“Despair is for people who know, beyond any doubt, what the future is going to bring. Nobody is in that position. So despair is not only a kind of sin, theologically, but also a simple mistake, because nobody actually knows. In that sense there is always hope.” ‒ Patrick Curry, Defending Middle-Earth: Tolkien: Myth and Modernity
Gli Anathema non hanno mai avuto paura di sperimentare e cambiare sound. Un po' come hanno fatto i norvegesi Ulver, i fratelli Cavanagh hanno superato quelle barriere che il music business vuole che si rispettino, perdendo sì qualche fan ma guadagnandone di nuovi. Come la storia insegna, il gruppo di Liverpool è stato uno dei fondatori della corrente death/doom metal insieme ai My Dying Bride e ai Paradise Lost, ma dopo i primi dischi (Serenades e The Silent Enigma) i nostri entrano nel mondo del gothic (fondamentale Alternative 4), passando successivamente ad un alternative rock con album come A Fine Day To Exit e Judgement, per poi infine approdare al prog rock con ottimi lavori come Distant Satellites e l'ultimo The Optimist. Dopo questa breve ma doverosa introduzione si arriva a discutere di We're Here Because We're Here, album del 2010 che può essere considerato come il primo (certo, acerbo e non ancora “pronto”) passo verso il progressive rock. Il brano che andiamo ad analizzare è la settima traccia del nono album ufficiale della band, ovvero A Simple Mistake.
La canzone, scritta da Daniel Cavanagh e cantata dal fratello Vincent, tratta il tema del coraggio di osare e di non avere paura di sbagliare, ma soprattutto di non essere legati al passato, argomento molto caro al gruppo inglese.
Think for yourself, you know what you need in this life. See for yourself to feel, your soul come alive tonight. Here in moments we share, trembling between the worlds we stare Out at starlight enshrined, veiled like diamonds in time.
Rifletti su te stesso sai di cosa hai bisogno in questa vita Guarda in te stesso e senti la tua anima tornare in vita stanotte Qui nei momenti che condividiamo, tremiamo in mezzo ai mondi che fissiamo la luce delle stelle incastonata velata come diamanti nel tempo
La voce di Vincent inizia a cullare l'ascoltatore chiedendogli di focalizzarsi su sé stesso e di non smettere di pensare al proprio volere: se farà ciò, sentirà la sua anima riprendere la forza di osare e di ricominciare a vivere. Vincent racconta tutto questo perché anche lui sa cosa significa rimanere soli con i propri fantasmi e i propri dubbi e, pertanto, esorta a non arrendersi.
Time can be the answer, take a chance or lose it all. It’s a simple mistake to make, to create love and to fall. So rise and be your master, because you don’t need to be a slave. Of memory ensnared, in a web, in a cage.
Il tempo può essere la risposta, cogliere l’occasione o perdere tutto È un semplice errore da fare, creare amore e cadere Quindi alzati e sii il tuo padrone perché non hai bisogno di essere uno schiavo dei ricordi, intrappolato in una rete, in una gabbia
Il pezzo continua con il ritornello, dove il testo di Danny ci fa intuire che solo il tempo è la cura alle nostre paure e ai nostri dubbi. Non bisogna avere timore di cogliere le occasioni: gli errori che queste possono celare ci faranno male e ci scaraventeranno al suolo, ma possono anche condurre a qualcosa di magnifico per la nostra vita. Vincent, nella seconda parte del refrain, esorta l'ascoltatore a non essere vittima di ricordi passati che ci bloccano e che non ci permettono di proseguire. Quante volte non abbiamo preso una scelta perché, ripensando ad eventi passati, ci siamo bloccati dalla paura? Il cantante non vuole che rimaniamo bloccati in questa gabbia di ricordi che non ci permette di approfittare delle opportunità che in certe situazioni non capiamo di avere.
I have found my way to fly, free from constraints of time. I have soared through the sky, seen life far below in mind. Breathed in truth, love, serene, sailed on oceans of belief. Searched and found life inside, we’re not just a moment in time. Time can be the answer, take a chance or lose it all. It’s a simple mistake to make, to create love and to fall. So rise and be your master, because you don’t need to be a slave. Of memory ensnared, in a web, in a cage In a web, in a cage In a web, in a cage In a web, in a cage It’s never too late…
Io ho trovato un modo per volare libero dalle costrizioni del tempo Mi sono levato nel cielo e guardato la vita in basso nella mia mente Respirato nella verità, amore, serenità, navigato in oceani di fede ho cercato e trovato la vita dentro di me non siamo solo un momento nel tempo Il tempo può essere la risposta, cogliere l’occasione o perdere tutto È un semplice errore da fare, creare amore e cadere Quindi alzati e sii il tuo padrone perché non hai bisogno di essere uno schiavo dei ricordi, intrappolato in una rete, in una gabbia in una rete, in una gabbia in una rete, in una gabbia in una rete, in una gabbia Non è mai troppo tardi.
Il testo prosegue con la narrazione di Vincent che racconta di come sia riuscito a slegarsi dai ricordi del passato. Attraverso la musica e l'ispirazione a lei intrinseca, il chitarrista è passato dall'essere triste (forse un riferimento al passato death/doom della band) ad essere sicuro di sé, abbandonando ciò per cui era diventato noto nella scena musicale. Narrando di temi come l'amore e la verità si può diventare immortali nella storia della musica e dell'arte in generale, perché il pubblico ti ricorderà per quello che hai scritto nella storia. Il brano, dopo una lunga coda strumentale, finisce con il verso It's never too late, urlato da Vincent proprio per ribadire il tema centrale del pezzo: non è mai troppo tardi per mettersi in gioco. Bisogna non avere paura di sbagliare e bisogna fare tesoro di ogni semplice errore che si compie, perché quello sbaglio ci ha resi più maturi e più pronti per affrontare le prossime interruzioni di percorso.
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