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INJURY - Scavalcare le macerie
24/10/2018 (1848 letture)
Un nuovo EP e molto da raccontare: sono queste le premesse che danno il via alla chiacchierata con gli Injury, combo thrash metal di Reggio Emilia. Il loro nuovo nato Wreckage è un EP frutto del periodo difficile vissuto dalla band in seguito alla scomparsa prematura del chitarrista Artio, avvenuta a marzo 2017: quello che trapela dai cinque pezzi del disco è un dolore del tutto consapevole da cui, però, riescono a farsi strada la forza e la speranza. Brani carichi e serrati, quindi, con rimandi più o meno espliciti alle ultime vicende del gruppo e con qualche chicca in memoria dell’ex-compagno di avventure. Ecco di seguito l’intervista!

Annie:Ciao ragazzi e benvenuti sulle nostre pagine! Tutto bene in quel dell'Emilia?
Siete tornati da poche settimane sulla scena con un EP tutto nuovo, Wreckage. Quali sono i primi consensi che state ricevendo? Siete soddisfatti di come sta andando?
Injury: Ciao a voi ragazzi, è un onore apparire sulla vostra webzine che seguiamo tutti con passione da anni. In Emilia tutto bene, si lavora, si suona e ci si diverte. L’EP ha avuto un’accoglienza straordinaria, oltre le nostre aspettative. Eravamo coscienti di aver fatto un buon lavoro, ma l’entusiasmo che ha creato ci ha veramente reso felici e orgogliosi.

Annie: Wreckage arriva a quattro anni dalla pubblicazione del full-length DominHate. Parlateci di come sono nati i brani dell'EP e di qual è il lavoro che c'è dietro (realizzazione dei testi, delle parti vocali e strumentali).
Injury: Il nostro modus operandi standard fino ad oggi è stato sempre lo stesso: Artio giungeva generalmente in sala prove con lo scheletro del pezzo e ognuno poi aggiungeva “del suo”. Il pezzo, una volta definito a livello strumentale, arrivava ad Alle che aggiungeva testo e arrangiamento.

Annie: La domanda viene spontanea: come mai pubblicare un EP anziché un full-length? C'è una ragione dietro questa scelta?
Injury: La scelta di fare un EP è stata piuttosto lunga e ponderata. Abbiamo realizzato che la soglia di attenzione dell’ascoltatore medio negli anni si è abbassata sempre di più: oggi difficilmente qualcuno impiega del tempo per ascoltare un album intero. Abbiamo quindi intrapreso quella che ci sembrava la scelta migliore per tener “sveglio” chi ci ascolta: pochi pezzi, pochi minuti e a tutta violenza!

Annie: Ho ascoltato il vostro EP in questi giorni e devo dire che scorre davvero molto bene dall'inizio alla fine: diciotto minuti e mezzo di puro thrash metal martellante. Qual è il concept alla base del disco? Nella copertina, come da titolo, ci siete voi in mezzo alle macerie, circondati da ciò che resta (sembra) di una metropoli contemporanea...
Injury: Siamo contenti che ti sia piaciuto. In realtà copertina e concept del disco sono separati. Salvo l’ultimo testo venuto alla luce, ovvero quello di Endless Decay, l’EP (copertina a parte) era stato terminato prima della prematura scomparsa di Artio. Da quel maledetto 4 marzo in poi, ovviamente la nostra percezione della cosa è cambiata. La copertina quindi rappresenta le macerie (ecco perché Wreckage) lasciate dopo ciò che ci è successo, e la nostra voglia, e speranza, di passare oltre. Per quanto riguarda il tema principale dei testi si parla di alienazione: l’alienazione che può travolgere l’uomo medio costretto a navigare in questo mondo pieno di odio, terrore e disprezzo verso il prossimo, verso il diverso. Come ti accennavamo invece in precedenza, Endless Decay è venuta alla luce come testo dopo la scomparsa di Artio, quindi semplicemente ci siamo limitati a chiedere ai nostri ascoltatori dove si trova il loro dio, come riescano a dargli credito, come possano costantemente professare la loro fede nonostante le disgrazie che ci accadono.

Annie: Mi ha molto incuriosita la scelta di mettere come incipit di The Brand of Hate (e di tutto Wreckage, essendo questa la opener dell'EP) la celebre frase finale de Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone ("Ehi biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Di una grandissima putt..."). Impossibile non cogliere la citazione. Come mai questa scelta? C'è una ragione particolare o volevate soltanto divertirvi?
Injury: Anche l’intro era un’idea di Artio, non ha alcuna correlazione in senso stretto con l’album, ma ci sembrava un delitto fargli il dispetto di toglierlo.

Annie: Il modo in cui finisce la quinta e ultima traccia I Don't Belong è allo stesso modo sfacciato, se vogliamo: ma alla fine l'avete comprato davvero l'hovercraft? (NDR: alla fine del pezzo si sente Artio dire “Noi ci fermiamo un attimo in autogrill che devo comprare un hovercraft per arrivare”) Dove eravate diretti?
Injury: Il finale è un omaggio ad Artio: non potendo averlo fisicamente con noi abbiamo scelto di lasciare come finale dell’EP un piccolo ricordo: la sua voce. Stavamo andando a suonare a Genova, divisi tra due auto come capitava il più delle volte (come immaginerete in cinque persone più la strumentazione si entra difficilmente in un’auto unica), sotto una pioggia torrenziale. Artio, che era in macchina con Paul, ci aveva mandato questo vocale per comunicarci che stava arrivando… Abbiamo quindi deciso di lasciarlo come “bonus” alla fine dell’ultima traccia. È stata un’emozione fortissima sentire la sua voce la prima volta che abbiamo riprodotto l’album dopo aver completato il mastering. Peraltro, la cosa, per così dire, chiude un cerchio perché in DominHate la voce iniziale, pur molto effettata, era la sua. Quindi avendo aperto l’album precedente ci è sembrato giusto che chiudesse, ahinoi per l’ultima volta, quello successivo.

Annie: Nel corso degli anni avete avuto la possibilità di condividere il palco con numerosi gruppi della scena thrash metal mondiale tra cui Sepultura, Death Angel, Dew Scented, The Crown ed Extrema. A parte le esperienze dal vivo, avete mai pensato di collaborare su disco con qualche nome grosso del panorama metal?
Injury: Onestamente non ci abbiamo mai pensato, potrebbe essere una buona idea per il prossimo album!

Annie: Come avete già detto, Wreckage è il primo disco che avete pubblicato dopo la scomparsa del vostro chitarrista. A differenza degli altri album, qui avete lavorato con una lineup a quattro anziché a cinque, con la sola chitarra del nuovo ingresso Saimon. Perché avete deciso di inserire in formazione un solo chitarrista e non due (rispettivamente solista e ritmica)?
Injury: In realtà in Audiocore Studio siamo entrati in cinque: Paul ha lasciato il gruppo a registrazioni ultimate e ha inciso praticamente tutti gli assoli di Wreckage; Saimon, entrato inizialmente per sostituire il nostro Artio, dopo la dipartita di Paul, si è sobbarcato il ruolo di ritmico e anche di solista. Perché in quattro? Per una serie di fattori. Prima di tutto per abbreviare i tempi: cercare, trovare ed “addestrare” un secondo chitarrista avrebbe richiesto molto tempo, e noi, con l’imminente uscita dell’EP, ne avevamo troppo poco a disposizione. In secondo luogo avremmo dovuto scegliere qualcuno che, oltre ad essere tecnicamente preparato, avesse anche perfetta conoscenza delle dinamiche del gruppo, soprattutto post-Artio. E mettere insieme tutti questi fattori non è così semplice. Poi, suonando dal vivo, ci hanno detto più volte che così abbiamo ancora più “botta”, “ghega”, “legna”, e tutti i vari sinonimi derivati geograficamente.

Annie: Qual è il brano di Wreckage che ritenete abbia una marcia in più rispetto agli altri? Secondo me il singolo Fueled by Rage.
Injury: Fueled è un gran pezzo, ha una “pacca” atomica, ed è anche uno di quelli più completi e su cui abbiamo lavorato di più (intro, bass boost, composizione,…). Per i motivi che ti spiegavamo sopra, secondo noi se la gioca alla pari con Endless Decay.

Annie: Parliamo adesso dei programmi futuri degli Injury: promuoverete dal vivo il nuovo Wreckage? Avete già in lista alcuni concerti (in Italia e/o all'estero) e, se sì, dove?
Injury: Per ora porteremo le nostre brutte facce in giro per l’Italia: siamo reduci dal release party ufficiale, tenutosi il 19 ottobre alla Tenda di Modena in compagnia di Vexovoid e Browbeat, il giorno seguente abbiamo suonato a Collegno (TO) al Padiglione 14, che si trova all’interno di un vecchio manicomio riqualificato: uno spettacolo! Per quanto riguarda il futuro, il 3 novembre saremo a Misano Adriatico (RN) e per l’anno nuovo abbiamo già in programma Mantova, Firenze, Varese più tante altre in via di definizione. Basta seguire la nostra pagina Facebook, Instagram o Bandcamp, e avrete tutte le info su dove trovarci (ci trovate ovunque come injuryviolence).

Annie: Grazie mille ragazzi per il tempo dedicato a questa intervista, le domande sono terminate. Volete salutare i nostri lettori?
Injury: Grazie a voi per lo spazio che ci avete dedicato, ringraziamo di cuore tutte le persone che ci sono state vicine nei nostri giorni più bui, come lo sono adesso che vediamo un po’ di luce trapelare oltre le nuvole. Vi portiamo tutti nel cuore.



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