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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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ERIC MARTIN - Il concerto a Bari
11/12/2007 (2677 letture)
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Il punto è che tornando dal luogo designato per l’intervista all’ala concertistica del Nordwind disco pub di Bari il sottoscritto, che nella sua vita si è esibito davanti a un massimo di trenta persone alla recita di natale delle scuole elementari, ha avuto un colpo al cuore nel constatare la numerica pochezza del pubblico presente, figuriamoci quindi la reazione che avrà potuto avere uno che durante la propria carriera ha affrontato audience di migliaia di persone, contemplato folle urlanti ai propri piedi, tenuto testa ad orde di fan assatanati. Eppure il raggiante sorriso di Eric Martin a fine concerto, unito ad un lapidario “my best show so far”, mi induce a pensare che forse ho sbagliato i miei calcoli.
Saltando a piè pari quelle che potrebbero essere indelicate considerazioni sui molti assenti non giustificati (persino i miei canarini, animali notoriamente duri di comprendonio, sapevano della venuta di Eric Martin) di questa sera, mi ritrovo catapultato con la memoria alla fine dell’esibizione degli Z.E.D., hard rock band barese che apre la serata. I due pezzi a cui ho avuto modo di assistere (la cover di Mean Bone degli Slash’s Snakepit e Sick, pezzo di propria produzione) costituiscono un minutaggio sin troppo esiguo per poter valutare la prestazione della band ma più che sufficiente per capire che questi ragazzi ci sanno fare, e la calda partecipazione dello sparuto gruppo di astanti vale più di qualsiasi abbozzo di discorso prefabbricato per l’occasione.
Dopo questa breve ma piacevolissima parentesi rockettara è il turno di Eric Martin, unico cantante al mondo che ha falsificato la propria carta d’identità anticipando la data di nascita invece di posticiparla per sottrarsi qualche anno come fanno tutti: non vorrà mica farci credere, con quella faccia da ragazzino, che è prossimo ai quarantott’anni? Chi potrebbe mai pensare che un aspirante cinquantenne sia in grado di tenere il palco per quasi due ore saltando come una cavalletta, ballando, suonando la chitarra e producendosi in evoluzioni vocali che solo a sentirle ti si chiudono i polmoni e ti viene il mal di gola? La verità è che viso da giovanotto a parte, Eric condivide con i grandi cantanti della sua generazione il gene dello spettacolo: carisma, istrionismo, capacità di ottenere il massimo da qualsiasi situazione e l’ammirazione di tutti quelli che gli stanno accanto sono caratteristiche peculiari degli ultimi grandi interpreti di un modo di essere rock star che va pian piano scomparendo. Non solo cantante, non solo intrattenitore: lo show di questo eterno ragazzo è energia pura, è rock vibrante, caldo, caldissimo (tanto che dopo due canzoni il buon Eric era già sudato come un maratoneta ad agosto), intenso ed emozionante. Cantare col cuore in mano una manciata di pezzi che l’hanno reso famoso come Daddy Brother Lover Little Boy, Electrified o To Be With You non gli basta, il folletto californiano non sta un solo secondo fermo o zitto, è sempre pronto a scherzare con i ragazzi della sua band (soprattutto col batterista Saverio, colpevole di avere la metà dei suoi anni), col fonico (pronuncia quel nome, “Enzo”, con la cadenza di un barese purosangue) e soprattutto col pubblico. Esilarante quando ruba gli occhiali ad un ragazzo in prima fila per cantare Wonderland (dal suo album col Tak Matsumoto Group), indossandoli e rendendosi conto solo a fine canzone che non ci vede niente, oppure la tortura che ha dovuto subire un altro ragazzo, eletto reggi-plettro personale per l’intero concerto. Divertentissimi sono i suoi aneddoti sulla suocera che pretendeva di vedere il colosseo a Catanzaro o sulle rotonde che li hanno fatti smarrire per le strade italiane più di una volta, fantastica la sua presentazione della band sullo sfondo di una curiosa melodia spagnoleggiante, culminata con “il mio nome è Amerigo Vespucci, ho scoperto l’america e non l’ho trovata così bella”.
Ma un concerto di Eric Martin non vive soltanto di rock e divertimento, ma anche di emozioni intime e profonde, di flebili batticuori e della magia che nasce dalla condivisione degli stessi momenti. Mi si forma ancora un nodo alla gola se ripenso a Just Take My Heart o a The Chain, quando lo spoglio arrangiamento di chitarra semi-acustica riesce a stento a trattenere il fluire strabordante, armonioso e inconfondibile di una delle più belle voci che la storia del rock possa ricordare. Eccovi un esempio della magia di cui parlo (grazie Rob per aver indicato la strada):
Ed ecco perchè mi sento in dovere di svincolare il racconto di questo concerto da fredde osservazioni tecniche; sarà che i ragazzi della band hanno avuto come unico limite l’inevitabile confronto con certi Pat Torpey, Billy Sheehan e Paul Gilbert/Richie Kotzen, sarà che se anche non al massimo della sua forma la voce di Eric Martin non ha perso un solo grammo del suo fascino in tutti questi anni, sarà che ascoltare Wild World alla radio quattordici anni fa (e cantarne al cospetto di un divertito singer assieme a tutti i presenti la scala che segue il ritornello con uno stonatissimo “la la la la la la lalala”) ha cambiato la mia “vita musicale”, ma questa serata rimarrà per sempre scolpita nel mio cuore. In questo mondo (musicale e non) ci vorrebbero molti più Eric Martin di quanti ce ne sono. E se siete arrivati fino a questo punto chiedendovi chi cavolo è questo Eric Martin, beh, allora vi siete persi un grande pezzo della storia dell’hard rock degli anni novanta. O siete solo smemorati. La risposta è MR. BIG.
Un ringraziamento di cuore al mio compagno di avventure/collega Master444 per compagnia, foto e supporto morale e all’ineffabile Carlo per il video di To Be With You.
SETLIST
I wish you were here
Daddy, brother, lover, little boy
Voodoo kiss
Superfantastic
Wonderland
Temperamental
Kings for a day
Just take my heart
Electrified
Sweet home Alabama
Untouchable
Wild world
Water over the bridge
A rose alone
My new religion/The chain
Dancin' with my devils
To be with you
Don't stop
30 days in the hole
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9
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Complimenti per questa recensione! Io ho visto lo show di Pisa, ma le emozioni sono state le stesse..wow..mi hai fatto ritornare i brividi! Sei un grande. |
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8
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Fino ad ora comunque tutti gli special guests che hanno suonato al Nordwind hanno chiesto di tornare : Panic cell, Oliver-Dawson Saxon, Reckless tide, Moonlight comedy, White skull ecc ecc quindi tanto male come loation non e' ... ANZI!!! Al prossimo concerto!! |
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7
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il problema che condivido con i gestori del locale è che siamo invasi da falsi amatori della musica e che sono buoni solo a lamentarsi che da noi non si fa mai niente... alcuni hanno avuto da ridire sul prezzo del biglietto, altri sulla location ma da buon musicista mi chiedo, possibile che noi, che siam sempre stati abituati a spostarci per vedere bei concerti, ora che ce li abbiamo a casa dobbiamo star a vedere tutte queste cose secondarie? il prezzo era + che equo e la location abbastanza dignitosa e garantisco a detta dello stesso martin. poi è un buon trampolino di band locali che come noi, dopo 3 tournee nazionali, riusciamo ad aprire "a casa" un concerto di un pezzo di storia del rock che visto lo show di oltre 2 ore che ha fatto su alti toni, l'umiltà e l'incomparabile simpatia e carisma sicuramente non valeva 15 miserabili €, ma di più. e no... perchè se un concerto non costa almeno 30 € allora non è buono. sono arrabbiato e spero che non si arrabbino anche gli organizzat |
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6
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Grazie a tutti |
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5
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Apriremo un tuo fan club peppe |
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4
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Ero presente alla serata, estremamente contento del fatto che avevo davanti agli occhi (e in un ambiente così "familiare") un rappresentante così importante della storia del rock. Impressionante la sua energia. Non posso che approvare ogni parola di questa bella recensione! |
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3
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Tu lo sai che sei un grande e che le tue rece sono grandi quanto te??? |
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2
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good job, well done |
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1
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Grande report... Diciamo che ho avuto una buona idea ad introdurre i video... |
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