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SINE QUA ...BOH? - # 16 - 'Cut the Crap' e 'Cyberpunk'
02/10/2018 (1410 letture)
Come abbiamo appena sottolineato nel box di presentazione dell'articolo nella nostra home page, non è certo la prima volta che ci allontaniamo da territori prettamente metal. Che si tratti di recensioni, di articoli od anche di semplici notizie, gruppi e singoli artisti di un certo tipo non sono certo alieni dal nostro interesse. E con buon riscontro da parte vostra, peraltro. Anche la rubrica Sine Qua ...Boh? offre quindi i suoi poco onorevoli spazi a due firme extra metalliche, ma presenti nei cuori e comunque nel bagaglio cultural-musicale di molti di noi: The Clash e Billy Idol. Le date dei due album sembrano abbastanza lontane tra loro (1985 e 1993), mentre di solito la rubrica tende a prendere in considerazione lavori piuttosto vicini per quanto riguarda la data della loro uscita. Tuttavia, si tratta di una scelta cosciente che può servire a tracciare una linea nell'evoluzione (?) di artisti i quali, partiti ambedue dall'ambito del Punk o dalle sue immediate vicinanze, hanno avuto sorte diversa ed hanno interpretato in maniera molto differente e discutibile lo spirito che li aveva animati all'inizio.

THE CLASH: Cut the Crap
Diciamolo subito: se Cut the Crap per anni ed anni è stato considerato solo nominalmente un disco dei Clash; se è stato disconosciuto con palese disgusto da Strummer e se ancora oggi in molti siano poco disposti ad inserirlo nella discografia del gruppo di London Calling, un motivo ci sarà. Nato da una situazione molto difficile che si era venuta a creare durante e dopo la registrazione di un album comunque estremamente fortunato nelle vendite come Combat Rock, Cut the Crap si risolse nell'essere un terrificante flop commerciale ed un monumento che ammonisce contro i rischi della megalomania. Nella fattispecie, quella del manager e qui anche (quasi) musicista Bernie Rhodes. Dopo aver di fatto provocato la separazione con Mick Jones (di lì a poco di nuovo in pista coi suoi Big Audio Dynamite), un colpo tremendo per una band che aveva già dovuto sopportare quella con un Topper Headon travolto dai suoi problemi di droga, Rhodes assunse tre sostituti che rispondevano ai nomi di Pete Howard alla batteria, ed alle chitarre Nick Sheppard e Vince White. In realtà, però, quello che Rhodes voleva era essere finalmente uno dei Clash. E se non poteva salire sul palco con loro, poteva controllare la band, farla completamente cambiare per dimostrare di avere il potere di cui sopra e fargli incidere delle canzoni che non avevano praticamente niente a che fare col gruppo. Ma non è nemmeno questo il punto, dato che il cambiamento è sempre lecito, se non auspicabile nella vita privata ed in quella artistica. Il fatto è che quanto registrato per Cut the Crap e fatta salva solo l'idea del singolo This is England (anche quello ucciso da un arrangiamento sciagurato), era solo una pomposa accozzaglia di pseudo-modernità di plastica senza capo né coda. Synth poppeggianti a riempire le canzoni di interventi che molto raramente avevano un senso; una insopportabile drum-machine a cura dello stesso Rhodes/José Unidos; repulsivi samples ovunque; scrittura dozzinale e Strummer e Simonon che sono presenti, ma sembrano vivere la situazione dal di fuori, come due musicisti che dormono e sognano lo stesso incubo popelettronico senza riuscire a svegliarsi. Spruzzatine Punk annacquatissime (Dirty Punk) e tutto il peggio degli anni 80 racchiuso in un solo album, fino a toccare vertici di inenarrabile bruttezza con Are You Ready e Fingerpoppin. Una fine ingloriosissima per una band come i Clash, che aveva incarnato ben altro spirito musicale e sociale. Ed infatti questi non erano davvero i Clash, ma il loro fantasma synth-etizzato.

BILLY IDOL: Cyberpunk
Otto anni dopo lo scempio trattato nel paragrafo precedente, un altro musicista di estrazione Punk provvedeva a dare un pessimo spettacolo di sé. Per di più per calcolo ed ottenendo in cambio un flop epocale nelle vendite del disco ed un risultato letterario importante e duraturo, ma in maniera del tutto involontaria e senza alcuna conseguenza pratica per sé stesso. Partito dal Bromley Contingent e diventato musicista poco più che per caso, dopo aver fatto un pezzo di storia del Punk con i Generation X e il solista rock di successo durante gli anni 80 (chi non ricorda almeno Rebel Yell ed Eyes Without a Face?), il biondo cantante dagli occhi cerulei si appassiona di informatica durante un periodo di rehab e, quasi contemporaneamente, il Grunge provvede a cambiare completamente l'idea e l'immagine del cantante Rock; anche al di fuori del metal. L'idea di Idol di ripartire da un punto che sembra promettente (ed infatti l'informatica e la rete diverranno così importanti da essere oggi quasi un simulacro della vita reale) reinventandosi come pioniere di una nuova frontiera musicale basata sull'era del computer e sulle possibilità da questo offerte per fare musica, sulla carta può anche essere vincente, ma l'esecuzione è a dir poco tragicamente scadente. Da un lato le possibilità di cui sopra nel 93 sono ancora più potenziali che reali, dall'altro l'approssimazione delle soluzioni adottate a fianco di altre effettivamente d'avanguardia, resero tutto troppo falso per essere vero, per così dire. Accanto ad idee interessanti come un floppy disk contenente uno sfondo allegato all'opera ed il registrare parte dell'album a casa usando un Macintosh -oggi è prassi, ma Windows NT arriva nel 93 e Windows nel 95, ricordiamocelo- il video interessante della dignitosa Shock To The System, il rinnegare totalmente il Rock a favore dell'elettronica tout court allontanò totalmente i suoi vecchi fan, ma la qualità infima delle canzoni e degli arrangiamenti non ne catturò alcuno di nuovo. Una ignobile cover di Heroin ad annunciare il lavoro fece il resto. Il fallimento sarà totale a dispetto di qualche spunto anche interessante (Power Junkie; Then the Night Comes) e il disco sparirà immediatamente da qualsiasi classifica, rifiutato in blocco dal pubblico, dalla critica e persino dalla comunità Cyberpunk cui era dedicato, causando una forte depressione all'autore. Un disco, Cyberpunk, che è rimasto una grande idea non sviluppata dall'autore, il quale credette probabilmente che bastasse seguirla per renderla appetibile, senza curarne adeguatamente la realizzazione.

CUT THE (CYBER) PUNK
Due dischi separati da alcuni anni di distanza, un fatto che in musica può voler dire davvero molto, prodotti da due soggetti partiti dal Punk e/o dintorni, che poi hanno proseguito la loro carriera in modo completamente diverso. I Clash allo sbando, travolti dalla mania di grandezza del loro manager e poi liquefatti dopo l'esperienza Cut the Crap in maniera molto Punk, se vogliamo, con le storie dei tre musicisti principali che sono proseguite a parte. Billy Idol trascinato sui palchi di tutto il mondo per effetto di quella strana miscela di arte e cialtroneria che il Bromley Contingent emanava, per poi usare/approfittare di tutto ciò che il rock e la musica andavano via via presentando. Talvolta in modo anche interessante (Rebel Yell; il cinema, Devil's Playground), spesso sfruttando il momento. Due carriere che partite da ambienti e modi di fare simili, testimoniano due diversi atteggiamenti verso il music-biz e due diverse sorti. Due realtà nate incendiarie, che poi sono finite per spegnersi senza resistere al vento la prima, o per bruciare per anni di un fuoco molto tenue l'altra.

PS - E i "meriti letterari" da ascrivere all'opera di Idol? Presto detto: quando nel 1980 Bruce Bethke scrisse Cyberpunk (poi pubblicato nell'83), dando inizio ad un nuovo modello letterario nell'ambito della fantascienza ed influenzando nel tempo alcuni aspetti del nostro quotidiano, non aveva idea di che aspetto dovesse avere un protagonista della sua fatica. Ebbene, Bethke ha dichiarato anni dopo:

Mentre lavoravo al racconto avevo dei problemi a visualizzare un personaggio, Rayno. Voglio dire, avevo un'idea di base, era alla moda e sgargiante coi capelli ossigenati. Ma l'essenza del suo carattere stava nel fatto che era un'impostura! Rayno era un parassita che viveva delle capacità delle altre persone: una creatura che era solo stile, posa e immagine, senza alcun talento. Come detto avevo dei problemi a visualizzarlo… fino a che per caso non ho scorto delle registrazioni iniziali di MTV di Billy Idol. Saltai su indicando lo schermo: "è lui!" Il che rende abbastanza divertente il fatto che negli anni '90 il vero Billy Idol ha adottato l'identità cyberpunk fino al punto di darne il nome ad un album. Se sapesse la verità… Pensate debba dirglielo?
(Fonte: alecyberpunk.blogspot.com)

Singolare, no?



JC
Mercoledì 3 Ottobre 2018, 7.32.57
9
L'aneddoto sul cyberpunk é molto interessante e non lo conoscevo, pur appassionato e cultore della materia ho sempre letto di attribuzioni a William Gibson. Grazie per questa piccola perla, tra l'altro, l'iconografia di Billy Idol rimanda moltissimo al genere. Nel merito dei due dischi, non li conosco; del resto conosco solo una manciata di canzoni di entrambi gli artisti. Billy Idol l'ho visto in Svezia nel 2010:: allora non sapevo chi fosse e non avevo mai sentito nulla di suo, rimasi colpito da un artista incredibile (alla chitarra poi, c'era Stevens).
Galilee
Martedì 2 Ottobre 2018, 21.19.19
8
Due nomi così nello stesso articolo non me li sarei spettati. Il disco dei Clash non lo conosco, quello di Billy ce l'ho. Che dire..io adoro Billy Idol, almeno 3 dischi della sua carriera sono dei super capolavori che hanno segnato indelebilmente la musica anni 80, ma soprattutto il rock pop. Insomma, super artista, con tanto di super chitarrista che è quel genio di Steve Stevens. Che suonò, tanto per citare due nomi sconosciuti, anche per Michael Jackson e Vince Neil. Per me uno dei numeri uno. Comunque venendo al disco, è davvero un peccato sia andata a finire così, ma penso che sia Billy che Steve in quel periodo fossero completamente out. Droghe varie insomma. È perché dico questo? Perché l'ultimo charmed Life fu una bomba. È anche se economicamente non sfondo come i primi ebbe un buon successo, ma soprattutto era un gran disco rock. Appena uscì shock to the system impazzii. La canzone era fichissima. 10 minuti dopo, colmo di speranze, avevo già l'album cyberpunk tra le mani. Eh già.. peccato. Peccato perché oltre al singolo non c, era una sola canzone degna di essere ricordata. Flop totale.
Metal Shock
Martedì 2 Ottobre 2018, 20.33.52
7
Due dischi due porcherie. I Clash si autodistrussero, ho visto recentemente un reportage documentario su di loro che ben spiega la fine che fecero. Di Idol salvo il suo periodo punk.
Stagger Lee
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.43.38
6
volevo dire songwriter d'eccezione.
Stagger Lee
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.42.18
5
Raven..è vero. Un peccato però, perchè entrambi erano musicisti favolosi. Topper alla batteria era un mostro. Ok per i comportamenti di Jones...anche se un chitarrista di tale abilità (e songwriter incrd'eccezione) avrei provato a tenermelo stretto!
Raven
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.37.39
4
Topper era talmente fatto da non essere più in grado di suonare, non era possibile tenerlo. Jones fu cacciato per le trame del manate, anche se ci mise del suo comportandosi a volte in maniera poco professionale.
Stagger Lee
Martedì 2 Ottobre 2018, 19.32.27
3
Gli errori di Strummer sono due: avere cacciato Topper Headon e avere cacciato Mick Jones. I due ragazzotti che sostituiscono Jones con tutta la buona volontà non arrivano neanche ad annusargli le ascelle. La stanchezza di quel periodo di Simonon e Strummer e una completa mancanza di ispirazione hanno fatto il resto.
lucignolo
Martedì 2 Ottobre 2018, 15.17.16
2
il troppo stroppia,e il talento senza coerenza verso se stessi e la propria musica non basta.Il tempo ha fatto il resto.
Sha
Martedì 2 Ottobre 2018, 12.42.59
1
Devo dire che a me Cyberpunk non dispiace per niente.. qualche pezzo è veramente moooolto carino! Comunque, veramente una figata l'aneddoto finale di Bethke!
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