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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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ROAD TO LUPPOLO - DAY 2 - Parco Colonie Padane, Cremona, 29/08/2021
07/09/2021 (1665 letture)
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A pochissimi giorni di distanza dalla seconda giornata del Road To Luppolo, l’organizzazione riceve una notizia davvero poco confortante. La scaletta inizialmente prevista annoverava la presenza dei perugini Fleshgod Apocalypse, tra la band tutta al femminile Nervosa e gli headliner di serata, i tanto chiacchierati Jinjer. Purtroppo, durante un’escursione sul monte Gran Sasso, il frontman Francesco Paoli è rimasto gravemente infortunato riportando fratture multiple, questo ovviamente ha causato il brusco e improvviso annullamento del concerto di Cremona. Tra i tanti meriti del festival va dato anche quello di essere riusciti a rimpiazzare la celebre band death metal con i Genus Ordinis Dei, nonostante il preavviso praticamente nullo. Oltre all’ovvio dispiacere per l’incidente avvenuto, si aggiunge anche quello di non poter assistere ad una serata che avrebbe garantito la presenza sul palco dei Fleshgod Apocalypse, i quali sarei stato molto curioso di vedere all’opera, visto il meritato successo che hanno saputo riscuotere nei 14 anni all’attivo. Indubbiamente la qualità della serata non ne ha giovato, ma i ragazzi provenienti da Crema si sono mostrati subito determinati a non far rimpiangere l’assenza dei conterranei. Questo ha provocato altresì uno slittamento nella scaletta, con la band Nervosa che ha ricevuto in eredità l’onere e l’onore di aprire il concerto di Tatiana Shmailyuk e soci. Piccola parentesi organizzativa, l’apertura cancelli è avvenuta alle 17 a fronte dell’inizio degli spettacoli fissato per le ore 20. Scelta a dir poco incomprensibile, considerando che il giorno prima, pur essendo un sabato, si sarebbe potuto tardare di più rispetto al secondo giorno, visto l’inizio di settimana che per molti significa un ritorno a lavoro. Oltretutto le 3 ore intercorse tra l’apertura cancelli e i Genus Ordinis Dei sono state veramente eccessive, per carità, la proposta culinaria fatta di prodotti tipici e camionette che proponevano cibi del territorio era molto interessante, ma questo voler forzatamente tardare la serata, che si è conclusa dopo mezzanotte, non è stato un avvenimento piacevole, soprattutto per chi, come il sottoscritto, si sarebbe dovuto mettere alla guida a macinare chilometri in autostrada.
GENUS ORDINIS DEI Anche oggi, pur essendo arrivato in anticipo rispetto al giorno precedente trovandomi già sul posto, sono in seconda fila, questa volta però perfettamente al centro. Con piacere noto che le vecchie abitudini, come quella del pennarello indelebile per numerare l’ordine di arrivo dei fan, non è tramontata, nonostante la situazione. Come già accennato precedentemente, dopo circa 180 minuti, ecco che vediamo salire sul palco i ragazzi della band nostrana Genus Ordinis Dei, orgogliosi di poter essere in scena in sostituzione dei più celebri Fleshgod Apocalypse. La proposta del gruppo è un death sinfonico, non troppo dissimile dai colleghi di Perugia, con una resa sul palco comunque differente, è impossibile non affermarlo. La carica infusa verso il pubblico è comunque notevole e la voglia di pogo di molti di noi si sarebbe sicuramente fatta sentire, se non fosse stato per le sedie alle quali siamo stati costretti ad abituarci. I ragazzi di Crema hanno spesso ringraziato l’organizzazione per la fiducia ricevuta e per essersi potuti esibire su un palco così importante a condividere la scena con band rinomate, l’umiltà di Nick, voce, chitarra e anima della band, si è fatta sentire tutta ed è stata molto apprezzata. Dopo sette pezzi diretti, incisivi e infuocati, il quartetto abbandona il palco per spostarsi verso la zona dedicata al merchandising ma gli applausi ricevuti sicuramente hanno confermato la qualità dell’esibizione.
SETLIST GENUS ORDINIS DEI
1. Haunt 2. Edict 3. Examination 4. Torture 5. Judgement 6. Abjuration 7. Fire
NERVOSA Fresche di un vero e proprio terremoto che ha sconvolto profondamente l’intera lineup, si presentano sul palco le brasiliane Nervosa, la cui unica superstite è la chitarrista Prika Amaral rispetto al gruppo che eravamo abituati a conoscere, ormai unico membro fondatore a portare avanti il progetto iniziale. Se con i Genus Ordini Dei rimanere fermi al proprio posto è stato difficile, con le scatenate ragazze di Sao Paolo è praticamente impossibile. Il loro thrash metal caldo, pesante e particolarmente grezzo ha colpito dritto nel segno e per me, che avevo ascoltato giusto qualche canzone del loro repertorio, la voce potente della nuova arrivata al microfono Diva Satanica è stata una vera e propria rivelazione. Durante le 13 tracce della serata, molto brevi come il genere di riferimento suggerisce, il growl/scream della cantante sicuramente è l’elemento distintivo che caratterizza maggiormente il loro suono. L’unica pecca probabilmente è un sound non troppo variegato e se si ascolta distrattamente una delle loro esibizioni si rischia di non distinguere distintamente un brano da un altro, comunque rimangono una band molto giovane e sicuramente “si faranno”. Il palco è letteralmente dominato da Diva Satanica, ma non manca lo spazio per le restanti componenti che si lasciano andare in assoli di chitarra, nel caso di Prika Amaral, oppure di batteria, grazie al contributo di Eleni Nota alle pelli. Al basso troviamo la giovane Mia Wallace che, spiazzando gli astanti, ha preso possesso del microfono per salutare il pubblico nella nostra lingua, l’accento lasciava subito intendere che ovviamente non è brasiliana ma bensì è italianissima. Nei progetti della chitarrista Prika c’è all’orizzonte un possibile inserimento di una new entry alla chitarra, per creare l’accoppiata solista/ritmica, ma per il momento non c’è ancora nulla di ufficiale. Una performance violenta, ribelle e graffiante che sicuramente ha deliziato soprattutto chi è arrivato dall’estero per seguire le artiste, alcuni affianco a noi direttamente dal Brasile e rigorosamente in prima fila.
SETLIST NERVOSA
1. Kings of Domination 2. People of the Abyss 3. Genocidal Command 4. Venomous 5. Death 6. Time to Flight 7. Kill The Silence 8. Perpetual Chaos 9. Blood Eagle 10. Into Moshpit 11. Guided By Evil 12. Rebel Soul 13. Under Ruins
JINJER La puntualità del giorno precedente, molto apprezzata, purtroppo non viene replicata. I presagi negativi sono confermati quando la band, in via del tutto eccezionale, è tutta sul palco a provare la strumentazione, con annessi cavi, soprattutto il batterista Vladislav. Dopo lo show, in una breve chiacchierata con il bassista Eugene, scopro che c’è stato un disguido con i bagagli e perciò uno dei pezzi che compongono la batteria è rimasta in Spagna. Non solo, le prove al microfono e agli strumenti si protraggono e perciò il ritardo complessivo è di circa mezz’ora. Per me è la seconda volta al cospetto dei Jinjer, la prima è stata il 14 Dicembre 2019, ai Magazzini Generali di Milano, ma in tutta onestà devo affermare che non mi avevano convinto molto, principalmente per l’impasto sonoro che si era creato in quella sede, con dei volumi molto alti che hanno reso gli strumenti quasi indistinguibili. Ho deciso comunque di dare loro un’altra chance, non solo per la crescente stima che stanno acquisendo nel mondo del metal, ma soprattutto per l’ottimo Wallflowers rilasciato pochissimi giorni fa, il 27 Agosto. Fortunatamente il soundcheck prolungato è servito alla grande, e si sente, il growl potente di Tatiana suona veramente cristallino, la batteria suona pulita e precisa e c’è moltissimo spazio anche per il basso di Eugene, forse il migliore in assoluto sul palco, sia per la performance complessiva, sia per la presenza scenica, un vero e proprio animale da esibizione. Forse il sacrificato è proprio Roman, non solo dal mix penalizzante, ma probabilmente già sulle tracce originali in studio registrate sul disco, l’assoluto rifiuto per gli assoli è una scelta ben precisa della band e questo comunque in via indiretta penalizza anche l’operato del chitarrista che ha poco spazio di manovra, in tutti i sensi. Nonostante annoverino grandi band progressive metal nel loro repertorio, come gli Opeth per esempio, che fanno massiccio uso di momenti solistici, questa non è l’intenzione della band, hanno anche affermato in recenti interviste che piuttosto per gli assoli faranno ricorso a qualche chitarrista ospite in via eccezionale, ma nulla di confermato per il momento. L’esibizione scorre via piacevole, promossa a pieni voti rispetto alla precedente di quasi due anni or sono nella vicina Milano, con i graditissimi nuovi brani freschi di due giorni portati sul palco per la prima volta, parliamo di Disclosure!, As I Boil Ice, la quasi titletrack Wallflower e l’apprezzatissima Vortex, con cui si è chiusa la serata senza il consueto rientro in scena essendo stata un’esibizione tutta d’un fiato, per risparmiare tempo dopo i disguidi iniziali. I momenti più alti e incisivi della serata, viste anche le piacevoli reazioni dei fan, sono stati On The Top, Judgement (& Punishment), Pit Of Consciousness e la conclusiva Vortex, sicuramente per i ritornelli melodici e cantabili che hanno coinvolto tutta la platea senza distinzione.
SETLIST JINJER 1. On The Top 2. Pit Of Consciousness 3. I Speak Astronomy 4. Disclosure! 5. Judgement (& Punishment) 6. Ape 7. Retrospection 8. Perennial 9. Wallflower 10. Teacher, Teacher 11. As I Boil Ice 12. Home Back 13. The Prophecy 14. Vortex
Anche stasera riesco a regalarmi un piacevole momento di backstage con la band, scattando una foto con la disponibilissima e sempre più celebre Tatiana Shmailyuk e chiacchierando a lungo di progressive metal con il bassista Eugene Abdiukhanov. Il mio consiglio, dopo la promozione a pieni voti di questa seconda esibizione a cui ho assistito, è di vedere i Jinjer dal vivo, innanzitutto per la qualità dei musicisti coinvolti ma soprattutto per il bellissimo contrasto tra voce pulita e voce growl della diva Tatiana che suona uguale e identica al disco. Fate un favore a voi stessi, vedeteli con i vostri occhi e potreste addirittura innamorarvi del loro stile inconfondibile.
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😂😂 Ma veramente c'è stata sorpresa perché non sapevano che Mia Winterwallace è italiana??? Poi dai, la trovo bellissima ma non credo sia il caso di scrivere "la giovane Mia" 😂 |
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@Il primo che passa #5 sai leggere? gli assoli non li compongono nei loro pezzi, non è che non li vogliono fare dal vivo |
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Ma "tutti" chi?? Non credo... Diciamo che forse al momento sono da considerarsi un gruppo 'trendy'. |
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Gli ucraini tutti li osannano ma... ma... e poi ma... |
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Ma perchè dal vivo non vogliono assoli? |
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Sono tra quelli che avrebbe voluto esserci per gli ucraini. La scelta di non includere una hit è fuori dal mondo, pisces è oltre ad essere un best of YouTube è un pezzo veramente splendido e lasciarlo fuori dalla scaletta non ha proprio senso, sarebbe come se gli ACDC non facessero back in black. Poi a dire il vero mancano altri pezzi da 90 di King of everything. Scelte discutibili. I genus li ho visti un paio di volte supporto ai lacuna coil e li ho trovati noiosi, ma è un problema di genere perché sono ragazzi molto preparati ma difficilmente competitivi in un contesto nazionale. Le nervosa non le conosco ma sono fan delle crypta che sono uno spin off delle nervosa. Una foto con la Tatiana la farei volentieri ma per meriti artistici, non mi sembra tutta sta gran bellezza tale da sminuire i meriti artistici che sta raccogliendo meritatamente, sicuramente dal punto di vista personale preferirei un incontro con Sonia Anubis, splendida ragazza e chitarrista micidiale |
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@Indigo: foto a parte, sicuramente meritano di essere visti, Pisces in realtà è stata tolta proprio per mostrare, dopo le milioni di visualizzazioni, che i Jinjer non sono SOLO quello.
@No Fun: hai ragione ma non sono riuscito a passare nell'area del Merch dopo il concerto proprio perchè ero con i Jinjer, altrimenti avrei provveduto senz'altro |
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Roberto, una foto con le Nervosa dovevi fare, altro che Tatiana ("Chi è Tatiana?" cit.) No, scherzi a parte sarei stato curioso di ascoltarle dal vivo, l'avessi saputo magari facevo un salto. |
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Ne avevamo già parlato in altra sede ma rinnovo anche qui l'invidia nei tuoi confronti per aver assistito all'esibizione dei Jinjer e soprattutto per aver potuto fare una foto con Tatiana
A parte gli scherzi, mi sarebbe davvero piaciuto partecipare alla serata: mi stupisce vedere nella tracklist l'assenza di Pisces e fra i nuovi brani avrei messo anche Colossus e Call me a Symbol.
Spero tornino presto in Italia (magari a Milano) così da poter finalmente vederli dal vivo. Adoro questa band e il successo che stanno guadagnando è pienamente meritato.
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