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LEPROUS - Oltre i confini del prog
24/10/2019 (1531 letture)
I Leprous sono pronti a tornare sul mercato con il disco più ambizioso della loro carriera. Se con il precedente Malina si era sentito un inizio di cambiamento, è con Pitfalls (qui la recensione) che i norvegesi si preparano a superare le barriere del prog in senso stretto. Abbiamo scambiato due chiacchiere con il cantante Einar Solberg e abbiamo parlato del disco, di come si può affrontare un periodo buio della vita e di com’è importante seguire il proprio istinto per non rimanere ancorati ad un genere fisso.

Pez: Prima di parlare di Pitfalls avrei un paio di domande sui due singoli che avete diffuso. La prima domanda riguarda Below, qual è il significato del video e cosa lo lega alla canzone?
Einar Solberg: Below principalmente riguarda l’avere un "qualcosa" che cresce dentro di te, sono emozioni e sentimenti che conosci, ma che non vuoi affrontare. Loro continuano a crescere, che tu lo voglia o no e tu fai finta che non ci siano, ma ovviamente sai che sono presenti. Il fumo nero del video sono quelle emozioni. Sì, sono quelle emozioni il tema generale di quella canzone: tu sai che sta per arrivare qualcosa di cattivo, che non vuoi affrontare.

Pez: La seconda è su Alleviate, mi ha molto colpito il testo. Di cosa tratta la canzone? Penso che riguardi i sentimenti che hai espresso nella domanda precedente
Einar Solberg: Sì, riguarda l'accettazione della presenza di queste emozioni e che non c'è niente da fare per combattere la tua depressione e le tue brutte emozioni. Tu accetti che sono una parte di te e farlo è il modo giusto per combatterle, perché tu stai facendo pace con loro, stringi amicizia con loro, facendolo tu le stai spingendo lontano da te.

Pez: Ho letto su internet ed è una cosa che ho notato anche io, che la vostra musica, a partire dal vostro ultimo album Malina, sia molto più easy-listening ed molto più concentrata sulla tua voce. Concordi? È una scelta del gruppo?
Einar Solberg: Intendi Pitfalls confrontato con Malina?

Pez: Sì
Einar: Ok. Beh, dipende da dove provieni musicalmente. Per molte persone può essere easy-listening, mentre per altre può non esserlo assolutamente. Per una persona che si aspetta un album prog metal non è così easy-listening, perché non è un disco prog metal (ride, NDR). Per una persona opposta invece può essere facilmente ascoltabile. Penso che, in generale, il disco non sia easy-listening, perché è un disco molto versatile che copre diversi piani ed emozioni. Sì, direi sì e no.

Pez: Nei dischi, tu osi molto con la voce, non hai paura di non essere capace di replicare le tue parti vocali duranti i concerti?
Einar Solberg: No no, sono tranquillo, provo molto spesso, a meno che non abbia il raffreddore o qualcosa di peggio. Forse sarà un problema quando diventerò più vecchio, ma per ora è ok.

Pez: Parliamo di Pitfalls, ancora una volta avete collaborato con David Castillo. Quanto importanti sono le sue idee e il suo supporto?
Einar Solberg: Intendi quanto David influenzi il risultato?

Pez: Sì, come lavorate…
Einar Solberg: In pratica, siamo io e David insieme durante tutto il processo in studio. È la persona che ho visto di più durante tutto l'anno, abbiamo speso veramente un sacco di tempo insieme durante la produzione. David è un ragazzo molto alla mano e tranquillo, mentre io sono un uomo con una forte opinione. Nonostante ciò lavoriamo e abbiamo lavorato molto bene. È un produttore che è tremendamente onesto riguardo le idee, ma lo dice in una maniera cortese. Io e lui siamo un ottimo team nel produrre in studio. Lui ha la conoscenza tecnica e la pazienza di sentire ciò che hai in mente, mentre io sono pieno di pazze idee che lui sta ad ascoltare. È una buona combinazione.

Pez: Come si è svolto il processo di songwriting? Pitfalls esce a due anni di distanza da Malina e nel mentre c'è stato il tour di supporto a quest'ultimo. Avete lavorato su delle idee precedenti oppure vi siete messi subito a lavoro terminato il tour?
Einar Solberg: In realtà è stato un processo iniziato scrivendo Below, praticamente una volta terminato il tour a supporto di Malina: non avevo in mente una data precisa per iniziare, è stato tutto molto spontaneo, ho scritto molto in fretta e le idee sono venute subito. Per le altre canzoni non ho seguito un procedimento standard, per questo è una domanda difficile cui rispondere. Per alcune canzoni non ho subito il testo pronto. In generale viene prima la musica e successivamente le parole. Ancora prima delle parole, ho già in mente i vocalizzi, preferisco avere le parole che si adattano ai vari vocalizzi che ho intenzione di realizzare e non l'opposto, quindi è un processo molto aperto per tutto il tempo.

Pez: Esiste un concept in Pitfalls che lega tutti i brani? O i testi sono più focalizzati sui vostri temi principali come il dolore o la sofferenza?
Einar Solberg: Non è il tipico concept album. Tratta di un periodo della mia vita in cui ero depresso, durante una gran parte del processo di scrittura del disco, il che lo rende un album diverso rispetto agli altri perché durante questo periodo sono riuscito a trovare più facilmente le lyrics dei brani (una volta terminato il songwriting) e a uscire da questo periodo buio. È stato un argomento veramente naturale su cui scrivere.

Pez: Per supportare il nuovo disco sarete insieme ai The Ocean Collective e ai Port Noir, due band differenti che suonano due differenti tipi di prog. Cosa pensi di queste due band?
Einar Solberg: È veramente importante per noi rimuovere barriere, penso che ci siano troppe barriere nella scena musicale oggigiorno, voglio avere più varietà. Quando vado ad un concerto non voglio vedere tre gruppi della stessa specie, voglio un'esperienza diversa da ciascuna band. Mi piace anche vedere diversi tipi di pubblico ai concerti. I The Ocean sono in giro da parecchio tempo, sono famosi nella scena post-metal, il che li renderà interessanti, e poi abbiamo i Port Noir che sono un nuovo tipo di gruppo che fa colpo. Possono anche essere visti come dei "bugiardi" nella scena prog e questo è una cosa che ci accomuna, perché sono nella scena senza essere prog, un po' come noi.

Pez: La copertina del disco, curata da Elicia Edijanto, mi ha catturato, quindi sono andato a cercare altri suoi lavori. Fui molto impressionato dai suoi quadri in bianco e nero che includono animali e uomini. Come siete entrati in contatto con lei? E cosa lega Pitfalls alla copertina?
Einar Solberg: Ho sentito parlare di lei mentre stavamo facendo un brainstorming riguardo alla copertina del disco. Avevamo diverse idee sul tavolo quando il nostro bassista (Simen Børven , NDR) mi ha fatto vedere il suo profilo Instagram e ricordo che mi piacque molto. Quando ci accorgemmo di essere in ritardo sulle ultime cose, ricordo che cercai il suo nome su Google e scoprii la copertina ed ero molto: "Wow, sarebbe perfetta per il nostro album". Abbiamo questa figura che può rappresentare serenità, il ragazzo col flauto per me rappresenta i pensieri e le emozioni che suonano nelle tue orecchie. Nonostante i pensieri ci saranno sempre, sta a te il modo con cui relazionarti con essi, penso che questa idea si sposi bene con il tema del disco.

Pez: Voglio chiederti, come suonerà musicalmente Pitfalls rispetto alla tua discografia? Immagino che sarà molto differente rispetto ad un Bilateral
Einar Solberg: Certo, per noi anche Malina è molto diverso da Pitfalls; ormai Bilateral si può considerare come una vita fa, non voglio ricordare il modo in cui eravamo come persone durante quel periodo. Per me è una cosa molto distante. L'unico modo in cui mi relaziono con album come Bilateral sono le canzoni che rimangono e certamente alcune le suoniamo tuttora durante i concerti. Come band siamo quel tipo di gruppo che segue il proprio "flusso" e direzione. Penso che non ci sia uno specifico Leprous-sound, ci sono aspetti veramente differenti in ciascuna canzone: The Congregation è differente da Bilateral e Bilateral è differente da Pitfalls eccettera. È una parte di eredità che abbiamo lasciato: quei dischi rimangono per tutti quelli che vogliono ascoltarli, ma Pitfalls rappresenta ciò che siamo ora. Non so se saremo ancora così fra dieci anni, ma ora ci rappresenta.

Pez: Sei soddisfatto del percorso che avete creato e della strada che state percorrendo?
Einar Solberg: No, penso che tutto quello che abbiamo fatto sia orribile (ride, NDR). Scherzo, non pubblicheremmo niente che non ci soddisfi. Sì, siamo veramente soddisfatti di dove stiamo andando, musicalmente continueremo a seguire questo percorso che stiamo facendo, senza che nessuno si intrometta. Alcune persone rimangono sempre sulla stessa strada, ma non siamo loro, vedremo dove ci porterà.

Pez: Perfetto, io ho finito con le domande. Se vuoi dire qualcosa ai nostri lettori sei libero di dire ciò che vuoi.
Einar Solberg: Non vedo l'ora di tornare in Italia, passeremo da voi verso novembre. Non vedo l'ora.

Pez: Grazie mille
Einar Solberg: Grazie a te e stammi bene.



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