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TEMPESTA - Tempeste e terremoti
24/10/2009 (2461 letture)
Fautori di un roccioso power metal made in Italy, i Tempesta si raccontano sulle nostre pagine virtuali riavvolgendo i ricordi di una temprata carriera passata a canonizzare miscredenti con ferrea devozione. Concediamo allora il dovuto spazio al singer Carlo Rota.

Quorth_on: Ciao Carlo e benvenuto tra le grinfie di Metallized. Allora, vogliamo parlare un pò di più degli esordi dei Tempesta? Rivoglio il mio Futuro è l'ultimo frutto di una lunga carriera a quanto vedo, o sbaglio?
Carlo: No non sbagli, infatti siamo approdati a Rivoglio il mio futuro dopo ben quattro lavori in studio, a cominciare dal primo Demo del '95, dove alla voce non c'era ancora l'attuale cantante Fulvio Sain. nel 1999 registriamo The price of glory, CD che ci fece assumere dalla VideoRadio/Fonola, per la quale nel 2002 portiamo a termine Virtual Line to eternity, nel 2006 fu la volta di Rebellion, singolo reperibile sul nostro myspace... insomma siamo in giro da parecchio tempo...

Quorth_on: Rivoglio il mio Futuro è un disco che presenta una caratteristica alquanto desueta: le liriche in italiano. Come mai questa scelta? Non era più facile "nascondersi" dietro il solito inglese? L'italiano è una lingua difficile da adattare, a mio avviso, ad un certo tipo di metallo, ma i Tempesta sono riusciti a non cadere nella banalità. Siete soddisfatti del risultato?
Carlo: Abbiamo deciso di cantare in italiano, perchè ad un certo punto della nostra vita, ci siamo accorti che le nostre idee non venivano percepite dal pubblico. All'inizio pensavamo che, cantando in inglese avremmo raggiunto più persone, ma non è stato così. La decisione dell'italiano la vediamo più come una nostra presa di posizione, un'evoluzione naturale, vogliamo contribuire per quanto ci sia dato possibile farlo, attraverso la nostra musica, a sensibilizzare l'opinione pubblica su un'intera classe dirigente incapace ed inadeguata. Per rispondere direttamente alla tua domanda... sì, siamo molto soddisfatti del risultato.

Quorth_on: Un'occhiata ancora alle liriche. Dall'analisi testuale emerge una forte polemica contro la politica in generale. Perchè avete deciso di incentrare l'album su tali questioni preferendole, ad esempio, a più appetibili temi fantasy?
Carlo: Vogliamo semplicemente fare la nostra parte per rendere il luogo dove viviamo migliore di come lo abbiamo trovato, c'è chi penserà che sia una pretesa troppo grande per un gruppo come il nostro, oppure che la nostra musica esprima un disagio che non potrà migliorare le cose, ma non è forse vero che le rivoluzioni cominciano da un disagio? Ed è proprio di quel disagio che trattano i nostri testi, ci siamo esposti, pur non appartenendo a nessun schieramento politico... e aggiungo per chi crede che la nostra sia antipolitica che si sbaglia, la nostra e semplice e pura indignazione. Certo avremmo potuto cantare di maghi, spade fatate e quant'altro, ci sono gruppi che lo fanno con successo, a loro comunque va tutto il nostro rispetto e la nostra comprensione. Capiamo che avvolte si può sentire il bisogno di rifugiarsi in un mondo più sicuro, ma non si può scappare dalla realtà.

Quorth_on: Dove affondano le vostre radici musicali? Quale artista vi ha maggiormente influenzato?
Carlo: Ormai è inutile negarlo, le nostre radici iniziano a svilupparsi negli anni '80 ed inevitabilmente portiamo ancora dentro quel sound, in quegli anni si ascoltava Metallica, Forbidden, Anthrax, Annhilator, Sodom, Megadeth, Iron Maiden, abbiamo imparato a suonare facendo cover di questi gruppi, poi con il tempo anche GammaRay, Helloween, Rage, Death, ma abbiamo sempre cercato nei nostri pezzi di avere un timbro personale, ascoltando Rivoglio il mio futuro non aspettatevi di sentire un sound anni 80, ciò che sentirete è Rabbia, la stessa rabbia che ci portiamo dentro fin d'allora.

Quorth_on: Il futuro dei Tempesta. Progetti in cantiere?
Carlo: Live, Live e ancora Live, siamo pronti ad andare ovunque, inoltre se supportati da un'etichetta, torneremo in studio di registrazione per registrare questa volta un Full-Lenght, i pezzi sono già pronti, abbiamo solo bisogno di un produttore disposto a credere in noi e nella nostra musica.

Quorth_on:Nella vostra regione, il Friuli, siete molti attivi in sede live. In più avete collaborato con band del calibro di Vision Divine e Pino Scotto. Una bella soddisfazione immagino. Che idea ti sei fatto di suddetti artisti?
Carlo: Sì, qui in regione abbiamo suonato ormai ovunque, adesso stiamo organizzando dei concerti oltre i soliti confini. In tutti questi anni ci sono capitate anche grosse partecipazioni come supporto a parecchi gruppi conosciuti, tra i quali Vision Divine e Pino Scotto, come ricordavi tu. Attorno a certi nomi gira un'organizzazione molto più professionale, organizzazione a cui gli artisti di queste band non fanno più caso, ma per noi trovarsi dall'altra parte della transenna e vedere come funziona il back-stage nella realtà tra pass, security e fiumi di birra è stato uno spasso. Inutile dire che tutti gli artisti che abbiamo conosciuto, si sono sempre dimostrati umili... come ci disse una volta uno di loro tra una birra e l'altra: ormai il tempo delle primedonne e delle rockstar è finito... adesso pensiamo a suonare.

Quorth_on: I Tempesta sono in orbita dal 1992. Vuoi raccontarci qualcosa a riguardo dell'evoluzione e della crescita musicale della band?
Carlo: All'interno della band si sono susseguiti vari chitarristi, tastieristi, e anche qualche batterista. Della formazione originale siamo rimasti solo io e Fulvio Sain, con noi da circa due anni c'è Alessandro Longo dietro alle pelli. Rimanere in tre non è stata una scelta, abbiamo provato ad inserire altri elementi che però, vuoi per divergenze musicali, vuoi per divergenze ideologiche, hanno poi preferito separarsi dal gruppo. Certo, nasciamo come band speed metal nel '92, agli inizi il cantato era stile Growl con testi ossessivi e decisamente fantapolitici, nel corso degli anni ci siamo poi concentrati più su quel disagio di cui parlavo prima, i cambiamenti che ha subito il nostro sound non sono voluti, non è che uno si alza e dice oggi cambiamo genere... passiamo dal speed al power.. Certi cambiamenti avvengono perchè siamo noi stessi a cambiare, cresciamo e quella che prima era una musica di evasione adesso è di protesta, abbiamo mantenuto sempre la stessa rabbia, ma ora non puntiamo più il dito nel vuoto, ora lo affondiamo nelle ferite di questa società.

Quorth_on: Cosa ne pensi della scena metal attuale? C'è qualche artista o band che segui particolarmente?
Carlo: Direi che il metal è in ottima forma, la scena odierna è piena di ottime band sia italiane che estere, tralasciando i mostri sacri di cui non perdo un'uscita, ascolto molto i gruppi italiani. Attualmente sto ascoltando gli ultimi lavori in studio di Extrema, White Skull, Exilia, appena riuscirò a reperirlo sono curioso di sentire il debut album dei National Suicide, ne ho sentito parlare un gran bene, tra l'altro tempo fa abbiamo fatto una serata assieme, e sono felice che le cose gli stiano andando bene!

Quorth_on: Da abruzzese ti chiedo: come hai vissuto il terremoto dell'Aquila? Collegandolo alla memoria del simile disastro in Friuli nel'76 quali sensazioni tornano a galla?
Carlo: Io personalmente, sono nato il giorno esatto del terremoto, quindi non ho altro che i racconti dei mie genitori in tal senso, sembra che qui dove viviamo la scossa non si sia avvertita più di tanto, essendo un'isola e perlopiù lontana dall'epicentro. So che in Friuli la ricostruzione è stata immediata, se non me lo avessero detto, non immaginerei nemmeno che ci sia mai stata una catastrofe del genere. Qui tutto è tornato alla normalità, per far sì che le cose si aggiustino al più presto anche da voi, penso sia importantissimo non lasciare che l'attenzione dei media vada svanendo, ci sono troppe persone in giro per l'Italia che vivono dopo tanti anni ancora in container. Tornando alla musica, abbiamo scritto un pezzo che tratta proprio del disastro dell'Aquila, si intitola Imperi di sabbia, lo portiamo già ora nei live, e farà sicuramente parte di un prossimo cd. Se ci proviamo tutti assieme, riusciremo a tenere alta l'attenzione su questo disastro e ben presto le cose si risolveranno.

Quorth_on: Bene Carlo, il finale è tutto tuo. Un saluto ai Tempesta e grazie per la pazienza.
Carlo: Pochi giorni fa, stavo rileggendo un'intervista che rilasciai alll'uscita di The price of glory nel 1999, per una fanzine di Torino. In una domanda, mi si chiedeva con quale gruppo avrei voluto suonare tra dieci anni, io gli risposi con i Tempesta al quinto disco. Bene, sono passati 10 anni e siamo giunti alla quinta registrazione in studio, voglio chiudere questa intervista come feci allora ringraziando tutti coloro che credono veramente in questa, che per noi non è mai stata solo musica ma uno stile di vita, tutti coloro che combattono nell'ombra del "Grande mercato" per passione senza mai tendere la mano alle facili ricompense!!! Grazie a tutti per il vostro tempo.



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