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LOUD & PROUD FEST - Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 09/11/2019
14/11/2019 (1250 letture)
Si tratta di una sorta di dovere morale per noi che ancora ci teniamo; come direbbero gli headliner di questa serata, è una questione di fede da difendere, poco importa se minoritaria e scarsamente considerata. Ecco dunque che ogni evento organizzato da italiani, dedicato all’heavy metal italiano, per il pubblico metal italiano, andrebbe onorato senza alcun indugio, almeno da parte nostra che ci riteniamo fans sfegatati. Vi presentiamo così la prima edizione del Loud & Proud Fest, festival promosso dall’omonima webzine svoltosi allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, un circolo che si sta prepotentemente prendendo un’importante fetta del “mercato” di settore con vari nomi importanti passati su questo palco. Ve la presentiamo “monca”, purtroppo, poiché non abbiamo avuto la possibilità di assistere alle prime due esibizioni, vale a dire Chaos Factory ed Aether Void, due combo che comunque conosciamo e apprezziamo da tempo.
Nell’esatto momento in cui ci accingiamo ad entrare nel locale, situato in piena zona industriale e quindi al riparo da orari notturni da rispettare tassativamente, sul palco attaccano le prime inconfondibili note di Aces High; se il buongiorno si vede dal mattino, sarà dunque una serata da ricordare a lungo. A coverizzare i Maiden sono gli Skeletoon, gruppo nato proprio come cover band degli Helloween nel 2007 e poi evoluto verso una propria personalità, rimanendo chiaramente nell’ambito power. I ragazzi guidati dal frontman Tomi Fooler stanno terminando il proprio set, fortunatamente abbiamo il piacere di assistere subito all’apparizione/esibizione di Morby in persona, ospite del gruppo live, come sul nuovo disco They Never Say Die, nella potente canzone I Have the Key; non anticipiamo nulla sul frontman dei Domine perché un’oretta e mezza più tardi sarà il protagonista assoluto della scena.

DRAKKAR
Ci piazziamo sul piano superiore del locale, dove possiamo gustarci l’imminente show dei Drakkar comodamente seduti sui divanetti: alle nostre spalle è presente anche un ricco buffet dal quale il mitico Daniele Ancillotti non si fa problemi ad attingere, tra una foto e l’altra con i presenti, mentre il già citato vocalist dei Domine, seduto praticamente accanto al sottoscritto, è accompagnato da una graziosa fanciulla che riprenderà con videocamera dall’inizio alla fine il suo set. Ma bando alle ciance, il combo power milanese ha già iniziato a mostrare gli artigli con Black Sails e Chaos Lord, composizioni eseguite alla grande da tutti i componenti ma una menzione d’onore va a Davide Dell’Orto e Dario Beretta, rispettivamente cantante e chitarrista dell’act: il primo si scusa in principio per dei presunti problemi di voce, condizione che all’atto pratico non è stata percepita giacché il Nostro ha “performato” alla grande, mentre il secondo avrà suonato con la felicità ancora viva nel cuore dopo la nascita della sua primogenita, ergo oltre i complimenti gli facciamo tanti auguri. Non si arriva al centinaio di persone assiepate sotto il palco ma l’atmosfera di festa è ben tangibile, giustificata, oltre che per l’indubbia bravura del gruppo, per l’attesa del nuovo capitolo discografico che vedrà la luce ad inizio 2020 e dal quale sono qui proposti due ottimi estratti. C’è tempo anche per commemorare l’importante anniversario del crollo del Muro con le note di Revenge is Done; su quelle dell’ormai classica Dragonheart invece i Drakkar si accingono a lasciare il palco ad un combo che possiamo definire tranquillamente “storico”, ma la loro esibizione non sarà dimenticata facilmente dagli astanti.

SETLIST DRAKKAR
1. Black Sails
2. Chaos Lord
3. Pure of Heart
4. Nebula
5. Revenge is Done
6. We Ride
7. Run with the Wolf
8. Invincible
9. Dragonheart


DOMINE
Vinciamo la pigrizia e scendiamo anche noi “nel pit” per rendere omaggio a due band stratosferiche, senza nulla togliere a quelle che le hanno precedute. La prima delle due si chiama Domine e non ha bisogno di presentazioni, così come non abbisogna di alcun introduzione l’album Dragonlord (Tales of the Noble Steel) che la compagine fiorentina proporrà per intero, ad eccezione di Blood Brothers Fight, in occasione del suo ventesimo genetliaco. Ed in effetti Morby ci avvisa quasi subito, segnatamente un attimo prima di attaccare con Last of the Dragonlords (Lord Elric’s Imperial March), che alcuni pezzi di tale release non venivano effettuati dal vivo da un ventennio esatto, il che depone assolutamente a loro favore grazie ad una prestazione ai limiti della perfezione. Dalla voce del lungocrinito fino al drumming di Stefano Bonini e i colpi dei fratelli Paoli, è un avventura che si dipana attraverso i soliti tratti epici e bellicosi che hanno fatto gioire molti durante gli ultimi anni 90: il ritornello dell’opener Thunderstorm (nostra canzone preferita dell’intera discografia dei Domine), l’acuto finale di Defenders, il ritmo ultra-serrato di True Believer, tutti elementi che si fondono formando il trademark della casa e guadagnandosi la pagnotta. 70 minuti scorrono in un amen, la scaletta comprende anche due estratti da Stormbringer Ruler e l’attacco frontale della già citata facente parte di Emperor of the Black Runes; insomma, non avendo nuovi lavori da promuovere si è scelto di andare sul sicuro e la risposta è stata più che positiva. Per completare in bellezza la serata mancano i decani del metal italiano che, puntualissimi, salgono sul palco alle 23.30.

SETLIST DOMINE
1. Thunderstorm
2. The Hurricane Master
3. Last of the Dragonlords (Lord Elric’s Imperial March)
4. The Battle for the Great Silver Sword
5. The Ship of the Lost Souls
6. True Believer
7. Uriel, The Flame of God
8. Dragonlord (The Grand Master of the Mightiest Beasts)
9. The Ride of the Valkyries
10. Defenders


STRANA OFFICINA
Sin dalle prime occhiate in giro si percepiva qualcosa di strano: avevamo già visto tre quarti della formazione livornese aggirarsi all’interno dello Slaughter, all’appello però mancava Enzo Mascolo e la cosa era sospetta. Saliti sul palco ed eseguita immediatamente l’immarcescibile opener King Troll, è lo stesso Bud ad annunciarci la defezione del bassista a causa di un lutto molto importante (la madre); ce ne crucciamo e facciamo le nostre condoglianze ad Enzo ma, al tempo stesso, gioiamo nell’aver conosciuto il suo sostituto e le sue doti, vale a dire Denis Chimenti (già presente durante le date estive al posto di Dario) nelle doppie vesti di chitarrista/bassista. Cosa dire ancora, dopo quasi quarantacinque anni di attività, migliaia di km macinati e attestati di stima da tutta la Penisola e non solo? La Strana è un’istituzione, non si può discutere, lei e i suoi componenti sono un tutt’uno che rappresenta al meglio l’heavy e la passione per un sogno, quello dell’Autostrada cantato verso la fine del concerto nel tripudio generale o quello per la Musica, quella vera. La scaletta, inizialmente progettata per farci risentire interamente il vecchio Rock’n Roll Prisoners per il trentennale, viene obtorto collo modificata per sopperire alla mancanza del quattro corde di Mascolo; ecco quindi che le storiche Guerra Triste e War Games, quest’ultima ripetutamente richiesta da qualcuno nelle prime file, sono sacrificate in favore dell’altrettanto amata Profumo di Puttana e della nuova Il Buio Dentro. Il risultato è comunque di alto livello, il medley Black Moon – Burnin’ Wings è da infarto ieri, oggi e domani, Viaggio in Inghilterra rievoca tempi spensierati ormai andati e Difendi la Fede è una dichiarazione d’intenti abbastanza definita e scevra da interpretazioni strane; al termine di Non sei normale c’è spazio per il solito assolo dietro le pelli della macchina da combattimento chiamata “Rola” mentre Dario e le sue rasoiate, unite all’esuberanza stilistica che da sempre lo contraddistingue, sono una sicurezza per tutti noi affezionati. Se a ciò aggiungiamo il vocione del vecchio Ancillotti che ancora regge, beh, c’è solo da levarsi il cappello ed essere fieri di trovarsi qui, di partecipare a serate come questa del Loud & Proud Fest dove Passione è la parola d’ordine inderogabile. Ben fatto.

SETLIST STRANA OFFICINA
1. King Troll
2. Profumo di puttana
3. Rock’n Roll Prisoners
4. Kiss of Death
5. Falling Star
6. Don’t Cry
7. Black Moon – Burnin’ Wings (medley)
8. Law of the Jungle
9. Il Buio dentro
10. Non sei normale
11. Autostrada dei sogni
12. Viaggio in Inghilterra
13. Difendi la fede



Warrior63
Venerdì 15 Novembre 2019, 6.16.33
10
Di giovani ne ho visti pochini... Più vecchi spelacchiati come me
Daniele
Venerdì 15 Novembre 2019, 0.40.51
9
Con la serata di sabato e la 3 volta che vedo la strana. Che dire micidiali poi un chitarrista come cappanera. Mah qcosa di incredibile. Meriterebbero più successo senza dubbio
Nòesis
Giovedì 14 Novembre 2019, 23.16.34
8
Sì, sicuramente preponderanza di over 30
tino
Giovedì 14 Novembre 2019, 21.53.37
7
Visto i nomi coinvolti parlerei più che altro di over 40
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 14 Novembre 2019, 18.01.03
6
Purtroppo non c'è nulla da fare. Era cosi 20 anni fa e adesso non solo non è cambiato niente, il poco pubblico è spesso lo stesso di allora... posso chiedere ai presenti se l'età media era ... ehm... diciamo over30?
Nòesis
Giovedì 14 Novembre 2019, 17.11.53
5
Favorevole al motto "pochi ma buoni"? Io lo dico più per le band stesse che per noi, se lo meriterebbero anche in termini di guadagno
ObscureSolstice
Giovedì 14 Novembre 2019, 16.02.56
4
Ben altra partecipazione popolare dici Nóesis? Nono, meglio che stiano sempre cosí
Nòesis
Giovedì 14 Novembre 2019, 12.04.07
3
Concordo in toto, nomi di questo spessore meriterebbero ben altra partecipazione popolare.
Warrior63
Giovedì 14 Novembre 2019, 10.26.57
2
Presente ed in prima fila... Bellissima serata e bravissimi tutti... Ma mi chiedo... Se non si va a concerti simili con ottime band.. Ad un costo non eccessivo.. Voglio dire.. Nomi storici.. E eravamo 4 gatti...
Mauro Paietta
Giovedì 14 Novembre 2019, 8.01.40
1
Bel report e sicuramente bella serata, Drakkar, Domine e Strana Officina sono ottime realtà nostrane!
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14/11/2019
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LOUD & PROUD FEST
Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 09/11/2019
 
 
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