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01/12/23
KARMA
ALCHEMICA MUSIC CLUB - BOLOGNA
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LACUNA COIL + MOONLIGHT HAZE - Rugby Sound Festival - Parco Isola Fluviale del Castello, Legnano (MI), 30/06/2022
09/07/2022 (808 letture)
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INTRODUZIONE Scrivo per Metallized da ormai due anni e con tutta sincerit mi ero stufato di avere uno zero alla voce live report nella schermata del profilo redazionale. A causa della pandemia i tempi si sono dilatati allinverosimile, ma adesso il momento di raccontare in prima persona un concerto finalmente arrivato e -lasciatemelo dire- come debutto non poteva esserci una serata migliore di questa: la mia band italiana preferita che suona a poca distanza da casa e ad un prezzo irrisorio infatti una di quelle occasioni da cogliere al volo senza doverci riflettere pi di un secondo. Ho scoperto i Lacuna Coil su MTV nel 2006 con Enjoy the Silence ed essendo un nu metaller da sempre ammetto di privilegiare la svolta americana rispetto alla trilogia gotica, tanto che gli album da collocare su un eventuale podio sarebbero -ad oggi- Black Anima, Dark Adrenaline e Delirium (comunque intercambiabile con Broken Crown Halo). Sul sito ho gi avuto il piacere di recensire Shallow Life e Live from the Apocalypse (2021), registrazione ufficiale dellevento trasmesso in diretta streaming dallAlcatraz di Milano con il pubblico obbligato a rimanere nelle proprie abitazioni. Una situazione del genere incarna lantitesi del metal, dunque per me una grande soddisfazione passare da redattore a cronista e ora, con gli occhi simbolicamente rivolti al palco, diamo inizio al resoconto di una giornata lunga e memorabile.
PART 1: ROAD TO LEGNANO 7.00: la sveglia suona impietosa a ricordare che c un turno lavorativo di quasi dieci ore (8.15-12.30; 13.15-18) a separarmi dalla meta. I minuti scorrono con lentezza inaudita, ma il pensiero di vedere Cristina mi tiene a galla e alle sei la prerogativa raggiungere Legnano il pi veloce possibile. Ci siamo organizzati in tre (io e Francesca percorriamo lautostrada A8 da Varese, Sergio invece deve recuperare un suo amico passando da Gorla) e durante il viaggio tiro un sospiro di sollievo nel constatare lassenza di traffico, una botta di fortuna che ci permette di arrivare alle sette in punto, addirittura in anticipo sulla tabella di marcia. Lasciamo la macchina nel parcheggio antistante lingresso e, con fare spedito, ci dirigiamo verso la location: superati velocemente i controlli mi fermo un attimo per scattare qualche foto al Castello Visconteo, nato come Convento di San Giorgio e in epoca bassomedievale trasformato in sito fortificato dai Della Torre; sorge su unisola naturale dellOlona ed costeggiando il fiume che si schiude la vista del prato in cui si terr lo show. Essendo presto non c ancora molta gente e allora ne approfittiamo per mangiare un boccone e riposarci un po: larea ristorazione comprende diversi chioschi e si pu scegliere tra hamburger classici e moderni (con le ricette della tradizione romana tipo carbonara o cacio e pepe), immancabili patatine fritte, panzerotti pugliesi e ravioli cinesi; insomma, una bella offerta con prezzi accettabili -il mio bacon burger costato 9 euro- e a solo qualche metro di distanza si colloca la zona bevande. In compagnia di una birra rinfrescante ci sediamo su una panca l vicino e cominciamo a dare unocchiata verso il palco: a scaldare gli animi -oltre ai 30/35 gradi offerti dal contesto legnanese- c Alga, un loquace intrattenitore in vena di battute, scabrosi flashback della sua giovinezza (i limoni adolescenziali e ben altro sulle note delle power ballad hair metal) e omaggi allhard rock anni 70, Led Zeppelin e Deep Purple in primis. Usando unespressione affine al suo vocabolario, a quel punto eravamo solo ai preliminari dato che il vero e proprio Dj Set doveva ancora iniziare. Con un cenno dintesa, ci alziamo per conquistare fin da subito una posizione vantaggiosa trovando senza fatica uno spazio a neanche due metri dalle transenne: sembra fatta, ma prima bisogna superare indenni la prova Dj Alga
DJ SET OPENING: UNA LEZIONE DI METAL CLASSICO The Last Rock Dj si fa chiamare sulle pagine social: Alga, maestro di cerimonie e presenza fissa al Rugby Sound Festival, una faccia da schiaffi con una parlantina mica da ridere, per ci sa fare e la gente attorno inizia a confluire in prossimit dello stage. Il Dj Set da lui gestito, ridendo e scherzando, deve andare avanti fino alle 21 e 15 circa e allora via con una sfilza di classiconi ideali per i metallariold school. Its a Long Way to the Top degli AC/DC rompe il ghiaccio e a ruota quella vecchia volpe piazza Mother di Danzig, Holy Diver e una tripletta a base di Metallica che riceve il boato della folla. Volendo fare lo sborone, Alga spara dei volumi altissimi ma nessuno ha qualcosa da ridire, anche perch i brani successivi portano la firma di Megadeth, Motorhead ed Helloween. Tutto bello, anche se percepisco il distacco tra questo lotto di canzoni e il mio background metallico: chi frequenta abitualmente le nostre pagine (a proposito, chiss se qualcuno di voi era presente!) sa che io sono un irrecuperabile alternative metaller dedito al nu metal e alle complicate ramificazioni del metalcore, quindi mi godo la lezione del professor Alga come a School of Rock e intanto mi guardo intorno scorgendo una fauna di metallari alquanto variegata. Non mancano i vecchi headbanger tatuati e con i capelli lunghi, i millenials che indossano le t-shirt dei gruppi, le ragazze simil-goth e fortunatamente spuntano parecchi giovani (uno alto con i capelli biondi lunghi quasi identico al ventenne James Hetfield) che fanno ben sperare per il ricambio generazionale. Tornando a Dj Alga -sempre pi scatenato e con un kilt pericolosamente svolazzante- mi limito ad annotare il medley in salsa Manowar/Iron Maiden, ottimo per congedarsi rigorosamente con le corna alzate.
MOONLIGHT HAZE Un break di un quarto dora e la serata entra nel vivo. Senza inutili preamboli gli italiani Moonlight Haze fanno il loro ingresso sul palco disponendosi immediatamente in assetto da battaglia: Giulio Capone alla batteria, Alessandro Jacobi al basso, alle chitarre il duo Marco Falanga/Alberto Melinato e dietro al microfono Chiara Tricarico, la rosso crinita frontwoman che manco a dirlo scatena lentusiasmo maschile. Il nome della band mi era familiare (grazie alla recensione del collega Michael Rosenberg) ma non essendo il power/symphonic un genere di mio interesse, avevo preso atto senza procedere ad un riscontro effettivo; imparer al termine del set quanto sia aleatorio fermarsi davanti alle etichette. Un allestimento sobrio eppure molto elegante (luci colorate e un grande pannello multimediale alle spalle del drumkit proiettante le copertine degli album e immagini suggestive legate alla natura in fiore, alla luna e al fascino dello spazio) accompagna il quintetto, reduce dalla pubblicazione del terzo disco Animus dal quale vengono estratti sei brani su dieci. Lo starter-pack include riff snelli e dinamici, validi intermezzi solisti, qualche accelerazione in doppia cassa, supporti corali e le irrinunciabili orchestrazioni garantite dalle pompose tastiere. Come da copione per la voce cristallina di Chiara a svettare e la sua impostazione lirica viene accolta con interesse da un pubblico allinizio forse un po legnoso, fattore da ricondurre alla poca confidenza con la musica dei MH. Poco male, la bella The Nothing non sfigura affatto e la title-track Animus riesce definitivamente a scuotere gli astanti facendoli saltare e battere le mani. Il veloce excursus in growl ha la mia piena approvazione e da quel momento la performance va solo in crescendo: la solare Well Be Free, la dolcissima Under Your Spell, le sinfonie di Enigma (cantata in italiano) o ancora levocativa Kintsugi, il cui titolo -spiega Chiara- riguarda la pratica giapponese di riparare le ceramiche applicando delle strisce in polvere doro sulle linee di rottura. La singer, visibilmente emozionata (nelle pause fra un pezzo e laltro la voce si fa tremante in pi di unoccasione), reagisce alla grande e col passare dei minuti la sua dimestichezza aumenta tanto da scherzare dicendo di aver messo della vodka nella bottiglietta dacqua oppure fingendo di buttare il lead guitarist gi dalla pedana, reo di aver provato a rubarle la scena. Il pop metal super catchy di Its Insane fa ballare tutti e il power/symphonic dellincantevole The Rabbit of the Moon sigilla quarantacinque minuti sorprendenti che ricorder a lungo insieme alla splendida asta del microfono, ornata da una decorazione che ripercorre le fasi del ciclo lunare e degna icona di una band affascinante come i Moonlight Haze.
SETLIST MOONLIGHT HAZE 1. The Nothing 2. Till the End 3. Animus 4. Well Be Free 5. Under Your Spell 6. Enigma 7. Tonight 8. Kintsugi 9. Its Insane 10. The Rabbit of the Moon
LACUNA COIL Sono le 22 e 15 e non sto pi nella pelle. Voglio, anzi, esigo i Lacuna Coil, ma serve pazientare ancora un po e allora come ingannare lattesa? Ovvio, con il ritorno di Dj Alga! Stavolta non mi lascio cogliere di sorpresa e vado sicuro con Roots Bloody Roots e soprattutto Walk, limmortale anthem groove metal scandito dai pugni alzati in corrispondenza del mitico ritornello. Il soundcheck fila via rapido e adesso ci siamo per davvero. Un silenzio irreale quanto fugace riveste il prato del Castello, giochi di luce rossa, blu e viola colorano lo stage e la macchina del fumo entra in azione. Anche in questo caso nessuna lungaggine, allorario prefissato gli headliner fanno la loro apparizione e il sogno diventa realt: Richard Meiz si accomoda alla batteria (la cassa adornata con lartwork di Live from the Apocalypse), poi entrano Diego Cavallotti, Marco Coti Zelati, Andrea Ferro e sua maest Cristina Scabbia, bellissima e carismatica fin dal primo istante; mise contemporary gothic per lei, abbigliamento informale con tanto di cappuccio per la seconda voce e face-painting tra Kiss e black metal per i tre musicisti che ripropongono il look gi visto in LFTA. Una breve intro fomenta ancora di pi gli spettatori che ruggiscono con gioia sentendo i chitarroni in downtuning di Blood, Tears, Dust, partenza al fulmicotone vivificata dalla sinergia tra il growl di Ferro e le celestiali melodie di Cristina. Il sound nitido e potente del modern metal scuote le mura del castello e le vibrazioni innescate dalla hit Trip the Darkness ne mettono a dura prova la solidit: i fan, senza bisogno di incitamenti, si agitano cantando a squarciagola, mostrando le corna o alzando le braccia al cielo in un tripudio di energia che rende laria elettrica ed elettrizzante. Mi viene un tuffo al cuore quando Cristina attacca la strofa di Kill the Light (una delle mie preferite in assoluto), perci mi sento autorizzato a sgolarmi senza alcun ritegno prendendo fiato con Die & Rise, unica traccia cantata parzialmente in italiano. Tra un pezzo e laltro il gruppo ringrazia pi volte per il calore ricevuto e non nasconde la soddisfazione di essere tornato a casa dopo quasi tre anni dallultimo show: questa gratitudine tangibile in ogni singolo passaggio della tracklist, interpretata con sincera passione e con un livello di intensit altissimo dallinizio alla fine. Il modern/nu metal di Reckless e Now or Never non fa prigionieri e lo stesso vale per gli sfregi di Layers of Time e le cannonate della potentissima Sword of Anger, anche se a mandarmi in estasi completa quel diamante nero di Veneficium, lhighlight di Black Anima che fonde magistralmente il nuovo corso alternative metal e lombrosa passionalit del gothic. Ferro spende poi alcune parole sul recente passato equiparandolo a una vera e propria apocalisse e in un simile contesto brani come Apocalypse e End of Time assumono un significato ancora pi pregnante. Certo, a forza di tirare in ballo la fine del mondo qualcosa potrebbe succedere e infatti verso le 23 e 30 si palesano dei fulmini che mettono una discreta strizza a tutti noi, impauriti per uneventuale conclusione anticipata. Fortunatamente lArmageddon non in programma quella sera e allora sotto con latmosferica My Demons, la bipolare Delirium e la famosa cover di Enjoy the Silence che va a chiudere un set da favola. Una breve pausa e il quintetto riguadagna lo stage per un encore da far girare la testa: il malinconico nu metal di Our Truth, la devastante House of Shame e limmancabile Heavens a Lie, cantata allunisono da pubblico e band con leco a dipanarsi ben oltre i confini del festival. Non ho quasi pi voce ma resisto e mi scateno unultima volta sulle note dellemozionante Nothing Stands in Our Way, inno motivazionale che sprona ad affrontare gli ostacoli della vita senza mai arrendersi (Cristina ripete pi volte lanthemico We Fear Nothing). Al termine unovazione da stadio rende merito alla formazione milanese, protagonista di unesibizione meravigliosa che ha visto brillare tutti e cinque i componenti, dalla precisione di Richard e Diego alla sicurezza di Maki fino alla prova impeccabile dei due cantanti (si, anche Ferro non ha sbagliato niente).
Un selfie dal palco a mo di congedo e poi il gruppo si avvia verso il backstage. Siamo ai titoli di coda e sinceramente non potrei essere pi soddisfatto. Era da tempo immemore che non riassaporavo la magia di un live e sinceramene fatico a trovare anche un solo difetto: una line-up in forma smagliante, la gioia di aver finalmente visto la mia amata Cristina, una tracklist pirotecnica, la bella sorpresa dei Moonlight Haze e unorganizzazione accurata che ha saputo coordinare al meglio logistica, capienza e vie di transito in entrata e in uscita. Ah, quasi dimenticavo, lintero pacchetto costato appena due euro; non male come rapporto qualit-prezzo, vero? Detto questo, i Lacuna Coil hanno dimostrato con i fatti di essere una grande band e un orgoglio per il metal nostrano: dopo una serata del genere, non posso che esserne ancora pi convinto. SETLIST LACUNA COIL 1. Intro + Blood, Tears, Dust 2. Trip the Darkness 3. Kill the Light 4. Die & Rise 5. Reckless 6. Apocalypse 7. Now or Never 8. Downfall 9. Veneficium 10. End of Time 11. Layers of Time 12. My Demons 13. Sword of Anger 14. Delirium 15. Enjoy the Silence (Depeche Mode cover) ----Encore--- 16. Intro + Our Truth 17. The House of Shame 18. Heavens a Lie 19. Nothing Stands in Our Way
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6
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Bellissimo concerto e bellissima location, ormai i Lacuna non sbagliano piu' un colpo, non resta che aspettare il 15 Ottobre per rivederli al FABRIQUE.
Ottimo report .
grazie Indigo |
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Comunque l'ultima volta prima della pandemia sono andato senza biglietto a Bologna per vedere la data del tour di broken crown halo e mandavano via la gente, me compreso, perch avevano fatto soldi out. Veramente un grande gruppo |
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Ah per, non sapevo che il "nostro mondo" fosse "sotto attacco"!! Poveri noi! Certo che queste famigerate tendenze giovanili sono davvero pericolose |
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Figurati a me fa piacere vedere che ci sono giovani che ci mettono la faccia oltre che la passione e non hanno paura di esprimere giudizi entusiasti per gruppi come questo spesso ingiustamente bistrattati e sottovalutati da una parte del nostro mondo, che ricordiamolo ultimamente sotto attacco, e non poco, dalle nuove tendenze giovanili su cui mi astengo da fare commenti |
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Ti confermo che stato uno show memorabile e in questo live report ho cercato di trasmettere al lettore le stesse emozioni vissute quella sera. Mi fa molto piacere leggere il tuo commento, grazie davvero @Tino. Anche io apprezzo tutta la loro discografia e il mio preferito ad oggi Black Anima, album che ha saputo coniugare al meglio le nuove istanze modern metal con le mai abbandonate radici gothic. |
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Gruppo che dal vivo (e da disco) non mi ha mai deluso, sono ancora freschissimi ma ricordiamoci che miss scabbia una bella signora di 50 anni. Comunque bello l'entusiasmo del recensore che si vede che ha passione da vendere e soprattutto condivido la stima e la devozione per questo straordinario gruppo italiano |
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