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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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LA RICOMPENSA DELL‘IMPREVEDIBILE - Non mi aspettavo di godere così tanto
02/04/2019 (2294 letture)
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Non troppi anni fa, un noto spot televisivo ci ricordava che per funzionare al meglio il cervello ha bisogno di zuccheri. Ma non solo, aggiungiamo noi. Per restare realmente vivo, reattivo e capace di decodificare la complessa realtà che ci circonda e farci assaporare al meglio i piaceri della vita, anche di adeguati stimoli dall’esterno. In particolare di quelli artistici e come sempre, è la musica a circondarci in misura maggiore a causa della estrema facilità con cui può raggiungerci. Ma che effetto ha su di noi quella che ascoltiamo senza reale coscienza di starne fruendo o che ci viene imposta dalle radio e dalle televisioni? E cosa, invece, serve realmente ai nostri neuroni per funzionare al meglio? Di più: che valore ha in questo senso almeno una parte di ciò che ascoltiamo come appassionati di musica Rock?
SORPRESI A GODERE Nonostante alcune volte si tratti di vere pietre miliari, capita a tutti di accorgersi di punto in bianco di non aver più ascoltato certe canzoni per un tempo decisamente troppo lungo e di rimanerne rapiti come se le si ascoltasse per la primissima volta. Alcuni giorni fa, girando in rete mi sono imbattuto nel video di una canzone che certamente andrebbe ascoltata per legge a scadenze precise per non dimenticare mai quanto è bello goderne: Hall Of The Mountain King dei Savatage. All’improvviso, mi sono accorto di non averla più considerata per anni senza una ragione precisa. Semplicemente, non era più capitato ed il pezzo era uscito dai miei ricordi e la cosa, in un certo senso, è stata quasi un bene. Risentirlo dopo un intervallo temporale così lungo, infatti, lo ha reso in un certo senso nuovo alle mie orecchie e mi sono sorpreso a sorprendermi per l’effetto sul mio umore delle numerose ed avvincenti soluzioni inserite nel suo arrangiamento. Alla fine dell’ascolto ho quindi realizzato di sentirmi realmente meglio. Pochi giorni dopo, casualmente, ho letto un articolo pubblicato da una nota rivista di divulgazione scientifica presente anche su un canale TV, che parlava di quanto l’inaspettato in musica generi un reale e misurabile piacere all’interno del nostro cervello. Lo scritto sembrava concepito apposta per spiegarmi cosa avevo provato.
AL NUCLEUS DELL’ESPERIMENTO Uno studio molto recente condotto dalla McGill University del Canada, ha infatti documentato un esperimento scientifico molto interessante basato sull’errore di previsione della ricompensa. Mediante una serie di scelte da operare, un panel di volontari poteva arrivare all’ascolto di un accordo più o meno piacevole. Il tutto mentre le loro reazioni cerebrali venivano sottoposte ad analisi. Quando la ricompensa musicale per la scelta operata ha superato le aspettative create in precedenza, "si è registrata un'attività nell'area del nucleus accumbens, coinvolta nel circuito della ricompensa. Si tratta della prima volta che questo tipo di "soddisfazione" viene legata a uno stimolo impalpabile come la musica: in passato, si era osservata per meccanismi ben più concreti, legati al cibo o al denaro". I più sorpresi dall’inatteso in musica hanno stabilito le migliori performance nelle fasi successive dell’esperimento stesso. Tutto questo mi ha portato ad alcune riflessioni immediate.
L’EFFETTO "KINDER" Nonostante non manchino certo interi filoni dello sterminato panorama metallico che si basano strutturalmente sulla semplicità e proprio per questo piacciono ad enormi fette di pubblico, è indubbio che l’inaspettato giochi un ruolo fondamentale nella definizione di certi stili. Non si tratta certamente di un discorso confinato soltanto al nostro ambito -basterebbe citare il Jazz, ad esempio- ma per comodità e per non allargare il discorso in maniera ingestibile, è al mondo della musica Heavy che faremo riferimento in questo articolo, come da nostra mission principale. E’ facile, allora, pensare alle architetture dissonanti del Prog-Metal, a quelle forse ancor più "esclusive" del Technical Death o Thrash Metal, all’Avantgarde, alle spirali di note dello Shred ed a numerosi altri comparti metallici, per renderci conto che la ricerca di soluzioni diverse da quelle più ovvie e scorrevoli ricorre spesso come ragione principale del godimento scatenato dall’ascolto di band come i Meshugga, i Dir En Grey, i Fates Warning od i Watchtower, tanto per fare i primi nomi che mi sono venuti in mente. Ed è proprio quell’effetto "Kinder sorpresa" che proviamo ogni qualvolta un pezzo evolve in maniera inattesa che ci riporta da un lato ad essere bambini per qualche secondo almeno e dall’altro ad attivare tutti i circuiti cerebrali interessati dalla questione. Sia quelli deputati all’analisi della composizione (perché è inutile: chi apprezza la musica di un certo tipo è frequentemente portato a sezionarla durante l’ascolto con la meticolosità di un patologo davanti ad un cadavere da sottoporre ad autopsia), sia quelli della ricompensa emotiva. Anche al netto del fatto che, proprio come nel caso dei famosi ovetti, molto spesso le sorprese possono comunque essere previste all’interno di un certo range di possibilità.
DROGATI E SODDISFATTI Un altro articolo della stessa rivista ci informa che: Le analisi hanno evidenziato che, quando si sente la propria canzone preferita, nel cervello si attiva una rete di aree cerebrali chiamata default mode network (DMN): un circuito importante per il lavoro mentale di introspezione e di elaborazione di piani, progetti e azioni, che funziona solitamente quando una persona è sveglia, ma a riposo (nei momenti, cioè, in cui possiamo lasciare la mente libera di vagare). Lo stesso circuito si disattiva temporaneamente quando ascoltiamo una canzone che non ci piace […] Il nostro pezzo preferito sembra potenziare la connettività tra le regioni cerebrali che processano gli stimoli uditivi e l'ippocampo, una struttura cerebrale implicata nel consolidamento della memoria e delle emozioni sociali. Entrambe le condizioni si verificano indipendentemente dal genere cui appartiene la canzone preferita, e sia essa con o senza parole. Addirittura, secondo uno studio statunitense esistono specifici neuroni specializzati solo nel rispondere agli stimoli delle note, evidenziati da esami condotti tramite TAC. Questo dimostrerebbe come il cervello abbia sviluppato una "corsia esclusiva" per la musica (fatto indirettamente dimostrato anche dalla condizione degli amusici, soggetti incapaci di comprendere la musica, ma normali, se non superiori alla media da tutti gli altri punti di vista), separata da quelli dedicati ad altri stimoli provenienti dall’esterno, suggerendo che la stessa abbia avuto un ruolo nello sviluppo delle nostre facoltà cognitive. L’ascolto dell’inaspettato genera piacere fisico e mentale, spingendoci e cercarne sempre altro e contemporaneamente, quando questo diventa in un certo qual modo uno standard, attiva la nostra mente ad un livello che ci rende più capaci. E non è un caso che molti, veri appassionati di musica riferiscano spesso di esserne "drogati". Non è solo una piacevole iperbole; è vero. Solo che la loro/nostra droga non ha alcuna controindicazione se non quella di renderci migliori e più soddisfatti. O forse una controindicazione c’è: svuotarci il portafoglio, ma anche in questo caso non si tratta di nulla di realmente pericoloso, no? musica e droga hanno più di un punto di contatto: entrambe possono costituire un potente mezzo di aggregazione ed entrambe contribuiscono a creare un senso di appartenenza, attraverso un'identità soggettiva e di gruppo. Non a caso chi fa uso di stupefacenti, proprio come chi ascolta alcuni generi musicali, tende a frequentare chi ha i suoi stessi gusti. E in alcuni casi anche ad avere opinioni analoghe sulla politica e sulla società. Come ha confermato tutta la controcultura musicale degli anni Sessanta e Settanta.
FIERAMENTE DIVERGENTI La curiosità per ogni cosa non sia semplice prodotto costruito a tavolino per soddisfare la pigrizia mentale della massa, ma pure la capacità di analizzare sistemi musicali complessi e di trarne il godimento certificato dalla scienza, non possono che essere correlate con la capacità di farlo con la realtà nel suo complesso. In sintesi: all’intelligenza ed alla voglia di tenerla viva. Ed estremizzando il concetto, anche il semplice vestire una canzone o uno stile con un abito musicale più appariscente e veloce, è già esso stesso ricerca di una forma di complessità e di inaspettato rispetto alla musica di consumo, agli stereotipi dei rassicuranti tormentoni estivi o da radio finto-libere. In questa ottica, anche una Bomber dei Motorhead o una Black Widow delle Burnig Witch per citare un esempio recente, sono anch’esse in una certa misura associabili a quell’inaspettato rispetto al conformismo imperante che non fa che esaltare ulteriormente un contorto brano prog-metal, pregno di tempi dispari e stacchi musicali vertiginosi rispetto alla linea principale; ammesso che ne esista una sola. Ed ancora una volta, oltre alle innumerevoli considerazioni ulteriori che potrebbero essere fatte e confinando il tutto entro un ambito musicale, a spiccare è l’abnorme divergenza tra la realtà e la percezione dell’immagine di chi ascolta Metal anche da parte di chi è appassionato di musica diversa e colta di qualsiasi genere. L’ascoltatore di Heavy medio è ancora oggi considerato così spesso un rozzo e/o uno che ha qualcosa che non va, che non è raro che un appassionato di Jazz od un melomane, categorie che pure dovrebbero essere mentalmente aperte proprio a causa della musica che ascoltano, siano "razzisti" nei confronti del metallari. Tutto ciò, senza sottacere il fatto che pure dalla nostra parte della barricata non ci si possa definire completamente dei santi in questo senso. Eppure, i nostri neuroni godono delle stesse sensazioni e svariate ricerche -l’ultima di cui ho notizia della Macquarie University di Sidney e pubblicata dalla rivista Open Science della Royal Society- indicano a tutti tranne che a coloro i quali ne sono appassionati, che ne sono a conoscenza da sempre, come il Metal non sia affatto dannoso; anzi. Ed alla luce di quest’ultima considerazione, quel sottile piacere in più provocato dalla consapevolezza di essere capaci di trarre godimento da situazioni in una certa maniera esclusive, che richiedono una buona capacità di analisi e di materia grigia, diventa un po’ meno sottile e più fieramente palese.
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Non mi piace il pesce é come non mi piace il growl. Così come c' è pesce e pesce, ci sono growls e growls.. a me piace il growl, ma più di qualcuno mi fa cagare... modo appunto un po' ignorante di esprimersi ma "minimo sindacale" tutelato per legge dallo stereotipo... |
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Non mi piace il pesce é come non mi piace il growl. Così come c' è pesce e pesce, ci sono growls e growls.. a me piace il growl, ma più di qualcuno mi fa cagare... modo appunto un po' ignorante di esprimersi ma "minimo sindacale" tutelato per legge dallo stereotipo... |
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@silvia: ho usato la parola "apprezzare" ma "sopportare" sarebbe stato più corretto. Sopportare significa che non mi atterisce a prescindere una chitarra downtuned oppure una growl voice... reggo quel sound e sento se mi piace. Ne ho comunque la possibilità, questo intendevo.
Poi ci sarebbe da usarla davvero questa presunta intelligenza ma nell'epoca del telecomando vocale... sai che sbattone?! |
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@silvia: ho usato la parola "apprezzare" ma "sopportare" sarebbe stato più corretto. Sopportare significa che non mi atterisce a prescindere una chitarra downtuned oppure una growl voice... reggo quel sound e sento se mi piace. Ne ho comunque la possibilità, questo intendevo.
Poi ci sarebbe da usarla davvero questa presunta intelligenza ma nell'epoca del telecomando vocale... sai che sbattone?! |
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A volte penso che taluni ricercatori farebbero bene ad impiegare il loro tempo in altro modo; quelli a cui si fa riferimento nell’articolo e più in generale gli studi aventi per oggetto alcuni aspetti del nostro vivere quotidiano mi sembrano inutili ed inconcludenti. Riguardo, invece, il “razzismo” applicato alla musica credo che non ci si debba scandalizzare più di tanto, è una cosa oserei dire quasi naturale, che però ha origini e forme diverse e di conseguenza non andrebbe giudicato sempre allo stesso modo. P.S. Sul tizio che conduce il programma su RAI 3 è meglio stendere un velo pietoso; però, bisogna anche dire che la TV nostrana è solita dare spazio ai cultori del conformismo musicale (a cominciare dagli pseudo alternativi alla Morgan), per cui non c’è da stupirsi che taluni programmi siano di infimo livello. |
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@TheSkull, ovviamente senza generalizzare |
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@TheSkull quoto la tua ultima frase! Invece penso che apprezzare certe sonorità sia più una questione di “gusto” puro che di mentalita’ aperta. Mi spiego meglio, magari noi apprezziamo il death ma detestiamo la trap o la techno dance (ripeto sono solo esempi) e questo “dagli altri” può essere visto come un limite. @Soen, “droga” in senso lato poichè i processi neurochimici sono simili x quanto riguarda l’azione di droga, musica e sesso. @No Fun 😂😂😂 |
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Il compiacimento di Raven nello scrivere l'articolo è ben evidente, forse anche quello ha contribuito a farlo sembrare un post-pesce... ma come non condividerlo? Poi attacchiamoci pure alle virgole ma la sostanza resta e personalmente l'ho sempre pensata così : apprezzare il death o il grind o altre "estremità" significa solamente avere una soglia meno stringente (apertura mentale) e coprire uno spettro più ampio di "suoni". Il metallaro è ignorante quando usa la bocca, di solito. Del tipo che schifa la classica ma magari si esalta per gli arrangiamenti sinfonici... |
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Attento Raven che Soen chiama gli sbirri... |
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Sinceramente l' ultima frase dell' articolo non è molto chiara.
Se l' incipit del capitolo è "Fieramente divergenti", dalle ultime quattro righe
si capisce che solo chi è capace di "godere in maniera esclusiva" , ed è "dotato di una buona capacità di analisi
e di materia grigia" può esserne "fiero".
In ogni caso non posso che essere i disaccordo con tutto l' articolo che "esalta" il metallaro a prescindere e chiama "droga senza controindicazioni"
l' ascoltatore di musica senza tener conto del fatto che se uno si ritiene "drogato" di qualsiasi cosa , ha solo bisogno di un grande aiuto.
La musica non deve essere una droga , ma una passione.
Quest' articolo lo definirei addirittura pericoloso per i minori. |
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@Fabio il tipo di quella trasmissione sta sui maroni anche a me, poi mi ricorda Tom Hanks che è uno degli attori non sopporto... sull'articolo l'ho letto con un po' di invidia Infatti per godere per bene della sorpresa bisogna riconoscerla, averne le capacità come per riconoscere i sapori di un buon piatto o le caratteristiche di un buon vino, come dice Raven alla fine: ...essere capaci di trarre godimento da situazioni in una certa maniera esclusive che richiedono buona capacità di analisi e di materia grigia. E penso che molto spesso questa sorpresa mi è stata servita dalla musica che ho ascoltato senza che io riuscissi a coglierla. @Skull che coincidenza, settimana scorsa parlavo con un amico e dicevo che non avevo mai ascoltato i Bloodbath e lui mi fa "male, tra l'altro uno studio ha dimostrato che chi li ascolta è una persona buona" e poi si era messo a spiegarmi lo studio, ma eravamo già alla terza birra e non capivo se era lui che delirava o io che non capivo un cazzo |
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Hahaha ciao Fabio, grazie avevo capito bene allora! 😅 @Gals non sapevo di questa ricerca specifica sul death metal! @Raven, vero la musica salva e penso che i meccanismi cerebrali del rilassamento in questo caso siano più o meno gli stessi del provare soddisfazione all'ascolto |
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Ciao Silvia.... x carità, non mi si fraintenda: nazista nel senso (e l'ho scritto) di profonda intolleranza verso generi a me non graditi, a cui si aggiungono gravi crisi di rigetto, eruzioni cutanee, secchezza delle fauci, comparsa di paranoie sfocianti talvolta in manifestazioni violente, crisi epilettiche, sudorazione diffusa, iperpiressia, cefalea intensa, astenia, inappetenza, brividi, delirio, crampi addominali, parestesie ad arti e viso, pericolo di morte per arresto respiratorio e crisi cardiaca. + o - quello che proviamo tutti x i tipici ascolti radiofonici medi, presenti e passati, solo che a me di +. A conferma delle parole di Raven, sono io il primo razzista, ovvero "chi è senza peccato scagli la prima pietra". |
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Credo di aver letto qualcosa, ma non saprei dirti se si trattava dell'articolo in questione. |
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Articolo interessante. Sinceramente non mi è venuto in mente il pesce d'aprile.. Mah.. Per quanto mi riguarda concordo in tutto. Anche se ultimamente l'effetto sorpresa/felicità/benessere mi capita un pò meno. Sarà anche dovuto ai momenti della vita di ciascuno di noi, cioè sarà che è un periodo di merda. Anyway ultimamente ho letto un articolo riguardante degli esperimenti fatti col death metal. Ora non ricordo se su bambini o animali; si lo so sono un pò distratto; comunque sta di fatto che queste canzoni fatte ascoltare a numerosi soggetti, emanavano onde positive ai loro cervelli, facendoli stare meglio e rendendoli più felici. L'hai letto Raven? |
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Quello del rilassare -succede anche a me- è un aspetto parzialmente diverso. E' un modo per veicolare ogni ansia interna verso l'esterno, incanalando ogni aspetto negativo della nostra esistenza verso uno sfogo concentrato in poco tempo ed in una forma così potente che, oltre ad essere innocua, ci rilassa proprio in quanto tale. La musica salva; davvero. |
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Sì Raven ma mi era parso più una frase en passant diciamo. Comunque non sorprende che la musica x chi ne è appassionato/a abbia l'effetto di una droga. A me succede senza ombra di dubbio ma non legherei questo aspetto alla complessità del brano o all'inaspettata sequenza di note o al genere. Sarebbe anche molto interessante capire perché certi brani, pur essendo "furiosi" (x dire un pezzo death o black etc) possano essere in realtà molto rilassanti x chi li ama. I "razzisti" che ci considerano "rozzi" (come dici tu) non potranno mai capire 😅 |
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Veramente mi pare di aver scritto: "Tutto ciò, senza sottacere il fatto che pure dalla nostra parte della barricata non ci si possa definire completamente dei santi in questo senso". Quanto al resto spesso la discussione si riduce a battibecchi personali OT, ma lasciamo perdere, se non si comincia anche qui |
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Anch'io ho pensato che fosse un pesce soprattutto x la chiusura dell'articolo (scusa Raven 😅. Veramente ci crediamo più intelligenti degli altri ascoltatori? Veramente solo "gli altri" sono "razzisti" e non anche quei metallari che schifano le commistioni con altri generi x principio? O sto andando fuori tema? O era veramente un pesce d'aprile 😂? /// @Fabio cosa intendi x "nazi? Che ascolti solo ciò che ti piace?/// Lords of Chaos ha tanti commenti perché tratta un hot topic e molti continuano ad utilizzare i fatti di cronaca x sminuire un intero genere musicale quindi si innesca la bagarre fra sostenitori e contrari 😅 |
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@Skull effettivamente hai ragione... più di 400 commenti per Lords of caos mentre su questo articolo che tratta un argomento sul quale si potrebbe aprire realmente una discussione ce ne sono solo 13 (con il mio) perchè in molti hanno creduto fosse un pesce d'aprile. |
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Riguardo allo studio dei cangaroos potete, se vi va, cercare "rivalità binoculare" che è il titolo dello ricerca della Maguire university.
Usavano "eaten" dei bloodbath ed "happy" di mcfarrell per stimolare i soggetti... mi permetto una considerazione, un controstudio... pochissimi commenti ad un bell'articolo... PAURA di fare la figura dei fessi? Oppure vi si da degli intelligenti e non ci credete? |
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Comuinque dite quello che vi pare ma la copertina di Night on broken dei Fates Warning era davvero.... beh... non piace manco a loro!
L'idea del disegno é bella, andava solo ridisegnata da uno bravo XD |
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Ecco perché è una goduria ascoltare i miei dischi, ed ecco perché è una goduria ascoltarne di nuovi!
Sempre e solo metal!
ciao a tutti |
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Ho controllato la data più volte... ma sarebbe stata davvero una balena d'aprile senza precedenti! mooooolto interessante, qualcosa ho letto anche io di recente e mi pare che lo studio australiano coinvolgesse anche la percezione della violenza e/o la reazione ad input violenti da parte dii ascoltatori o meno di deathmetal, in particolare... bell'articolo, unico neo quel "fieramente" finale rischia di fare danni irreparabili, non credo ce l'avessero espressamente con noi quando si allude alla materia griia o valgono anche i capelli? ah ah ah ah ah |
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@Fabio: all'articolo, al titolo, ai Savatage... |
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... o ti riferivi ai SAVATAGE? |
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?. Scusa ma non entiendo il nesso. ...forse sei sulla pagina sbagliata? |
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È un po' come uscire con una vecchia amica, che hai sempre considerato bruttina ma simpatica, e dopo averle tolto i vestiti accorgersi che invece è una gran patatona. |
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... ormai lo aspettavamo tutti il pesce d'Aprile, però Metal Shock ha ragione, l'articolo è inusuale. Focus/Raven ci illumina scientificamente su ciò che, + o -, noi tutti sapevamo già. Solo che il mio circuito non si disattiva quando mi capita di ascoltare robaccia, ma va decisamente in bestia. Mi capita fin da quando ero bambino, al punto che mia madre mi raccontò che dovette smettere di ascoltare la radio a causa mia. Invece pensavo che i melomani (ho dovuto cercare il significato di questa parola!) razzisti della Hard Music fossero in via di estinzione, visti i tempi che pensavo + maturi; invece l'altra sera ho visto quel tipo che fa la trasmissione i miei vinili su rai 3 (che mi capita talvolta di guardare x imparare qualcosa), che sarebbe uno che di musica se ne intende abbastanza, ma che invece rabbrividisce al suono di una chitarra distorta e classifica come robaccia il genere + Hard. Non lo ha detto, ma le sue espressioni erano fin troppo eloquenti. Ho raccontato di questo tizio xchè, quando ho letto dei melomani razzisti appunto, mi è subito venuto in mente l'efferato disgusto dipinto sul suo volto. Ma anch'io sono un melomane razzista, anzi, musicalmente mi sono sempre definito addirittura un nazista, proprio a causa della mia profonda intolleranza verso ciò da cui l'istinto mi allontana. Non aggiungerò nulla all'articolo, ma volevo condividere con voi questi pensieri, forse x essere + consapevole del fatto che non sono solo io, a non avere simpatia x tutti questi fenomeni che hanno contribuito a ghettizzarci, facendoci forse, indirettamente, anche un favore. |
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A parte che è uscito il 2 e non può esserlo , evidentemente quelli degli altri anni sono stati così riusciti da far sospettare anche degli articoli normali |
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Quest'anno il pesce d'Aprile consisteva nel non farlo. |
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Ho iniziato a leggere poi mi sono perso.....ed ho guardato il calendario... |
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