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BRUTUS (BEL) - Una vita all'unisono
13/11/2022 (582 letture)
Arrivati al traguardo del terzo disco con Unison Life, la formazione post-hardcore Brutus si è concessa ai nostri microfoni per un'intervista. Il chitarrista Peter e la cantante/batterista Stefanie hanno risposto, aprendosi in una lunga chiaccherata, alle nostre domande riguardo al disco, al ruolo della musica e di come si può migliorare come esseri umani.

Pez: Ciao ragazzi, sono Pez e benvenuti su Metallized!. Visto che che è la vostra prima intervista per la webzine, perché non cominciare con una piccola presentazione per i nostri lettori?

Stefanie: Ciao, noi siamo i Brutus, una rock band belga composta da tre persone: Peter suona il basso, Stijn la chitarra e io (Stefanie) mi occupo della batteria e di cantare.

Pez: Prima di discutere del vostro nuovo album, mi piacerebbe chiedervi una cosa: siete soddisfatti con i risultati ottenuti con Nest? Mi ricordo che la sua accoglienza nel 2019 era stata più che buona.

Stefanie: Il riconoscimento che abbiamo ottenuto con Nest è stato un'assoluta sorpresa. Come band il nostro sogno è sempre stato di suonare quanti più concerti possibili e di avere un sacco di persone che apprezzano il tuo disco, ma non pensi mai che possa accadere. Siamo molto onorati per le reazioni e per il fatto che le persone continuino a venire ai nostri spettacoli.

Pez: Sono passati tre anni fra Nest e Unison Life (senza contare il vostro Live in Ghent). c'è stato anche il primo lockdown di mezzo, come avete lavorato al disco? Il Covid-19 vi ha danneggiato a livello organizzativo per le prove e/o registrazioni?

Stefanie: Per noi, il Covid ha aumentato la quantità di prove in studio e di registrazioni. Quando eravamo in procinto di iniziare a scrivere il terzo album, non potevamo sapere che ci sarebbe stata una pandemia globale. Ovviamente nel primo mese, quando nessuno poteva lasciare la propria casa non ci siamo potuti incontrare, ma dal momento in cui si potevano formare dei piccoli gruppi, abbiamo ricominciato da dove ci eravamo fermati.
Peter: Penso, riguardando indietro, che il Covid-19 ci abbia dato del tempo in più per scrivere il disco. Certo, i tempi erano strani e incerti, una novità per tutti. Avevamo un sacco di piani per il 2020 ma abbiamo cercato di ricavare il meglio possibile dalla situazione. Questo meglio si è tradotto nello scrivere il nuovo album Unison Life.

Pez: Cominciando a parlare del vostro nuovo album, vorrei iniziare dal titolo che mi ha colpito molto nella sua semplicità. Cos'è questa Unison Life di cui cantate? Il disco lo si può considerare un concept album?

Stefanie: Unison Life non è un concept album. I concept album hanno l'idea prima delle registrazioni in studio, non dopo. È lo stesso per l'arte, tu hai l'idea prima del concepimento dell'opera. Unison Life è un verso della canzone Victoria. Il titolo del disco non c'era quando tutte le canzone erano state scritte. Unison Life è un mondo sognante nella mia testa che sto inseguendo ma che non esiste. È un posto dove non ci sono discussioni, nessun disagio e nessun problema. Parlerò per me stessa ma sono una persona a cui non piacciono le discussioni, i litigi ed essere in prima linea tutto il tempo. Essere costantemente sull'attenti, super onesta o dire immediatamente quello che penso mi richiede tanto sforzo. Le canzoni trattano di quello, della ricerca, dell'inseguimento, dell'affrontare la realtà, del camminare in una tempesta.

Pez: Come si legge spesso in giro il terzo disco è quello che decide “il destino” di una band. Avete sentito questo peso mentre stavate registrando Unison Life?

Stefanie: Abbiamo sicuramente sentito la pressione ma non dal mondo esterno. Era una pressione interna. Avendo avuto più tempo del previsto, la pressione era molto più evidente del solito e non abbiamo accampato scuse.
Peter: Non abbiamo mai pensato al “terzo album come tu intendi “il terzo album”. Non so il motivo del perché molte persone ora ci chiedano questa domanda. Non vediamo la nostra band in quel modo. È solo il nostro nuovo album e volevamo fare un disco migliore dei precedenti.

Pez: Credo che a livello compositivo questo disco sia il più completo. Siete riusciti a combinare l'aggressività con la melodia e, se posso osare, il risultato in alcuni momenti ricade nella definizione di “epico”. È stato difficile? Come si è svolto il processo di scrittura?

Stefanie: Grazie per il complimento. Cerchiamo sempre di mettere del dinamismo all'interno dei nostri dischi. È un nostro particolare cruccio la combinazione di sentimenti o dinamiche aggressive in una canzone senza che il risultato ne esca fuori tremendamente confuso. Questo è un aspetto presente anche nelle nostre personalità, quindi cercheremo sempre di mettere tutto quello che siamo e abbiamo nelle nostre canzoni.
Peter: il processo di scrittura è stato sempre il solito songwriting dei Brutus: funziona solo se ci siamo noi tre in una stanza, dove cominciamo a lavorare su qualche melodia o una progressione di accordi. Si può dire qualsiasi cosa, chiunque può commentare o cambiare qualche strumento o accordo. È tutto molto democratico e onesto. Abbiamo scritto trenta demo e poi registrato dodici canzoni in studio.

Pez: Io so che il post-hardcore (se vi riconoscete in questa etichetta) è un genere un po' saturo ed è difficile essere notati. Non siete spaventati d cadere nei clichés del genere e risultare scontati?

Stefanie: Quando creiamo le canzoni, le pensiamo solamente dentro allo studio. Siamo stati chiamati in molti modi, ma noi abbiamo sempre ritenuto un complimento il fatto che le persone ascoltino la nostra musica e ritengano che siamo post-hardcore. Io cerco di non pensare a quello che le persone possono dire attribuendoci determinati cliché del genere. Noi vogliamo essere i Brutus e vogliamo suonare in nessun altro modo che in quello dei Brutus. Quindi no, non sono spaventata.

Pez: Voglio chiederti una domanda riguardo i testi. Sento una grande presenza di You o We al loro interno e quindi ti chiedo: c'è qualcuno in particolare a cui ti stai riferendo? All'ascoltatore o a chi ti ha ispirato nello scrivere i testi?

Stefanie: Tu, noi, me o io, qualsiasi pronome io usi, è reale. You è una persona, We è veramente noi e Me è sempre riferito a me stessa. Ho scritto questo disco basandomi sulla vita vera quindi significa che tutto quello che senti nel disco è successo veramente o è basato su sentimenti reali.

Pez: Vorrei tornare per un momento indietro sul titolo Unison Life. Attualmente stiamo vivendo in un periodo storico in cui, invece di stare insieme si tende sempre di più a costruire muri. Quale pensi possa essere il rimedio per far sì che le persone ricomincino a vivere in modo comunitario? Pensi che la musica possa esserlo?

Stefanie: l'arte connetterà sempre le persone su livelli a cui altre esperienze difficilmente riescono ad arrivare. La musica può aiutare molte persone ma bisogna lavorare duramente su tantissimi altri aspetti. Le persone devono cominciare a fare ricerche su ciò che sta succedendo intorno a loro e trovare il modo di imparare a sopportare di più. Un po' di progresso è stato fatto, e questa cosa è fantastica! Ma quando ci si guarda intorno e si vede: cambiamento climatico, razzismo e persone che tendono a chiudersi alla società capisci che c'è ancora parecchia strada da fare. Bisogna provare a cominciare con le piccole cose per migliorare il nostro piccolo; magari trattando le persone come vorresti che loro trattassero te. Pensa ai ragazzini: il mondo che ci stiamo lasciando indietro è un campo di battaglia. Dobbiamo cercare di essere cosciente di quello che mangi o di quello che dici a voce alta a quelle fasce sociali che sono le più influenzabili. Qualsiasi cosa è su internet al giorno d'oggi. Se lo si sta ignorando, si è ciechi. Ma basta con il sermone ora.

Pez: Avete anche annunciato le date del tour europeo (purtroppo senza tappa in Italia). Voglio chiederti se componete le canzoni pensandole anche a come potrebbero suonare dal vivo?

Stefanie: Prima di tutto speriamo di suonare in Italia il prima possibile. Siamo una band dal vivo e scriviamo in una sala prove, di conseguenza suoneranno sempre “live” le canzoni. Vogliamo suonare al più alto volume possibile le parti che ne hanno bisogno, quindi cercheremo sempre di ottenere quel suono.

Pez: Quale pensate sarà il prossimo step per i Brutus?

Stefanie: Io spero che il prossimo step sia suonare il più possibile dal vivo. Successivamente sarà sempre quello di noi tre, che proviamo a migliorarci e che lavoriamo sodo a nuovi brani che siano i migliori possibili.

Peter: Sì, andare là fuori e suonare nuove e vecchie canzoni a nuove persone e a facce familiari. Suonare in Italia!

Pez: Grazie per il vostro tempo. Vi lascio queste ultime righe per salutare i lettori.

Stefanie: Grazie a te per aver fatto questa intervista con noi. Grazie ai lettori di Metallized. Speriamo di incontrarci un giorno :)

Peter: Grazie!

NdR:
La foto della copertina è di Eva Vlonk



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13/11/2022
Intervista
BRUTUS (BEL)
Una vita all'unisono
 
 
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