Come per tutte le forme di espressione artistica, anche nel caso dei film Horror, per determinare se un'opera è ben fatta, se è in grado di incidere in maniera più o meno duratura sulla scena, è necessario stabilire quale sia il suo intendimento concettuale. Se, cioè, ci troviamo di fronte ad un lavoro che ha cercato di stabilire nuove regole, di esplorare nuovi campi, di tracciare nuovi confini e di valutare se c'è riuscito o meno, oppure abbia scelto di restare nell'ambito della tradizione, rischiando concretamente di annoiare, ma puntando ad usare schemi consolidati in maniera ottimale. Magari inserendovi qualche spunto originale qua e là. Proprio il secondo è apparentemente il caso di It Follows. Eppure, come succede spessissimo in presenza di opere particolarmente ben riuscite, non è mai possibile dividere la cose in maniera netta e l'analisi mette in luce particolarità che rendono certi prodotti davvero degni di essere ascoltati e visti.
LA TRAMA Presentato negli U.S.A. nel 2014, ma edito in Italia solo nel 2016, It Follows si basa su una trama di per sé stessa non originalissima e che riportiamo in estrema sintesi per non rovinare il piacere della visione a chi non avesse ancora visto il film, ma capace di offrire comunque modo di avvincere lo spettatore. It Follows trasmette tensione fin dai primi frames, che mostrano una ragazza la quale, mentre si ripete che tutto va bene, sta fuggendo da qualche minaccia incombente e misteriosa e poi, dopo una telefonata al padre, finisce effettivamente uccisa in maniera orrenda. L'attenzione si sposta poi su Jay (Maika Monroe, che abbiamo visto anche in The Guest) la quale è costretta dal suo ragazzo Hugh (Jake Weary, noto anche nel mondo della musica col nome di Agendas) ad uscire precipitosamente da un cinema perché terrorizzato da una presenza. Il giorno seguente, dopo aver fatto l'amore con Hugh, Jay viene da lui narcotizzata, si ritrova legata ad una sedia e apprende di essere ormai oggetto della persecuzione di un'entità malvagia. La maledizione viene trasmessa ad una nuova vittima per via sessuale, in modo che il perseguitato possa liberarsene solo trasmettendola ad una nuova vittima che, di conseguenza, sarà obbligata a fare altrettanto. La sua cerchia di amici, tra i quali Greg (Daniel Zovatto. Lo abbiamo visto anche in una puntata di Agents of S.H.I.E.L.D. ed in tre di Fear the Walking Dead ) dopo il tradizionale scetticismo iniziale cerca di aiutarla, con la malefica entità costantemente all'inseguimento tramite volti sempre diversi, con i consueti colpi di scena e fino all'epilogo. Come vedete, abbiamo volutamente ridotto al minimo essenziale la descrizione del film. Sia per i motivi di cui sopra, che per il fatto che in questo caso la trama è quasi secondaria rispetto alle qualità possedute dal film dal punto di vista strettamente cinematografico. Tuttavia, anche da questa angolazione la lettura del suo sottotesto può fornire elementi di analisi interessanti.
DETROITERPEACE ZOMBIES It Follows funziona perché è un film profondamente tradizionale, addirittura citazionista da un lato, ma la traccia del tema è svolta in maniera assolutamente elegante ed inserendo alcuni spunti che nei film di qualche anno fa difficilmente avrebbero potuto essere inclusi. Efficace l'inizio, che in un tempo molto limitato spiega bene quale sarà il tema affrontato e quale lo stile adottato. I rimandi a Carpenter (La Cosa; Signore del Male) ed al cinema di genere del periodo sono evidenti, ma non mancano riferimenti a quello precedente. Anzi, questi sono molteplici. Il richiamo più mainstream al cinema Horror è senz'altro quello della lentezza con la quale si muovono i corpi usati dall'entità per inseguire la ragazza toccata dalla maledizione, che riporta chiaramente a quella ultra classica degli Zombies e comunica un senso di ineluttabilità dell'infausto epilogo -proprio come ineluttabile è la morte in sé- che è cifra stilistica consolidata di un intero comparto di genere. Un tocco di classicità estrema al quale fa da contraltare la trasmissione della maledizione per via sessuale, una soluzione che fino a pochi anni fa difficilmente sarebbe stata proposta in un simile contesto complessivo. Scelta che riporta inevitabilmente alla morte causata dalla malattie sessualmente trasmissibili, ma che si lega anche al concetto di Eros e Thanatos. Interessante, poi, l'ambientazione in una Detroit autunnale di periferia spoglia di presenze umane, in cui i protagonisti agiscono isolati, resi vulnerabili dal contorno stesso in cui sono costretti a vivere. La città è resa così metafora della loro condizione e della loro crisi, essendo lei stessa simbolo di crisi per eccellenza ed al di là dell'osservazione superficiale dell'azione in senso strettamente Horror, diventando simbolo di quella incertezza per ciò che accadrà ai protagonisti della storia, sovrastati da qualcosa di troppo più grande di loro. Una condizione sottolineata acidamente sia dalla colonna sonora firmata Disasterpeace (il musicista Richard Vreeland, che alcuni di voi conosceranno anche come compositore di colonne sonore per videogiochi quali Hyper Light Drifter ed altri), che dall'uso della macchina da presa da parte del regista David Robert Mitchell, alla sua seconda prova sulla lunga distanza, specialmente nelle riprese dell'acqua. Quest'ultima è usata come elemento di morbidezza del racconto fotografico. Lo stile adottato per confezionare le immagini, infine, è asciutto, quasi essenziale, mai alla ricerca del colpo a sorpresa fine a sé stesso per impressionare gli spettatori alla ricerca di emozioni forti a buon mercato.
UN GRAN TEEN MOVIE; E SENZA L'AVVERTENZA "+18" Un film in cui l'Horror serve dunque a veicolare ansie e paure proprie di un'età e legate al passaggio dalla condizione adolescenziale a quella adulta, suggerite in maniera subliminale, completando (o comunque ampliando e sviluppando) il lavoro di rielaborazione/decostruzione del genere "teen-movie" già avviato con il film d'esordio: The Myth of the American Sleepover. It Follows contiene anche numerosissime citazioni per cinefili, appassionati di letteratura e cultori dei racconti di genere. Eccone alcune: i ragazzi al cinema guardano Sciarada; la maledizione trasmessa sembra citare Il Sortilegio dei Runi di M.R. James; l'ineluttabilità della sua presenza quella di una certa tradizione giapponese presente anche in molti lungometraggi animati recenti; durante una sequenza in TV si vedono spezzoni di Viaggio sul Pianeta delle Donne Preistoriche di Peter Bogdanovich -prodotto da Roger Corman- e di Killers from Space di William Lee Wilder, fratello di Billy Wilder. Inoltre, nella classe di Jay viene declamato Il Canto D’Amore di J. Alfred Prufrock e un'amica di Jay legge L’Idiota di Dostoevskij tramite un eReader. Un Horror/Thriller con poco sangue, che punta ben di più sulla psicologia e sulla tensione assoluta per l'incombere dell'inevitabile, sulla commistione tra amore e morte che è parte della psicologia umana fin da quando l'uomo è stato in grado di costruire un'elaborazione mentale dei due concetti e sulla paura insita nel passaggio dalla fase tra l'età della non responsabilità e quella della responsabilizzazione totale, marchiata dal sesso. Paure ancestrali e dubbi generazionali. Pochi ingredienti, ma usati dannatamente bene. Ed è un po' come quando andate al supermercato per comprare qualcosa da mangiare e leggete dubbiosi la lista degli ingredienti. La regola da seguire è semplice: meno ce ne sono, più la pietanza sarà genuina e saporita.
DATA USCITA: 06 luglio 2016 GENERE: Horror ANNO: 2015 PAESE D'ORIGINE: U.S.A. DURATA: 94 minuti DISTRIBUZIONE: Koch Media REGIA: David Robert Mitchell CAST: Maika Monroe, Keir Gilchrist, Jake Weary, Daniel Zovatto, Olivia Luccardi, Lili Sepe
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