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21/03/24
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AGGLUTINATION FEST - Chiaromonte (PZ), 17/08/2019
22/08/2019 (3873 letture)
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Appuntamento fisso delle estati metalliche del Sud Italia, l’Agglutination Fest taglia quest’anno il traguardo delle venticinque primavere. Un risultato che in pochi avrebbero pronosticato dopo la sua prima edizione, che testimonia la pervicace cocciutaggine con cui l’organizzazione porta avanti una manifestazione che non ha rivali italiani in termini di pedigree e tradizione. Ecco come sono andate le cose stavolta.
LO STANDARD DI CHIAROMONTE Superata la tutto sommato non eccessiva fila ai traghetti ed archiviato ormai da tempo il ricordo di una SA-RC più simile ad un girone dantesco che ad un’autostrada, giungiamo regolarmente a Chiaromonte nel primo pomeriggio. Come sempre ancora poca gente a stazionare davanti all’ingresso e atmosfera standard, ossia estremamente rilassata. Una volta dentro e dopo aver salutato i vari colleghi appartenenti alle diverse testate accreditate (anche in questo caso al Fest vige un clima di grande collaborazione ed affiatamento) notiamo immediatamente come il palco si presenti ancora meglio rispetto agli altri anni sopra tutto in termini di copertura, adesso completa e capace di riparare artisti ed attrezzature anche in caso di pioggia. Il tempo passa e una volta aperti i cancelli la gente comincia ad affluire. Quando è il momento di cominciare, le presenze sono un po’ più di quanto di norma riservato alla band di apertura.
SCREAM BABY SCREAM Sono passati ben sette anni da quando avevo avuto modo di vedere questo gruppo al Total Metal. In quella occasione la band, pur essendo stata oggetto di un trattamento inspiegabilmente ostile da parte del pubblico, aveva dimostrato carattere e professionalità ed ero abbastanza curioso di rivederla. Meglio accolti da un’audience sparuta, ma dai numeri accettabili e migliori del solito in rapporto all’orario, anche stavolta gli Scream Baby Scream hanno offerto una buona prova, presentando un Horror Metal di un certo impatto. I momenti musicalmente migliori del concerto, discretamente apprezzato dal pubblico, ma reso frammentario da alcuni problemi tecnici, sono da individuare in Garden of the Stones e Scream Baby Scream ‘Till Death. Purtroppo, non sarà l’unico gruppo a soffrirne, dato che qualche "impiccio tecnico" colpirà quasi tutti.
SETLIST SCREAM BABY SCREAM 1. Garden of the Stones 2. Make Your Choice 3. Curtain of Blood 4. Mouth of Madness 5. Scream Baby Scream Till Death
THE BLACK Posizionati forse troppo in basso in scaletta rispetto al valore storico del gruppo, sono i The Black di Mario Di Donato a salire sul palco per secondi. Formazione a tre, pochi fronzoli e tanta carne al fuoco per una realtà musicale che affonda le sue radici in una tradizione antica e piena di fascino. L’uso del latino porta valore aggiunto a composizioni visuali - Di Donato, per chi non lo sapesse, si occupa anche di pittura - e di grande atmosfera che, probabilmente, avrebbero reso di più se eseguite la sera e sopra tutto senza interruzioni tecniche. Nonostante questo, i The Black sono stati in grado di coinvolgere la gente in particolare con Lupi Fortes, Castrum Pesculum (una composizione dai forti accenti storici) e con la conclusiva Cerbero. Buona la risposta della gente, con i musicisti che lasciano il palco apparentemente soddisfatti.
SETLIST THE BLACK 1. Museum 2. Lupi Fortes 3. Mala Tempora 4. Necrofobia 5. Castrum Pesculum 6. Immota Manet 7. Cerbero
CARTHAGODS Molta curiosità per la band africana che già avrebbe dovuto calcare le assi del palco dell’Agglutination qualche anno fa, ma fu poi fermata da problemi di visto e dovette rinunciare. Forti di una formazione live che prevede la presenza pesante di Timo Somers dei Delain, i Carthagods hanno sorpreso molti degli astanti. I cinque hanno presentato un set basato su un Heavy abbastanza melodico, ma caratterizzato da forti accenti Epic e da passaggi molto più ruvidi, che hanno indotto molti ad avvicinarsi al palco per seguirli meglio. Pezzi come Whispers From the Wicked e The Monster in Me non sono affatto male e la presenza on stage del gruppo è sicura e professionale. Per gli appassionati del genere una band da appuntare sul proprio taccuino. Terminato il loro spazio, arriviamo ai calibri pesanti del festival.
SETLIST CARTHAGODS 1. Whispers From the Wicked The Devil’s Dolls Memories Of Never Ending Pains The Monster in Me
STRANA OFFICINA E’ stato bello il concerto della Strana? No, di più. Presenti a Chiaromonte senza Dario Cappanera, impegnato col suo lavoro di skipper e sostituito dall’ottimo Denis Chimenti, la Strana Officina ha semplicemente mostrato a tutti cosa significhi attitudine e dedizione al metal. Chimenti, come detto, non ha fatto rimpiangere il titolare alla sei corde; Rolando Cappanera ha pestato come un forsennato per tutto il tempo; Enzo Mascolo ha dominato il palco col suo basso e Bud Ancillotti ha governato lo spettacolo come meglio non avrebbe potuto. Oltretutto mostrando una forma vocale assolutamente invidiabile. Pubblico incitato e chiamato a più riprese a "battere il martello" durante le esecuzioni di pezzi vecchi e nuovi (e la gente ha risposto con il primo, vero sbattimento davanti al palco), con Law of the Jungle, title-track del nuovo album, a mostrare cosa la Strana sia ancora in grado di fare e canzoni più che storiche come Sole, Mare, Cuore; Non sei Normale, Viaggio in Inghilterra e Metal Brigade a scaldare i cuori. Momenti toccanti si sono vissuti con Autostrada dei Sogni e la dedica a chi non c’è più. L’essenza del Rock-Metal piazzato su un palco.
SETLIST UFFICIALE STRANA OFFICINA 1. King Troll 2. Profumo di Puttana 3. Sole, Mare, Cuore 4. Law of the Jungle 5. Non Sei Normale 6. Autostrada dei Sogni 7. Viaggio in Inghilterra 8. Metal Brigade
CARPATHIAN FOREST Altro gruppo molto atteso quello dei Carpathian Forest, che però ha almeno parzialmente deluso le attese. Presenza scenica non più che media, qualche spunto qua e là, ma show piuttosto piatto in particolare all’inizio e con interventi musicali di armonica decisamente poco efficaci che ne hanno accentuato la discontinuità. Pezzi che scorrono coinvolgendo fino ad un certo punto (All my Friends are Dead!; Ancient Spirits of the Underworld; Morbid Fascination of Death; When 1000 Moons have Circled; It's Darker Than You Think quelli resi meglio), tanto marciume - in questo senso chiara una certa attitudine, che però non basta a salvare il complesso dello show - e una versione di A Forest dei The Cure che non ha aggiunto nulla all’originale, svuotandola anzi delle sue caratteristiche stranianti ed è risultata al più piacevole. Non esattamente la sensazione che un brano del genere dovrebbe trasmettere. Mestiere tanto, ma uno spettacolo che è sembrato più fumo che vero arrosto, con la band che almeno a tratti è apparsa svolgere il suo compito come da contratto e la mancanza di Sadomasochistic ad aumentare la sensazione di incompletezza offerta dallo show dei norvegesi.
SETLIST UFFICIALE CARPATHIAN FOREST 1. INTRO - Through Fever Flames 2. Carpathian Forest 3. Through Self Mutilation 4. The Beast in Man – Origin of Sin 5. Likeim 6. All my Friends are Dead! (Turbo) 7. Ancient Spirits of the Underworld 9. Knokkelmann 9. Morbid Fascination of Death 10. Bloodcleansing 11. A Forest (The Cure cover) 12. Mask of the Slave 13. When 1000 Moons have Circled 14. I Am Possessed 15 He’s Turning Blue 16. Rock’n’Roll Gloryhole 17 It’s Darker Than you Think 18. Suicide Song 19. Outro – Old House on the Hill
DEATH ANGEL Un massacro! Un fottuto massacro totale senza prigionieri. Ecco a cosa hanno assistito gli spettatori del live set dei Death Angel. Thrash metal allo stato brado e della migliore qualità suonato da gente su piazza da troppi anni per non essere in grado di fornire una resa dal vivo che definire ottima è sicuramente riduttivo. Da Thrown to the Wolves a Kill as One non c’è stato un momento di respiro, solo pura esaltazione di tutti gli stilemi del Thrash metal e pubblico che l’ha celebrata fisicamente come dovuto. Una corsa priva di freni inibitori attraverso la carriera dei ragazzi di San Francisco che ha messo in bella mostra la loro gioia di essere davanti al pubblico di Chiaromonte (sensazione trasmessa peraltro anche nel backstage) e di suonare per la gente che era convenuta all’Agglutination. Momenti di esaltazione con Claws In So Deep; Father of Lies; The Dream Calls For Blood e finale clamoroso con Kill as One. Una canzone che dopo trentadue anni è sembrata la stessa mazzata sui denti che era apparsa nel 1987, una qualità non da poco. Se non li avete ancora visti ed avete "bucato" questo festival, avete perso una grande occasione: quella di vedere all’opera una band vera, che suona maledettamente bene la musica che ama e riesce perfettamente a riversare tutta la sua energia sulla gente.
SETLIST UFFICIALE DEATH ANGEL 1. Thrown to the Wolves 2. Claws In So Deep 3. Voracious Souls 4. Father of Lies 5. The Moth 6. Seemingly Endless Time 7. The Dream Calls For Blood 8. TUV/The Pack 9. Humanicide 10. Kill as One
NAPALM DEATH E siamo al clou della serata. Passano gli anni, ma i Napalm Death restano sempre fedeli a loro stessi, come è giusto che sia in casi come questo. L’unica volta che avevo avuto la possibilità di vedere il gruppo… non lo avevo visto, dato che la loro presenza al famoso Sikelian Hell Fest pluri sabotato da Chiesa e istituzioni, mi aveva consentito solo di intervistarli e di mangiare qualcosa con loro, ma non di ascoltarli. Dal vivo, le classiche composizioni convulse della band vengono rese ancora più schizoidi dalle tipiche movenze da invasato da parte di Mark "Barney" Greenway, il quale per essere ridotto almeno un secondo all’immobilità dovrebbe solo essere abbattuto. Ed anche così non ci sarebbe da giurarci. Forsennato anche Shane Embury e micidiali gli altri due. Un set nevrastenico il loro, basato sul tipico Grindcore venato di influenze HC/Punk ibridate col metal vero e proprio, col contorno di prammatica. Il nostro grazioso (ex?) ministro dell’interno è stato infatti gratificato di un’indicazione precisa su dove dovesse andare. Setlist lunga favorita dalla durata contenuta di molti pezzi, anche questa assolutamente tipica dello stile e migliori momenti vissuti a cavallo delle esecuzioni di Practice What you Preach; Continuing War on Stupidity; Suffer the Children; Standardization; Scum; Persona Non Grata, ma sopra tutto durante la cover di Nazi Punks Fuck Off dei Dead Kennedys, debitamente presentata. Qualche bestemmia assolutamente gratuita da parte di qualcuno del pubblico e qualcun’altra più comprensibile proveniente direttamente dal palco a causa ancora di qualche piccolo intoppo tecnico, hanno fatto da corona al concerto. Gente che sfila via soddisfatta dopo la chiusura in bellezza con Smear Campaign e venticinquesima edizione dell’Agglutination Fest che passa agli archivi con buona pace dei detrattori.
SETLIST UFFICIALE NAPALM DEATH 1. Multinational Corporation 2. It’s a M.A.N.S. World 3. Smash a Single Digit 4. (On the) Bring of Extinction 5. Practice What You Preach 6. Continuing War on Stupidity 7. Greed Killing 8. Suffer the Children - The Code is red... Long Live the Code 9. Unchallenged Hate 10. Cesspits - Inside The Torn Apart 11. Standardisation 12. Scum 13. Life? 14. Deceiver 15. The Kill 16. You Suffer 17. Dead 18. Nazi Punks Fuck Off (Dead Kennedys cover) 19. Persona non Grata 20. Smear Campaign
NIENTE SERPENTI IN BASILICATA Venticinque anni sono tanti in generale, figuriamoci per un festival Metal, per di più ubicato al Sud Italia e non certo in un grosso centro. Eppure, l’Agglutination non sembra affatto risentire dello scorrere degli anni e continua a contare su uno zoccolo duro di irriducibili ed appassionati partecipanti. Questi non garantiranno numeri elevatissimi in senso assoluto o paragonabili ai grossi eventi esteri, tuttavia non solo consentono alla manifestazione di andare avanti, ma una volta aggregati (pardon: agglutinati) formano una specie di famiglia che ogni anno si ritrova a Chiaromonte, così come quelle normali si ritrovano per le feste comandate a casa del patriarca. Ammesso che sia giusto fare classifiche - definizione da prendere decisamente tra virgolette, visto che poco hanno a che vedere con lo spirito del metal - l’edizione 2019 dell’Agglutination passa alla storia con due vincitori netti ed una piacevole scoperta. I Carthagods per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, Strana Officina e Death Angel per quanto attiene al primo. Tutte le altre band e con la sola riserva espressa sui Carpathian Forest, hanno comunque mantenuto le attese. Purtroppo, alcune esibizioni sono risultate frammentarie a causa di problemi tecnici che hanno penalizzato in particolare i due gruppi di apertura, ma le cose sono andate alla fine come previsto, cogliendo il risultato che il Festival in questione si pone da sempre: agglutinare la gente e farla sentire parte di qualcosa di bello, aggregante e pacifico. Ed ancora una volta, appena terminata questa kermesse e dato appuntamento a tutti per l’edizione successiva, si cominciano a contare i giorni che separano dal prossimo appuntamento coi familiari di cui sopra. Niente parenti/serpenti in Basilicata, solo la gioia di rivedersi per bere qualcosa, chiacchierare, ridere e vivere la musica insieme. United we stand, ancora una volta.
Foto a cura di Carmelo Currò.
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grande concerto e buona organizzazione. vorrei sapere se ci sarà il dvd e come ordinarlo. |
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"È TROPPO PALESE IL TUO ATTEGGIAMENTO CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA REALTA' MA E' CONTRO A PRESCINDERE" !! Direi perfetto! Troppo giusto! Valrebbe per tanti, quando qualcuno non sa di cosa stia parlando in musica, nel metal, o rock o addirittura in etica sociale, vero? Ma soltanto andare contro a prescindere. Si fa spesso figure barbine traballanti, dopotutto diversi soggetti di metallized, ma non tutti, non sono di questa realtá musicale e del nostro mondo, soprattutto gli ultimi soggetti o soggette dell'ultima ora Niente vogliono apprezzare o imparare ma soltanto dividere. Basta anche andare a vedere nelle notizie vecchie dell'agglutination per capire chi ha parlato ingiustamente male di questo fest in modo superfluo o bigotto. E poi lamentarsi allo stesso tempo che in Italia non ci sono eventi di aggregazione musicale, ma si tenta ostacolandone la diffusione. Ormai questo è il piú storico fest metal italiano, quando si ostacola un fest metal, uno o l'altro non ha senso criticare quando c'è metal e ci sono bei nomi, come non ha senso una o l'altra fanzine/webzine "quella è bella o quella è brutta" se tratta sempre della stessa tematica: il metal. È chiaro? Vuol dire altrimenti che questo genere non è il vostro. C'è sempre vanity fair per i farlocchi (cit.) L'unica parentesi che potrei aggiungere io, è ipoteticamente ormai cambiare lo sfondo della spada alla locandina perché non è esclusivamente più un festival che si incentra sul classic metal da come è nato questo fest dalla sua nascita, non solo, ma incentrato su piú realtá e si è allargato in territori anche estremi per aumentarne a più gente di vario pubblico. È stato giusto cosí sempre mettendo nomi di tutto rispetto: Carpathian Forest su tutti. Per non parlare dei sempre irriducibili Napalm Death o i classici The Black nostrani e Strana Officina. Interessandosici ai nomi della prima ora del giorno a essere accolte e a volte nascondono delle interessanti band...nel suo piccolo, nel suo grande...W l'Agglutination. un saluto! \m/ stay metal \m/ stay rock |
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....un applauso all'organizzazione che da anni porta avanti questo progetto.......un esempio da seguire..... |
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Pablo666 all'agglutination in questi 25 anni hanno suonato oltre 100 gruppi underground, è inutile discutere con te, è troppo palese il tuo atteggiamento che non ha nulla a che vedere con la realtà ma è contro a prescindere . Ciao |
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Pablo abbiamo capito che sei profrantic ma questo non ti autorizza a denigrare l agglutination. Mi auguro che il frantic sia il festival del futuro ed arrivi a 25 edizioni e anche più. Preferisco avere tanti festival validi e non che che siano prese di posizioni inutili e guerre fra poveri in un territorio che ha già poco da offrire sotto questo aspetto. Ben vengano più festival underground e non. |
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Io ero al frantic, musicalmente molto valido ma organizzativamente insufficiente |
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il frantic è il festival del futuro, gruppi storici e giusta attenzione ai nomi italiani underground, cosa che all'agglutination non è (quasi) mai successa. |
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Ahimè non ho presenziato al Frantic ma ho quasi sempre vissuto l'Agglutination. Il festival non è esente da pecche ma credo che sia normale, forse solo il Wacken è l'unico festival organizzato alla perfezione (ma parliamo di altri livelli). Se devo muovere delle critiche costruttive a questa edizione dell'agglutination mi sentirei di consigliare un maggior numero di servizi igienici (le file erano davvero lunghe), la possibilità di poter uscire dall'area festival con magari un braccialetto, e magari un attenzione in più ai suoni (la chitarra di sinistra dei carpathian non si sentiva proprio). Per il resto come dice Raven la creatura di Gerardo è davvero una grande festa e un appuntamento di ritrovo annuale dove non si può mancare. Alla fine chi avrebbe scommesso di raggiungere 25 edizioni? forse nemmeno Gerardo stesso. |
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Già Gmf, evitabilissima. Dato che a un concerto metal l'orientamento politico dei fan è abbastanza prevedibile e discutibile |
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penso che Agglutination e Frantic siano due belle realtà che hanno certamente delle distinte peculiarità ma che a mio parere (di semplice spettatore e appassionato) si pestano un pò i piedi. Sono distanti ma non così tanto l'uno dall'altro e però penso che la loro calendarizzazione così ravvicinata e la proposta dello stesso headliner (Napalm Death) abbia finito per farli diventare l'uno l'alternativa dell'altro. Credo siano stati molto pochi quelli che hanno partecipato ad entrambi gli eventi ed è un peccato. Io personalmente avrei tanto voluto vedere i Voivod ma ahimè non posso permettermi di andare ai concerti uno dopo l'altro (purtroppo come pubblico siamo mediamente … diciamo esperti) ed ho fatto una scelta di vicinanza ma anche di cuore per venire all'Agglutination. Capisco perfettamente che la data dell'Agglutination debba necessariamente sfruttare il periodo agostano di maggiore affluenza vacanziera in un territorio ahimè spopolato (ho scoperto che c'è chi si programma le ferie al mare da quelle parti proprio per essere lì al concerto e la trovo una cosa bellissima). E' questa la grande intuizione di Gerardo (e di chi collabora con lui) e secondo me la sua creatura meriterebbe più considerazione da parte di quelli del Frantic, festival attraente ma giovane, che avrebbero potuto calendarizzare il loro evento più distanziato, magari a luglio. Francavilla è dire Pescara, c'ho fatto l'Università , quella è una zona popolosa, forse più viva a luglio che ad agosto (anche loro per le ferie vogliono spostarsi), il Frantic farebbe numeri superiori e così …. anche l'Agglutination. Se si vuole riaccendere un movimento metal al sud e non consegnare le nuove generazioni all'ignoranza musicale c'è bisogno sia dell'Agglutination che del Frantic. Duole ammetterlo ma Jovanotti questo lo ha capito: ha fatto il beach party a Policoro il 13 agosto ed ha programmato per l'inizio di settembre a Montesilvano (farà il pienone, ne sono certo). |
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Non sono stato qui ma al frantic sì e non è proprio esente da pecche alcune anche clamorose (campeggio?) Comunque spero che di questi festival ne nascano a bizzeffe |
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Pablo666 sei libero di dire ciò che vuoi, certamente, ma si vede in modo chiaro che sei in malafede, nutro seri dubbi che te ci sei stato almeno una volta.
Vattene al Frantic, con rispetto per il festival stesso, ma non infangare ciò che noi amiamo e che continueremo a difendere anche con nome e cognome.
Nicola Viola |
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Quindi chi ne scrive oggettivamente, fornendo elementi precisi invece che solo critiche senza riscontri ed osservando le cose anche dietro le quinte lecca fondoschiena? |
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assurdo perchè? bisogna per forza leccare il fondoschiena? ognuno scrive ciò che pensa, o non se pote ? |
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Assurdo davvero leggere alcuni commenti negativi sul festival, io vedo invece da oltre 10 anni che vi partecipo, un clima di festa e di grande piacere, onestamente parlando con centinia di persone partecipanti e bands non ho sentito nessuna lamentela, piuttosto un grande entusiasmo e gioia di un festival che ti fà vivere davvero la musica e le bands con cuore. L'Agglutination non é e non deve diventare un evento immenso ma deve rimanere così come é . Organizzazione perfetta , ottimo suound sempre, mai un disservizio, ma dico io, siate onesti quando criticate perché se lo fate per invidia non state affatto bene. Se l'Agglutination esiste e continua ad andare avanti é perché alla gente piace e ci và, questi sono i fatti a discapito anche di chi ha invidia. Scusate lo sfogo ma la realtà é questa ed é quello che ogni anno si legge dai vari report. Lunga vita al festival e a chi é in malafede invece, continuate a rodere dentro che solo questo vi resta ! |
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Mah, io ero al mio primo anno all'Agglutination e di amatoriale ci ho visto ben poco. Sono stato bene.
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prendete esempio dal Frantic, quello è un fest con le palle |
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death angel ormai alla frutta, bravi ma pezzi nuovi orrendi ... vabbè... napalm death su tutti, strana mitici come sempre. organizzazione del tutto sempre amatoriale, un festival provinciale ma pazienza |
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Death Angel di un'altra dimensione, senza cedimenti, avrei voluto più minutaggio! Bella sorpresa i Carthagods. Napalm Death massicci e perfetti per la chiusura delle danze … con Barney simpaticissimo non banale e grande comunicatore, anche molto signorile direi! E' il 4° Agglutination di fila che faccio e mi metto in fila per il prossimo … Ah, visto che nessuno ne parla, trovo molto gustosi gli stands, soprattutto quelli dei supporti fisici di musica, dove si ritrova la gioia quasi infantile di scartabellare come un tempo tra vinili e cd e scovare pezzi per la propria collezione.
Lunga vita a Gerardo! |
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E' stata una gran bella edizione del festival. Onestamente lo trovo molto "vivibile" e ben organizzato. Sono stato ad alcuni festival al nord Italia (Fosch Fest 2016 ehm ehm) che a volte non riuscivano a gestire l'afflusso di gente maggiore.
Qui, invece, è sempre stato tutto tranquillissimo.
Per le band niente da dire: a me son parse tutte brave, pure i Carpathian Forest, tanto che mi sono pure divertito a fare il trenino durante una delle loro canzoni.
Death Angel micidiali. Napalm Death da una vita volevo vederli e sono contentissimo.
Detto ciò, c'è qualcosa che forse in questo festival non cambierà mai, ed è la scelta delle band. Capisco che i gusti dei metallari meridionali siano rimasti ancorati al passato, ma a me piacerebbe vedere qualche gruppo più moderno, di quelli che stanno scrivendo la storia adesso.
Questo non accadrà probabilmente mai, e se voglio andare a vedere, poniamo, i Darkspace (che già sono considerabili "vecchiotti") devo per forza spostarmi sopra.
E' un problema che non ha a che fare col festival in senso stretto, però, e non mi sento di farne una colpa agli organizzatori.
C'è ancora tanto da lavorare, quaggiù, rispetto a quello che avete sopra...
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anche per me prima volta..e devo dire che i deah angel mi hanno riconciliato col mondo |
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Per me è stata la prima partecipazone all'agglutinatio (non potevo perdermi i death angel) e sono rimasto piacevolmente sorpreso per il clima che si respirava.
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io ci sono andato per Napalm (un po' deludenti per i suoni e per una scaletta che non prevedeva classici come Rise above o Mentally Murdered e non ha annoverato pezzi tratti da Utopia Banished) e Death Angel (perfetti da ogni punto di vista tanto da chiedersi, 30 anni dopo, come mai un gruppo simile abbia raccolto così poco nella sua storia). i Carpathian li conosco poco e nulla, ma devo dire che hanno fatto uno show che era puro black metal nello spirito prima ancora che nella forma, un tributo di un'ora ai numi tutelari del genere (Hellhammer/Celtic Frost e Venom su tutti) e al loro lerciume primitivo, che dovrebbe essere cifra fondamentale di questo genere ma troppo spesso viene sacrificato a un insensato formalismo |
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Bel festival , bel clima di amicizia, true metal ( Death Angel hanno spaccato) e una ottima salsiccia paesana.... Che si vuole di più? Alla prossima |
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L'Agglutination è un Festival da paura, ed è il migliore che c'è in Italia... non ci sono dubbi, non ci sono paragoni con quelle serate che fanno al nord italia, dove la gente va solo per farsi la serata e basta. Mentre qui noi del sud andiamo anche e soprattutto ad ascoltare MUSICA come si faceva una volta! |
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bel report.
Io ci sono andato principalmente per i Carpathian forest: ormai date le condizioni di Nattefrost , la band va così, prendere o lasciare. Rispetto ai video dell'anno scorso comunque però c'è da dire che il frontman è migliorato quanto a prestazioni vocali.
Death Angel vincono a mani basse, Napalm Death solita macchina da guerra ma scaletta un pò discutibile; francamente evitabile la sparata su Matteo Salvini, dato che per quanto attiene alle ideologie anti-global anti-elite dei Napalm in italia a livello politico c'è chi ha fatto MOLTO peggio.. |
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....che bel concerto.....napalm Death ....Death angel e strana officina....... e' un festival metal di gran qualita'..... |
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Concordo in tutto, grande Gerardo e aspetto con ansia la prossima edizione. Anche io sono rimasto molto deluso dai carphatian, natterfrost non c'è la fa proprio. |
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