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ANTHONY VALENTINO - Il mio colpo di fulmine con la chitarra
09/06/2018 (1507 letture)
Anthony Valentino è un giovane, ma navigato chitarrista che, dopo tanti anni passati a suonare con i musicisti piu disparati, ha coronato il suo sogno di metter su un progetto solista, destinato a raccogliere i suoi sogni, le sue speranze ed il suo sconfinato amore per la musica. Lo abbiamo raggiunto, colpiti dalla sua passione, per una piacevole chiacchierata.

Barry: Ciao Anthony e benvenuto su Metallized! Come vanno le cose?
Anthony: Ciao e grazie a voi per questa opportunità e per la bella recensione! Direi tutto bene, a maggior ragione pensando che fra un po' ce ne andiamo al mare, ahah!

Barry: Eh, il tempo comincia anche ad essere finalmente clemente, hai ragione! Dunque, parlaci un po' di te, visto che sei nuovo sulle nostre pagine: come hai iniziato a cullare il sogno di divenire un musicista e, nella fattispecie, un chitarrista?
Anthony: Ho iniziato a suonare all'età di sedici anni, ma ascoltavo tutt'altro genere musicale rispetto a quello che poi ho finito per suonare: vidi però un giorno una videocassetta del Live in Tokyo, dei Guns 'n Roses, risalente al 1992 e rimasi letteralmente folgorato dalla figura di Slash: fino a quel momento non sapevo neppure cosa fosse la chitarra, ahah! Ma in quel momento rimasi rapito dal suono, dallo strumento, dall'atmosfera di quel live -ricordo che mi colpì in particolare il tema de Il Padrino- e da allora capii che volevo suonare la chitarra. Un vero colpo di fulmine!

Barry: Possiamo dire insomma che il tuo cuore batta ancora oggi per Slash?
Anthony: Direi proprio di sì, Slash è stato il primo amore e lo è tuttora; poi, naturalmente, sono stati importantissimi tutti i chitarristi anni 70 ed 80, da Jimi Hendrix a Jimmy Page, passando per Joe Perry, Chuck Berry, Stevie Ray Vayghan...sono talmente tanti e di tante epoche che è onestamente impossibile elencarli tutti! Diciamo però che la scena hard rock a cavallo fra anni 70 ed 80 è sicuramente quella che mi ha maggiormente influenzato.

Barry: Hai nominato tutti chitarristi ovviamente molto abili tecnicamente, ma che soprattutto sono noti per il loro “feeling”, se così possiamo definirlo; mi pare dunque di capire che prediligi questo tipo di musicisti agli shredder?
Anthony: Assolutamente! Poi, per carità, amo moltissimo Eddie Van Halen, che ha sviluppato una tecnica straordinaria -il tapping fu qualcosa di incredibile per quegli anni- e che ancora oggi mi lascia a bocca aperta riascoltandolo, specialmente su Van Halen. Sicuramente, però, rispetto ai chitarristi ipertecnici come John Petrucci ed Yngwie Malmsteen, preferisco musicisti che sappiano coniugare tecnica ed espressività.

Barry: Per dirla con Jimmy Page, che hai citato: La tecnica non conta, io mi occupo di emozioni.
Anthony: Ha detto tutto in una sola frase!

Barry: Indubbiamente! Veniamo ora al tuo primo album solista, che, se non sbaglio, ha richiesto ben tre anni; come hai lavorato per comporre musica e testi?
Anthony: Ho suonato in carriera con moltissimi gruppi, sia con alcuni che proponevano cover di band famose, sia con altre che suonavano anche brani inediti; ho sempre amato molto la collaborazione con altri artisti, sia in gruppo che solisti! Tre anni, fa, però, ho sentito l'esigenza di prendermi una sorta di “vacanza” musicale, di fare qualcosa che fosse solo mio, senza pressioni o influenze esterne; ho quindi lasciato i due gruppi in cui militavo all'epoca ed ho iniziato a buttar giù cose belle o brutte che mi erano accadute, ma anche sogni, speranze. Walking on Tomorrow è quindi sia un racconto autobiografico, sia uno scrigno di sogni e progetti proiettati verso il futuro ed i testi parlano proprio di queste tematiche; la lavorazione è stata molto lunga perché ho gestito praticamente ogni aspetto da solo ed ho impiegato molto tempo anche a trovare i musicisti adatti per suonare e cantare ciò che stavo componendo! Essendomi avvalso di turnisti, jo cercato musicisti le cui caratteristiche si sposassero bene ai miei brani; mettici poi che il disco è interamente autoprodotto, quindi la strumentazione era quello che era...ma ti ripeto, avevo proprio il bisogno di comporre un disco che fosse mio, senza pensare al resto.

Barry: Ti sei messo un po' a nudo, in pratica!
Anthony: E' vero! Ma penso che questa “immersione” personale sia un po' una caratteristica di tutti i lavori solisti; Walking on Tomorrow è un po' un modo per dire: Io sono questo, piaccia o non piaccia! E' stata davvero emozionante la fase di scrittura di questo album.

Barry: Ed era voluta l'alternanza fra brani più tipicamente hard rock ed altri più epici, molto interessanti peraltro, cui facevo riferimento in recensione?
Anthony: L'alternanza è stata voluta: nonostante io non sia un tastierista, amo molto le tastiere proprio per il tocco epico che danno ai brani; penso soprattutto a Scathing Time, che è probabilmente il brano più ricco di tastiere e di epica. Ho apprezzato davvero il fatto che tu mi abbia suggerito di “coltivare” questa vena, perché mi piace molto scrivere questo tipo di canzoni.

Barry: Mi fa piacere sentirtelo dire, perché trovo siano i brani dove emerge maggiormente la tua personalità! Mi dicevi, prima, di aver impiegato molto tempo per scegliere i musicisti adatti; alla fine cosa ti ha convinto a scegliere quelli che hanno partecipato al tuo album?
Anthony: Ti ringrazio! Come ti dicevo, è stato difficile più che altro trovare i musicisti giusti: di musicisti abili è pieno il mondo, ma cercavo anche ragazzi che mi comunicassero qualcosa, che emanassero un certo “feeling”; essendo poi una autoproduzione, i tempi erano più dilatati, quindi non avevo grossa fretta ed ho potuto dedicare molto tempo ad ascoltare i musicisti per poi scegliere quelli adeguati al mio album!

Barry: E nel frattempo hai trovato qualche casa discografica interessata?
Anthony: Sinceramente ancora no! Negli ultimi mesi ho lavorato soprattutto alla formazione della band che poi mi accompagna live, che ovviamente non è formata dagli stessi musicisti che hanno lavorato con me sul disco; per adesso abbiamo fatto qualche data di “riscaldamento”, ma da settembre in poi inizieremo la vera e propria promozione. Non avendo ancora la band, quindi, ho dovuto prima crearla e permettere ai ragazzi di imparare i brani, quindi non mi sono ancora approcciato alla ricerca di case discografiche eventualmente interessate.

Barry: Una cosa per volta, insomma!
Anthony: Esatto! Una volta che la band sarà sufficientemente coesa ed “operativa”, allora verrà il momento di impegnarsi seriamente per la ricerca di una label.

Barry: Pensi quindi che la band che hai messo su possa diventare a tutti gli effetti la “tua” band e partecipare con te, oltre che ai concerti, anche ai futuri dischi in studio?
Anthony: Assolutamente sì! Anche per la mia band ho trovato i musicisti giusti, con cui intendo suonare in futuro anche per un seguito di Walking on Tomorrow.

Barry: E come stanno andando questi primi live?
Anthony: Direi bene! Per adesso abbiamo suonato soltanto con Antonella Poerio la voce femminile del disco, mentre da settembre avremo entrambe le voci, quindi sarà più bello e più fedele alle canzoni incise sull'album. Devo comunque dire che per il momento l'impatto live è stato già molto buono, quindi non vedo l'ora che arrivi settembre per poter fare sul serio!

Barry: Dai, adesso un po' di vacanza e poi si ritorna più carichi che mai! Per quanto riguarda la strumentazione, ti va di dirci quali sono le tue “armi”?
Anthony: Io suono Gibson, sono un gibsoniano di ferro! Dal vivo, comunque, alterno la mia Gibson con l'Epiphone che ho usato per la registrazione dell'album, per un motivo prettamente “romantico”, per così dire. A livello di equipaggiamento, uso testata e cassa Marshall, nonché una pedaliera abbastanza ricca a livello di effettistica; qualche anno fa non disponevo di tutto questo, ma man mano che si cresce e ci si evolve, chiaramente, si desidera un equipaggiamento sempre migliore e più ricco!

Barry: Mi pare giusto! Visto che Walking on Tomorrow parla di sogni e speranze, quali sono i tuoi sogni nel cassetto per il futuro?
Anthony: Per adesso, sono sincero, il desiderio maggiore è portare in tour Walking on Tomorrow, suonare il più possibile, anche in acustico. Per il resto, il sogno è quello di migliorare sempre, di evolvermi ancora, di continuare a scrivere. Vedi, io sono un chitarrista, ma mi sono sempre sentito un compositore, un autore, più che un chitarrista in senso stretto; anche quando sapevo suonare poche cose, per me era fondamentale scrivere, anche cose banali! Infatti scrivo di continuo, quindi intendo andare avanti, tirar fuori altri album, sperando che questa urgenza di scrivere non mi passi mai. E' pur vero che ormai sono tanti anni che scrivo e suono, quindi penso e spero che non verrà mai meno!

Barry: Speriamo! In sostanza la chitarra è un po' la tua penna.
Anthony: Bravissimo! Non avrei saputo trovare parole migliori!

Barry: E se dovessi scegliere, preferisci spettacoli tipicamente hard rock o acustici, quindi più intimi?
Anthony: Io sono un hard rocker incallito, quindi preferisco sicuramente i primi! Gli show acustici però sono molto divertenti e creano atmosfere particolari, fantastiche. Considera poi che in Italia diventa sempre più difficile suonare hard rock nei locali, mentre in acustico è più semplice. La mia preferenza, ad ogni modo, va sempre agli show elettrici!

Barry: E passerai anche da Roma, per promuovere il tuo disco?
Anthony: Magari! Roma è la mia città italiana preferita sin dal 2000, quando l'ho visitata per la prima volta! Sarebbe un sogno riuscire a suonare anche nella tua città, così come nel Lazio in generale. A settembre ho fatto una splendida intervista proprio a Roma in una radio, quindi tornarci per suonare dal vivo...che te lo dico a fare, sarebbe davvero un sogno!

Barry: Allora dai, speriamo di vederci presto!
Anthony: Mi farebbe molto piacere! Grazie ancora per le belle parole che hai speso nella recensione e grazie al vostro sito, ci vediamo sul palco!



Galilee
Lunedì 18 Giugno 2018, 21.28.34
1
Incuriosito dalla recensione, visto il mio amore per certe sonorità 80' , sono andato ad ascoltare qualcosa. Bravino davvero. Yeah!
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