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COLONNELLI - Attitudine Thrash
24/03/2018 (1391 letture)
Sono passati tre anni dal loro album di debutto Verrà la Morte ed Avrà i tuoi Occhi, ottimo album di thrash metal moderno, caratterizzato da linee melodiche ben delineate e dal cantanto in italiano. Col secondo album Come Dio Comanda i Colonnelli tornano a far parlare di sé senza mutare formula e confermando quanto di buono avevano fatto intravedere in precedenza. C'è del buono in Italia in ambito thrash, anche al di fuori del circuito del revival...

Lizard: Ciao Leo, benvenuto su Metallized e complimenti per il vostro secondo album Come Dio Comanda. Prima domanda di rito: potresti raccontarci come è nata la band?
Leonardo Colonnelli: I Colonnelli nascono nel tardo 2011, da una mia idea di unire l'amore per il suono thrash di oltre oceano, con la lingua Italiana. Cercavo un modo di non nascondere quello che volevo dire dietro all'inglese, e allo stesso tempo di avvalermi di un suono veramente heavy e veloce, che pensavo in Italia non fosse mai stato usato molto. Ci sono voluti anni di prove e le persone giuste, Andrea e Bernardo, per arrivare a una formula abbastanza fluida.

Lizard: Come Dio Comanda segue il debutto Verrà la Morte e Avrà i tuoi Occhi, un disco che personalmente avevo molto apprezzato. Sono passati tre anni nel frattempo. Cosa è accaduto in questo lasso di tempo nella band?
Leonardo: In questo lasso di tempo, abbiamo fatto qualche bel concerto (sempre meno di quanti avessimo voluto, purtroppo) abbiamo aperto agli IN.SI.DIA, che sono un pezzo di storia dell'heavy in Italia, abbiamo realizzato una cover dei Marlene Kuntz che loro stessi hanno condiviso dalla loro pagina ufficiale, con tanto di complimenti, e abbiamo assemblato questi pezzi nuovi. Siamo stati finalisti alle selezioni del Wacken Open Air a Trieste e abbiamo registrato, registrato, registrato.

Lizard: Avete seguito lo stesso metodo di composizione o stavolta qualcosa è cambiato e, in generale, come nasce un vostro brano?
Leonardo: No, il nostro modo di fare i pezzi è rimasto invariato. Solitamente io porto una bozza di pezzo, più o meno finita nella sua struttura, cercando di aver già chiare le parti centrali, e poi ci lavoriamo insieme in sala. Alcuni pezzi vengono cambiati completamente, altri restano più fedeli alla bozza che avevo. Tutto dipende da come ci sembra che stia venendo il pezzo. Cerchiamo sempre di dare il massimo in ogni brano, odiamo i riempitivi, meglio un disco di otto brani a quel punto.

Lizard: Come Dio Comanda è un album decisamente veloce, quasi hardcore se vogliamo. Sembra quasi che abbiate lavorato per sottrazione, riducendo al minimo tutto per esaltare il cuore della vostra musica, la sua immediatezza. È corretta questa analisi?
Leonardo: Sì, hai perfettamente ragione. A noi piacciono molto le canzoni, i singoli. In tre minuti ci deve essere tutto. In questo momento non riusciremmo a fare cose con troppi elementi, ci stufiamo sempre quando le proviamo e alla fine andiamo sempre al succo della questione. È una cosa abbastanza punk e allo stesso tempo molto rock. Ho sempre amato la genialità di alcune strutture che nella loro semplicità ti sorprendono con arrangiamenti incredibili, come il terzo ritornello che cambia forma dai primi due e porta verso il finale del brano.

Lizard: A fronte di questa furia continua, troviamo soluzioni melodiche che contribuiscono a caratterizzare i brani e renderli memorizzabili. È una esigenza che sentite, quella di rendervi comunque comprensibili o il tutto è frutto di semplice spontaneità?
Leonardo: È una cosa assolutamente voluta. Come ti dicevo prima, adoriamo le canzoni, i singoli. Personalmente non sono mai riuscito a farmi piacere quei dischi dove tutti i pezzi si confondono per via della somiglianza tra linee vocali o accordi. Ci piace suonare nella maniera più impetuosa possibile, ma stiamo sempre attenti a ritornelli e armonie, a dare qualcosa al pezzo che lo faccia rimanere impresso il più possibile nella mente di chi poi avrà la pazienza di andarlo ad ascoltare. Il mondo ha bisogno di grandi ritornelli.

Lizard: Penso che la lingua italiana si presti molto al mondo del metal, ma lo scontro con la predominanza dell’inglese appare quasi insormontabile. Come mai hai deciso di scrivere in italiano? La trovo una scelta molto personalizzante e che caratterizza la vostra proposta in maniera fortissima.
Leonardo: un’altra lingua. Io sono cresciuto con molta musica Italiana. Nella metà degli anni 90 avevo 15, 16 anni e quegli anni sono stati fondamentali per me. Sono un figlio dei CCCP, dei Marlene Kuntz, del Santo Niente, degli Afterhours, dei Ritmo Tribale, dei Verdena. E poi dei cantautori da De Andrè a Paolo Conte etc. Ci sono altre decine e decine di nomi che potrei fare. Comunque, il succo era che ho avuto degli ottimi esempi di Italiano in musica che amavo, quindi perché non provarci. In più il nostro amore per la Bay Area unito a quanto detto sopra ha contribuito a creare un suono abbastanza unico, quindi ottimo, direi. Speriamo che venga apprezzato anche da altri e che ci porti un po’ di fortuna. Incrociamo le dite.

Lizard: I riferimenti a Dio, Cristo e alla religione sono piuttosto presenti in questo album. Che Dio è quello che dipingete nella vostra musica?
Leonardo: Un Dio Metallaro.

Lizard: Proprio parlando dei testi, è inevitabile cogliere la rabbia (forse la parola che ho usato di più in recensione), la delusione e in un certo senso l’orgogliosa ribellione personale di fronte alla realtà. E’ così tremenda la vita oggi? Esiste qualcosa per cui valga la pena sperare?
Leonardo: Credo che non si abbia molta scelta. A me non piace molto il mondo in cui vivo. Sono uno che si è sempre defilato dalle luci, dal rincoglionimento collettivo. Odio i ventenni di oggi, ma forse odiavo anche quelli di allora, non so. Credo che le cose per cui valga la pena di reggere siano l'affetto degli amici, l'amore per la propria ragazza, l'amore per la famiglia, per le moto e per la musica che ci accompagna ogni giorno, qualsiasi essa sia. Ah, dimenticavo il cibo. Io personalmente mi sento molto fortunato in questo. Non mi manca niente...mi tocco.

Lizard: Grosseto non sembra proprio il centro musicale d’Italia e, a giudicare da quanto troviamo nei tuoi testi, forse la sua tranquilla quiete di provincia finisce per essere un po’ soffocante. Avete occasione di suonare spesso? Com’è la scena dalle vostre parti?
Leonardo: La scena dalle nostre parti non esiste. Non ci sono molti spazi per suonare, anzi, si contano veramente in mezza mano. Per quanto riguarda la tranquillità della provincia a me piace moltissimo. Adoro l'inverno, la desolazione, il buio e la solitudine. Non abiterei in città per tutto l'oro del mondo.

Lizard: Tanto la copertina quanto il retro di Come Dio Comanda sono caratterizzati da Topolino e altri personaggi dei vecchi cartoni animati sorridenti e dannatamente inquietanti. Cosa rappresentano ai vostri occhi?
Leonardo: Quelle immagini mi avevano colpito tantissimo e le vedevo in perfetta linea con i nostri nuovi pezzi. Hanno qualcosa di pauroso e angosciante, di spaventoso e grottesco. È un disco dove c'è tanta tensione e quelle immagini secondo me erano perfette e inusuali per un disco metal. Tanti gruppi ci mettono sopra i mostri o le loro foto dove sono muscolosi, noi invece ci abbiamo messo topolino e nella foto di interno io sorrido come un cazzone.

Lizard: Avremo occasioni di vedervi impegnati in un tour di supporto? C’è una band o più band in particolare con le quali avreste piacere di condividere il palco?
Leonardo: Cavolo, speriamo proprio di sì. Stiamo cercando di organizzare questo tour insieme a Devoured Agency. Per quanto riguarda con chi avremmo piacere di suonare non saprei. C'è una lista infinita di band. Se dovessi scegliere delle band Italiane ti direi che preferirei suonare con gruppi che non hanno a che fare con il circuito metal. Sarebbe ganzo poter aprire a band differenti da noi e vedere la reazione del pubblico.

Lizard: Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato. Vi lascio l’ultima parola, se volete aggiungere qualcosa o salutare i lettori.
Leonardo: Grazie mille a voi per il tempo concessoci e per lo spazio. Invito tutti ad andare ad ascoltare il nostro ultimo disco Come Dio Comanda ed a cercare di superare il pregiudizio del cantato in Italiano nel mondo del rock pesante. Si potrebbero fare delle cose ottime.



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Copertina
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Come Dio Comanda
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Cover del singolo "Festa Mesta"
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Colonnelli
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