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EPICA - L'alfa e l'omega
22/02/2021 (2218 letture)
Siamo ormai a ridosso della pubblicazione di Omega, l’atteso ottavo album degli olandesi Epica. La band prosegue sulla sua strada confezionando un ulteriore lavoro denso di messaggi: ciò è riassunto dal titolo, portatore di significati legati alla complessità che ci circonda e all’infinità di dicotomie (bene/male, bianco/nero, inizio/fine,…) che regolano la vita e l’universo. Abbiamo parlato di questo e molto altro con Simone Simons, icona della band Orange, che si è concessa ai nostri microfoni con un tangibile entusiasmo rispetto al prossimo futuro.

Annie: Ciao Simone, come stai?
Simone Simons: Ciao! Sto molto bene, ho fatto diverse interviste oggi e ne avrò ancora per un po’, diciamo che sono un po’ stanca ma va alla grande, grazie.

Annie: Bentornata su Metallized, è passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo chiacchierato con te, era il 2012 ed è stato in occasione di Requiem for the Indifferent. Moltissime cose sono cambiate da allora! Come vanno le cose adesso?
Simone Simons: Sta procedendo tutto alla grande, nonostante il periodo particolare che stiamo attraversando devo dire che sia io che il resto della band stiamo bene, siamo in salute, che è la cosa più importante.

Annie: Manca davvero poco alla pubblicazione del vostro nuovo lavoro Omega. Personalmente sono davvero entusiasta, anche perché sono passati ormai cinque anni da The Holographic Principle. Come stai trascorrendo queste ultime settimane anticipatorie?
Simone Simons: Le sto trascorrendo in Germania, passo molto del mio tempo lavorando da casa per via della situazione generale. Sono molto dispiaciuta perché avevamo in programma un tour per il mese di marzo, che è saltato, ma preferisco concentrarmi sull’uscita del nuovo disco, nuovo capitolo fondamentale per gli Epica. Avrei preferito festeggiarne la pubblicazione con una tournée ma tocca sicuramente attendere. Penso che per noi musicisti sia davvero difficile mantenere alta la motivazione in condizioni come queste… È un gran peccato, davvero.

Annie: Ho visto che avete inaugurato un grande contest sui vostri social (il giveaway The Road to Omega), com’è stato accolto dai fan?
Simone Simons: Bene! Siamo appena all’inizio ma promette bene, ci sarà una novità per ogni giorno che manca alla pubblicazione di Omega. C’è sicuramente molto altro da scoprire! Voglio ringraziare molto i nostri fan fedeli che stanno partecipando a questa iniziativa, in questi giorni ci stanno facendo davvero tanti complimenti per i vari premi e ci dicono che è quasi come essere tornati a Natale con questi regali. In un periodo complesso come questo, qualcosa di così spensierato ci vuole sicuramente.

Annie: The Holographic Principle vi ha fatto raggiungere numerosi traguardi ‒un tour davvero lungo in giro per il mondo, il millesimo show, e tutte le opinioni positive che avete raccolto. Viste queste premesse, quali sono le tue aspettative e le tue ambizioni legate ad Omega?
Simone Simons: Omega è il nostro ottavo album, sono davvero soddisfatta del risultato finale. Mi emoziona molto ascoltare e cantare le canzoni nuove. Ora come ora il mio unico obiettivo è quello di riuscire a suonare questi nuovi brani dal vivo il più presto possibile. Gli show ci mancano moltissimo, soprattutto adesso che siamo a ridosso di un album di inediti che merita di essere portato sul palco. Spero che potremo viaggiare nuovamente per il mondo con Omega.

Annie: Vista la pandemia che da un anno a questa parte non molla la presa, quali sono state le sfide maggiori che hai fronteggiato durante il processo compositivo e le registrazioni dell’album?
Simone Simons: Abbiamo finito di registrare i cori, l’orchestra e gli altri strumenti verso la fine di febbraio, poi abbiamo dovuto iniziare a lavorare sul cantato principale proprio nel clou della pandemia, a metà marzo. Mark vive in Sicilia, io vivo in Germania e lo studio è in Olanda… Fisicamente non potevamo andare in Olanda, tra l’altro ci sono stati molti casi di Coronavirus lì, era impensabile. Le scuole erano chiuse e nel frattempo mi sono dovuta occupare di mio figlio con l’home schooling. Ho organizzato le mie giornate registrando le mie parti di mattina presso uno studio vicino casa e ho gestito al meglio il tempo e tutto il resto con mio marito. Devo dire che è andata molto bene, se avessimo dovuto registrare i cori, l’orchestra e quant’altro in questo modo, sono sicura che non avremmo mai concluso l’album per il 2020.

Annie: Pensi che questo nuovo modo di lavorare abbia fatto bene sia a te che alla relazione con gli altri membri del gruppo?
Simone Simons: Sì, ci siamo fermati per un po’ prima di scrivere il nuovo album. Precedentemente siamo stati impegnati con il tour per il decennale di Design Your Universe, abbiamo raggiunto il millesimo show e abbiamo scritto l’autobiografia. Abbiamo sentito il bisogno di fermarci un attimo per guardare indietro ed elaborare tutti i ricordi positivi degli ultimi tempi. È stato in un certo senso terapeutico. Quando ci siamo finalmente messi a lavorare al disco eravamo tutti carichi e motivati. Siamo riusciti a lavorare con Joost (Van den Broek, NDR) e ci siamo tenuti in contatto costantemente via e-mail e su Zoom, scambiandoci opinioni e idee. Una cosa simile è avvenuta anche in passato durante i nostri tour, quando eravamo lontani e non ci si poteva incontrare fisicamente per discutere sul materiale nuovo. È stato un modo di lavorare diverso, direi un po’ più complicato. Fortunatamente il grosso del processo è stato concepito in gruppo: abbiamo lavorato in una villa in Olanda tutti insieme, circondati da un’atmosfera meravigliosa. Era da anni che non capitava. È stato interessante riuscire ad avere del tempo da dedicare a Omega senza avere in programma dei concerti, pertanto non siamo stati stressati per eventuali impegni legati a date da fare. Tutte le nostre attenzioni erano dedicate all’album. Prima della pandemia, finché è stato possibile, è stato bello passare questo tempo insieme, di persona, senza eventi in programma. In sintesi, abbiamo lavorato alle nostre canzoni e ci siamo divertiti lo stesso, in modo un po’ diverso.

Annie: Super, e lo rifaresti volentieri in futuro oppure no?
Simone Simons: Il dedicarsi ad un nuovo album senza avere show in programma sì, assolutamente, non sarebbe male. Certo, i soldi fanno gola (ride, NDR), ma abbiamo già sperimentato la pressione, se così si può dire, con The Holographic Principle. Il periodo di stop è davvero stato utile.

Annie: Sto ascoltando il promo di Omega in questi giorni e il risultato mi convince, è un disco che cresce sicuramente con gli ascolti, quindi complimenti! Ho già scelto le mie tracce preferite, ovvero Code of Life e Kingdom of Heaven pt 3. Quali sono i pezzi che ti rendono più soddisfatta e perché?
Simone Simons: Esattamente le stesse (ride, NDR). Amo Code of Life, tra l’altro anche mio figlio la adora, insieme alla ballad Rivers, che è molto toccante. Kingdom of Heaven è interessante, ha questo twist inaspettato. Mi piace molto anche Freedom e penso che sarà davvero bello suonarla dal vivo.

Annie: Puoi dirci qualcosa sul concept di Omega?
Simone Simons: Il titolo proviene dalla teoria del Punto Omega, una tematica che viene richiamata molto bene da Kingdom of Heaven. Questa teoria prevede che tutto ciò che è presente nell’universo sia in qualche modo tenuto insieme da un fine maggiore, che consiste nel raggiungimento di un livello massimo di coscienza e complessità. Il Punto Omega non è altro che lo stadio supremo; non va inteso come un punto di arrivo fine a sé stesso, bensì come il motore dell’universo. È costante movimento ed evoluzione. La sfera spirituale fa indubbiamente parte di questo processo e porta con sé il tema del significato della vita, con tutti i labirinti che ciascuno di noi ha dentro di sé e attraverso cui naviga costantemente, talvolta perdendosi; uscire dai propri labirinti, dai propri schemi, significa accogliere il proprio “Kingdom of Heaven”.

Annie: Con The Quantum Enigma e The Holographic Principle avevate già trattato tematiche complesse e anche stavolta non siete da meno, ci sono davvero molti spunti interessanti interpretabili in moltissimi modi.
Parlando dei brani, in Omega troviamo sia episodi catchy che sezioni più “monumentali”. Ti senti più a tuo agio con soluzioni specifiche e con determinati brani di una tot lunghezza/struttura, su tutti?
Simone Simons: I brani sono stati composti da tutti e cinque i ragazzi, ognuno ci ha messo il proprio a livello di sensibilità e preferenze, con l’obiettivo comune di restare fedeli alle peculiarità degli Epica. Di solito mi piace davvero molto ciò che scrive Rob, difatti stavolta Rivers e The Skeleton Key sono sue. Coen ha scritto Code of Life, lui è molto bravo a scrivere pezzi “da colonna sonora”. Isaac di solito si dedica alle canzoni dal mood più felice, anche se Omega e Synergize stavolta sono più oscure. Poi abbiamo Arien e MarkArien ha scritto Gaia, Mark invece Twilight Reverie, Abyss of Time, Seal of Solomon e Kingdom of Heaven (questa con Isaac). A Mark viene naturale il tipico sound dei vecchi Epica, e ad esempio in Seal of Solomon si notano le influenze dei primi nostri lavori. Ogni canzone ha le sue parti che adoro, sono fiera di Omega nella sua completezza e di ciò che abbiamo raggiunto anche stavolta. La nostra ispirazione non si è esaurita in tutti questi anni e non posso che esserne orgogliosa.

Annie: Personalmente ho apprezzato molto le tinte oscure di The Skeleton Key ‒qualcosa in un certo senso nuovo realizzato dagli Epica. Nel disco non mancano, dall’altro lato, elementi arabeggianti e power che collegherei a vostri lavori più datati ‒Seal of Solomon e Code of Life sono un chiaro esempio. Riassumendo, sembra che con Omega abbiate voluto rivisitare le vostre origini senza trascurare ciò che avete dimostrato più recentemente. Quanto di nuovo possiamo trovare in Omega e qual è, secondo te, il punto di forza maggiore del disco?
Simone Simons: Ritengo sia un lavoro più dinamico e ricco, sicuramente è rintracciabile il sound abituale dei lavori passati ma non mancano elementi nuovi. Come accennavi, tra i riferimenti passati troviamo quel tocco arabeggiante, i cori e i ritornelli accattivanti. Seal of Solomon suona come i vecchi Epica, Kingdom of Heaven ha molte sezioni non tipiche da Epica ma mi piace davvero un sacco. Nel complesso è un lavoro epico e magniloquente e allo stesso tempo sa essere molto profondo. È un disco intenso e davvero maturo. La ballad Rivers è toccante ed evoca molte emozioni, i fan ci hanno detto che riescono a percepire il suo bagaglio emozionale; per noi è molto importante arrivare dritti al cuore di chi ci ascolta ed essere fonte di ispirazione per gli altri…

Annie: E devo dire che lo state facendo davvero bene. Giunti al terzo capitolo, qual è il tuo episodio preferito della saga Kingdom of Heaven?
Simone Simons: Uhm… (riflette un po’, NDR) Penso mi piaccia ancora molto il primo… Però direi il primo e il terzo…

Annie: Guarda, anche i miei!
Simone Simons: Ecco! (ride, NDR) Mi piacciono molto entrambe le canzoni, sia la prima che la terza. Sono molto diverse. La prima Kingdom of Heaven è il nostro primo esperimento in tal senso, l’abbiamo portata dal vivo molte volte e ho molti ricordi legati ad essa. La terza è nuovissima. La seconda mi piace lo stesso, solo che l’abbiamo suonata davvero poche volte durante i nostri show. Credo sia difficile scegliere, ma io ascolto più volentieri la prima e la terza.

Annie: Avete in serbo qualche “rimasuglio” dal processo compositivo di Omega che andrà a comporre un EP in uscita, che so, l’anno prossimo?
Simone Simons: No, non è rimasta fuori nessuna traccia stavolta, diversamente da quanto avvenuto con The Holographic Principle. Ciò che però abbiamo fatto è stato registrare qualche versione acustica. Abbiamo molti video-documentario già disponibili sul nostro canale Youtube dove si possono sentire alcuni passaggi di queste tracce acustiche. È stato qualcosa di divertente da fare dopo il periodo intenso di registrazione dei brani di Omega e abbiamo dato vita a queste versioni stravaganti e differenti dalle originali. Aspettatevi ancora qualcosa, quindi.

Annie: So che non ci siamo ancora lasciati la pandemia alle spalle, purtroppo, ma avete già qualche programma per i vostri show?
Simone Simons: Sì, abbiamo già in programma alcuni festival e spero davvero molto che avranno luogo. Come sai, nulla è certo al momento, siamo fiduciosi ma bisogna anche essere realisti. Al momento la situazione non sembra essere ok, purtroppo. Il tour europeo è stato nuovamente posticipato, quello con gli Apocalyptica, e si terrà a inizio 2022. Penso che questo tour si farà… riguardo agli altri eventi, non lo so davvero… Lo vorremmo davvero moltissimo…

Annie: Speriamo per il meglio…
Simone: Già…

Annie: Grazie infinite per il tuo tempo e per la tua disponibilità, vi auguro buona fortuna per questo nuovo capitolo della vostra discografia! Spero di rivedervi presto ad uno dei vostri meravigliosi concerti. C’è qualcosa che ti andrebbe di dire ai vostri fan italiani?
Simone Simons: Sì: grazie mille! (in italiano, NDR), amiamo l’Italia e speriamo di tornare presto, nel frattempo prendetevi cura della vostra salute. Tornerà l’ora in cui potremo divertirci di nuovo ai concerti lì da voi, circondati da belle persone, buon cibo e buon vino.

Annie: Vi aspettiamo, grazie ancora!
Simone Simons: Prego! (in italiano, NDR)



Beta
Giovedì 25 Febbraio 2021, 14.47.19
1
Molto interessante, Annie! Tu e Simone avete accresciuto la mia curiosità. Trovo le tematiche post-materialiste sempre molto interessanti e non vedo pertanto l'ora di ascoltare questo nuovo capitolo, anche e soprattutto da un punto di vista testuale; anche dal lato musicale ci sono spunti che mi stuzzicano, tipo le tinte cupe di cui si parla, mentre le influenze arabeggianti non fanno notizia, visto che le usano e abusano praticamente da sempre XD ma devo dire che è un loro marchio di fabbrica che mi piace molto e che gli riesce sempre bene.
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