da sempre, ma ho paura che stiano facendo il passo più lungo della gamba, anche perché i primi due brani estratti da questa mastodontica produzione mi paiono decisamente poco ispirati... spero vivamente di essere smentito.
Galilee
Venerdì 26 Gennaio 2018, 16.20.36
2
Caro Rob. Siamo sulla stessa barca. Anch'io da super fan sono piuttosto titubante riguardo la nuova pachidermica uscita. :/
Rob Fleming
Venerdì 26 Gennaio 2018, 14.15.26
1
Interessante apprendere che anche la Germania, l'ultimo baluardo del metal, in realtà perda colpi (o quanto meno per i Therion). Il gruppo lo adoro. Ogni sua pubblicazione la faccio mia. Theli e Vovin fanno parte delle mia fondamenta. Ma 3 ore?!? J.C.S. dura nemmeno un'ora e mezza. Così il Fantasma dell'opera, quello del Palcoscenico (di De Palma), The wall, Tommy e via rockoperando. Album doppi di facile fruizione (e assimilazione).Non so; non vorrei che a sto giro abbia esagerato.Sono combattutissimo.
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