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GHIGO RENZULLI - Una chiacchierata NO-VOX
12/08/2022 (1650 letture)
Sul fatto che i Litfiba siano una delle band più influenti partorite dal panorama rock nazionale, sicuramente non ci piove. Così come su quello che lo stile e il gusto nel comporre del suo chitarrista Ghigo Renzulli siano inconfondibili. Dopo l’intervista dello scorso anno incentrata sull’uscita della sua biografia, quest’anno abbiamo parlato d’altro. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere sui nostri rispettivi libri in quanto compagni di casa editrice e sul mondo dell’editoria rock-metal -che non riporto in quanto non strettamente attinenti all’intervista e contenenti fatti privati- l’intervista è infatti entrata nel vivo parlando di metal. Come accade quasi sempre quando si parla senza copione e in maniera molto rilassata, la discussione è andata avanti senza badare molto a cosa sarebbe stato conveniente dire, ma solo a quello di cui ci piaceva parlare. Arrivando infine alla musica. In questo modo, curiosamente, la prima domanda è stata rivolta da Ghigo al sottoscritto e non il contrario.

Ghigo: Ma quindi a te quali gruppi heavy piacciono? Io nella mia discografia privata ho dalla musica napoletana del 600 a Carosone e Buscaglione, da Mario Del Monaco ai Sepultura e tanto folk. E piacendomi il folk è facile indurire i suoni e arrivare al metal
Francesco: Ma guarda, io vengo dagli anni 80 o anche fine anni 70 come primi ascolti nel settore e mi sono portato appresso tutto. Dai Saxon ai Maiden passando per i così detti gruppi minori che poi spesso tanto minori non erano. Però non sono uno di quelli che si ferma al passato. Ho integrato gli ascolti del passato con quelli del presente e anzi, se devo dirtela tutta oggi come oggi ascolto poco o nulla la roba di una volta e mi focalizzo sulle uscite odierne.
Ghigo: Io ho anche comprato l’ultimo doppio degli Iron Maiden, ma quello non è più metal, è più hard rock.

Carmelo (il mio fotografo): Ma tu ci hai anche suonato coi Maiden.

Francesco: Io ricordo la trasmissione RAI.
Ghigo: Una volta sola, a un Primo Maggio o forse anche durante un festival all’estero, in Germania. Ma abbiamo anche fatto da spalla ai Motorhead al festival di Roskilde, a Copenhagen (edizione 1993 – NdA). Ma lo sai che qua in Italia ci hanno fatto da spalla anche i Ramones? Che poi io ero anche un loro fan. È stato strano, però bisogna capire che qui gli organizzatori di concerti non badano a certe cose, guardano chi è più conosciuto in quel momento in un dato Paese e basta. I Ramones erano meno famosi dei Litfiba in Italia e chiaramente ce li hanno messi di spalla. Incredibile se penso che li seguivo ed ero loro fan e nel mondo erano chiaramente molto più famosi di noi, ma in Italia era così. Sono cose che succedevano e succedono spesso e ovunque. Mi ricordo che molti anni fa in America gli Eagles vennero messi ad aprire un concerto di Neil Young e il pubblico apprezzò di più i primi, con Young che si incazzò parecchio. Eagles band strepitosa, per inciso. Sto parlando dei loro primi due dischi, Eagles e Desperado, che ancora oggi suonano favolosi. Il secondo l’ho risentito l’altro giorno in streaming dopo essermi imbattuto nella versione rimasterizzata. Minchia, che disco che è!! Come metal in questo momento mi piacciono i Rammstein, che seguo dagli anni 90 e ho tutti i loro dischi. A te piacciono?

Francesco: Ma guarda… non mi mandano alle stelle (Cit. Litfiba) se devo essere sincero. Però sono un gruppone, non c’è niente da dire. E sopra tutto sono incredibilmente bravi a produrre quel che fanno. In studio e dal vivo.
Ghigo: Esatto. A me piace il loro uso delle tastiere, i loro arrangiamenti, la loro struttura come band. Tutto.

Francesco: Sono in ogni caso molto furbi e bravi. Se tu fai caso alla costruzione dei loro pezzi…
Ghigo: Sono tutti uguali e lui ha sempre la solita melodia vocale, sì.

Francesco: Ecco. Però hanno quei loro arrangiamenti tipici, quel modo di interpretare con la voce e il corpo e quando vedi un qualunque video di un loro concerto, capisci che non è solo un discorso di effetti speciali, ma di un “pacchetto band” cha fa grande un gruppo. Puoi solo fargli tanto di cappello.
Ghigo: Ma i Rammstein sono un grande gruppo, non c’è niente da fare. Se no non avrebbero preso un Grammy Award negli Stati Uniti, non avrebbero suonato al Madison Square Garden di New York e tutto il resto. Non è automatico fare queste cose, devi avere qualcosa di diverso. Anche nei loro dischi meno riusciti ci sono sempre tre o quattro pezzi che ti fanno dire: “Cazzo, che lavoro”. Questo a livello di armonie e di tanto altro.

Francesco: Questo però è un problema generale delle band di oggi. Quello di avere spesso tre o quattro pezzi davvero validi a disposizione, ma di dover fare per forza un album intero per questioni di mercato. Così spesso i CD sembrano EP sotto steroidi. Tanto fumo e un arrosto magari buono, ma striminzito nella quantità.
Ghigo: Ce ne può essere anche uno solo o addirittura nessuno di pezzo buono, eh? Ma non è che noi siamo molto diversi. A volte può capitare di trovarsi a far pezzi con scarti di idee che non sono eccellenti. Negli anni Sessanta il mercato era fatto da 45 giri e gli album non erano che raccolte di singoli, ma non era male come tipo di concezione. Tornando al discorso di prima un altro gruppo che mi piace sono i Delain, li conosci? A parte lei che è stupenda (Charlotte Wessels - NdA), ti piacciono come band?

Francesco: Si, ho anche conosciuto personalmente Timo Somers durante un backstage e lei è davvero brava, ma io stravedo per Floor Jansen. Trovo che abbia fatto una progressione tecnica favolosa, anche se i video che ho visto dell’Hellfest non mi hanno convinto molto. Ma torniamo a te, dai. Che mi racconti dei NoVox?
Ghigo: La cantante dei Nightwish, eh? Il discorso NoVox è ancora un po’ in embrione. Ho fatto un primo disco durante la pandemia… oddio, in realtà l’ho fatto prima della pandemia, ma è uscito in ritardo per quello. Poi ho fatto un live fatto apposta al Teatro Antico Romano di Fiesole per registrare il secondo disco. L’ho fatto filmare e registrare professionalmente. Il disco è già uscito, mentre i video usciranno piano piano. È un progetto particolare che si svilupperà una volta finito questo tour dei Litfiba, ma è roba di nicchia.

Francesco: Quelli in cui, di solito, l’artista mette la passione maggiore.
Ghigo: Ma sì. Io ho sempre lavorato nei Litfiba, di cui sono sempre stato il maggior compositore -negli anni 80 con Maroccolo e Aiazzi- e funzionava. Poi negli anni 90 sono stato quello principale con Piero che metteva su le sue melodie vocali e i testi. Però a un certo punto ti viene l’esigenza di fare altro, perché lavorare con un cantante è piacevole, ma anche un po’ riduttivo. C’è appunto un cantante, un testo e devi fare in modo che tutto sia in funzione di quello. Il risultato finale è sempre un compromesso peraltro più facile rispetto a un progetto come NoVox, perché tu col cantante trovi un bel riff -il famoso “hook”- poi accompagni, trovi una bella apertura armonica, un bello special e il resto sta a lui. Ma se fai quattro minuti solo strumentali devi riuscire a tenere l’ascoltatore lì, non è la stessa cosa. Infatti è un progetto da teatro. Nel futuro mi piacerebbe sviluppare ancora la musica dei NoVox, un progetto con accenti etnici, rock, ma sopra tutto jazz, insieme ad altre arti visive. Non so… non dico di arrivare a fare un musical, ma qualcosa del genere sì. È un progetto con cui si può anche improvvisare e che si presta ad abbinare varie arti in ambiente teatrale. Persino al Teatro Greco di Taormina, un posto con un’acustica clamorosa. Quando poi finirà questo tour coi Litfiba farò uscire un disco nuovo. Ora sono ancora in fase di composizione insieme ad altri elementi della band. Sostanzialmente coi NoVox faccio il direttore d’orchestra. Magari in futuro potrei inserire dei vocalizzi, ma senza testo, se no diventa un progetto cantato e non è quello che voglio fare. (Segue discussione su quale voce del metal con impostazione lirica potrebbe essere utilizzata allo scopo, che ancora una volta non riporto in quanto sono stati fatti una serie di nomi del panorama nazionale. Poi la discussione riprende su quanto il metal sia di nicchia in Italia – NdA). Ma il metal in Italia è davvero di nicchia, non c’è niente da fare. Qui vogliamo “’o cantante” e Sanremo. Ora ci sono i Maneskin, che mi stanno anche simpatici, hanno una bella immagine, stanno bene sul palco, ma li stanno sfruttando… vediamo quanto durano.

Francesco: Ghigo, ultima domanda: come stai affrontando questo che è l’ultimo tour coi Litfiba? Cosa senti dentro pensando che questi sono gli ultimi concerti della vostra storia?
Ghigo: È una cosa che doveva accadere, ma va bene così. Lo sto affrontando come un tour in cui mi sto divertendo particolarmente. Perché forse c’è meno prestanza fisica, ma molta più maturità nell’affrontarlo e più tecnica strumentale. E poi so che dopo ci saranno i NoVox, altri progetti paralleli magari con altri cantanti. A me piacciono gli esperimenti. Questo è un tour bello, celebrativo, con i maggiori successi anni 80 e 90 in scaletta. Dopo farò altre cose.

Ed è così che funziona. Per quanto una certa situazione possa essere stabile, appagante e possa andare avanti anche per decenni, può capitare di dovere o volere cambiare. Trovare stimoli nuovi, altre cose da fare, mettersi sempre alla prova, serve semplicemente per restare vivi, no?



Leccomilano
Sabato 10 Settembre 2022, 13.59.59
16
W i Maneskin
Vitadathrasher
Sabato 10 Settembre 2022, 10.22.46
15
Eccezioni che confermano la regola. I maneskin cantano anche in inglese e hanno un appeal a tutto tondo, di immagine e anche di musica diciamo molto più esportabile. I finnici e i tedeschi possono esportare solo metal e comunque sempre eccezioni.
Elluis
Venerdì 9 Settembre 2022, 19.55.16
14
@Vitadathrasher beh questo non è del tutto vero… pensa al successo dei Rammstein, o a band come Korpiklaani o Finntroll che non cantano in inglese. E non si può non menzionare i Maneskin, che piacciano oppure no, sono al momento la rock band top italiana all’estero.
Vitadathrasher
Venerdì 9 Settembre 2022, 9.04.21
13
All'estero, gruppo rock se non canta in inglese....Pensa al seguito che ha VRossi qui in italia e lo zero fuori di qui. Forse i litfiba per il loro sound potevano essere seguiti più in paesi latini. Cabo una decina di anni fa ci registrò in studio la batteria, persona davvero squisita e disponibile.
Elluis
Giovedì 8 Settembre 2022, 19.42.43
12
E' una band che poteva davvero fare il botto, non solo in Italia, ma anche all'estero. Sono sempre stato convinto che gli enormi ego di Pelù e Renzulli siano stati la causa principale della mancanza di questo boom, che si sarebbero meritati, e che invece gradualmente hanno causato proprio l'effetto contrario, dal top assoluto ad una involuzione che ne ha quasi segnato la fine. A me tra l'altro non dispiaceva nemmeno il periodo Litfiba con "Cabo" Cavallo, il cantante che sostituì Pelù, è solo che semplicemente non erano più loro, e tra l'altro un suo errore all'inizio, fu proprio che Cavallo imitava Pelù nella voce e nelle movenze... Ora che si è riformato il duo, si sono un pò ripresi, ma il treno ormai è partito da tanto tempo...
brus
Venerdì 19 Agosto 2022, 12.34.43
11
tra l'altro proprio sul disco El diablo nei crediti viene segnalato solo Ghigo agli arrangiamenti
brus
Venerdì 19 Agosto 2022, 12.33.03
10
no da Pirata in poi il sound è frutto principalmente di Ghigo, lo dichiara e dichiarava in molte interviste, ma è ovvio ascoltando gli album che il nuovo corso è molto più "chitarristico", si sente che le songs partono da riff e giri di chitarra mentre prima la struttura portante del sound era data dal basso di Maroccolo e tastiere Aiazzi(new wave). Il cambio di Piero comincia da Mondi Sommersi più o meno, quando diventato un personaggio nazional popolare comincia a fare cagate immonde che porteranno a fare uscire il disco Infinito.
Freccia
Venerdì 19 Agosto 2022, 8.58.29
9
Penso sia stato proprio il buon Piero a portare la band su lidi più orecchiabili e radio friendly a partire da El Diablo. Anche il suo modo di cantare e i suoi testi sono cambiati moltissimo proprio a partire da quell album. I Litfiba mi sono sempre piaciuti, a parte dopo la svolta pop dell album infinito, ma li preferisco nelle Trilogia del potere.
Evil never dies
Mercoledì 17 Agosto 2022, 15.31.58
8
Quindi l'involuzione dei litfiba degli anni 90 è attribuibile a Piero Pelù, da quello che ho capito 😁
No Fun
Domenica 14 Agosto 2022, 21.19.41
7
In quegli anni in Italia, (in quegli anni) (in Italia) che è il periodo di cui parla Ghigo, sicuramente i Litfiba erano più famosi dei Ramones, e restando ai concerti che è ciò di cui si parla nell'intervista, per dire, i Ramones li ascoltai al Velvet di Rimini tipo nel 94, era una sala da qualche centinaio di persone, nello stesso periodo i Litfiba riempivano i palazzetti.
d.r.i.
Domenica 14 Agosto 2022, 20.45.56
6
Tutto dipende da cosa si ascoltava. Di sicuro le radio italiane passavano i Litfiba e quasi mai i Ramones. Ma sono proprio due generi diversi che venivano usufruiti da persone diverse. Per questo è ovvio che i litfiba in Italia siano più famosi dei Ramones. È altrettanto oggettivo che nel mondo i Ramones siano abissalmente più conosciuti dei Litfiba.
L'ImBONItore
Domenica 14 Agosto 2022, 18.06.51
5
Mah secondo la mia opinione peghsonale, non è tanto la fama ma il periodo in cui si è più in auge, più onnipresenti nelle radio . Ad esempio, nel 1982 tutta l'Italia cantava le canzoni di Battiato tratte dalla Voce del padrone , perché erano imperanti nelle radio( e giustamente direi ci mancherebbe) , ma non per questo, un David Bowie non fosse lo stesso conosciuto ooooo eeeeee apprezzato all'epoca. Anche pegh i Litfiba erano più cantati dagli italiani perché erano la fiamma del momento ,ma ciò non significa cheeeeee i Ramones fossero meno conosciuti. Eeee poi lo stesso Renzulli lo dice che la scelta di metterli come spalla fu di certi organizzatori. Spegho si sia capito il senso della mia opinione, perché sono reduce di una brutta insolazione. Caghi saluti!
Vitadathrasher
Domenica 14 Agosto 2022, 15.05.19
4
L’esterofilia è una brutta bestia. Io invece trovo normale che una band fiorentina sia in Italia più in auge di una band forestiera di punk amerihano e sottolineo amerihano….punk da feste per il liceo.
Tino
Domenica 14 Agosto 2022, 10.38.59
3
I ramones erano meno famosi dei Litfiba in Italia, è specificato e condivisibile, non era un'affermazione globale.
Raven
Domenica 14 Agosto 2022, 10.09.38
2
Infatti le strade italiane all'epoca erano piene di gente che cantava Blitzkrieg Bop, mentre Gioconda non la conosceva nessuno. certo.
LivinitUp
Domenica 14 Agosto 2022, 6.57.05
1
I Ramones meno famosi dei Litfiba è la TROIATA del secolo proprio, ma vattela pija nder culo te e la regina di cuori!
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