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ROBERT PLANT - La data di Taormina
17/07/07 (3977 letture)
Come la gran parte di voi saprà certamente, in questo periodo si è diffusa la voce di una reunion, (già smentita), dei mitici Led Zeppelin. Vero o falso che sia, io intanto ho ritenuto opportuno affrontare assieme al mio son i quaranta chilometri che separano casa mia da Taormina e mi sono gustato Robert Plant dal vivo con i suoi Strange Sensation, e ne valeva la pena. L’ultima serata del Womad in Sicily a Taormina prevedeva infatti, dopo una modica attesa davanti ai cancelli assieme a 15/65enni per lo più lì per Robert, più parecchi turisti stranieri, la presenza del singer come Headliner di una manifestazione che ha visto on stage dapprima Emile Jx Jansenbreakdance Crew, provenienti dal Sud Africa, (autori di una performance che certamente non può avere entusiasmato un vecchio Rocker come me, ma che è stata molto energetica), poi Manu Dibango & Soul Makossa Gang, (Una mezz’ora di ottima musica Africana condita da numerose digressioni Jazz/Funk), i Tinariwen, (Tuareg col pallino dell’arabian-blues, bravi, partiti in sordina sono poi riusciti a scaldare il pubblico della platea con divertenti scenette di addetti alla sicurezza che cercavano di impedire l’avvicinarsi al palco e venivano invece coinvolti nelle danze da un paio di fanciulle), ed infine lui, Robert Plant. Qui è necessario aprire una parentesi sulla location, perché credo che ci siano veramente pochi posti al mondo capaci di aggiungere così tanto ad una manifestazione come il teatro Greco di Taormina, per chi non l’ha mai visto dirò che, oltre la struttura in sé, già sufficiente a creare l’atmosfera giusta, con i suoi gradoni dove migliaia di anni fa si sedevano gli abitanti della Magna Grecia per assistere alle rappresentazioni dei classici, il tempo ha aperto una squarcio proprio al centro del palco, aggiungendo alla struttura, un panorama incredibile , che si apre sul mare per chilometri e sulle pendici dell’Etna in lontananza a tagliare l’orizzonte ed illuminate dalle luci dei paesini che si abbarbicano su di esse, e sovrastato da un cielo Siciliano estivo senza una nuvola e pieno di stelle. A ciò si aggiunga l’ottimo lavoro dei tecnici delle luci , con faretti proiettati sulle nicchie del teatro e sulle pareti dell’emiciclo, ed uno stage dominato da tre archi con dei globi appesi con all’interno una luce a simulare grosse lampade; due lampade orientali alte circa un metro ed illuminate dall’interno sono state poste ai lati del palco, gestito ottimamente dall’organizzazione, inoltre ragazzi, i Greci avevano dei tecnici del suono niente male, bellissimo. Venendo al concerto c’è da dire che Robert è ancora in buona forma, certo, c’è un certo calo fisiologico dovuto all’età, ma non più di quello, e per di più gestito con intelligenza, (niente Stairway to Heaven per intenderci), e una vocalità da fare ancora invidia a parecchi. Robert ci ha regalato una lunga esibizione giocata ondeggiando tra le atmosfere da World Music da lui esplorate da solista, qualche classico Zep, qualche arrangiamento orientaleggiante perfettamente inserito nel mood della serata, e poi semplicemente lui, la sua voce, i suoi atteggiamenti, i suoi rovesci tennistici a sottolineare le note lunghe in saturazione, qualche battuta, qualche istrionismo, (“and now something different” a presentare il primo pezzo tirato dopo l’inizio molto soft), qualche presentazione psichedelica, (“It’s cosmic, cosmic”), ed una ottima prova dei suoi musicisti hanno fatto si che l’ora e mezza circa della sua esibizione sia filato via alla grande, col solo inconveniente che quattro ore sui gradoni di pietra sconnessi abbiano prodotto un effetto “quadro” su determinate zone del mio corpo, sensazione miracolosamente scomparsa durante il bis, una dilatatissima versione di “Whole Lotta Love” durata circa dieci minuti e col pubblico in delirio. Sarà anche del 69, sarà anche una elaborazione di W. Dixon, ma spacca ancora gente. Usciamo dal teatro intorno all’una e mezzo, un’ultimo giro tra i vicoli senza tempo di Taormina e poi a casa, dopo aver incamerato nella memoria un altro pezzo di storia.

Un sentito ringraziamento a Milena Privitera , dell’Ufficio Stampa del Womad, per la disponibilità nei miei confronti, e senza la quale non avrei potuto assistere all’evento.



Raven
Giovedì 5 Giugno 2008, 8.21.43
6
Ripeto quanto specificato anche in precedenza, la parte più orientale dell'isola,( Naxos, Zankle), e solo quella, faceva parte della Magna Grecia ,anche se è vero che la questione è ancora dibattuta tra gli storici e molti non sono per niente d'accordo, ad ogni modo.....
Gabriele
Domenica 1 Giugno 2008, 13.23.29
5
Voglio ricordarvi che, come dice Yossarian, la Sicilia e la Magna Grecia sono due cose distinte e separate. La Magna Grecia è la parte meridionale dello Stivale (da Cuma a Reggio). Comunque è un bell'articolo, e... sono daccordo con te Francesco quando dici che in Sicilia ci fu uno sviluppo in diversi settori; è vero!
francesco gallina
Martedì 14 Agosto 2007, 20.35.12
4
Lo è stata, bye.
l'altra parte
Giovedì 9 Agosto 2007, 11.23.31
3
....interessante questo articolo......Plant e' inegualiabile....dve essere stata una serata fantastica.... ciao
Francesco gallina
Sabato 21 Luglio 2007, 8.34.58
2
Nel corso dei secoli si è erroneamente pensato che questo territorio ebbe uno sviluppo subordinato a quello della madrepatria. In realtà queste città conobbero uno sviluppo proprio in vari settori, come l'arte, la scienza, la filosofia. Si arrivò così al punto che tale regione si guadagnò presso la madrepatria l'appellativo di "magna". Essa divenne luogo di approdo delle navi provenienti dall'Asia e dalla Grecia, dunque sede di numerosi e prolifici commerci. L'arte e la scienza greche vennero rapidamente conosciute in tutto il mondo. Il territorio della Magna Grecia nella Sicilia orientale segue mappa: praticamente 1/3 della Sicilia.http://www.archeologia.com/~pantalica/magna_grecia.htm
Yossarian
Venerdì 20 Luglio 2007, 21.51.27
1
Grande Plant....cmq la Sicilia nn rientra nella cosìdetta Magna Grecia!!!!!
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