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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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STORM{O} + CRONAUTA + MAERAIA - La Tenda, Modena, 16/11/2019
19/11/2019 (1033 letture)
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Gli Storm{O} tornano ad un anno esatto sul palco de La Tenda di Modena per presentare Finis Terrae, il nuovo e acclamato disco che i ragazzi di Feltre hanno pubblicato nel corso di quest'anno. Prima di loro due realtà della bassa modenese che già dai primi minuti affollano il palco del locale. Nell’attesa, sotto la pioggia, prima dell'apertura delle porte faccio la conoscenza di due ragazzi tedeschi venuti ad assistere al concerto e con sorpresa noto che gli headliner si sono fatti veramente conoscere a livello europeo, segno che le tantissime date in Italia e in Europa hanno fatto girare il loro nome. Segno, in altri termini, che i sacrifici ripagano. Mancano dieci minuti alle ventidue quando sale sul palco il primo gruppo della serata.
MAERAIA I primi a suonare sono i Maeraia, trio proveniente dalla bassa con all'attivo un EP e un disco ufficiale autoprodotto (Hive). I nostri suonano uno stoner rock con riff molto ripetitivi che aiutano a creare l'atmosfera e a riscaldare La Tenda. Le voci dei due Francesco si alternano per urlare i testi del gruppo perfettamente in linea con il genere di musica che presentano. Incredibilmente, c'è già gente sotto il palco che supporta la band e così farà anche per il successivo gruppo spalla. I suoni, forse un po’ alti ma che peggioreranno con il proseguimento della serata, risultano ben riconoscibili, fornendo equamente spazio sia al basso di Mantovani che alla chitarra di Molinari, senza tralasciare la batteria di Edoardo. I ragazzi concludono il loro set dopo mezz'ora e lasciano spazio al gruppo successivo.
CRONAUTA Dopo una pausa di una decina di minuti e dopo la mia solita visita al banchetto del merch, salgono sul palco i Cronauta. I ragazzi di Finale Emilia sono molto conosciuti nella scena mathcore/post-hardcore e ancor più gente si è riversata sotto il palco durante la loro esibizione. La band possiede all'attivo due album, di cui l'ultimo The Bullring è stato pubblicato tramite l'etichetta Upupa Produzioni nel 2016. Il gruppo è fautore di un mathcore con forti influenze di gruppi come Converge e, soprattutto, The Dillinger Escape Plan ‒il cantante, Nicolò Fregnan, mi ricorda molto Greg Puciato. Nicolò riesce ad alternare perfettamente le parti in growl, scream e pulito. Anche la parte strumentale del gruppo non sbaglia una virgola, infatti il basso di Luca Lenzi e la batteria di Luca Begnardi riescono a suonare perfettamente i temi complessi che il gruppo sbatte in faccia al pubblico della Tenda. La chitarra di Niccolò Cavicchi è schizofrenica come il genere vuole. Il set dei Cronauta è leggermente più lungo rispetto a quello offerto dai Maeraia, ma risulta perfetto per non scadere nel ripetitivo.
STORM{O} È presto il momento del pezzo forte della serata e noto con piacere che, rispetto allo show dello scorso anno, molta più gente ha scelto di presenziare e di ascoltare quelli che per me sono ormai una promessa già mantenuta della scena europea hardcore. Mi è difficile descrivere il loro set, perché i ragazzi della provincia di Belluno suonano a manetta, senza pause e giri di parole, presentando i brani del loro ultimo disco Finis Terrae senza però dimenticare i precedenti Ere e Sospesi nel Vuoto Bruceremo in un Attimo e il Cerchio Sarà Chiuso. Non so quanto sia utile spiegare quanto sudore il gruppo versi sul palco, quanto risuoni come una macchina da guerra la sezione ritmica di Federico e Stefano, quanto appaia tagliente la chitarra di Giacomo, ma soprattutto quanta potenza e passione trasmetta Luca quando urla i testi potentissimi dei brani in scaletta. Il cantante non sta fermo un secondo, si agita e fa roteare il cavo del microfono, e si avvicina al moshpit che si è creato per sentire il calore dei fan. In poco più di quaranta minuti, gli headliner concludono il loro concerto e come se niente fosse tornano subito al banco del mechandising per stringere mani e scambiare due chiacchiere.
CONCLUSIONI Nonostante il concerto sia stato potente, una nota dolente purtroppo l'ho trovata. Se all'inizio avevo detto che i suoni erano ben calibrati, a metà concerto degli headliner i suoni si sono completamente sballati, il volume delle casse per ciascuno strumento è risultato spropositato e questo ha portato a un aumento insopportabile dei decibel (causa dell’allontanamento dal palco di molti degli astanti). Soprattutto, però, non si è riuscito più a distinguere alcuno strumento. Peccato.
Consiglio di andare a vedere almeno una volta gli Storm{O}. Citando le parole della mia amica non avvezza a questo genere di sonorità, ma che mi ha fatto il piacere di accompagnarmi alla serata: “rimango dell'idea che non sia musica per me, ma non si può negare che la grinta e la passione che ci mettono non si vede spesso in giro”.
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