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CHET BAKER - Un conato di Jazz
03/12/2007 (6544 letture)
Ma che ci vai a fare? Non è musica per uno della tua età, ti annoierai.

Ho dodici anni, e probabilmente mia madre ha ragione, ma un consiglio così convinto da parte della supplente di storia dell’arte (anch’essa una piccola opera d’arte), non può essere una fregatura, ho deciso, ci vado.
Il Teatro in Fiera è strapieno (oggi non esiste più), credo di essere l’unico sotto i 30 anni e mi guardano tutti come se fossi un alieno che chiede informazioni, ma la prof. mi ha visto e mi ha strizzato l’occhio, magari domani neanche mi interroga, speriamo… ecco, inizia, sentiamo un po’ se ha ragione lei o mia madre, vediamo se quel tipo seduto a destra sul palco con l’aria di uno che ha voglia di andarsene al più presto possibile è così bravo come dicono, e poi si tratta di Jazz, mica di Al Bano e Romina.

Aveva ragione lei, ed anche se i miei dodici anni mi hanno sicuramente impedito di apprezzare compiutamente l’evento, posso dire di aver sentito dal vivo uno dei più grandi trombettisti del secolo scorso: Chet Baker, e non è poco.
Dal punto di vista musicale di quella serata ricordo poco, ma Chet lo ricordo bene, tanto che mentre scrivo credo di poterlo paragonare come persona a Jaco Pastorius, anche lui magrissimo e dalla faccia devastata dagli eccessi, anche lui un genio del suo strumento, anche lui fondamentalmente un disadattato, anche lui condotto a morte prematura dall’abuso di droghe, anche se, come è ovvio, l’atmosfera del Jazz è senza dubbio molto più formale di quella Rock, e dunque l’interazione del pubblico con gli strumentisti non è stata apprezzabile.

Nato nell’Oklahoma e figlio di un chitarrista, Baker si impone nel '51 nella West Coast, e nel '52 entra nel quartetto di Gerry Mulligan (un po’ come per un chitarrista metal entrare nei Judas o negli Iron Maiden negli anni 80), dove conosce il grandissimo successo con lo storico solo su My Funny Valentine, ma anche l’eroina, allora massicciamente presente in ambienti Jazz; sfaldatosi il quartetto nel 54 Chet viene votato miglior trombettista davanti a Miles Davis e Dizzie Gillespie.
L’eroina lo ha già segnato, in Europa fa un anno di carcere a Lucca ed è espulso da Germania ed Inghilterra, ridotto a fare l’inserviente in una pompa di benzina dopo che aveva perso tutti i denti in una rissa con degli spacciatori, viene riconosciuto da un fan che gli paga una dentiera, può così rientrare nel giro, anche se il suo timbro non sarà mai più lo stesso.
Trascorre gli ultimi anni incidendo un numero enorme di cose per i debiti fatti con i pushers e suonando qualsiasi cosa per lo stesso motivo, ma anche facendo cose egregie, prima di suicidarsi cadendo dal parapetto di un albergo di Amsterdam troppo alto per essere scavalcato senza un aiuto, probabilmente spacciatori stanchi di aspettare.
Sempre defilato e segnato dalle droghe, anche la sua musica è sempre stata oscura, venata da un che di mortifero, che ha fatto si che le sue migliori composizioni siano frutto di trips di mescalina e speedball, e non di pura e semplice ispirazione, la sua musica non era alta, era un conato di vomito che semplicemente non poteva reprimere, e che alla fine lo ha strozzato.

Non so che tipo di accoglienza un articolo su un trombettista Jazz, per di più scomparso da tempo, possa avere sui lettori di una webzine metal, forse addirittura ci farà perdere lettori, o forse qualcuno finalmente si accorgerà di una realtà che credo, senza falsa modestia, ha pochi termini di paragone sul web, e che vi invito a sostenere, magari anche non condividendo certi temi sviluppati, ma apprezzando chi inserisce motivi culturali e non segue solo le mode.
Che ne dite?



Replica van pelt
Giovedì 3 Ottobre 2019, 13.50.40
23
Estate, come la stagione.
Rob Fleming
Giovedì 3 Ottobre 2019, 12.23.49
22
@Replica: "Estate" intesa come "Summertime" o proprio "Estate" (vocabolo inglese che nulla ha a che fare con la stagione)?
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 3 Ottobre 2019, 12.17.13
21
Parafrasando Galilee: mi piace molto ma non ci capisco troppo. Come col metal ah ah ah ah ah
Replica Van Pelt
Giovedì 3 Ottobre 2019, 11.54.29
20
@ Gal ormai conoscenza sbiadita,non lo seguo più da anni (anche perchè non c'è più nulla da seguire),mi permetto di consigliarti due brani di chet,conosciuti ma non in queste versioni,Estate (da At Capolinea) e Almost Blue (da Chet on Poetry),non sono un recensore e dovrei trovare le parole giuste,ma ascoltali e basta,se ti va.ciao
Galilee
Giovedì 3 Ottobre 2019, 8.02.51
19
Il Jazz mi piace parecchio, anche se le mie conoscenze al riguardo sono nulle, non arrivo a 30 cd nella mia collezione. Di Chet Baker ho comunque un album dal titolo Chet Baker and Strings.. bellissimo. Ah...ma vedo che Replica ne è un buon conoscitore. Fa sempre piacere, così se si devono chiedere consigli....
Raven
Giovedì 3 Ottobre 2019, 7.25.05
18
Se vi interessa, tra la serie Raccontare il Mito c'è anche un concerto di Baker.
Replica Van Pelt
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 21.00.48
17
ma l'acid jazz praticamente è funky versione modaiola fine anni 80 primi 90 durato poco ricordato meno e lascito zero,Lou Donaldson è stato il capostipite ma ancora un grande suono jazz-funky che ha fatto storia.
SkullBeneathTheSkin
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 20.33.31
16
Intendevo acid jazz, probabilmente sto sbagliando "Charlie" Corleone è appunto acid jazz o da semi-ignorante questo sarei portato ad affermare Ps. "semi" perché non conosco ma sospetto!
Rob Fleming
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 19.49.49
15
L'unico acid cui sono passato è quello dei Quicksilver, Grateful Dead e compagnia woodstockiana. Di Parker mi avevano fatto una cassetta. Ai tempi del liceo faceva molto figo atteggiarsi a profondi conoscitori del jazz. Ovviamente quello più inascoltabile. Figurati che io a 16 anni avevo appena scoperto i Black Sabbath. Quella cassetta l'avrò ascoltata 2 volte al massimo. L'album di Patton non lo conosco. Provvedo
SkullBeneathTheSkin
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 19.45.28
14
@Rob: ma citando Parkersei passato all'acid o sbaglio? BTW "Corleone" di Roy Paci con Mike Patton lo conosci? Bel disco, con Patton che vocalizzi soltanto, senza cantare davvero. Visti anche dal vivo. Un trip.
SkullBeneathTheSkin
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 19.43.38
13
@Rob: ma citando Parkersei passato all'acid o sbaglio? BTW "Corleone" di Roy Paci con Mike Patton lo conosci? Bel disco, con Patton che vocalizzi soltanto, senza cantare davvero. Visti anche dal vivo. Un trip.
Rob Fleming
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 19.37.26
12
Sono d'accordo con te. Ed per questo che il jazz che piace a me è quello "atmosferico"; quello "notturno". Ecco che Baker, Coltrane (le ballads; A gian step e A love supreme); il Davis dell'Ascensore per il patibolo; A kind e In a silent way (il mio preferito in assoluto), Keith Jarrett a Colonia vanno benissimo. Le big band sono troppo gioiose; Charlie Parker (che non potevi non ascoltare leggendo On the Road) incomprensibile; Ornette Coleman...oddio. Quello cantato men che meno sebbene Nina Simone mi piaccia. Ma avrò tra il sì e il no una 30 di cd a casa non di più.
Replica Van Pelt
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 19.18.59
11
@Rob il jazz è uno stato d'animo,lo è anche il metal o sottogenere o qualsiasi altro genere,ma forse il jazz è qualcosa di più interiore,uno stato d'animo improvviso,sconosciuto,di spaesamento,per poi ritrovarsi o perdersi in note che non sono matematica o 4 tempi classici,oggi non lo seguo più,se va bene è tecnica,ma la tecnica è qualcosa di relativo e non serve al jazz,almeno da sola,il jazz è altro e chet Baker lo sapeva bene,tutti i grandi jazzisti (ma anche quelli minori) lo sapevano bene.
Rob Fleming
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 18.39.45
10
Io so solo che a me il jazz piace poco e tanto meno mi piacciono i fiati. Ma so altresì che i 2 cd di Chet baker che mi hanno regalato sono quanto di più bello abbia mai ascoltato: le atmosfere che sa infondere sono qualcosa di grandioso. Però, 'sto sito, ce n'è di roba inesplorata...
Replica Van Pelt
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 18.31.49
9
Sembra così lontano il '900,anche il jazz oggi mi sembra così lontano,quasi una ferita ancora aperta,la fine del 900 ha pianificato tutto,il jazz si è esaurito in musichetta da accompagnamento da ascoltatori per localetti estivo o da "eccellenza tronfioartistica" per qualche teatro o rassegna estiva.Così l'ho abbandonato,fisicamente,ma spiritualmente c'è ancora,in tutti i giorni,c'è Miles Davis,Coltrane,Steve Lacy,Ornette Coleman,Nina Simone,Billy Holiday,e Chet Baker,ciascuno a modo suo,ci sono due album di Chet che è come se li riascoltassi all'infinito,At Capolinea e Poetry,se vi va dateci un ascolto,sono un regalo al mondo.
francesco gallina
Martedì 4 Dicembre 2007, 17.58.08
8
a me non sta stretto, è che c'è anche dell'altro, tutto qui.
Syd
Martedì 4 Dicembre 2007, 17.02.56
7
il metal ci sta stretto... Bravo Francè.
francesco gallina
Martedì 4 Dicembre 2007, 14.24.26
6
Sicuramente si, e credo che lo dimostremo presto. Grazie per i commenti.
benda
Martedì 4 Dicembre 2007, 12.27.45
5
Beh, direi che, data la vagonata di informazioni per quanto riguarda le mie recensioni e i miei gusti, è chiaro che io sia completamente d'accordo. Anche perchè, chi si intende un pò di metal, generalmente è appassionato in toto della musica e apprezza tutti i generi musicali. E poi bisogna sempre dare un'occhio a tutto. Ad esempio, pensate che l'opera abbia qualcosa a che fare col metal? io dico di sì...l'arduo commento ai posteri...
Giasse
Martedì 4 Dicembre 2007, 11.06.37
4
Dico che il metal è un punto di partenza... un buon punto di partenza!
Thomas
Martedì 4 Dicembre 2007, 7.53.48
3
Interessante. E' giusto sostenere l'impegno, ovviamente la penso come te.
valentina
Martedì 4 Dicembre 2007, 0.19.31
2
bravo!concordo
Rob
Lunedì 3 Dicembre 2007, 21.15.43
1
Dico che hai ragione...
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Chet Baker, gli ultimi anni
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03/12/2007
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CHET BAKER
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