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HOLLYBLOOD - # 16 - La Cura del Benessere e Madre!
24/03/2018 (1790 letture)
Deviamo dal solco dell’horror standard, per questa nuova uscita della nostra rubrica Hollyblood. Lo facciamo scegliendo di occuparci di due film non certo semplici, entrambi caratterizzati da una certa ricerca estetica e da un tentativo di lavoro concettuale non standard, per i canoni del genere. Le nuove opere di Gore Verbinski e di Darren Aronofsky ci offrono spunti per riflettere su aspetti universali, sfruttando per certi passaggi e per alcune atmosfere gli stilemi del genere a noi tanto caro. L’impresa è stata centrata? Scopriamolo insieme.

LA CURA DEL BENESSERE
Il giovane broker di Wall Street Lockhart viene inviato dalla sua agenzia in Svizzera. Il suo compito è quello di portare indietro l’amministratore delegato, Pembroke, la cui presenza è necessaria per portare avanti una fusione di cruciale importanza. Lockhart raggiunge il centro benessere, un castello immerso in panorami montani da cartolina. Trova subito resistenze da parte dei gestori della struttura, che gli vietano di vedere Pembroke. I clienti del centro appaiono rilassati e l’atmosfera è sognante e rarefatta. L’elemento di disturbo, però, è chiaro da subito, ed emerge in prima battuta dallo strano comportamento di una delle ospiti. L’ingresso in scena del medico responsabile, il sinistramente garbato Heinrich Volmer, e della eterea Hannah, spingeranno Lockhart sempre più a fondo nelle meccaniche del centro, del quale si ritroverà paziente in seguito a un incidente. La sua degenza finisce per somigliare a una cattività ma, allo stesso tempo, gli consente di investigare a fondo per scoprire cosa succede davvero nel centro benessere e in cosa consista l’innovativo metodo di cura di cui Volmer parla. La Cura Del Benessere è un horror atipico, fin dalla durata, davvero lunga per il genere, a maggior ragione per un mainstream. Parte da un concetto di base semplice, che è la fuga da una vita stressante che colpisce in particolar modo uomini e donne in carriera, manager schiavi del proprio lavoro che in quello scenario naturale suggestivo e silenzioso trovano una tale pace da non volerlo più abbandonare. Data la premessa, risulta ben presto chiaro che queste soste prolungate non siano volontarie, ma siano figlie di ciò che avviene nella struttura e del tipo di trattamenti che il dottor Volmer esegue sui suoi pazienti. Dopo una parte introduttiva fatta di suggestioni e una centrale un po’ troppo lenta e rada di avvenimenti significativi, il film stenta a entrare nel vivo e a snocciolare i suoi veri meccanismi. Non rivelare è un’arma a doppio taglio: funziona molto bene quando si ha a disposizione un elemento di trama molto forte, oppure se si ha un finale talmente suggestivo e significativo da potersi permettere di lasciar fuori tanto. Non è questo il caso, però, e il film di Verbinski finisce per accartocciarsi su sé stesso, sulle sue bellissime panoramiche naturalistiche e sulla sua cinematografia ricercata, senza affondare mai. Quando ci prova tocca i suoi punti più bassi, che si esasperano in un finale che sfocia nel grottesco e risulta essere fuori registro rispetto alla struttura del film. I difetti principali della pellicola risiedono nella rarità di accadimenti significativi per lo sviluppo e nella poca empatia che si crea per i personaggi, poco profondi e il cui percorso non è delineato in modo chiaro. Non c’è un arco ricco e interessante, e a ciò si aggiunge una trama di superficie non così ricca ed evoluta da sostenere un film di due ore e mezza. Peccato, perché il tema è attuale e meritevole di essere trattato.

REGISTA: Gore Verbinski
CAST: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Celia Imrie
ANNO: 2016
DURATA: 146’
PAESE: USA, Germania
DATA DI USCITA ITALIANA: 23/03/2017


MADRE!
Darren Aronofsky, protagonista di un insano inizio di carriera (π – Il Teorema Del Delirio), torna con un film suggestivo e pretenzioso. Madre! affonda le proprie radici in concetti arcaici e biblici che fanno risuonare corde ben note a chiunque derivi da un’educazione di stampo occidentale e specificamente cattolica, ma il cui messaggio può essere esteso anche in altre maniere e misure. Lui e Madre – nessun altro nome viene fornito nel corso del film – sono interpretati da Javier Bardem e da Jennifer Lawrence. La coppia vive in una casa isolata nel mezzo di una foresta. La differenza di età è marcata, ma la cosa non sembra creare alcun tipo di conflitto. La ragazza accetta serenamente il suo ruolo di curatrice della casa, che ha recuperato in seguito a un incendio. Lui è un poeta in fase di blocco creativo. La loro quotidianità viene rotta dall’arrivo di un estraneo che cerca un luogo dove dormire. Lui decide di ospitarlo contro il parere di lei. L’ospite si dichiara un ammiratore del poeta e confessa di essere malato. Il suo ultimo desiderio è quello di conoscere il suo amato poeta, e la cose commuove quest’ultimo oltre ogni dire. Tra i due si instaura uno stretto legame, mentre lei ne rimane fuori e lo subisce. Le cose si esasperano quando l’uomo riceve la visita della propria moglie. Tuttavia, in questo scenario piuttosto strambo, tra il poeta e la ragazza si sblocca qualcosa: scoppia una passione che porta lei a rimanere incinta e lui a scrivere una poesia meravigliosa. Da questo punto in poi il film assume i contorni del sogno: si innescano complicazioni nella dinamica degli ospiti, che vengono raggiunti dai figli; nasce il bimbo del poeta e della sua compagna. La casa si riempie di persone che inneggiano al poeta, che ha ritrovato la sua vena in seguito alla notizia della gravidanza. Lui accoglie tutti con amore, lei è più timorosa e indifesa. Il finale è tragico e ciclico. La vicenda, nel suo incede bizzarro e surreale, può essere letta come una grande allegoria: quella del poeta/Dio e della sua compagna Natura. Lui accogliente e dedito al perdono; lei più debole e vulnerabile, prona all’essere distrutta. Molteplici elementi del film offrono appigli per leggere in maniera anche piuttosto chiara le velleità della trama che, in definitiva, si dimostra per quel che è: misera e pornografica. Madre! si presta a risvegliare l’entusiasmo intellettuale di chi si sforza per leggere il suo significato allegorico, che all’atto pratico è nullo, come il messaggio che reca. Per questi motivi, e per una eccessiva ridondanza, il film è stato accolto in maniera negativa sia al botteghino sia nei festival, stroncato dalla critica e in generale presto dimenticato. Vedendolo se ne possono comprendere i motivi. Piatte le interpretazioni dei due protagonisti; la migliore è la Pfeiffer.

REGISTA: Darren Aronofsky
CAST: Javier Bardem, Jennifer Lawrence, Ed Harris, Michelle Pfeiffer
ANNO: 2017
DURATA: 121’
PAESE: USA
DATA DI USCITA ITALIANA: 28/09/2017


CONCLUSIONI
Nel chiedervi un parere sulle pellicole esaminate e sul nostro viaggio ai confini dell’horror, vi rimandiamo al prossimo episodio e, come ormai da tradizione, vi lasciamo il solito augurio: che la Paura sia con voi.



jfk
Domenica 13 Maggio 2018, 19.59.35
18
Che bello "Madre"!
ciccio
Domenica 13 Maggio 2018, 18.12.58
17
Per me Madre è un capolavoro.
Diamond
Giovedì 29 Marzo 2018, 10.53.30
16
Visti entrambi. Devo dire che Madre mi è garbato parecchio, una seconda parte che a mio modo di vedere è nettamente superiore alla prima, almeno a livello di invenzioni visive. Ciò che fa afflosciare il film è il fatto che Aronosfsky abbia dovuto dare per forza delle spiegazioni a riguardo durante le interviste. Se un film è simbolico e lascia spazio alle interpretazioni perché rovinarlo attraverso dichiarazioni a senso unico? La Cura invece non mi era piaciuto molto all'inizio ma è un film che mi è cresciuto dentro. Verbinski sa girare benissimo ed è (almeno in questo caso) capace di risollevare uno script (volutamente?) sconclusionato.
gabrybaldu
Martedì 27 Marzo 2018, 22.12.30
15
ho apprezzato madre da molti punti di vista (soprattutto tecnici, aronofsky sa girare e bene, ottima fotografia, montaggio adeguato e che tiene bene il ritmo e la tensione) ma molto meno per il resto. al di la delle molteplici interpretazioni, la cosa che odio di più di aronofsky è che è troppo esplicito nei suoi simboli e nelle sue allegorie, te le spiattella in faccia di continuo e te le urla in faccia, e così risulta tutto poco intressante da capire, soprattutto se si fa passare come un regista "thought provoking". oltre al fatto che è kitsch da morire, e anche retorico quando vuole, anche se maschera tutto con una certa perizia (alcune cose sono insalvabili, e lo spiegone finale non ci sta proprio). quindi madre film comunque passabile ma lontano dalla forza di pi greco. la cura del benessere non l'ho visto
AkiraFudo
Martedì 27 Marzo 2018, 10.38.46
14
...aggiungo solo che è OVVIAMENTE un film che divide e che in nessun universo possibile potrebbe essere un successo al botteghino; è però falso affermare che il film sia stato stroncato dalla critica; ha raccolto pareri contrastanti, basta farsi un giro su siti internazionali... la critica cinematografica non finisce a venezia.
AkiraFudo
Martedì 27 Marzo 2018, 10.34.43
13
Concordo con @klostri; riferendomi a Mother, ho trovato la recensione molto più pretenziosa del film stesso, e infinitamente più superficiale. Specifico che il film non mi è piaciuto, ma è lontano dall'essere il disastro dipinto in questa sede. E' evidente che il regista si pone un obbiettivo estremamente ambizioso che non riesce a centrare, ma credo che nel panorama delle attuali produzioni americane, dominato dalla riproposizione stucchevole di franchises "sicuri" a livello di incasso e da seguiti scontati, un'opera originale così coraggiosa vada premiata più che dileggiata. Il film non soddisfa ma colpisce e spinge a riflettere, e non è poco di questi tempi.
GT_Oro
Lunedì 26 Marzo 2018, 22.32.37
12
Anche perché trattandosi della Lawrence, che, poverina, si sforza ma proprio recitare le risulta impossibile, non era possibile un altro tipo di interpretazione.
Thrash Till Death
Lunedì 26 Marzo 2018, 21.43.41
11
Con questa risposta chiudo la faccenda. 1) le argomentazioni ci sono, e sono le mie. La trama è misera e pornografica, ribadisco. Se tu la pensi diversamente non è un problema, ma non dirmi cosa devo pensare. 2) incapacità degli attori è una tua definizione, non mia. Io ho parlato di interpretazioni piatte di Bardem e della Lawrence. Che è cosa molto diversa. 3) la critica lo ha stroncato in larga parte. Prova a rivedere l'accoglienza che ha ricevuto a Venezia, per dirne una, dov'era in concorso. Non c'è mai uniformità, ma non si può certo dire che la critica, in generale, abbia incensato questo film. 4) il botteghino parla da sé: 30 milioni di budget, 44 milioni di incassi. Non un flop, ma numeri non certo entusiasmanti. Questi i dati. Poi il film può piacere o può fare schifo: quello è un fattore personale, di gusto, di sensibilità. Ma sii preciso quando parli, non sparare nel mucchio mischiando capre e cavoli, cosa che a quanto pare ti piace molto. Buon proseguimento.
klostridiumtetani
Lunedì 26 Marzo 2018, 21.06.47
10
@Trash Till Death, probabilmente non ci siamo capiti. A me non interessa quello che pensi sul film, ma sulle informazioni sbagliate che riporti nella recensione come fossero verità acquisite. Potevi benissimo stroncarlo con altre argomentazioni, ma di sicuro non con "l' incapacità degli attori", o il supposto e non veritiero stroncamento totale da parte della critica, o ancora che sia solo un allegoria.... che poi la trama sia "...misera e pornografica..." non so proprio come, quando, perché e dove ti sia venuta fuori. Ripeto : per me recensione pessima.
Thrash Till Death
Lunedì 26 Marzo 2018, 20.28.32
9
@klostridiumtetani: un film di Aronofsky non può passare inosservato. Lo ritengo un regista interessante, dotato di una sua visione, e come tale lo giudico. Se Madre! lo avesse tirato fuori Vanzina (estremizzazione totale) avrei urlato al miracolo. Da Aronofsky mi aspetto invece qualcosa di meglio di una gigantesca allegoria a sfondo biblico/naturalistico. Non ci ho visto una lettura interessante ma solo una messinscena. E questo mi fa porta a ritenere il film un assoluto fallimento. Se parte della critica lo inneggia a capolavoro, cambia ben poco della mia visione. E i miei giudizi tranchant rimangono tutti, inalterati, dal primo all'ultimo.
klostridiumtetani
Lunedì 26 Marzo 2018, 20.25.06
8
*ma solo deviate osservazioni soggettive. (mi è scappato l' invio)
klostridiumtetani
Lunedì 26 Marzo 2018, 20.23.31
7
@Trifilio"Thrash Till Death" , non è questione di "errore", ognuno è libero di esprimere le sue sensazioni, però , se posso fare un esempio, da una parte è come prendere un album come "The Book o Souls" e dire che è brutto, che non ha mordente, che fa schifo, che è il peggio del peggio ecc. ... e tutto questo ci sta! Ognuno trae le sue legittime conclusioni. Ma d'altro canto, se in merito allo stesso disco , viene affermato che l' album è suonato da gente che non sa suonare, che l' album non se lo è filato nessuno e la critica lo ha bocciato in pieno, e che non ci sia un' concept alla base... allora queste non sono legittime conclusioni, ma solo
Thrash Till Death
Lunedì 26 Marzo 2018, 19.48.21
6
@klostridiumtetani: sono davvero lieto che tu abbia apprezzato il film sotto tutti i punti di vista. Ero partito coi migliori auspici ma sono stati delusi tutti. Mia umile interpretazione, naturalmente, e come tale prona all'errore. Ah: Fantozzi mi piace molto; Vacanze di Natale invece pochino.
klostridiumtetani
Lunedì 26 Marzo 2018, 19.30.05
5
Premetto che nel mio commento mi riferisco solo a "Mother", in quanto "La cura..." non l' ho visto. Anche qui resto "sbalordito" (per non dire inorridito) dalle conclusioni tratte dal recensore su questo interessantissimo e bellissimo film. Il signor Trifilio si permette di arrogarsi il titolo di Giudice Definitivo sproloquiando su una fantomatica trama che (a detta sua) "...è quello che è: misera e pornografica." (!!!!????), quando invece siamo chiaramente di fronte ad una volontà dichiarata dell'autore di mettere il fruitore dell' opera di fronte a questioni ( dubbi , errori , conflitti, contraddizioni e un rapporto ancestrale e controverso tra bene e male giusto o sbagliato) che affliggono e tormentano da sempre l' animo umano. Poi (sempre il signor Trifilio) perentoriamente e insindacabilmente decide di informare la "sua" platea, che il film in questione "... per una eccessiva ridondanza, è stato accolto in maniera negativa sia al botteghino sia nei festival, stroncato dalla critica e in generale presto dimenticato." quando in realtà, per correttezza d' informazione, dovrebbe dire che è stato un lungometraggio che ha spaccato in due la critica: se da una parte c' è chi lo ritiene insufficiente dall' altra ha ricevuto molti consensi, ed è già un film di culto per molti addetti ai lavori. Infine dire che le interpretazioni di Jennifer Lawrence e Javier Bardem siano "piatte" fa solo presuppore che il recensore di recitazione non ne capisca molto, magari ne capisce solo fino a "Fantozzi" o "Vacanze di natale". Squallido!
GT_Oro
Lunedì 26 Marzo 2018, 9.43.27
4
Per quanto riguarda La Cura Dal Benessere concordo anche con le virgole, un film che parte con i migliori auspici ma che ha il difetto di essere sconclusionato, poco chiaro in molteplici passaggi, noioso in altri... insomma si affloscia su sé stesso. Mentre Madre!... a me dispiace ma ritengo Aronofsky un regista sopravvalutatissimo che ha imbroccato 2 film davvero belli (The Wrestler e Requiem For A Dream) e per il resto ha prodotto solo cose pretenziose e che mi trasmettono solo un senso di "guardate come sono bravo, oddio come sono intelligente". A partire da quella palla al piede che è The Fountain finendo allo stupro biblico di Noah (orrore e raccapriccio).
Rob Fleming
Sabato 24 Marzo 2018, 20.45.34
3
@ayreon: nel senso che The Wrestler è ancora un film stupendo, giusto?
ayreon
Sabato 24 Marzo 2018, 20.40.02
2
aronofsky ha fatto un gran capolavoro che è "pi il teorema del delirio",poi dopo "wrester" mi è scaduto di brutto
Metallycra
Sabato 24 Marzo 2018, 18.17.46
1
Concordo pienamente col recensore. Non vale nemmeno la pena di spendere troppe parole. Brutto ed evitabile.
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