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METALLIZED CHARTS 2019 - Hard Rock/AOR/Sleaze
08/01/2020 (1856 letture)
Eccoci giunti al quinto appuntamento della nostra consueta rassegna di fine anno riguardanti i migliori titoli defli scorsi 365 giorni. Oggi tocca al mondo dell’hard rock, un universo che da anni viene criticato con le costanti affermazioni inerenti alla staticità e alla scomparsa capacità di sapersi innovare. C’è sicuramente del vero in queste dicerie ma in questi primi giorni del “venti-venti” vogliamo essere buoni e parlare esclusivamente di ciò che ci ha colpito in positivo e a giudicare dai nomi che leggerete fra poco c’è una grossa prevalenza di giovani in confronto ai soliti anziani che ancora credono di portare a scuola tutti. Buona lettura e soprattutto buon anno a tutti voi, rockers di Metallized!

A cura di Simone “Nòesis” Radici


WHITESNAKEFLESH & BLOOD

“Questo è effettivamente quanto di meglio potessimo attenderci da loro e onora in maniera più che discreta un’intera carriera”. Così io stesso scrissi a proposito dell’ultima release degli immortali Whitesnake, un album che, seppur con qualche difetto, non può non venire incluso in questo “best of” poiché risplendente di luce propria ed ennesima testimonianza delle capacità compositive di Coverdale e affini. La classe e la nonchalance con cui vengono sfornate potenziali hit caratteristica dell’ex Deep Purple non vengono meno in questo Flesh & Blood e ci ricordano perché il Serpente Bianco sia tra i nomi più amati dai rockers di tutto il globo terracqueo, una venerazione che abbiamo potuto constatare anche quest’estate durante la loro calata italica in compagnia dei Def Leppard

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FIRST SIGNALLINE OF FIRE

Il 2019 ha visto, tra le altre cose, il ritorno sulle scene dei First Signal, progetto nato una decade fa per volontà di Harry Hess degli Harem Scarem, maestro dell’AOR di una certa levatura stilistica. Line of Fire, terzo capitolo in discografia, è un disco potenzialmente pieno di hit, suonato alla grande con perizia e stupefacente bellezza. Gli stilemi del genere sono ben presenti, anzi, dominano coscientemente il platter donandogli consapevolezza (come potrebbe essere altrimenti visti i nomi di chi ha collaborato nelle vesti di songwriter?) ma allo stesso tempo non fungono da ostacolo per la fruizione generale di un prodotto professionale e di assoluto spessore.

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BLACK STAR RIDERSANOTHER STATE OF GRACE

Con una nuova formazione che ha apportato una differente energia/alchimia alla band, i “fu” Thin Lizzy e ora Black Star Riders escono a settembre con Another State Of Grace, un grande album hard rock composto, prodotto e suonato da chi conosce a memoria la storia e la realizzazione del rock, non solo hard, e che sa ciò che amiamo ascoltare. Ricky Warwick e soci continuano nella loro opera di memoria storica vivente e ambulante, omaggiando la creatura di Phil Lynott e al tempo stesso proponendo sempre ottimi prodotti, evitando dunque di risultare una misera tribute band che si atteggia seriamente. Da seguire sempre con grande attenzione.

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CRAZY LIXXFOREVER WILD

Passati tre lustri di onorata carriera, i Crazy Lixx sembrano aver intenzioni serie approfittando di un successo e di attenzioni sempre crescenti da parte di critica e pubblico. Forever Wild si pone in questo senso come un tassello importantissimo della loro carriera, presentando una band nel pieno della propria consapevolezza artistica. La scelta di orientarsi maggiormente verso sonorità class e AOR, presentando un album derivativo alla morte che è un concentrato del meglio dei favolosi anni Ottanta, si conferma vincente: parliamo senza alcun dubbio del loro miglior album e stiano alla larga i vecchi tromboni che hanno sempre da frignare sulle nuove leve che si rifanno ai “dinosauri” del rock; noi li gradiamo.

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MICHAEL SWEET - TEN

Ten, dieci, come il numero di lavori solisti di Michael Sweet ma anche come i Dieci Comandamenti; si prosegue dunque il viaggio attraverso l’iconografia e simbologia cristiana da parte del cantante degli Stryper che anche nell’anno 2019 non si risparmia e dà alla luce un più che valido lavoro di puro hard rock. Il risultato è, come (quasi) suo solito, di incontestabile tasso tecnico, la qualità intrinseca è fuori discussione, vi è del pane per chi si ciba di rock Made in USA dalle antiche sonorità, senza troppi orpelli. Onesto ma buono.

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PHIL CAMPBELLOLD LIONS STILL ROAR

Un disco di talento e bravura, ben orchestrato e ben scritto, eterogeneo nelle sonorità di fondo e nei generi toccati (o anche solo sfiorati), fattore, questo, che fa la parte del leone all’interno di un mondo che ormai facilmente si adagia sugli allori di fac-simile emessi a raffica. Parliamo di Old Lions Still Roar, album solista agognato da anni di Phil Campbell, platter che stacca una volta per tutte con le martellate sonore degli ormai consegnati alla leggenda Motorhead per sviscerare un lato nuovo e più criptico dell’ex chitarrista di Lemmy Kilmister. La sua chitarra si dimostra sempre in forma smagliante, fremente di rabbia e gioia allo stesso tempo, nelle ritmiche e nei soli potenti, “frizzanti” come li definirebbe un noto allenatore italiano di Serie A. Uno dei migliori dischi in questo 2019 ormai alle spalle è sicuramente la ripartenza di Phil dopo l’avventura al seguito del bassista più iconico della storia del rock: pollice altissimo per un’icona che continua a ruggire.

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BACKYARD BABIESSLIVER AND GOLD

Ecco fare capolino in questo articolo anche il nome dei Backyard Babies insieme all’uscita dell’ultimo Sliver and Gold: suoni più maturi (d’altronde il tempo passa per tutti), passato che in ogni caso riaffiora attraverso i testi rimasti immutati, attitudine anch’essa rimasta quantomeno simile a quella dei primi Duemila. Certo i riff che compongono il disco non saranno tra i più esaltanti in fatto di originalità e la produzione non si avvicina ai ruggenti e sporchi esempi passati ma la sensazione di avere a che fare con autentici professionisti della materia è lì, palpabile e da toccare con mano. Per questo abbiamo deciso di omaggiare i quattro rocker svedesi sperando in un futuro sempre radioso e pieno di ottimi scenari.

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THE DEFIANTS - ZOKUSHO

Quando siamo in cerca di qualità esiste un nome ed un cognome che dovrebbe essere chiamato in causa automaticamente: Bruno Ravel. Songwriter dalla eccelse capacità, ampiamente messe in mostra nei suoi Danger Danger, il Nostro è alle prese dal 2016 con questa nuova creatura chiamata The Defiants, la quale ha pubblicato l’ultimo Zokusho proprio nell’anno appena concluso. Inutile dire che siamo di fronte a quanto di meglio il rock contemporaneo può offrire: Zokusho (in giapponese “sequel”) è un fulgido esempio di AOR d’alta scuola e raffinato, impresso attorno a sonorità profonde, sature e ammalianti. Non si tratta dell’hair metal di fine anni Ottanta, manca un visionario come Ted Poley all’appello, in compenso abbiamo del sano melodic rock che non può farci strocere il naso. Lunga vita ai The Defiants!

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RIVAL SONSFERAL ROOTS

“Morale della favola: un album di onestissimo hard rock, come sempre sopra la media, ma con poche grandissime tracks. Feral Roots si fa apprezzare per aspetti come la compattezza sonora e le qualità dei singoli. Sia chiaro: ad averceli di dischi così!”. Ancora una volta tocca autocitarsi poiché non trovo parole migliori per descrivere l’essenza di Feral Roots dei sempre in canna Rival Sons; li ricordo sempre con piacere avendoli visti suonare dal vivo di spalla ai Kiss quando ancora non avevo mai sentito parlare del complesso, ricordo nettamente la loro contagiosa energia sprigionata in quel di Assago e la voglia di riascoltarmeli con calma che mi prese per tutto il viaggio di ritorno. Ebbene, da allora sono passati ben sette anni e nulla è cambiato, i Nostri sono più vivi che mai e ce l’hanno dimostrato nuovamente con un’uscita di cui andare fieri, soprattutto in tempi non esattamente floridi come questi.

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ECLIPSE - PARADIGM
Scorgere il nome degli Eclipse in questo articolo non può suscitare stupore in alcun nostro lettore; se ciò avviene bisogna farsi alcune domande, forse c’è ancora qualcuno che non conosce le gesta di Erik Martensson e i suoi? Speriamo di no, in caso contrario il monito è il seguente, armarsi di tanta voglia di rock nordico e recuperare l’intera discografia degli svedesi dato che siamo giunti alla settima uscita. Scoprirete un mondo dove la parola d’ordine è “perfezione”. Forse anche troppa per qualcuno ma tant’è, se vi piace un certo tipo di suoni qui avete la risposta ai vostri quesiti. Difficile dire se questo Paradigm sia il loro punto più alto visto, sta di fatto che all’orizzonte non avvistiamo punti deboli di nessun tipo.

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D-A-DA PRAYER FOR THE LOUD

A Prayer For The Loud è l’ottimo lavoro “comeback” dei D-A-D, storico act danese attivo dai primi Eighties nel campo hard & heavy che non usciva sul mercato da tempo immemore. Ebbene, se per assaporare questi livelli qualitativi occorre aspettare così tanto da parte nostra non c’è alcun problema, anzi. La voce di Jesper non ha perso nulla della cattiveria di un tempo, l’abrasività rimane un suo tratto distintivo fondamentale, le sei corde sono potenti e arroganti come devono essere per esaltare e la sezione ritmica non intende fare prigionieri. La Frontiers si riconferma fucina di grandi nomi e non può che essere motivo di vanto per il nostro Belpaese.

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CRASHDIET - RUST

Il ritorno dei Crashdiet, è certamente buono, sicuramente non ai livelli della maggior parte delle uscite citate qua sopra ma abbiamo voluto ugualmente inserire la band di Stoccolma tra i nomi del 2019 poiché in ogni caso meritevoli di menzione se valutati nel complesso della loro carriera, purtroppo mai foriera di colpi di fortuna. Quel capolavoro che risponde al nome di Rest in Sleaze rimarrà probabilmente a vita un unicum nella loro discografia ma c’è da ammettere che quest’ultimo Rust contiene brani che in sede live faranno la loro qual certa figura, tra rimandi sonori agli Skid Row d’antan e corposi riff che celano altre evidenti carenze. Tutto sommato una buona chiusura di decennio.

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Black Me Out
Venerdì 19 Giugno 2020, 12.30.34
23
E dato che se ne parlava anche qui, la recensione di Day Trip To Narnia dei Cats In Space è stata inserita in database, andate a leggerla se vi va!
Graziano
Venerdì 17 Gennaio 2020, 18.38.13
22
Aggiungo Soleil Moon....Kribbio!!!
Shock
Martedì 14 Gennaio 2020, 19.52.02
21
@Graziano: di niente, figurati! Per nuovi gruppi sono sempre sul pezzo😉
Graziano
Martedì 14 Gennaio 2020, 18.36.13
20
Goodbye June. My God. Grazie Shock.
JC
Martedì 14 Gennaio 2020, 14.03.34
19
WOA pazzeschi. Li metto Comun dietro ai Cats in Space, ma hanno fatto un disco epocale
Shock
Lunedì 13 Gennaio 2020, 19.46.09
18
Ascoltato solo oggi i WOA: decisamente un gran bel disco da mettere nella lista dei migliori dell'anno.
Graziano
Lunedì 13 Gennaio 2020, 17.05.12
17
Per me i Work of art meritano un posto nella top ten. D.A.D. e Defiants favolosi!!
Le Marquis de Fremont
Venerdì 10 Gennaio 2020, 12.41.25
16
Quindi, gli Eclipse, sono "Hard Rock"? Prendo atto. Senz'altro tra le migliori uscite del 2019. Au revoir.
JC
Giovedì 9 Gennaio 2020, 20.51.33
15
Cats in Space sono una super band di professionisti navigati e si sente. Una specie di Transatlantic del rock. Molto citazionisti, ma con classe. Ovvi rimandi soprattutto agli ELO.
HeroOfSand_14
Giovedì 9 Gennaio 2020, 20.30.51
14
Paradigm degli Eclipse lo metto tra i primissimi posti di quest annata, seguito dai Crazy Lixx che però, alla lunga, li ho ascoltati meno del solito (pur avendo composto ancora canzoni spettacolari).
Shock
Giovedì 9 Gennaio 2020, 17.17.08
13
@Black me Out: eh, ma dovevo inserirli da qualche parte, quindi l'hard rock mi sembrava il posto migliore😉 @Rob: contento che ti siano piaciuti i Gatti nello Spazio, per ora non hanno sbagliato un disco e l'ultimo Narnia è veramente spettacolare; hanno un buon seguito in UK, spero che non si perdano perché sono un gran gruppo.
Rob Fleming
Giovedì 9 Gennaio 2020, 6.55.59
12
Ho ascoltato questi Cats In Space. CLAMOROSI! Melodie, armonie vocali, pianoforti, chitarre robuste all'occorrenza. Come se i Dear Hunter (top!) si liberassero della loro malinconia più intellettuale e spingessero sugli eccessi. Mi hanno ricordato oltre ai Queen (penso il primo nome cui tutti abbiamo pensato), ma quelle figure oscure - scusate il "momento nerd" - che negli anni '90 esaltavano i critici, ma non vendevano nulla e finivano nelle vaschette dell'usato dopo tre settimane: parlo di LOST CITY, JELLYFISH e soprattutto gli A.C.T.. Grandissima scoperta (oltre ai Goodbuy June)
Black Me Out
Giovedì 9 Gennaio 2020, 0.40.38
11
@Shock Certo, capisco il tuo ragionamento, ma io non userei neanche la parola "metal" per parlare dei CIS, infatti prima ho detto prog rock, proprio a causa delle loro numerose sfaccettature e basandomi solamente sull'ultimo disco. Quindi, dicevo così uscendo dalla restrizione dei generi delle classifiche, che per forza di cose devono accorpare un po' più categorie insieme.
Shock
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 22.13.37
10
@Black me Out: i CIS non li metto di certo nel prog/metal e viste le varie sfaccettature del loro sound penso che il posto migliore dove metterli sia questo.
JC
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 21.04.45
9
Cats in Space disco dell'anno. Versione in vinile bianco com fumetto fantastica. 10.
Black Me Out
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 20.29.43
8
Pur non bazzicando eccessivamente nella scena hard rock, mi accodo a chi tesse le lodi dell'ultimo disco dei Cats In Space; album meraviglioso per davvero! Solo che lo metterei quasi più nel calderone del prog rock piuttosto che in quello dell'hard rock nudo e crudo.
Rob Fleming
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 18.56.06
7
Cats in Space non pervenuti. Per contro leggo meraviglie dei Goodbye June; tu me lo confermi. Procedo ora all'ascolto
Shock
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 18.12.58
6
Ooh, molto bene: anche quest'anno il genere hard rock è quello più vivo e che offre più novità molto interessanti anche e soprattutto per il futuro. Detto che i dischi di Whitesnake (per la voce spompata di Dave e canzoni discrete ma nulla più) e Phil Campbell (solo sufficiente), mi hanno deluso, altri gruppi hanno sfornato ottimi dischi come i Rival Sons, The Defiant, D.A.D., Eclipse (disco dell'anno nel genere), Backyard Babies, Ceazy Lixx (ottimo veramente) e Bkack Star Riders e Crashdiet, che sono in lista, ma mancano alcuni ottimi album. Allora: L.A.GUNS: THE DEVIL YOU KNOW (difetta in produzione), BLACKRAIN: DIEING BREED (uno dei migliori dischi alleanze da un po' di tempo), CATS IN SPACE: A DAYTRIP TO NARNIA (gruppo e disco favoloso, per Rob) MICHAEL MONROE: ONE MAN GANG, ANDY MCCOY: 21ST CENTURY ROCK (due ottimi dischi per ex HR), GOODBYE JUNE: COMMUNITY INN (hard rock alla Zep, scoperta dell'anno), BLOCK BUSTER: LOOSING GRAVITY (altro spettacolare esirdio), THE NEPTUNE POWER FEDERATION: MEMOIR OF A RAT QUEEN (FAVOLOSO!!!!!), MADHOUSE: MONEY TALKS BULLSHIT WALKS (quando i crucchi fanno sleaze meglio degli americani), AMERICAN BOMBSHELL: TATTO'N'BRUISED (a proposito di americani), TEMPLE BALLS: UNTAMED (altra sorpresa dell'anno). In teoria dovrei aver detto tutto. Ringrazio Rob per i The New Death Cult, buonissimo disco.
Rob Fleming
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 14.54.41
5
Qua invece ci ho dato, come sempre, dentro. The New Roses sono stati la sorpresa dell'anno (non li conoscevo affatto); i Backyard Babies la solita sicurezza; i Pristine mi hanno stupito; i Rival Sons non sbagliano niente e con Feral Roots (la canzone) e la non tanto autografa - eufemismo - ma stupendissima Shooting Stars mi hanno regalato due delle canzoni più belle dell'anno. Ho goduto con i Black Mountain e sono stato contento che Inglorious e Whitesnake abbiano mantenuto buoni standard qualitativi. Ma c'è un grosso MA. Agli albori del genere Hard Rock era essenzialmente rock blues: Cream, Mountain, Taste, Led Zeppelin; gli stessi Sabbath dell'esordio ci hanno giocato molto. Bene, allora il più bel disco del 2019 è quello di Walter Trout - Survivor Blues. Blues elettrico, puro, con magie assolute alla chitarra. Menzione speciale per gli outsider: The New Death Cult; sono chiaramente i Ghost che decidono di essere una cover band dei Blue Oyster Cult componendo, però, pezzi originali.
Galilee
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 10.02.06
4
Quello di Phil però è in ordine..
Galilee
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 10.01.34
3
Anche qui impreparato. Non ho ascoltato nulla. Non credo di aver preso un solo disco had rock uscito quest'anno.
duke
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 8.48.13
2
....whitesnake....backyard babies...Phil Campbell....
d.r.i.
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 8.01.01
1
Zio Phil ha fatto un bel disco nonostante lo scetticismo verso i dischi con troppe collaborazioni. Bravo
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