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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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BONES - #14 - Melissa, Dungeon Serpent, Sentiero dei Principi, Holdlajtorja, Trench Stench
27/07/2021 (831 letture)
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Melissa - Melissa (Flesh Prison, 2021)
Tracklist: 1. Intro 2. Breonna 3. Jennifer 4. Jacob 5. Christopher
Formazione: Jane Pain (Voce) Goranus (Chitarra) Tyler Kane (Basso) Gruesome Maxwell (Batteria)
Esordio assoluto per i Melissa, gruppo di New York fondato dalla stravagante arista Jane Pain che debutta con un omonimo EP per la Flesh Prison. Se a parlare chiaro c’è una copertina che ricorda qualcosa di ben definito, ecco che superata l’intro si entra in contatto con un black metal dalle tinte punk che ricorda i Mayhem del seminale Deathcrush. Via quindi con chitarre taglienti e atmosfere lugubri, con lo scream della cantante a guidarci in circa quindici minuti di musica sporca, maligna, ma fatta a dovere; i pezzi godono infatti di una buona varietà offrendo diverse soluzioni lontane dal caos totale, tanto che la produzione è sì “vecchia scuola”, ma ogni strumento è tranquillamente rintracciabile e chiaro. Dalle ritmiche più black passiamo per dei mid-tempo più paranoici come i Breonna, senza lasciare da parte delle buone armonizzazioni che ci riconducono sempre ai capolavori del black. Va da sé che qualche riff si presenta molto legato alla scuola di Hellhammer/Celtic Frost (Jacob), è quasi inevitabile, ma al netto della poca originalità bisogna dire che il progetto riesce a convincere e apparire tanto genuino quanto piacevole.
Dungeon Serpent - World of Sorrows (Desert Wastelands Productions, 2021)
Tracklist:
1. Necroscope 2. Decay 3. Immortal Incubation 4. Cosmic Sorcery 5. World of Sorrows
Formazione: Arawn (Voce, Chitarra, Basso, Synth, Drum machine)
Musicisti ospiti: J. Hook (Drum machine, Synth)
Le etichette con cui vengono descritti alcuni progetti lasciano ormai un po’ il tempo che trovano e non sono certamente il punto su cui focalizzare l’ascolto, ma il fatto che i Dungeon Serpent, progetto solista del Arawn, siano descritti come “brutal melodic death metal” è alquanto curioso e attira sicuramente. E c’è da dire che in effetti calza piuttosto a pennello, dato che la proposta è un death metal brutale e melodico che non è però da confondersi come un melodic death molto orecchiabile e moderno, tutt’altro; all’interno di una proposta molto violenta, con un growl profondo e cavernoso, ricca di blast beat e soluzioni cariche di violenza s’incontrano tante soluzioni melodiche date da riff, assoli, fraseggi e qualche arpeggio. Diciamo quindi che è una violenza che poggia su di una ricca struttura che cura molto l’armonia, con delle fonti d’ispirazione che vanno dai Kataklysm più vecchi passando per Edge of Sanity e simili. La titletrack di undici minuti è un pezzo strumentale in cui Arawn dà sfoggio a tutta la sua creatività lanciandosi in lunghi assoli, soluzioni melodiche che si appoggiano a ritmiche di vario tipo e in cui l’aspetto “epicheggiante” di brani come Cosmic Sorcery o Immortal Incubation. Trentacinque minuti molto interessanti in cui vi sono delle idee che se sfruttate a dovere potrebbero portare il canadese a farsi notare sia da chi cerca death melodico sia da chi proprio non la digerisce.
Sentiero dei Principi - Romantic Black Metal Manifesto (Esercito della Chiesa Dorata, 2021)
Tracklist: 1. Tutto il sangue del mondo non potrà mai placare il mio dolore 2. Reincarnarsi in una tenia
Formazione: Nicola Redavid (Voce, Tutti gli strumenti)
Altro debutto assoluto, questa volta parliamo di un progetto pugliese con un nome molto suggestivo: Sentiero dei Principi. Altrettanto suggestivo sono il titolo del disco e dei brani, che si pongono come una vera e propria descrizione dello stile musicale del gruppo guidato da Nicola Redavid. Due brani che mettono in mostra un black metal in cui emerge quell romanticismo fatto di sentimenti febbrili e animi tormentati, enfatizzati oltre che dalla musica stessa anche da intermezzi estrapolati da vecchi film (nulla di troppo invasivo). È un andamento fatto di sofferenza quello dei brani, violenti ma sempre costruiti su delle melodie malinconiche e disperate che ben si legano allo scream sofferto di Redavid, che diviene ancora più tagliente grazie ad una produzione lo-fi. Due brani sono pochi, è vero, ma bastano comuqnue per capire che direzione intenda prendere il Progetto, ovvero quella di un “raw black metal” melodico, sentito e che grazie ai temi che lo ispirano potrebbe diventare molto evocativo.
Holdlajtorja - Ab Oriente Ad Occidente (Autoprodotto, 2021)
Tracklist: 1. Ab Oriente Ad Occidente 2. Et Erat Subter 3. Vox In Rama
Formazione: Kryptagonist (Sconosciuto) Vorgrov (Sconosciuto) Ingmar (Sconosciuto)
È un vero e proprio biglietto da visita quello che gli ungheresi Holdlajtorja pubblicano in modo del tutto indipendente con il titolo di Ab Oriente Ad Occidente. Il gruppo è formato da tre musicisti attivi in altri gruppi ungheresi tra cui a farsi notare è più che altro il nome dei Vorkuta, con all’attivo una dose piuttosto consistente di full, EP e demo. In appena otto minuti i tre imbastiscono scenari oscuri e distorti attraverso un black metal che sembra prendere la vecchia scuola nordica e riadattarla ad una visione fatta di dissonanze, passaggi evocativi ed inserimenti mistici dai richiami quasi tribali, oltre che ad una voce che non disdegna passaggi più teatrali, sia in growl che puliti (Et Erat Subter). Dominano sicuramente i mid-tempo e gli arpeggi distorti, una scelta che sicuramente aiuta l’efficacia di queste atmosfere ben realizzate anche grazie alla produzione lo-fi ma che non arriva mai a rendere incomprensibile il tutto. Pur trattandosi di soli otto minuti bisogna dire che per come sono costruiti lasciano la convinzione che ci siano le basi per qualcosa di molto interessante. Non resta che aspettare!
Trench Stench – From Beyond the Beyond (Autoprodotto, 2021)
Tracklist: 1. Blood Moon 2. In the Trees 3. Beyond the Beyond 4. C.O.C. 5. Dead end 6. Smell the Rot
Formazione: NekroChode (Voce, Basso) CockVomit (Chitarra) MaggotLoad (Batteria, Synth)
Con i Trench Stench si entra in un territorio fatto di brutal death metal, grindcore e soprattutto, atmosfere horror anni 80. Sì, sicuramente qualcosa di estremamente abusato negli ultimi anni e non sempre in grado di risultare efficaci, ma i tre dell’Ohio provano a dire la loro con questo piccolo demo di tredici minuti tetri e marci. Oltre all’inserimento di intermezzi estrapolati da film horror, troviamo anche una presenza che se non massiccia è comunque considerevole dei synth, che ovviamente si fanno portatori di un suono ottantiano. Nell’insieme è qualcosa che sicuramente diverte e a tratti sembra anche ben costruito nella sua estrema semplicità fatta di accelerazioni in blast beat e rallentamenti di scuola Incantation. Più che di veri e propri riff, a dire il vero molto semplici, si può parlare di quanto il tutto risulti coinvolgente e suggestivo attraverso l’utilizzo di pochi e classici elementi; e in effetti sì, i tredici minuti suonano un po’ come un horror sonoro e vale la pena dare una chance ai tre deathster, ma è evidente che i tre necessitino qualcosa in più per riuscire a farsi notare.
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Dungeon Serpent è un progetto fighissimi. |
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