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CRYSTAL LAKE + DEEP AS OCEAN + ERALISE - 13/07/2018 Circolo Svolta – Rozzano (MI)
18/07/2018 (1667 letture)
Che i venerdi 13 siano considerati fin dai tempi del Medioevo dei giorni sfortunati è dato saperlo: ma questo non lo sarà affatto per tutti i presenti al Circolo Svolta. Infatti questa sera i Crystal Lake, band experimental metalcore dal paese del Sol Levante, si esibirà recuperando il live cancellato al Dissonance Festival a causa di problemi logistici dell’ultimo minuto. I fautori dell’evento sono sempre i ragazzi di Versus Music Project, che con tempismo e risolutezza hanno riorganizzato la data saltata insieme al management della band.

In apertura due band locali, i Deep As Ocean e gli Eralise, pronti a scaldare la serata in favore degli esclusivi headliner: è infatti la primissima data dei Crystal Lake in Italia, nonché l’unica per questo loro tour europeo – altro che sfortuna!!! E’ con tutti gli onori che li accogliamo e ci apprestiamo a seguire la serata.

ERALISE

Sono da poco all’interno dell’ormai nota location del Circolo Svolta, appena in tempo per veder suonare gli Eralise: questi ragazzi milanesi ci proporranno un metalcore immediato e pieno di feeling, a metà fra la dissonanza del groove e la melodia di scuola svedese , sempre con un’ impronta emo-core , giovane e fresca supportata dai ritornelli puliti. Sensazioni ideali per aprire con entusiasmo e discrezione l’evento, e se consideriamo che questo live è il terzo della carriera dei ragazzi, non possiamo che complimentarci. Bravi!

DEEP AS OCEAN

Breve cambio palco ed è il turno dei Deep As Ocean, dalla Brianza, con il loro accattivante emotional metalcore. Non fatevi ingannare dalla melodia e dalle brillanti parti pulite, i nostri riescono a tirare fuori sprazzi di potenza davvero niente male corredata da salti quasi coreografati, mentre il frontman Matt Bonfanti tiene banco intrattenendo e fomentando i già cospicui presenti con la sua smagliante presenza scenica, alternando harsh vocals e ritornelli puliti vibranti e catchy. Una performance precisa e dinamica con apice sui pezzi più noti della band come Black Sheep, la cover All i Want degli A Day to Remember acclamata dal pubblico, e il prestante featuring vocale di Thomas Capellari dei Flowmotion sull’intensa e graffiante Broken Dreams. In chiusura il singolo Before They Win, un set perfetto per scaldare a puntino la situazione -seppur con vibe differenti- per gli headliner che nel frattempo si preparano nel backstage.

CRYSTAL LAKE

Una breve boccata d’aria con tanto di energy drink (per seguire la performance dei Crystal Lake ce ne sarà davvero bisogno!) e rientro nel Circolo Svolta per trovare una serie di fan sfegatati già accalcati intorno al palco: occhi fissi sulla band che setta gli strumenti. Io stessa mi appropinquo, macchinetta alla mano, verso lo stage e poco conta l’attesa durante il meticoloso sound-check, perché i nostri esploderanno in maniera così eclatante da superare i confini di spazio e tempo. Il monicker Crystal Lake fa pensare a un paesaggio idilliaco e placido, ma i nostri sono un vero e proprio cataclisma. E all’improvviso, sul noto pezzo d’apertura Prometheus mi troverò coinvolta in una bolgia di fan urlanti che si agitano, saltano, si arrampicano gli uni sugli altri pur di avvicinarsi il più possibile alla band e soprattutto al frontman Ryo Kinoshita - peritissimo nei suoi vari stili canori fra harsh vocals e pulito- mentre egli stesso si sporge e fa cantare al microfono la gente stretta a cerchio intorno a lui. Le prime file sono un tutt’uno e chi vi fa parte si muove e canta all’unisono in un tumulto e in un caldo mai visto e sentito (rendendo molta giustizia al verso della canzone You’re not alone, We all burn together), mentre nelle retrovie i moshers già si scatenano nel loro consueto show di braccia e gambe. I Crystal Lake sembrano folli con i loro movimenti convulsi e accelerati che non penalizzano la resa tecnica – al massimo le canzoni paiono ancora più veloci che su disco- e pare quasi una sfida a chi si muova di più fra i ragazzi sul palco e quelli sotto al palco. I livelli di caldo e sudore raggiunti all’interno del Circolo Svolta non sono più circoscrivibili dal mio ventaglio in carta giapponese e sfiorano ormai il trascendentale, ma non fermano né band né pubblico; intanto una ciambella gigante gonfiabile viene usata a mo’ di salvagente in mirabolanti crowdsurfing, uno dei quali eseguiti dallo stesso frontman quando la ciambella viene lanciata sullo stage: d’altra parte quando ricapita un’occasione simile ?! L’agitazione generale continua su Mercury e sulla tiratissima Six Feet Under (di una cattiveria incredibile). E’ in questo momento che dopo aver scattato qualche foto decido di farmi da parte per una questione di pura sopravvivenza, ma la retroguardia sarà un luogo confortevole per assistere al resto dello show: poco importa che la ciambella gigante venga più e più volte lanciata a destra e a manca e riesca per ben due volte a colpire me e la mia macchinetta fotografica. A questo punto il singer Ryo chiederà a gran voce chi voglia ascoltare una particolare cover, e gli amanti della band già sanno che si tratterà di Rollin’ dei Limp Bizkit: inutile dire che il Circolo Svolta si unisce nuovamente in un unico simultaneo movimento, con le mani al cielo, mentre il groove viene sparso a piene mani. Carezze e baci vengono distribuiti ai musicisti sul palco dalle fangirl in prima fila, tant’è che pare essere a un concerto glam; i più audaci fra gli astanti salgono sul palco condividendo il microfono con Ryo o semplicemente continuano a cantare le canzoni a cerchio intorno a lui, mentre l’apice del trasporto sarà sul pezzo Apollo, singolo dalla forte componente emozionale fra le righe aggressive, il cui ritornello viene cantato a gran voce da tutti i presenti con affetto e dedizione, soprattutto sul finale quasi toccante.

Onere ed onore di chiudere il set sarà affidato a due pezzi classici, collegati fra di loro in una sorta di concept, ovvero Alpha e Omega, il cui messaggio The Future is our to define non può che avere tutta l’approvazione sia mia che del pubblico: mentre la prima è semplicemente l’ intro dell’album True North, Omega è un pezzo tiratissimo, variegato e audace che chiude perfettamente una scaletta e uno show ricchissimi , cantata per intero dai fan con l’ultima , esorbitante manifestazione del caos più totale. Ancora una volta centro per Versus Music Project: ma non è finita qui, perché la band in persona decide di cantare dal palco, invitando gli astanti a unirsi, un allegro Happy Birthday al manager di Versus Mattia Brembati, visto che la serata coincide col suo compleanno.

Si conclude dunque al meglio una gran serata con una performance che non sarà facile da dimenticare per tutti i presenti e, visto il delirio del pubblico, per i Crystal Lake stessi. Arigatò!



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