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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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TOTAL METAL FESTIVAL 2009 - Una grande giornata metallica a Bari
29/09/2009 (6360 letture)
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Il sole splende sulla mattina del 19 Settembre, e dopo una manciata di ore
spese ad eliminare le scorie della nottata precedente, giunge finalmente il
momento di mettersi in marcia con la prospettiva di accumularne altre.
Scorie metalliche, scorie sonore, scorie che non aspettano altro che
diventare storie. Il New Demodè è a due passi da casa mia ma
la strada, quella strada su cui sfilano senza soluzione di continuità
alberi, lampioni e donnine compiacenti, è percorsa dal sottoscritto una sola
volta l'anno per un unico, semplice motivo: non una sveltina a pagamento
come i maligni potranno pensare ma il Total Metal
Festival. Giunta alla sua settima edizione, la più grande rassegna
metallica pugliese offre quest' anno la propria importante testimonianza su
un fatto ormai evidente: il metal sta cambiando. Lontana dalle grandi
organizzazioni che possono permettersi di spendere fior di quattrini per
portare al solito pubblico le solite quattro cariatidi in un accanimento
oserei dire mesozoico, la Vivo Management fiuta il cambiamento e,
attenta al ricambio generazionale, non si lascia sfuggire l'occasione per
comporre un bill rivolto essenzialmente a tutti coloro per cui degli anni
'80 non resta che una canzone di Raf, pur senza scontentare del tutto
chi, come il sottoscritto, comincia ad accorgersi di essere diventato più
vecchio dell'ottanta percento del pubblico di un qualsiasi concerto metal
-cariatidi escluse. Guardarsi attorno è ormai diventato un atto di fede...
DEADLY STRAIN
Questi vi spaccano il culo! Sono queste le ultime parole del discorso
inaugurale dell'organizzatore capo Luigi Pisanello e le prime che ci
è concesso sentire quest' oggi. Se le promesse si dovessero rivelare
fondate, si prospetterebbe un ritorno a casa postumo ad una dolorosa
ricostruzione plastica lombare: una premessa degna dei migliori
Carcass. (S)fortunatamente però questo non avviene in virtù di un set
di suoni assolutamente confusionario, un pastiche sonoro in cui una
grattugia (leggasi chitarra) si erge su una serie di boati, risultanti
dall'incontro di batteria, basso e voce. Il brutal death metal dei ragazzi
purtroppo non aiuta l'intelligibilità del tutto, che per forza di cose
rifugge ogni considerazione e giudizio sulla band che se non altro, dimostra
grinta ed entusiasmo, ripagata da un mini-pogo ad opera dei primi accorsi.
SHANK
Salvo quindi il deretano, una sciagura peggiore sta per abbattersi sul
sottoscritto: per gli Shank l'importante è urlare,
sempre e comunque. La musica per i salentini è una questione di decibel,
un'orgia impazzita di volumi sballati che applicati allo screaming più
caustico e dannoso che abbia mai sentito, risultano in un ferocissimo
attacco ai timpani con annessa moria neuronale su larga scala che mi
costringe ad uscire dall'area concerto per riprendermi un po’. Da fuori si
distingue un hardcore fortemente metallizzato, dissonante e sperimentale che
sarebbe pur interessante ascoltare, piuttosto che soffrire. Al rientro nel
locale, la visione dell'omino del mixer con le mani nei capelli mi schiude
la prospettiva di un futuro completamente sordo che mi fa preferire gli Shank nella versione dell'anno scorso, ovvero quando sono
saltati all'ultimo minuto. Questo è il TMF e non si sta fermi lì in
piedi! urla il singer. E infatti preferisco starmene infermo e seduto
sul divanetto...
CANCRENA
Con un singolare aplomb tutto alcolico, salgono sul palco i Cancrena. La band di Barletta affida il suo thrash metal
panteriano ad una resa sonora finalmente soddisfacente e i risultati sono
abbastanza notevoli, sia sul piano esecutivo che su quello del
coinvolgimento. Dopo essersi assicurato della gradazione alcolica della
platea (beh, state bevendo?), il singer Frank si lancia
assieme al resto della band in una serie di pezzi dai nomi incomprensibili
(furba la scelta di far partire fischi e feedback di chitarra all'annuncio
dei pezzi) che fanno divertire e pogare il pubblico grazie ad una potenza e
ad un groove tutto "sudista", per toccare l'apice nell'immancabile cover dei
Pantera. Prova positiva dunque per i Cancrena,
in cui a distinguersi maggiormente è stato il chitarrista Francis,
molto bravo ma anche molto tamarro.
ABSOLUTE TERROR FIELD
... E terrore assoluto fu allorché mi trovai a pensare ad una collocazione
stilistica per questa giovane band capitolina. Death-core? Thrash-core?
Qualcosa-core? Il fatto è che l'ennesimo, sciagurato regime di
incomunicabilità sonora penalizza ancora una volta gli occupanti del palco
rendendo difficile seguire la loro performance. Di sicuro rimane la scarsa
inclinazione scenografica, una manciata di pezzi dal sicuro impatto e
un'attitudine in-your-face che giustifica le urla perpetue di un singer che
pare perpetuamente incazzato (e sudato). Mettiamola così: quest' oggi gli Absolute Terror Field hanno beneficiato dell'indulgenza
plenaria per ogni possibile errore commesso!
NEFERTUM
E finalmente, anche il TMF ha conosciuto il suo illuminismo. Messi da
parte gli squilibri fonici che hanno caratterizzato/penalizzato la
prestazione delle prime band, da questo punto in poi il tutto si svolgerà a
volumi sostenibili e con suoni ben calibrati. Se ci fosse stato
Leopardi, avrebbe dichiarato l'avvento della quiete dopo la tempesta.
Probabilmente avrebbe dichiarato anche che quella dei Nefertum non è musica, ma 180 anni di evoluzione musicale
sarebbero stati difficili da digerire anche per lui. In effetti i Nefertum si sono rivelati una band assai interessante,
capace di replicare sul palco l'ottimo exploit avuto con la pubblicazione
dell'album di debutto, quel Revered Lames da cui oggi estraggono il
primo e l'ultimo pezzo. Piazzatisi a fronte dello stage i potentini ci danno
subito dentro, e il loro black metal sinfonico si esalta (ed esalta il
pubblico) soprattutto negli intrecci di chitarre e tastiera, guidati alla
grande dallo screaming di Innos. Il set si conclude velocemente sulla
cover della celebre Ye Entrancemperium degli Emperor, la cui
ottima esecuzione dona alla band il giusto tributo di corna. E le loro
fidanzate non c'entrano niente.
ECNEPHIAS
Una serie di battute tetre e solenni richiamano all'attenzione l'audience,
allorché tre figuri si stagliano contro un muro di luce smeraldina: tocca
agli Ecnephias e al loro black/death metal di stampo
gotico. L'immobilismo sul palco (più che figuri sembrano manichini), il
sapiente gioco di luci e un sound al tempo stesso barocco ed arcaico creano
da subito un'atmosfera alienante, una temporanea dimensione parallela in cui
i lucani proiettano il TMF e nella quale sono padroni incontrastati.
Ok, la sto facendo un po’ troppo poetica, ma l'esibizione degli Ecnephias ha centrato nel segno; i loro pezzi danno
l'impressione di poter esplodere da un momento all'altro eppure si
mantengono su ritmi medio-lenti per tutta la loro durata, il loro approccio
strumentale è sicuro e rilassato eppure sempre carico e teso e il pubblico
segue in estasi: questa è davvero una grande band.
NO MORE FEAR
Nonostante fossero attivi ormai da una decina d'anni, non avevo mai sentito
i No More Fear. La gente che si affretta a riguadagnare
il proprio posto nel locale per assicurarsi la partecipazione al pogo mi
porta a pensare che forse mi ero perso qualcosa, e in effetti la band
abruzzese si rivela una gran bella sorpresa. Lasciati sul palco i tre
manichini precedenti, ne ritroviamo adesso quattro (i batteristi sono
esclusi) cristallizzati in pose plastiche che lasciano intendere i primi
singulti di vita sincronizzati alle prime note dello show, ed infatti così
è; ciò che non ti aspetti però è l'allucinante mimica facciale del singer
Kemio che, unita ad una serie di movenze invero piuttosto
particolari, fanno pensare all'assunzione da parte del suddetto di qualche
acido dai nefasti effetti sulla personalità. Musicalmente, ci si ritrova di
fronte ad un death metal dalle inclinazioni moderniste che trova nella
compattezza e nell'amalgama dei musicisti la perfetta valvola di sfogo per
un carattere robusto ed aggressivo. Molto buona la tecnica strumentale, che
dota i pezzi di una certa complessità ritmica, e coinvolgimento assicurato
per tutti, persino per un tipo freddo come il sottoscritto che si ritrova a
battere il piedino per tutta la durata dello show.
GOLEM
Quando ormai la troupe di Chi l'ha visto stava per essere sguinzagliata sul
suolo italico alla ricerca dei Golem, eccoteli
rispuntare sul palco. Era da parecchio tempo che l'eterna promessa pugliese
non dava segni di vita, e da queste parti si cominciava a sentirne la
mancanza. Si, perché qui i Golem sono da tempo assurti
allo status di profeti in patria ed ogni occasione per mirarne le gesta si
trasforma in una festa. Non perdono tempo quindi i quattro a snocciolare il
loro caratteristico death metal melodico fatto di chitarre graffianti e
ritmi martellanti, contraddistinto dalla solita classe esecutiva. Un po’
arrugginita, la band barese sa essere comunque convincente soprattutto
quando, cambiate chitarre e accordature, dà in pasto alla folla tre nuovi
pezzi presenti su un nuovo disco che giustamente il singer spera sia di
prossima uscita (se non lo sanno loro...). Moderne e "soilworkiane" nelle
melodie, le tre canzoni nuove agitano a dovere il pubblico in vista della
classica conclusione affidata alla cover di Only for the weak,
concessa alla platea in cambio della promessa di distruzione totale del
locale. La gente si impegna, ma al massimo riesce a distruggere un paio di
clavicole e a lussare qualche spalla. Sarà per la prossima volta.
KERNEL ZERO
Non è passato neanche un minuto e ha già deciso che il palco è troppo
piccolo. Parliamo di Luca Lanzetta, singer dei Kernel Zero, che dopo aver percorso lo stage in lungo e in
largo sulle note dei primi riff della sua band, va a stabilirsi sugli
speaker bassi piazzati ai piedi della ribalta per passarci quasi tutto il
concerto. E questo è solo l'incipit di una prestazione insuperata per
energia, carica e gasamento ad opera di un gruppo che dimostra di avere il
fuoco dentro, una band che fa del mosh-core una ragione di vita, un combo
che di ossi sacri ne frantuma a volontà. Ossessionato da circle pit e wall
of death, il frontman salernitano instaura col pubblico un incessante
scambio di energie che porta la folla da una parte e i musicisti dall'altra
a toccare un climax di esaltazione tale da lasciare tutti senza fiato. Il
sound secco, arrembante ed aggressivo dei Kernel Zero
non fa prigionieri e per molti versi ricorda la prova trionfale degli
Slowmotion Apocalypse dello scorso anno, in un tripudio di
adrenalina, corna e sudore. Si tira il fiato solo un attimo per i
ringraziamenti di rito (durante i quali uno sfanculatore solitario si
concede un lampo di anonima gloria) e si riparte subito tra schitarrate al
fulmicotone, urla e groove assortito. A dire il vero alla lunga la ricetta
dei Kernel Zero è parsa un po’ ripetitiva ma dopo una
performance di tal fatta mi si potrebbe giustamente zittire con un
disarmante "chi se ne frega".
THE MODERN AGE SLAVERY
E' un vero e proprio guazzabuglio sonoro ciò che emerge dai primi minuti
dello show dei The Modern Age Slavery. L'ombra del caos
che torna ad impadronirsi della scena è così orribilmente tangibile che il
primo pezzo suonato passa in cavalleria assieme alle bestemmie del
sottoscritto. Fortunatamente però già dalla seconda canzone in scaletta la
situazione ritorna sui binari consueti e mentre tutti tirano un sospiro di
sollievo -inalando tra l'altro ingenti quantità di fumo- i romagnoli
dischiudono la propria terrificante proposta musicale, fatta di un
death-core molto tecnico e intenso, una vera aggressione sonora ai danni dei
presenti che sembra gradiscano parecchio. Guidata dal bisunto singer
Gio, la band emiliana allestisce un set sfiancante composto da una
manciata di pezzi abbastanza articolati che nel loro impatto duro ed
altisonante obbligano all'ascolto attento, come sottolineato nei momenti
strumentali più efficaci da una curiosa posa alla "Padre nostro" assunta dal
frontman. Testate tutte le superfici disponibili (palco, bauli, spie
eccetera), il buon Gio decide -anche lui- di trasferirsi sugli
speaker bassi già testati dal Lanzetta in precedenza, concedendosi
spesso al contatto col pubblico al di là delle barriere come fatto dal
collega diversi minuti prima; a questo punto la faccenda comincia a puzzare,
e dopo una rapida ricognizione la magagna è presto svelata: un abbondante
davanzale viene generosamente adagiato al di là delle transenne da una
notevole donzella occupante la primissima fila. Questo dimostra che
scegliere di fare il musicista è soprattutto una questione di prospettive.
PINO SCOTTO
Dopo un'intera giornata passata a farsi maltrattare i timpani da una manica
di metallari cattivi, puzzolenti, ubriaconi, ma soprattutto molto rumorosi,
l'hard rock di Pino Scotto appare pacato e addirittura
salvifico, almeno in vista della tormenta finale che ci attende. Avevo
parlato in apertura di un evento dedicato soprattutto a chi ha una ventina
scarsa di primavere sul groppone, beh, è piuttosto singolare che il
personaggio più acclamato da questi ultimi sia proprio quello che di
primavere ne ha collezionate più di tutti (sessanta - nel culo come
giustamente dice lui). Apparso sul palco con la maglietta griffata del
festival, che ben presto vola tra le prime file scoprendo una panza degna di
una gravidanza plurigemellare, il personaggio contemporaneamente più amato e
odiato dall' Italia rockettara non perde tempo a prodursi nell'arte che gli
ha donato fama e successo più di ogni altra cosa: lo sproloquio. Fonte
inesauribile di sudore e pedagogia a buon mercato, il Pino nazionale riesce
nel poco spazio a disposizione a compilare il suo consueto, sboccato e
folkloristico j' accuse contro gli ormai soliti noti; dal governo al Papa,
da Vasco Rossi alla Pausini ci sono proprio tutti, mi sembra
che siano stati lasciati fuori solo i Tokio Hotel per questioni di
tempo. Musicalmente invece c'è poco da dire, la voce tira per quello che
può, mentre la band accompagnatrice si dimostra al solito affidabile e
compatta, guidata al meglio dall'ascia di Steve Volta, uno che ha
sempre mostrato attributi ben pronunciati. Il concerto fila via liscio sulle
note dei soliti pezzi tratti dal songbook di Vanadium, Fire
Trails e carriera solista, Scotto si diverte e fa
divertire il pubblico, e tanto basta per decretare la perfetta riuscita
dello show, che si conclude tra aste per microfono disarcionate, pezze per
il sudore zuppe (qualcuno ha temuto che facessero la stessa fine della
maglietta lanciata alla folla) e bottiglie di liquore scolate fino
all'ultima goccia, ma non diciamo di quale marca altrimenti ci accusano di
istigazione all'alcolismo. Vai Jack...
VOMITORY
Mamma mia quanto sono grossi i Vomitory. Talmente
grossi che in tre, fermi, uno di fianco all'altro (batterista sempre
escluso), fanno sembrare il palco del TMF decisamente troppo piccolo.
E in accordo alla loro mole, gli scandinavi si presentano con un sound
enorme, che trasuda Svezia da ogni nota, in un tripudio di chitarre a
motosega e tupa-tupa ad oltranza. La particolarità dei Vomitory è proprio quella di non avere alcuna
particolarità; la loro proposta è un concentrato di swedish death metal alla
maniera di Entombed e soprattutto Dismember, roba parecchio
classica quindi (d'altro canto la band è in giro dal 1989). Eppure quella
furia, quella convinzione, quel "sentimento" di cui i nostri impregnano la
propria musica rende la loro una performance particolarmente brillante, uno
show potente ed adrenalinico, una vera goduria per gli amanti della "vecchia
scuola" (ma anche per tutti gli altri). Affiatata, compatta e pesante come
un macigno, la formazione svedese spara riff e grugniti a velocità folle
senza perdere un colpo che sia uno, incentrando l'intensissima setlist sui
pezzi di Carnage Euphoria, ultima fatica discografica nonché uno
degli album death metal più apprezzati dell'anno in corso. Al cospetto di
tanta furia, è curioso constatare l'atteggiamento timido e quasi spaurito
del cantante/bassista Erik Rundqvist (un bambinone) e l'approccio
gioviale e "compagnone" del simpatico chitarrista Peter Ostlund, vero
frontman del gruppo, nonché uomo dotato di una delle voci più fastidiose del
mondo. Gli viene addirittura approntato un microfono esclusivamente per
sfogare la pedante loquacità e comunicare con un pubblico il cui livello di
poliglottismo è ai minimi storici. Ovviamente questo non rappresenta un
problema, poiché quando è la musica a parlare la folla risponde nell'unico
modo che conosce, ovvero facendosi del male. E grazie alla grandissima
prestazione dei Vomitory, oggi di male se ne fa
parecchio.
MALEVOLENT CREATION
Qui si fa sul serio. Se c'è qualcuno là fuori che ancora pensa che il death
metal sia roba da ragazzi, uno sterile sfogo di rabbia adolescenziale, un
amoretto che il giovane metallaro consuma fugacemente prima di entrare nel
mondo degli adulti, beh, si sbaglia di grosso. E se fin qui sto scoprendo
l'acqua calda e le mie parole stanno a zero, lasciamo che siano band come i
Malevolent Creation a metterci i fatti. La loro
apparizione odierna più che in un concerto si risolve in un enorme atto
intimidatorio: già dall'arrivo in loco con tanto di enorme tour bus
verniciato di nero che causa scompiglio tra manovre e parcheggi i floridiani
incutono un certo timore; figuriamoceli alle prese col palco, loro
dimensione naturale nonché teatro delle proprie efferatezze. Figurateveli
dunque, a campeggiare il pubblico con sguardo torvo e ghigno indemoniato, in
una promessa di apocalisse da scatenare senza pietà e senza remora alcuna.
Deboli avvisati. Meno famosi ma micidiali tanto quanto Deicide,
Morbid Angel e compagnia putrida, i cinque di Fort Lauderdale
esplodono in un vortice di riff, ritmiche terremotanti e growl dalla potenza
spaventosa e nella loro risolutezza, nella loro esperienza, nella loro
ingombrante presenza, sono l'immagine stessa del death metal. Brett
Hoffman è un gigante che si muove come uno zombi e urla come un
dinosauro sotto tortura cinese, Phil Fasciana, Jason
Blachowicz e Marco Martell nel loro turbinio di chiome consegnano
alla vista una fisicità un po’ compassata ma sempre tangibile e Gus
Rios alla batteria... Beh, non si vede ma sono sicuro che pure lui desta
una certa impressione. Il suo operato lo fa sicuramente, un terremoto
ritmico su cui si innestano le laceranti trame delle sei corde per dar vita
(o morte) ad una prestazione devastante, incontenibile tanto nei volumi
quanto nei pezzi suonati, testimoni di una carriera all'insegna
dell'estremismo sonoro che da Eve Of The Apocalypse a Living In
Fear, da Malevolent Creation a Cauterized non fa
prigionieri. Spietati e inarrestabili, gli statunitensi raggiungono il
momento di maggiore intensità sulle note degli ultimi due pezzi in scaletta,
quelle Homicidal Rant e The Will To Kill che nei titoli
richiamano il tragico fatto di cronaca (rapina sventata con tanto di
uccisione del rapinatore) che avrebbe coinvolto Fasciana qualche mese
fa, fatto poi smentito dalla polizia locale semplicemente perché non è mai
avvenuto. Questa buffa immagine da cazzaro, assieme alla patta inzuppata di
sudore dei pantaloni di Hoffman (a prima vista sembra se la sia fatta
copiosamente sotto), riporta sulla terra un manipolo di persone che oggi
sono state ciò che più si avvicina all'umana idea di "mostro".
FINNTROLL
Mentirei se dicessi di aver accolto con entusiasmo la notizia dei Finntroll come headliner del TMF, un po’ perché non
ne ho mai seguito più di tanto le gesta (il folk metal, qualche nome a
parte, rimane per me materia alquanto oscura), un po’ in quanto non li
ritenevo in grado di reggere la solidità dei due nomi precedenti. In
ossequio alla mia teoria sul target di pubblico esposta in apertura però, fa
piacere constatare che il monicker tira, e anche parecchio a giudicare dalla
folla che si accalca sotto il palco allorché le luci si spengono e parte
l'atmosferica intro naturista. I miei timori si fanno ancora più concreti
quando sei figure non certo trollesche guadagnano il proprio posto sul palco
e attaccano a suonare; mi immaginavo una manica di energumeni ubriachi e
caciaroni, mi ritrovo invece a mirare uno spettacolo iniziale che per
carica, energia e potenza viene letteralmente disintegrato da chi li ha
preceduti. I finnici approcciano il palco con un po’ di sufficienza, le
chitarre non girano a dovere e i volumi piuttosto contenuti non
contribuiscono a creare un attacco sottolineato dal giusto vigore. In questa
primissima fase del concerto ad emergere è senza dubbio la bravura del
tastierista, che tra melodie festose, arrangiamenti sempre
indovinati e humppa a volontà riesce a traghettare i compagni in un
crescendo di intensità che pezzo dopo pezzo gli consente di risalire
trionfalmente la china. Non che il pubblico festante ed adorante se ne sia
accorto, ma il livello di coinvolgimento sale in maniera vistosa nella
seconda parte dello show e tra ritmici battimani e prolungati sing-along, i
Finntroll vanno a rivendicare tenacemente il proprio
ruolo di headliner (in cui personalmente però continuo a vedere i
Malevolent Creation). La setlist alterna sapientemente pezzi
melodici, pezzi epici, pezzi più aggressivi ed altri più atmosferici,
donando varietà allo spettacolo e riuscendo a mantenere sempre vivo
l'interesse del pubblico "neutrale". A mio avviso, il meglio viene dato su
Trollhammaren, che fa letteralmente scatenare la gente, ma in
generale il combo finnico si mantiene su livelli esecutivi piuttosto alti
per tutta la durata della performance. Non certo calorosi, non troppo
comunicativi e piuttosto glabri (a 'sti vichinghi il pelo cresce solo in
testa), i Finntroll dimostrano comunque un buon feeling
col pubblico, e sulle note dell' encore affidato a Jaktens Tid e
Midnattens Widunder, tra acclamazioni della folla, corna e applausi,
tutti sembrano piuttosto soddisfatti. E bravi i Finntroll.
FINNTROLL SETLIST
Det Iskalla Trollblodet
Nedgang
Slaget Vid Blodsalv
Kitteldags
Rivfader
Nattfodd
Aldhissla
Blodnatt
Trollhammaren
Shakira(?)
Svartberg
Korpens Saga
Fiskarens Fiende
Forsvinn Du Som Lyser
-ENCORE-
Jaktens Tid
Midnattens Widunder
Cala dunque il sipario, un altro festival è andato -aggiungerei alla grande-
e mi ritrovo ancora una volta a percorrere la stessa strada stanco,
rincoglionito e addirittura più sordo del solito. E' molto tardi e mentre me
ne torno a casa col consueto, splendido e rinnovato senso di appartenenza,
mi sorprendo a riflettere su due verità fondamentali apprese quest' oggi: i
bassisti preferiscono stare alla destra dei cantanti e i tecnici delle luci
preferiscono il verde. Meditate gente, meditate...
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beh....se dobbiam parlare di musika,sicuramente il tmf come l anno scorso m e' piaciuto e il bill dei grupppi nn era male anke st anno.....vomitory su tt!!!!!!anke finntroll grandi ecc-unica nota stonata il fatto di nn poter uscirre x comperare le sigarette.....risposta: si puoi uscir ma devi far poi un altro biglietto!....ok..mi hanno spiegato ke ce di mezzzo la solita SIAE.....perfetto,nn e' colpa di nessuno li,ma nn e' cosa pero'....mi sembra un po come approfittare,un po come un sequestro di persona forzato,in quanto ki e' il pazzo ke esce e rifa' i biglietti??????va be....cose ke purtroppo riguardano l alto,inutile prendersela cn gli organizzatori ke tra l altro ho visto al solito cordiali al solito,almeno rispetto al sottoscritto...cmq sia,bel festival,bella musika,e godiamocela,ke in italia,e specie nel sud,se ne vedon poki di tali eventi......percio teniamocieli stretti ^_^ |
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bel report, complimenti a mentaman |
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AUHAUHUAHUHAHAU! Bello leggere un post scritto così male. E' come pretendere di copulare senza averne gli attributi |
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Il mentalista, se una delle persone più stupide egocentriche e fallite che abbiam mai conosciuto. HELLK lascia stare, soi per certo ceh tra un annetto si renderà conto delle puttanate che dice e si vergognerà come un cane! PS: il live reporto è una cagata pazzesca! Non so dove eri forse in bagno durante quasi tutto lo show! se la gente legge senza esserci stata si fa un'idea sbagliata su quasi tutte le band! Sei tropp o comico! un conto sono i gusti ma tu scrivi al contrario! band evidente mente validisisme stroncate e viceversa! ahahahahhaha che testa di cazzo ceh sei! vai a alvorare meglio! |
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Beh, se è per questo sto ancora spettando che tu mi faccia qualche nome per capire il tuo paragone, ma in 4 commenti non ci sei ancora riuscito... buon lavoro/studio/qualsiasi cosa anche a te. |
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No ma dico...vuoi anche avere ragione? Se hai sbagliato a fare un paragone non devi x forza fare quello che mette a tacere sparando cose a caso. Tu stai paragonando una band alle altre solo x il semplice fattore di provenienza svedese e questo è molto sbagliato. Mi citi Suffocation Krisun e Disgorge e ancora sbagli;3 band completamente diverse tra loro nel genere proposto. Forse hai ragione quando dici che non è il caso di andare avanti Buon lavoro Mentalista! |
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Si può quindi dedurre che per te i Vomitory sono accomunabili a band come Suffocation, Krisiun e Disgorge e non a Dismember, Grave e compagnia bella... A questo punto credo non ci sia più bisogno di andare avanti. |
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Semplicemente a tutte le band che fanno BRUTAL come loro. |
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A questo punto sarei curioso di sapere a cosa è paragonabile il BRUTAL dei Vomitory. |
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No,facciamo un passo indietro..ora mi accusate di dire una stronzata quando dico che paragonare i VOMITORY agli ENTOMBED c'entra veramente zero? E su dai...un pochino di sincerità ragazzi. Ascolto sto genere da tanto tempo e questa è proprio grossa. Che sia Death metal in entrambi i casi non ci piove ma i VOMITORY propongono un Brutal che è IMPARAGONABILE al Death'n'Roll (o se vogliamo chiamarlo classic detah metal degli esordi) degli ENTOMBED. E cazzo su... |
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Ciao Norvegese...sempre un piacere parlarti!!! |
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Ottimo live report come al solito...a fine concerto eri veramente stremato, si vede che la vecchiaia avanza Comunque il festival è stato di ottimo livello, anche se mi era piaciuto di più quello dell'anno scorso; in questo ho notato un bill troppo votato verso lidi death/brutal. Un saluto anche al caro master444 che si è perso (purtroppo) tutto ciò! |
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chi è HELLK uno che non capisce niente di metal o lo swedish death metal alla Entombed in persona? Cmq sono diminuito e dicevo anche che mi sa che mi son perso qualcosa di interessante. Com'è sta storia che non si poteva uscire??? |
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Evidentemente, proprio quello che tu, hellk, non avresti mai voluto sentire. Noblesse oblige. |
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VOMITORY:" la loro proposta è un concentrato di swedish death metal alla maniera di Entombed "....MACHE CAZZO STAI A DI???? |
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Grazie mastro aumentato. In pratica fino agli absolute terror field ci sono stati dei problemi di volumi e/o equalizzazione che hanno penalizzato le band, ma non è che non sia andata bene. Dai Nefertum in poi invece è andato praticamente tutto liscio (a parte dei volumi nuovamente un pò troppo alti per i Malevolent Creation). |
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ahahahahah!!! La conclusione è una figata davvero. Ma dimmi, pare nella prima parte non sia andata bene o erro??? ah dimenticavo, scritto benissimo come al solito. |
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Primo: se giornalisti veri hanno dato voti alti al vostro disco tanto di cappello, ma non capisco cosa c'entra con un live report, poichè, Secondo: ho scritto LA MIA esperienza, che è stata disastrosa per il motivo indicato, e complimenti del fonico o meno, ho scritto tutto quello che è successo. Quindi, Terzo: ti assicuro che non ho niente contro gli shank, non ho nessun interesse a screditare un gruppo onesto tramite "menzogna premeditata" perchè non ci guadagno alcunchè (i guadagni lasciamoli ai "professionisti veri"). Quarto: questa lamentela conferma a pieno la mia tesi di cui al commento 14, dato che addirittura all'interno della stessa band, persone diverse recepiscono e reagiscono al pezzo in modi diversi. |
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Forse ti riferisci all'uso della Lingua Italiana, a giudicare da come hai scritto il post Niente di personale, eh! |
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Non commento il live report perchè alla fine è sempre quesione di gusti, e il fatto che Pino Scotto possa ancora suonare in giro e un concerto dove gruppi come i Malevolent e i Fintroll regalano uno "degli eventi più importanti" del sud italia la dice lunga. Quello che invece è inaccettabile è innanzitutto la menzogna premeditata, fine a se stessa, in secondo luogo la brutta abitudine che hanno molti "giornalisti" di peccare di protagonismo e far passare in secondo piano il pezzo e l'informazione spostando l'attenzione sulla propria vena poetica, sarcastica ecc ecc. Un pò come fa Caressa di SKY, ma almeno lui è un profesisonista iscritto all'albo. Se non ti piace il gruppo è un conto, ma scrivere che il fonico aveva le mani nei capelli quando invece lui stesso si è complimentato con noi, e che l'importante per noi è urlare e avere più decibel, quando invece abbiamo molte parti più tranquille con dinamiche diverse, vuol dire che c'è qualcosa di personale, o che ti sei perso il concerto e no sapevi proprio cosa scrivere. In privato ti mando delle recensioni di giornalisti veri, che non ci hanno apprezzato ma che hanno fatto la critica negativa come va fatta. PRocurati una copia di Rumore di Agosto per esempio. Se ti capita MEtal Hammer i agosto trovi u 8 su 10 sempre da parte di giornalisti veri intendo. Se invece non ti paice il genere non dovevi scrivere proprio niente. Comunque la colpa nn è tua, del resto oggi si vive di improvvisazione un pò in ogni settore. E non mi riferiusco al jazz... |
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grande report!! esauriente e ben scritto! e l'ironia non guasta mai! quando poi ho letto quello relativo a Pino Scotto mi sembrava di essere a un suo concerto... |
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Mi concedo un commento per i ringraziamenti: innanzitutto a Valeria, il cui apporto fotografico è stato un inestimabile valore aggiunto per questo report, e poi a tutti coloro che si sforzano di leggerlo fino in fondo. Che ci crediate o no, anche un pezzo in apparenza così "leggero" richiede molto impegno per essere scritto, e già il fatto che qualcuno si impegni a sua volta per leggerlo tutto mi ripaga non poco. Sono consapevole del fatto che possa non piacere o addirittura infastidire qualcuno; ho cercato, tra una tetta e l'altra, di rendere i soliti contenuti musicali più "piacevoli" da seguire ma la scrittura può arrivare a lettori diversi in modi diversi. Prospettive? Forse. Numeri? Magari. Passione? Sicuramente. |
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Il problema di Bergamo, Nic, lo racconteremo nel live report apposito, in uscita fra pochi giorni... dopo averlo letto ciascuno trarrà le sue conclusioni |
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Fintroll visti e sentiti (male) il giorno dopo a bergamo come confermato a Bari, e se cambiassero fonico ? (era una donna mi pare di avere visto) |
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L'Ironia è sempre più morta.. come avevo già scritto in un qualche commento... concentrarsi su quelle righe ironiche -e manco lontanamente offensive- ignorando completamente i lbuon report è davvero brutto... |
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TMAS, ma cosa fate, vi concentrate sulla parte ironica del report? Suvvia, ragazzi, concediamoci anche noi una risata di tanto in tanto |
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Beppe, ma cosa sono quelle tette Beppe? 6 righe su 16 a parlare di sta cosa? Un report live da vero professionista, tanto di capello!!. Si vede che anche fare il “giornalista” è questione di prospettive e non certo di numeri. The Modern Age Slavery. |
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ottimo report verametne !!! concordo quasi con ogni virgola!!! e le foto sono veramente stupende! complimenti ancora una volta ai ragazzi di metallized !!! Per me siete assolutamente tra le migliori web zine italiane di settore! sul total c' è tanto di buono da dire e tanto di meno buono...ma cmq sia è una delle realtà più concrete e valide del sud con l' agglutination.cmq sia evviva il metal e tutte le emozioni che ancora riesce a regalarci !!! DIego |
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no quello che voglio dire è che non era tanto retroscena la cosa .. okì basta lasciamo spazio ai commenti seri xD |
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Ok, allora diciamo BOLLENTI retroscena ''' |
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ma che piccanti retroscena, la cosa era più che evidente... xD |
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Eh-eh-eh piccanti retroscena si svelano su Metallized! Comunque "scialati", voce del verbo "scialarsi", significa "divertirsi alla grande, una vera e propria figata" :_D |
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^^ grazie khaine =)) e francè, che vuol dire 'scialati?' xDD in ogni caso, Giuseppe sei sempre un grandissimo a scrivere, bellissimo report, irriverente, fresco ed efficace.. è sempre un piacere lavorare in coppia con te ) la parte dei Finntroll poi è rappresentativa al massimo, lhai fatta fredda proprio come la loro performance, rende assai lidea invece poveri shank, sei stato troppo cattivo co loro =)) e manca assolutamente un riferimento all'importantissimo fatto che io e le altre donzelle presenti all'evento (io soprattutto) ci siamo praticamente disidratate a furia di sbavare dietro a Vreth dei Finntroll xD |
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Mi fa molto piacere sapere che l'organizzazione è andata, salvo qualche problema, a buon segno. Questo per me si traduce con la parola: "alternativa", che oggi come oggi è assolutamente sinonimo di "era ora". Bravi a quelli del TMF, bravo Beppe per il divertentissimo ed esaustivo live report, bravissima Valeria per le fantastiche fotografie. Bravi anche ai Nefertum, agli Ecnephias, ai The Modern Age Slavery e all'intramontabile Pino Scotto! |
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Vi siete "scialati" , eh? |
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