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22/09/23
ESCUELA GRIND
FREAKOUT CLUB VIA EMILIO ZAGO, 7C - BOLOGNA
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FORGED IN DOOM - Palaspirà, Spirano (BG), 27/05/2023
01/06/2023 (561 letture)
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Genere che da sempre raccoglie numerosi accoliti spesso costretti a varcare i confini per imbattersi in serate a tema di qualità, finalmente gli appetiti dei devoti a giganti quali Black Sabbath, Saint Vitus e Candlemass vengono ripagati con un evento che oltre proporre buona musica promuove anche una giusta causa, il ricavato infatti verrà devoluto a favore dell'ospedale da campo dell'Associazione Nazionale Alpini. Ci avviamo a destinazione, scegliamo il percorso "panoramico" scevro da inutili salassi autostradali e così, oltrepassando ampie distese rurali e campi arati approcciamo Spirano, Spirà in bergamasco, poche anime in giro (quelle dannate si sono evidentemente già recate al concerto!) e una leggera pioggerella che fortunatamente andrà ad esaurirsi nel corso della serata. All’ingresso troviamo un nutrito gruppo di Alpini a fare da Cicerone, è la loro associazione infatti che darà una mano nell’organizzazione dell’evento. La location è quella del palazzetto dello sport multifunzionale, messo a disposizione dall’amministrazione comunale, finalmente anche dalle nostre parti si sostengono eventi attinenti la scena rock/metal laddove, seppur consueto in altri paesi, tempo addietro sarebbe stato a dir poco impensabile nella vetusta concezione del metallaro brutto sporco e cattivo! Nessuna criticità nel parcheggio, eccoci quindi dentro il PalaSpirà, platea variegata composta prevalentemente da vecchi aficionados (abbiamo incontrato una coppia proveniente dall’Olanda e perfino una dal sud Sardegna!), il tutto si è svolto in clima cordiale di vera fratellanza che ha permesso di interloquire con tutte le band prima dell’inizio dei lavori.
LA LOCATION Il palazzetto è stato organizzato sì da avere l’area food all’esterno, soluzione preferibile per permettere l’isolamento acustico in caso si desiderasse scambiare due chiacchere in spensieratezza. La scelta, c’è da dire, risultava minimale, ma con prezzi onesti e prodotti di qualità, da par nostro abbiamo assaggiato entrambi i panini, uno con formaggio l’altro con salamella al prezzo rispettivamente di 3,0 e 3,5 euro (capito Ippodromo?). Il beveraggio consisteva in un’unica birra lager tedesca al costo di 5 euro. Ah ecco, l’edificio è immerso nel verde e circondato da vasti prati sicché a seconda dello spirare dei venti si avvertiva un persistente olezzo di… concime! Un simpaticissimo speaker, che ad ogni cambio di formazione chiamerà a raccolta i presenti, introduce la serata e, nel corso della stessa darà voce al primo cittadino apostrofato come “il Sindaco Rock”!. A fine corsa si conteranno 130 presenze, sicuramente al di sotto delle aspettative ma è realistico ritenere, alla luce dei nostri vergognosi standard di afflusso, fosse comunque un’ubicazione sovrastimata. Palco ricavato da un’area gradinata, minimale ma ampio e completo, con unico neo il posizionamento degli speaker del pa a terra anziché per aria che rendeva quasi impossibile stazionare sottopalco in prossimità degli stessi. La prima preoccupazione riguardava l’aspetto acustico in quanto, nella norma, tali contesti mal si prestano alla musica estrema ma fortunatamente grazie al buon lavoro dei fonici non vi saranno particolari problematiche nel corso dello show. Eccovi dunque un fugace resoconto di quanto si è svolto.
THE TEMPLE Tocca ai greci The Temple aprire le danze. Sono in quattro e per loro si tratta della prima calata in terra nostrana. Due chitarre Epiphone, Explorer/Les Paul e batteria Ludwig in condivisione che sarà maltrattata per tutta la festa a scolpire un sound monolitico con ritmiche lente e pesanti come macigni intrise di vaghi echi melodici e frequenti armonizzazioni di chitarra. Presenza scenica discreta col solo secondo chitarrista un po’ troppo statico. Seppur si sia trattato di un ottimo aperitivo, alla lunga son risultati tenuamente monotoni con la sostanziale riproposizione del solito schema lungo tutti i pezzi. Variazioni sul tema aiuterebbe senz’altro il quartetto a emergere tra la moltitudine di ascolti alternativi. Nessun difetto dal lato dell’esecuzione, anche i brevi cenni di doppia cassa sul pezzo finale son parsi precisi al millimetro.
CARDINALS FOLLY Provenienti dalle gelide lande della Finlandia, anche per loro si tratta della prima apparizione nel Bel Paese e vantano una riguardevole discografia tra split, EP e partecipazioni varie. Formazione a trio che rende il sound maggiormente compatto, in loro l’influenza dei Black Sabbath si fa precipuamente marcata con altrettanti frequenti richiami agli Electric Wizard. Posseggono un gran bel tiro, sonorità essenzialmente variegate rispetto ai colleghi che li hanno preceduti con diversi cambi di marcia durante la performance. Il batterista, ipovedente, è stato il vero portento della serata difatti, nonostante l’invalidità, bombarda le pelli con slancio e precisione chirurgica. EPITAPH Unica (ma riguardevole) rappresentanza italica quella degli Epitaph, omonimi dei longevi progster teutonici coi quali evidentemente non vantano alcun’altra affinità! Spunta il primo teschio on stage e fin dalle prime note è chiaro si sia saliti di livello, d’altronde i “nostri” sono da considerarsi a tutti gli effetti dei veterani della scena, essendosi formati nel lontano 1988 e nonostante qualche fisiologico rimaneggiamento nella line-up, sound, qualità compositiva e perizia tecnica restano a livelli di magnificenza permettendogli di ritagliarsi il proprio spazio in un panorama fin troppo affollato; ciò posto hanno rappresentato, insieme agli headliner, la miglior prova del festival. Anche in loro, come inevitabile, si avvertono attinenze ai grandi guru del genere, con rimandi nelle parti rallentate a taluni intro degli Slayer! Rickenbacker rosso e look ecclesiastico alla Paul Chain di prima maniera per il bravo bassista Nico "Doominus" Murari, classica Gibson Les Paul per le mani infuocate di Lorenzo "Loah" Loatelli che si destreggia con maestria e disinvoltura tra legato e bending perfettamente eseguiti. Sulfurei ed avvincenti, resa piena, possente ed ottima presenza scenica quali ingredienti di una ricetta vincente che li promuove a pieni voti, sperando di rivederli al più presto in seno ad altri festival di settore.
LORD VICAR Si chiude col classico “pezzo da novanta”; band dall’invidiabile curriculum (il cantante Christian Linderson ha militato nientemeno che nei Saint Vitus!) ed autori, con The Black Powder, di una delle release maggiormente apprezzate del 2019, i nordici Lord Vicar concludono i lavori di questa esaltante rassegna. Pre e post concerto peraltro abbiamo modo di scambiare due chiacchere con Chritus che ci racconta essersi recentemente trasferito in Germania dove, evidentemente, la birra è più buona! Coi Lord Vicar si entra di diritto nel novero dei maggiori esponenti del doom metal moderno ed infatti la band, fin dagli esordi, ha sempre rappresentato una sorta di garanzia, sia in studio che live. Ed anche nell’occorso, non v’è stata eccezione, con la loro salita sul palco l’asticella si innalza vertiginosamente portandoci direttamente su un altro pianeta. Armamentario composto da classica Gibson SG, basso simil precision ed enorme presenza scenica quali fattori immediatamente percettibili. Chritus, da vecchia iena qual è, si aggira con totale naturalezza sulla pedana adottando una gestualità unica a caratterizzante, senza contare la particolare timbrica, che spesso non segue la tonica e il cipiglio alla Donald Sutherland quali ulteriori elementi di distinzione. Una scaletta granitica, che per la gioia dei fans di prim’ora attinge quasi interamente dalla prima produzione su cui svettano, nella parti in clean, bellissimi inserti che ricordano l’Alice Cooper di Welcome to My Nightmare ed il frontman che interagisce costantemente con gli astanti rendono oltremodo avvincente ed impressionante l’esibizione nella sua interezza. E così, con uno stuolo di lattine Moretti in mano, che pare sia la loro birra nostrana preferita, termina una serata memorabile sia per gli sforzi organizzativi che il carattere dell’iniziativa. D’altronde, quando la buona musica incontra una giusta causa non può che nascere qualcosa di positivo, un plauso dunque alla riuscita di questo evento che speriamo di rivivere quale appuntamento fisso stagionale.
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serata stupenda, ottima musica, cibo e birra a buonissimo prezzo (che non è roba da poco di questi tempi) peccato la poca affluenza ma non arrendetevi e date un seconda possibilita con un forged 2024 |
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Mille grazie Emanuele! Sopratutto x aver sottolineato lo sforzo degli organizzatori (gli alpini in primis) per realizzare questo festival da sogno. Si, il ricavato andrà all\'ospedale da campo ANA. Ci aspettavamo molte più presenze ma va bene lo stesso.... Da subito si è percepito che la serata sarebbe stata magica e così è accaduto.
Saluti e grazie x il vostro supporto.
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