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TRAFFIC CLUB, VIA PRENESTINA 738 - ROMA

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METAL ALLEGIANCE - Lo spirito giusto
20/09/2018 (1256 letture)
I Metal Allegiance, una vera e propria all-star band del metal, sono appena tornati sul mercato con un secondo album, dopo l'intrigante debutto del 2015. Ne abbiamo approfittato per raggiungere uno dei musicisti coinvolti -e che musicista!, il bassista dei Megadeth, David Ellefson; mostrando una disponibilità fuori del comune per un artista tanto noto, ci ha rivelato molti dettagli interessanti sul funzionamento del gruppo e, come leggerete, ha dato risposte decisamente esaustive.

Barry: Ciao David e benvenuto su Metallized! Come vanno le cose?
David: Ciao e grazie a voi! Fa un caldo allucinante, quindi ti prego di perdonarmi se ogni tanto interromperò l'intervista per dissetarmi, ma non potrei fare altrimenti!

Barry: Ti capisco perfettamente, anche qui il caldo è terribile! Dunque, visto che è la prima volta che abbiamo l'occasione di avere sulle nostre pagine i Metal Allegiance, ti va di raccontarmi come è nato questo progetto?
David: Certamente! Direi che l'embrione della band si è sviluppato durante i concerti dei Big Four nel 2010 e nel 2011, quando io e Frank Bello degli Anthrax abbiamo iniziato a buttare giù qualche pezzo assieme. Successivamente il tutto è sfociato in una band che era poi una sorta di masterclass all-star, chiamata Metal Masters, alla quale hanno partecipato svariati grandi musicisti, fra cui Slash; da questa sorta di clinic, sono quindi nati i Metal Allegiance, con cui nel 2014 abbiamo suonato sulla Motorboat dei Motorhead. Proprio in occasione di questo evento, che è stato divertentissimo, Mike Portnoy ha proposto di non limitarci ad occasioni del genere e di scrivere un album, cosa che poi abbiamo fatto a dicembre dello stesso anno. Abbiamo dunque rilasciato il nostro esordio discografico nel 2015 ed ora, dopo tre anni, eccoci tornare con la seconda opera, intitolata Power Drunk Majesty; siamo molto contenti di tutto ciò che ha a che fare con i Metal Allegiance, perché è davvero un bel modo di divertirsi assieme ad amici veri: il nostro background musicale è simile -ci divertiamo a collezionare lo stesso tipo di dischi, ahah!-, siamo fan dello stesso genere di musica e ci rivolgiamo ad un bacino di fan sostanzialmente uniforme; comporre canzoni per questo progetto, quindi, permette a me, Mark Menghi, Mike Porntoy ed Alex Skolnick di prenderci una pausa dalle nostre band principali e di creare qualcosa di divertente assieme. E' questa la vera essenza dei Metal Allegiance, un gruppo di buoni amici che si divertono a fare grande musica!

Barry: Effettivamente, vedendovi sul palco, si percepisce nitidamente il fatto che vi divertiate molto, che siate veri amici e che il vostro non sia un semplice side-project.
David: Non lo è, infatti! Non siamo un gruppo creato soltanto per tirar su qualche soldo, per fortuna non ne abbiamo bisogno, ma vogliamo davvero divertirci; non a caso, la maggiore difficoltà è quella di riuscire a trovare dei buchi all'interno dei nostri fittissimi calendari, perché ciascuno di noi è molto impegnato, fra gli album ed i concerti delle proprie band principali! Ma, se da un lato non è facile incastrare gli impegni, dall'altro questo fa sì che ogni occasione di condividere il palco con questi ragazzi sia speciale, una sorta di riunione di famiglia. Ci tengo a sottolinearlo ancora una volta, a costo di risultare ripetitivo, ma lo scopo principale di questo gruppo è fare musica fra amici di vecchia data: quando riusciamo a vederci sembra che non sia passato un istante dall'ultima volta e, oltretutto, non ci sembra di star “lavorando”, non c'è un capo che prende le decisioni, siamo individui alla pari che collaborano per raggiungere un risultato.

Barry: Penso infatti che una delle ragioni del successo di questo gruppo sia proprio il fatto che ogni musicista porti nella band qualcosa di personale, senza che nessuno prevalga sull'altro.
David: E' vero, noi quattro -che poi costituiamo il nucleo del gruppo- siamo estremamente collaborativi gli uni con gli altri e scriviamo sempre i brani ad otto mani. Anche quando abbiamo ospiti sui nostri brani, a volte si tratta semplicemente di amici che intervengono a cantare o suonare qualcosa che gli piace, ma è già stato scritto; altre volte, invece, si prospetta l'opportunità di una collaborazione nel senso più ampio del termine, quindi abbiamo amici musicisti che partecipano attivamente alla scrittura dei testi o alla composizione della musica. Il nostro interesse primario, quindi, non è quello di dettare dei ruoli ben precisi, ma di far sì che ogni collaborazione sia il più possibile divertente e stimolante, sia per noi, sia per coloro che materialmente chiamiamo a suonare o comporre con noi; vogliamo avere fra le mani qualcosa di cui tutti possano esser fieri, a prescindere da ciò che hanno fatto e faranno con le band principali.

Barry: Il che mi pare anche giusto. Ho comunque avuto l'impressione -correggimi se sbaglio- che il vostro nuovo lavoro sia più “arrabbiato” ed oscuro rispetto al precedente.
David: Ti rispondo inquadrando ciò che dici da un'altra prospettiva: il nostro primo album, come avviene un po' per ogni esordio discografico, è stato “esplorativo”: quando componi un'opera prima, anche suonando con professionisti navigati, cerchi di non porti troppi paletti, lasci che la creatività fluisca da sola e che i brani si sviluppino autonomamente, non rimanendo strettamente legati ad un genere; penso ad esempio a tracce come Wait Until Tomorrow, Pledge of Allegiance, o comunque alle tracce più pesanti del primo album, che erano volutamente “selvagge” e ricche di ospiti, dal background spesso diverso. Per il secondo album, viceversa, volevamo ottenere brani più organici, ciascuno dei quali, quindi, risultasse maggiormente focalizzato su un determinato tipo di sonorità; la lista degli ospiti è molto più scarna, stavolta, proprio perché, rispetto al primo disco, ogni brano era meno “disposto” a ricevere contributi tanto differenti! Considera poi che l'album è stato composto in due differenti sessioni: la prima si è tenuta a fine 2017 fra Menghi, Portnoy e Skolnick, mentre la seconda ha visto la partecipazione del sottoscritto, di Skolnick e di Portnoy; già ai tempi del primo disco era stato divertente renderci conto di quanto diversamente io e Menghi, pur essendo entrambi bassisti, ci approcciamo alla composizione: Menghi ha portato nei Metal Allegiance influenze dei Black Sabbath, dei Pantera, legate comunque a sonorità tipicamente metal; io, invece, essendo il tipo che compone riff o piccole porzioni di canzoni praticamente in ogni situazione, ho portato nella band idee anche non strettamente legate al metal classico. Durante le sessioni di scrittura non ci siamo limitati a prender spunto dalle classiche band thrash metal, ma abbiamo attinto anche da gruppi come i Tool, i Sepultura più sperimentali, i Godsmack. E' stata un po' anche una sfida personale, capisci? Perché non provare a spingere un po' più in là l'asticella, invece di fare ciò che siamo già abituati a fare con le nostre band principali? Io e Skolnick siamo fin troppo capaci di suonare riff alla Megadeth o alla Testament, quindi la vera sfida era proprio testare le nostre capacità di comporre qualcosa di totalmente differente dal solito. E' la stessa cosa che ho provato a realizzare, per conto mio, nei primi anni 2000, con gli F5 o i Temple of Brutality! Per avere un esempio perfetto di quanto ti sto dicendo, puoi ascoltare una delle mie tracce preferite del nuovo album, vale a dire Voodoo of the Godsend: la adoro proprio perché è molto meno scontata di quanto ci si potrebbe aspettare da noi! Ti racconto peraltro un aneddoto divertente su questo pezzo, già che ci siamo: mentre registravo le mie parti di basso, a Phoenix, io e Mark ci siamo detti che Max Cavalera sarebbe stato l'ospite perfetto al microfono; una volta concluse le registrazioni, quindi, ho inviato un messaggio a Max ed alla moglie, per sondare la loro disponibilità...solo per scoprire che Max si trovava esattamente nel nostro stesso studio, per registrare il nuovo album dei Soulfly! Era un'occasione irripetibile, quindi gli abbiamo fatto ascoltare il pezzo, gli è piaciuto moltissimo e di lì a poco abbiamo avuto la sua voce sul pezzo. Straordinario, non trovi anche tu? Io e lui poi siamo buoni amici da tempo: mi ha voluto come ospite su Prophecy e Dark Ages, due album dei Soulfly, sono stato spesso in tour con loro e sono sempre stati estremamente gentili con me; poter in qualche modo ricambiare il favore, ospitando Max su un nostro pezzo, era quindi qualcosa cui tenevo in modo particolare e sono felicissimo che ciò si sia finalmente verificato.

Barry: L'uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto!
David: Esatto! A suo tempo, quando presi parte alle tracce dei Soulfly, fui io quell'uomo ed è bello che stavolta sia avvenuto il contrario; del resto, come ho già detto, è un po' questo lo spirito dei Metal Allegiance: condividere musica e momenti assieme ad amici!

Barry: E' una gran cosa! E per quanto riguarda gli altri musicisti presenti sul disco in veste di ospiti?
David: Bobby Blitz era un nome quasi “scontato”: io e lui ci conosciamo da tempo, Megadeth ed Overkill hanno suonato assieme tantissime volte dagli anni 80 ad oggi e condiviso molti festival; considera poi che Alex e Mark vivono entrambi a New York, Mike vive in Pennsylvania, ma comunque fa parte della scena metal dell'East Coast; poiché anche Bobby è di quelle parti, abbiamo pensato a lui fin da subito. Quanto a John Bush, devi sapere che personalmente lo considero uno dei più grandi cantanti metal della nostra generazione: è stato lontano dai riflettori per qualche anno, per occuparsi della sua famiglia, ma ora è tornato alla ribalta con gli Armored Saint e non potrei esserne più felice; abbiamo avuto occasione di lavorare assieme negli anni 90, lo considero un buon amico, un bravissimo ragazzo ed un cantante eccezionale, quindi sono felicissimo di averlo avuto con noi su questo album. Sono anche molto contento di aver potuto lavorare con Floor Jansen dei Nightwish: mi fa piacere coinvolgere donne nel nostro progetto, che non è certo un “Club dei vecchi ragazzi del metal”, ma un “Club dei ragazzi e delle ragazze metal della porta accanto”! Anche sul nostro primo disco, se ricorderai, abbiamo invitato a cantare Cristina Scabbia ed Alissa White-Gluz, due brave ragazze e due grandi performer.

Barry: In effetti la traccia con Floor è davvero particolare, probabilmente una delle mie preferite. C'è qualcun altro con cui vi piacerebbe particolarmente collaborare, magari già sul prossimo album?
David: Non saprei, in realtà...per adesso pensiamo a questo, ahah! Probabilmente, a parte il caso fortunato di Max, si tratta della parte più difficile del lavoro! Innanzitutto devi trovare persone che abbiano lo spirito e la mentalità giusti; poi, se quelle persone ti invitano prima di ogni cosa a contattare il loro manager, per noi questo è già il segno che la cosa non può funzionare, perché non è il tipo di spirito collaborativo che cerchiamo! Per carità, capiamo perfettamente che si tratta di business, ma è molto meglio quando puoi parlare direttamente con un musicista, perché puoi sviluppare da subito la connessione indispensabile per fare un buon lavoro. Credimi, nessun manager o compagnia discografica possono forzare una collaborazione, se non si sviluppa quel tipo di chimica! Per farti un esempio: lo scorso anno abbiamo suonato al Summer Breeze con i Megadeth e, mentre stavamo per andare in scena, gli Amon Amarth avevano concluso il loro show e si stavano riposando nel backstage; ho incrociato il loro cantante, Johan Hegg e gli ho chiesto se fosse disponibile a cantare su un pezzo del nostro album; mi ha risposto che era felicissimo della proposta ed era disposto a registrare le sue parti anche in quel momento! Questo è esattamente il tipo di spirito cameratesco che cerchiamo, quando dobbiamo scegliere un ospite per le nostre canzoni.

Barry: Mi pare un ottimo modo per procedere! Per riagganciarmi al discorso dello stile musicale del secondo album, possiamo quindi dire che abbiate trovato un po' il vostro stile, dopo le sperimentazioni dell'esordio?
David: Puoi dirlo forte! Il primo disco, oltre a sperimentare varie sonorità in ogni brano, ci ha anche permesso di conoscerci in quanto compagni di band, dal momento che, pur essendo amici da molti anni, non avevamo mai lavorato fianco a fianco, lavorando e componendo per un nostro progetto. E' stato un po' come scoprire le carte in tavola, capisci? Stavolta, invece, sapevamo già come ciascun altro lavora, conoscevamo bene i nostri punti di forza, le nostre caratteristiche; per farti capire, ho imparato che Alex Skolnick a volte ama scrivere testi per conto suo, senza collaborare con gli altri; altre volte, invece, fa un passo indietro e lascia a noi il compito! Mike Portnoy, oltre ad essere un grande batterista, è anche un ottimo cantante, quindi sa comporre splendide melodie vocali e non a caso ha scritto anche molti testi, quando suonava nei Dream Theater; con noi ne ha scritti pochi, ma la sua abilità nel creare le melodie ci è stata di grandissimo aiuto per entrambi gli album! Come se non bastasse, inoltre, è anche un eccellente arrangiatore, quindi, quando io ed Alex buttavamo giù qualche riff, lui si occupava già di sistemarli; infine, come ti dicevo prima, Mark Menghi ha portato nella band il suo personale stile di composizione, che poi è uno dei motivi per cui, per questo secondo album, io e lui abbiamo lavorato separatamente con gli altri ragazzi, in due diverse sessioni di scrittura: così facendo, abbiamo fatto sì che ciascuno di noi potesse far emerge la propria personale visione artistica! Per quanto riguarda i testi, invece, ho iniziato a buttarli giù mentre Mark e gli altri lavoravano alle canzoni, poi ce ne siamo occupati assieme io e lui. E' bello perché, anche se magari alcune canzoni hanno risentito maggiormente dell'influenza di uno o dell'altro, tutti possiamo dire di aver apposto la nostra “firma” su ciascun brano!

Barry: Un gran bel lavoro di squadra!
David: Esatto! I Metal Allegiance non sono e non saranno mai una band che lavora tramite Internet; chiaramente ci siamo scambiati qualche pezzo di testo e qualche idea per e-mail, ma, come ti dicevo, abbiamo scritto le canzoni trovandoci sempre almeno in tre nello stesso luogo. Anche se poi abbiamo registrato le nostre parti separatamente -io a Phoenix, Mark e Alex a New York, Mike in Pennsylvania-, la scrittura è stata opera di due squadre che hanno poi lavorato come una, che poi è ciò che siamo; quando hai lavorato stando assieme tanto tempo in studio, la registrazione è quasi una “formalità”; è profondamente diverso registrare una canzone dopo che l'hai scritta, provata e discussa in presenza degli altri e farlo dopo aver sentito i tuoi compagni solo per telefono o Internet, credimi. Per riagganciarmi al discorso che ti facevo all'inizio, è anche per questo motivo che, nonostante gli impegni reciproci, teniamo molto ad organizzare le cose in modo da trovarci fisicamente tutti assieme, quando dobbiamo comporre.

Barry: E fate bene. Immagino che un gruppo del genere sia un po' il sogno di ogni musicista.
David: Direi proprio di sì! Una band animata da un cameratismo tanto forte è un vero spettacolo. A proposito, mi spiace moltissimo dover chiudere, ma ho un'altra intervista da fare a breve; fammi pure un'ultima domanda, ma poi devo lasciarti!

Barry: Ne avevo ancora molte, ma ti ringrazio! Ho resistito fino ad ora, ma devo chiedertelo: ci puoi dare qualche anticipazione sul prossimo album dei Megadeth?
David: Niente di davvero nuovo, in realtà, mi spiace deluderti; ci stiamo lavorando, questo sì, ma al momento non c'è nulla di più.

Barry: Ti ringrazio, da grande fan dei Megadeth non potevo non chiedere! Grazie ancora per questa chiacchierata allora e buona fortuna per Power Drunk Majesty!
David: Grazie a te, mi ha fatto molto piacere fare questa chiacchierata, a presto!



IlSeraf
Lunedì 19 Novembre 2018, 19.01.26
7
Come si fa a non amare il buon vecchio Ellefson?
Blessed
Venerdì 28 Settembre 2018, 10.34.37
6
Figurarsi... una volta che ha un progetto suo, perché mai dovrebbe portarsi in casa il “dittatore”? 😄
TheSkullBeneathTheSkin
Venerdì 28 Settembre 2018, 0.14.09
5
Me lo sono chiesto anche io "why not zio Dave?" ma credo Mustaine ed Ellefson insieme siano troppo Megadeth, "i Megadeth" con il dovuto rispetto per qualunque musicista li affianchi o li abbia affiancati nella band oppure in un side project... un bell'ingombro insomma
Barry
Giovedì 27 Settembre 2018, 0.28.37
4
Grazie a tutti @The Skull: può darsi, in realtà fra le domande che non ho potuto fargli ce n'era anche una su Mustaine...una cosa del tipo "maaaaa…una chiamata a Dave per fare da guest'"
TheSkullBeneathTheSkin
Sabato 22 Settembre 2018, 16.45.50
3
Non è che Mustaine gli aveva nastrato la bocca fino ad ora? Ah ah ah, scherzo Il primo disco mi era piaciuto, ascolterò volentieri anche questo. Mi piacerebbe davvero tanto andarli a vedere in un piccolo club, location che sempre prediligo, perchè sono certo che gente così una birra con noi non la rifiuterebbe. Vi aspettiamo ragazzi!
Lizard
Venerdì 21 Settembre 2018, 20.43.21
2
Il sogno di ogni intervistatore.... gli dai il via e lui va in autonomia 😆 capisco la voglia di fargli altre settecento domande!!
fasanez
Giovedì 20 Settembre 2018, 18.08.32
1
Bell'intervista a un personaggio sempre "gentile" e mai sopra le righe. Grande David e bravo Andrea.
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David Elelfson
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20/09/2018
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