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LEGACY OF THE BEAST - Fumetti e videogame
20/11/2018 (1584 letture)
Sono passati un paio d’anni abbondanti dal rilascio di Legacy of the Beast, videogioco per smartphone e tablet in cui si possono vestire gli (s)comodi panni di Eddie the Head e voluto dagli inossidabili Iron Maiden. Il videogame non era poi così male, nonostante qualche difetto. I combattimenti a turni tendevano a diventare spesso ripetitivi e monotoni, ma il sottofondo era la musica dei Maiden (per l’occasione è stata anche rispolverata qualche chicca nascosta della gloriosa discografia della band), l’ambientazione direttamente ripresa dai testi e dalle copertine era veramente curata e ben fatta, immergendo il giocatore in un universo a sé stante e affascinante come può essere quello di videogiochi del calibro di un Warcraft, seppur privo della stessa profondità. Si parla di un prodotto chiaramente destinato ai fan e poco più, ma per un fan diventava semplicemente fantastico personificare Eddie e collezionare pietre dell’anima per sbloccarlo nella propria versione preferita, che fosse quella cyborg, quella faraone o quella albero. Tutto questo naturalmente al prezzo di ore e ore di alienazione, garantite da qualsiasi giochino per smartphone che crea dipendenza che si rispetti, che rischiano seriamente di compromettere la vita sociale già dura di un metal head, ma vi posso assicurare che eseguire la mossa finale con Soldier Eddie che arriva sul carro armato ordinandogli di fare fuoco è stato ogni volta di un godimento assurdo.
Ma non è questo il punto dell’articoletto in questione: Legacy of the Beast è infatti poi diventato il nome di un tour ancora in corso (con una scaletta piena di tantissime chicche e con una scenografia impressionante – l’unico difetto riscontrabile è probabilmente la presenza di quelle canzoni che ormai abbiamo sentito talmente tante volte che non si possono più sentire), ma in secondo luogo ha anche dato il titolo a un fumetto uscito in cinque parti e pubblicato (giustamente) dalla storica rivista Heavy Metal tra l’autunno 2017 e la primavera 2018. Ogni numero presenta una ventina di pagine, per un totale quindi di un centinaio di tavole, in cui si segue la storyline del videogioco stesso, che sicuramente non era uno dei suoi principali punti di forza.

La storia si presenta comunque con un buon incipit: in un mondo uniformante e che tende a spersonalizzare l’individuo, Eddie è annunciato come la personificazione della creatività, della fantasia e della voglia di ribellione del genere umano che si oppone al conformismo,ed è proprio per questo che viene incatenato a un albero dal Diavolo, per il quale controllare l’umanità è molto più facile senza quelle caratteristiche qui rappresentate dal nostro Eddie. La mascotte verrà quindi liberata da una misteriosa “chiaroveggente” (vi ricorda qualcosa?) ma l’anima dello zombie è stata indebolita e lacerata e i suoi frammenti sono sparsi per i vari regni del mondo: ognuno di essi evoca naturalmente scenari maideniani, e ogni frammento rappresenta una delle numerose versioni del protagonista che abbiamo tutti imparato ad amare. Un plot forse non originalissimo (molto simile, ma rovesciato, a quello di una storia di Ghost Rider in cui il protagonista doveva fermare il Diavolo, la cui anima divisa in 666 frammenti si era sparpagliata in diversi angoli della terra), ma è comunque in grado di creare una buona aspettativa nel lettore, che non vede l’ora di seguire Eddie nel ritrovamento delle sue incarnazioni in un mondo evocativo disseminato di citazioni. Un’aspettativa concreta dunque, fatta di mazzate, riferimenti, e magari con una trama che riesca a risultare vagamente coinvolgente. Tuttavia, nessuno di questi tre aspetti trova un definitivo appagamento.
Vediamo infatti la trama che si riduce a Eddie che incontra i tre “miniboss” annunciati dalle copertine, ovvero lo Wicker Man infuocato, il dio Horus e uno scaltro (ma neanche tanto) generale dell’Asse, con il protagonista che in tutti i casi arriva al loro mondo, pesta qualche scagnozzo e sconfigge il boss senza alcuna difficoltà. L’ultima parte della storia si svolge invece all’Inferno, dove Eddie si appresterà (ovviamente) a sconfiggere la sua nemesi di sempre, la Bestia. I combattimenti e le zuffe sono numerose, ma sono sempre piuttosto fini a se stesse, tutte troppo facili per il protagonista, che non impiega nemmeno mai qualche colpo particolare per sconfiggerli: una volta sconfitto l’uomo di paglia, Eddie ne acquisisce naturalmente i poteri diventando in grado di trasformarsi nella sua versione Wicker Man (lo stesso vale per Horus e la capacità di trasformarsi in versione faraone), ma questo lo vediamo soltanto per un istante e non impiegherà mai qualche colpo “infuocato” per togliere di mezzo qualcuno dei nemici successivi. Da questo punto, anche le citazioni potevano essere rese meglio e meno forzate: un esempio è il cameo del Prisoner all’inferno, totalmente inutile ai fini della trama e utilizzato esclusivamente per mostrare il personaggio dell’omonima canzone da The Number of the Beast, mentre non viene mai mostrato un Eddie soldato che sadicamente prende a mitragliate orde di militari zombie, affidandosi sempre solo ed esclusivamente alla fidata accetta dell’iconica copertina di Killers. Più riuscito è invece il modo di parlare dei personaggi, che richiamano più volte termini noti nei titoli e nei testi della band inglese, dando esattamente l’idea di come il mondo che compare nel videogioco e nel fumetto scaturisca direttamente dall’immaginario maideniano. Apprezzabili sono anche alcune gag comiche che chiariscono come il prodotto non si prenda troppo sul serio, adeguatamente a un personaggio caricaturale come Eddie. A proposito di lui, non parla e si esprime con versi e grugniti che però la veggente è in grado di capire, un po’ come quando Luke Skywalker dialoga con R2-D2 nella trilogia classica di Star Wars. In questo senso, appare molto simpatica la descrizione che quest’ultima fa del nostro zombie teppista preferito: Potrà avere la stessa faccia di un bulldog che mastica una vespa, ma ha l’anima di un poeta… un poeta incazzato, violento e psicopatico, ma comunque un poeta!. Insomma, l’Eddie the Head di Legacy of the Beast è piuttosto simile a come l’abbiamo sempre immaginato prendere vita dalle sue copertine iconiche. Anche graficamente l’opera è ben realizzata, con uno stile di disegno che ricalca quello degli albi dei supereroi americani con un pesante tocco di dark fantasy, ma sono soprattutto i colori a fare bella figura, sempre molto vivi e che ricordano non poco quelli utilizzati nelle copertine classiche di Derek Riggs.

Insomma, pochi alti e tanti bassi in questo fumetto targato Iron Maiden. La tavole scorrono velocemente, fin troppo, e nonostante il buon confezionamento non riescono a lasciare assolutamente niente al lettore, se non qualche sorriso in occasione di una manciata di battute e un vago effetto nostalgico in occasione di qualche citazione. Certo, il personaggio di Eddie ha un potenziale immenso per diversi tipi di merchandise, e l’idea di un fumetto è sicuramente interessante, ma la resa poteva essere davvero mille volte migliore. La trama poteva essere accorciata, sarebbe stata una buona scelta quella di raccontare meno cose ma meglio (della serie, meglio tre scazzottate fatte bene che cinque sbrigative), visto anche che la storia non è conclusiva e presenta un colpo di scena finale che per quanto sia opinabile lascia presagire che ci potrà anche essere un seguito a questi cinque numeri, probabilmente dipenderà dal gradimento del pubblico.
Tuttavia, se mai Legacy of the Beast uscirà in Italia (ma ormai è improbabile) o se qualcuno magari avrà pensato di rinunciare a del denaro per comprarlo in inglese, il mio consiglio spassionato è di non farlo.



lisablack
Venerdì 23 Novembre 2018, 5.40.54
19
Quoto lucignolo e Buried.
Savatta I
Martedì 20 Novembre 2018, 21.14.11
18
Faccio solo una osservazione : se è vero (come è vero) che i classici proposti sono più o meno sempre gli stessi, dall' altra trovatemi altri gruppi che propongono almeno metà del nuovo album... infine di videogiochi , fumetti , et similia , non me ne frega niente. P.S. Il concerto del "A matter of life Tour" è stato uno dei più belli a cui abbia mai assistito (non solo dei Maiden , ma in assoluto)!
MetalFlaz
Martedì 20 Novembre 2018, 21.11.21
17
Beh ok proporre alcuni brani dell'ultimo album, mi sta bene anche l'intero album, solo che A Matter proprio non mi è piaciuto, di conseguenza anche il concerto non mi ha fatto impazzire.. questione di gusti e di fortuna eh eh
SImonFenix
Martedì 20 Novembre 2018, 21.03.56
16
Beh, gli Iron Maiden alternano tour in cui suonano brani classici e estratti dell'ultimo album pubblicato, li ho visti 2 anni fa a Roma e hanno proposto 6 pezzi su 11 da The Book Of Souls più qualche classico (essendo il tour legato al disco è anche giusto anche se piango se penso alla scaletta di quest'anno, Sign Of The Cross e The Clansman, perché non le hanno fatte 2 anni fa?). Le band che vivono solo di gloria passata sono ben altre. Questi artisti dovrebbero imparare da gente come i Marillion che non si fanno problemi nell'escludere classici considerati imprescindibili, le loro scalette sono quasi sempre incentrate sugli ultimi lavori, addirittura nel loro ultimo tour hanno suonato per intero F.E.A.R., l'ultimo album più qualche brano del passato.
MetalFlaz
Martedì 20 Novembre 2018, 20.28.53
15
Visti solo 2 volte dal vivo purtroppo.. la prima volta a Bologna al Gomito 2005 (concerto spettacolare) e poi nel tour di A Matter.. personalmente una mazzata, nel senso negativo del termine, per fortuna hanno fatto i classiconi al fine
tino
Martedì 20 Novembre 2018, 20.27.07
14
Sono d'accordo con buried anche se a dire il vero nel tour di book of souls run to the Hills e two minutes sono state eliminate dalla scaletta. Poi vabbè the trooper e' irrinunciabile per il siparietto con la union jack e la retorica nazional londinese, halloweed e' praticamente l'abc del maidenesimo, wasted.years e' stata eliminata quest'anno...insomma alla fine sono quei tre quattro pezzi che ci sono sempre, discorso a parte per fear che è ostica a chi viene dagli anni ottanta ma la irrinunciabile per chi è partito da ragazzino col gruppo negli anni novanta e sono gente che ora va per i 40 anni quindi ci sta
Buried Alive
Martedì 20 Novembre 2018, 18.46.13
13
Totalmente in disaccordo: ogni gruppo ha quelle 4,5, 6 canzoni che sono più che classici, sono il suo emblema. A qualcuno verrebbe mai in mente di dire ai Rolling Stones di non suonare Brown Sugar, Sympathy, Paint it black, Start me up, Satisfaction, Gimme shelter, Jumpin' Jack flash? O ai Metallica di non fare Master, For whom the bell tolls, Seek and destroy, One, Creeping death...? Se non le facessero non sarebbe un "loro" concerto, nessuno mai vorrebbe sentire Wratchild al posto di Number (ci sono più dubbi su Fear ma vabbè). I Maiden di classici ne avranno una 40ina, ma ce ne sono 4/5 intoccabili.
Sha
Martedì 20 Novembre 2018, 17.53.53
12
Un chiarimento su quella frase che ha fatto tanto scalpore: ovviamente l'intento era anche provocatorio e non voglio dire che quelle canzoni "non si possano più sentire" per davvero. Tuttavia, pezzi come The Number of the Beast, Run to the Hills, Iron Maiden, Fear of the Dark, The Trooper e Halloweed vengono ripetute nel 99% delle scalette dei Maiden. Ora, una band come i Maiden ha tantissimi classici fantastici, e ritenere queste cinque-sei canzoni come totalmente intoccabili è assurdo. Aces High, Wasted Years o Running Free sono suonate abbastanza spesso ma non OGNI fottuta volta come le sovracitate. Non è che quelle canzoni non devono più essere suonate, ma possono essere suonate leggermente di meno per dare spazio anche a qualcos'altro, rendendo le scalette dei concerti anche più interessanti. Questo non significa che un ragazzino che va per la prima volta a sentire i Maiden non abbia il diritto di sentire i grandi classici, ma se invece di sentire tutte le sei The Number of the Beast, Run to the Hills, Iron Maiden, Fear of the Dark, The Trooper e Halloweed ne sentisse soltanto tre sarebbe soddisfatto comunque: non hai sentito Fear of the Dark? Peccato, però magari avrai sentito Wratchild; non hanno suonato The Trooper? Va bè dai, però hanno fatto Powerslave, ed è stata una figata comunque; niente Run to the Hills? Ma invece hanno suonato Revelations, che bomba! I classici dei Maiden non sono solo quei sei, ma sono il triplo/quadruplo e sarebbe bello alternarli di più: l'unico pezzo, a mio avviso, che meriterebbe di essere suonato VERAMENTE ogni volta tra quei sei è Halloweed Be Thy Name! Baci e abbracci!
tino
Martedì 20 Novembre 2018, 15.47.11
11
io ammetto che ho lasciato il concerto dei maiden di quest'estate all'ippodromo di milano all'inizio del bis...3 pezzi...ed ero nel pit. quando è partita the evil that men do ero già praticamente in strada...sigh
lucignolo
Martedì 20 Novembre 2018, 15.42.29
10
Ai concerti vado per la musica,francamente questa mania delle scemografie (scusaalzaprezzi) non la sopporto,idem fumetto,mi sa troppo di finto.
Area
Martedì 20 Novembre 2018, 14.54.13
9
@TheRealThing, é successo davvero e per la precisione a Imola nel 2011... tour di Final Frontier... dopo circa 3 pezzi un gruppetto di fans dei Maiden capitanati da un tizio che secondo me avrà avuto circa 40-45 anni se ne esce con "No dai io voglio i classici, andiamo via"... se ne andarono... peccato che poco dopo fu un trionfo di classici. Poi chiaramente al tempo stavano promuovendo anche il disco nuovo quindi i pezzi di Final Frontier andavano proposti.
TheRealThing
Martedì 20 Novembre 2018, 14.09.20
8
Area cosa ? Ma c'è davvero gente che ha il coraggio di andarsene da un live dei Maiden ? Dio mio, le ho sentite tutte credimi... quest'anno in piazza Unità piuttosto che muovermi da la mi sarei fatto sparare!
Area
Martedì 20 Novembre 2018, 13.16.26
7
Ennesima prova (come se servisse) che Iron Maiden non é solo una band ma un vero e proprio brand vincente. Anch'io mi sono soffermato sulla frase l’unico difetto riscontrabile è probabilmente la presenza di quelle canzoni che ormai abbiamo sentito talmente tante volte che non si possono più sentire"... beh io i Maiden live li ho visti 3 volte e una di queste volte a concerto avviato ho visto gente che se ne andava perché dopo 3 o 4 canzoni iniziali non partivano subito con i classici....
The Killing Joke
Martedì 20 Novembre 2018, 13.15.16
6
Eppure qualche anno fa la Image, fondata da grandissimi fumettisti come Todd McFarlane e Marc Silvestri , lanciò una miniserie molto molto interessante sui KISS. Furono 4 numeri di fumetto vero, strutturato da una storia e da disegni superlativi. I tempi erano diversi e forse più adatti ad un lancio ed un esperimento del genere. Oggi è vero che siamo saturi e certe proposte potrebbero esserci risparmiate...
Elluis
Martedì 20 Novembre 2018, 12.02.55
5
Da fan della band, posso dire tranquillamente che non mi interessano minimamente nè il videogioco, nè i fumetti o gli altri gadgets disponibili. Posso però affermare con assoluta certezza che il concerto a cui ho assistito l'estate scorsa all'Ippodromo è stato uno dei migliori in assoluto che ho visto degli Iron. Bellissima l'ambientazione, con numerosi cambi di scenografie, l'aereo della RAF che svolazzava sulle loro teste su Aces High, l'enorme diavolo gonfiabile simbolo del tour, i cambi d'abito di Dickinson, per non parlare della setlist: sul duetto iniziale Aces High - Where Eagle Dare avevo le lacrime!
Buried Alive
Martedì 20 Novembre 2018, 12.01.56
4
Ho giocato il videogame perqualche giorno, fatto bene ma sempre un po' uguale, ma per un gioco da smartphone non si può aspettare molto di più. E comunque è gratis per lo più. Concordo col commento 1 di Flagellus: "l’unico difetto riscontrabile è probabilmente la presenza di quelle canzoni che ormai abbiamo sentito talmente tante volte che non si possono più sentire" è una grandissima cazzata (andate a dire ai Rolling Stones di non suonare più Brown Sugar o Jumpin Jack Flash... ma per favore), anche perché il pubblico di gruppi come i Maiden si rinnova contunuamente: se invece di stare tutto il tempo a scrivere su internet andaste ai concerti, vedreste un sacco di ragazzini che sono lì per la prima volta, ma anche tanti adulti lì per la prima volta (o comunque le prime volte), che "hanno il diritto" di sentire dal vivo The Number o Fear o..., anzi che sono lì apposta.
Galilee
Martedì 20 Novembre 2018, 11.55.48
3
Fossero realizzati tecnicamente bene sarebbero una figata. Invece..
Metal Shock
Martedì 20 Novembre 2018, 10.54.47
2
Ci mancava solo questo.....
Flagellus75
Martedì 20 Novembre 2018, 10.07.37
1
"l’unico difetto riscontrabile è probabilmente la presenza di quelle canzoni che ormai abbiamo sentito talmente tante volte che non si possono più sentire". Mai frase è stata più inutile. Caspita i vecchi fan dei maiden (quelli stagionati ovviamente, gli altri contano ben poco) non vedono l'ora ai concerti di ascoltare appunto "quelle canzoni che non si possono più sentire). Eviterei in una recensione di uscire con certe ridicole affermazioni, non ha luogo davvero. Per il resto, l'articolo mi ha incuriosito davvero, non ne ero a conoscenza e credo non mi deluderà
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20/11/2018
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