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19/04/24
MARLENE KUNTZ
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NEAR DEATH EXPERIENCE - Parla Bruno Guarascio
29/09/2007 (4375 letture)
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A pochi minuti dall’inizio del Total Metal Festival 2007 ho avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera con Bruno Guarascio, chitarrista di una delle band italiane di maggior interesse nella scena odierna: i Near Death Experience.
Cominciamo dalla fine: tra non molto darete inizio alle ostilità del Total Metal Festival 2007: una vetrina sicuramente importante; cosa vi aspettate da questa giornata e soprattutto cosa possiamo noi aspettarci da voi?
Da noi potete aspettarvi tanto impegno perché ci siamo preparati come si deve per l’evento, mentre quello che ci aspettiamo noi è non tanto l’affluenza quanto la partecipazione di chi c’è; è molto bello che questo festival stia prendendo sempre più piede anno dopo anno.
E’ la dimensione live quella in cui vi riconoscete maggiormente? O preferite lo studio?
Sicuramente il live è la parte più divertente dell’esperienza musicale, in studio vige una concentrazione maggiore e una cura quasi maniacale di ciò che si fa. Alla fine credo che si suoni soprattutto per salire sul palco e divertirsi, lavorare in studio in maniera professionale può far si che questo si avveri.
Vorresti tracciare, per chi non vi conosce, una piccola biografia della band dagli inizi sino ad oggi?
I Near Death Experience nascono nel 2002 in Calabria, è lì che abbiamo l’organico principale, con qualche elemento in Campania. Abbiamo registrato il primo demo nel 2003, riscuotendo buoni consensi, a cui è seguito qualche live di buon livello come quello con i Necrodeath o il God Bless The Metal. Abbiamo girato anche un video che ci ha fruttato una partecipazione a Rock TV per presentare il disco uscito nel 2005 (Threshold of Consciousness, ndr), che ha ottenuto buone recensioni un po’ ovunque. Ora siamo on stage per un po’ di date e subito dopo torneremo in studio per registrare le canzoni che andranno a finire su un promo in anticipazione del prossimo disco.
Cosa vuole esprimere il vostro monicker? Perché l’avete adottato?
Dunque, a primo impatto l’esperienza vicino alla morte può sembrare una cosa abbastanza negativa, ma è tutto il contrario: tornando indietro da quell’esperienza si riesce, almeno una volta, a beffare la morte. Visto che prima o poi arriverà il momento in cui lei befferà noi, ci piace pensare di riuscire a prenderla per il culo per primi!
Quali sono le vostre principali influenze musicali? I più dicono Nevermore, ma so che voi non siete molto d’accordo…
I Nevermore ci piacciono tantissimo, ma personalmente non riesco a vedere tanta attinenza al genere. Non penso che siamo a quei livelli, nè che ci avviciniamo così tanto come si dice. Ad ogni modo, le nostre influenze arrivano da qualsiasi parte, io ascolto principalmente thrash metal ma il mio gruppo preferito sono i Pink Floyd, al nostro batterista piacciono i Tool e così via… E’ una miscela che porta a quello che credo sia il Near Death Experience sound, poi è chiaro che ascoltando, ognuno fa riferimento a qualcosa. Se fanno riferimento ai Nevermore ben venga, perché è una grade band, ma ci sta bene qualsiasi cosa.
E’ passato un po’ di tempo dall’uscita di Threshold of Consciousness: siete soddisfatti dei riscontri ottenuti? Cambiereste qualcosa se poteste?
Beh, mi piace tantissimo com’è venuto quel disco. Ovviamente non è mai come lo vorresti tu, perché le potenzialità economiche per le autoproduzioni sono quelle che sono, ma credo che potendo non cambieremmo niente perché il disco fa parte di un percorso musicale, di quello che eravamo due anni fa.
Cosa ci puoi dire invece del nuovo disco in lavorazione?
Come sentirai tra poco sul palco, il sound che stiamo sviluppando nei nuovi pezzi è più diretto, con meno fronzoli e ritmiche più pesanti. Il sound rimane comunque articolato, ma cerchiamo di avere un impatto più potente e delle aperture melodiche ancora più melodiche, infatti il cantante attuerà nuove soluzioni e un nuovo modo di cantare. Avremo nuovi suoni, una diversa impostazione dei pattern ritmici (abbiamo un nuovo batterista) e per questo credo che il prossimo disco sarà molto diverso da Threshold of Consciousness.
Nelle vecchie interviste si leggeva che la collaborazione con la Deadbang Records sarebbe terminata con Threshold of Consciousness. Qual è la dunque la vostra situazione attuale? Siete già in contatto con altre etichette?
Abbiamo già altre proposte, ma per il momento stiamo cercando qualcosa che vada al di là. Se poi ciò non dovesse accadere, prenderemmo in considerazione le proposte attuali. Cercheremo soprattutto una distribuzione più capillare e un’etichetta che ci supporti a livello promozionale.
Bruno, come sei arrivato all’endorsement della Shecter Guitars? Voglio dire, ci sono tanti bravi chitarristi in Italia…
(Risate, ndr) Essenzialmente perché gli ho rotto le palle! Sarebbe da sborone dire “mi hanno contattato e proposto l’endorsement”. Mi piacevano queste chitarre, ho chiesto loro se era possibile questo endorsement e loro mi hanno accolto a braccia aperte. Questo ci fa molto piacere e spero che la collaborazione continui perché mi trovo molto bene con queste chitarre.
In molti hanno puntato su di voi come “next big thing” del metal Italiano. Guardandovi attorno, su chi invece puntereste voi il dito? Chi vedete al vostro fianco?
In Italia credo che ci siano molte band valide, band che hanno tutte le carte in regola per essere almeno al pari di quelle straniere. A causa della nostra esterofilia, tendiamo a non accorgerci di avere dei gruppi davvero in gamba come Infernal Poetry, Dark Lunacy o Golem. Poi c’è da dire che la scena italiana sta crescendo e sta cambiando. Si è perso un po’ quel trend power di qualche anno fa e ci si è spostati su un fronte più pesante, death tecnico, brutal death eccetera. Ad esempio ci sono i Natron, orgoglio del sud Italia e potrei continuare all’infinito. Ultimamente sto ascoltando e scoprendo tanto underground italiano e sono meravigliato dalla qualità raggiunta negli ultimi anni. In Calabria ad esempio abbiamo gli Zora, poi ci sono gli scomparsi (purtroppo) Endorphine e molti altri.
Bene, le domande sono finite. Ti faccio un grosso in bocca al lupo e lascio a te le ultime parole.
Non posso dire “crepi il lupo” perché Lupo è il nostro cantante! Se crepa poi rimaniamo senza Singer (risate, ndr)! Voglio ringraziare la vostra ‘zine per il supporto che ci avete dato in passato, continuate a darci, e sicuramente ancora ci darete!
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