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EXILED ON EARTH - Metal orwelliano
27/03/2010 (2870 letture)
Francesco: Ciao Tiziano. Allora, dopo il benvenuto sulle nostre pagine cominciamo dalla domanda più ovvia e scontata, (così ce la leviamo subito di torno) , mi descrivi la vostra storia dagli inizi fino a The Orwell Legacy?
Tiziano: Ciao Francesco e grazie innanzitutto per lo spazio concessoci, allora la nostra band inizia il suo cammino a cavallo tra il 2000 e il 2001. Io venivo da un periodo di buio totale dopo lo scioglimento dei Maelstrom, la mia prima band, suonai in svariati altri gruppi della zona, prima di fermarmi un attimo e decidere di mettere a frutto alcuni riffs e composizioni che avevo creato in quel periodo e cosi’ decisi di creare gli Exiled on Earth, nel mentre conobbi anche Gino Palombi, (già bassista nei Mindaleth), iniziammo cosi’ a scrivere il materiale che apparve poi sul primo demo cd. Abbiamo cambiato svariati batteristi e chitarristi prima di arrivare ad una formazione che ci ha consentito di registrare i nostri due promo cd Duality Conflicts del (2002) e Seizure of Rationality del (2005). A quell’epoca la formazione era composta me, Gino, Piero Arioni alla batteria e Alessandro Croce alla chitarra solista tornato in formazione con me dopo lo split dei Maelstrom, band che fondai assieme a lui. Iniziammo a suonare dal vivo subito dopo l’uscita del primo cd Duality Conflicts e inviammo il nostro materiale a molte webzines e Labels sperando che la nostra proposta musicale potesse suscitare interesse e cosi’ e’ stato, abbiamo ottenuto ottimi consensi in sede di recensione e abbiamo continuato a scrivere nuovo materiale nonche’ raccogliere contatti anche con delle labels e anche qualche fregatura con queste ultime, di li a poco prendemmo la decisione di produrre un lavoro piu’ maturo che potesse essere competitivo nell’attuale panorama metal e quindi trovare qualcuno disposto a promuovere le nostre composizioni, entrammo così nei 16th cellar studios di Roma di Stefano Morabito, (Eyeconoclast), e registrammo otto tracce. Poco dopo le registrazioni, dovemmo affrontare l’abbandono da parte di Alex Croce, questa situazione ci ha spinti alla ricerca di un valido sostituto in breve tempo e ci ha anche costretto a fermarci per un bel po’. Dopo varie audizioni abbiamo avuto la fortuna di trovare in Leonardo Noschese l’uomo giusto. Tecnicamente eccellente, è entrato in pianta stabile da poco tempo ma con l’occasione abbiamo deciso di rientrare in studio e fargli mettere in mostra le proprie abilità registrando un brano di sua composizione (Rising) che sara’ pubblicato nella nuova edizione del cd di prossima uscita come Bonus Track. Per il resto posso dirti che siamo in attesa di comunicazioni ufficiali riguardo la data di uscita di The Orwell Legacy e della promozione in sede live che seguira’.

Francesco: Parliamo dell’album. Un lavoro di cui mi ha favorevolmente impressionato la ricerca di una certa estetica del riff –anche a prescindere dalla sua fruibilità- che presuppone un grande lavoro anche in fase di arrangiamento. Me ne parli?
Tiziano: Molto volentieri, inoltre mi fa piacere che parli di estetica del riff. Il processo compositivo che porta alla stesura di un nostro brano parte dalla mia chitarra con la quale compongo la maggior parte della musica. Quando sono sicuro di aver trovato dei buoni riff li propongo al resto della band, poi lavoriamo tutti insieme in sala prova all’arrangiamento dei vari strumenti seguendo il tutto tramite registrazioni continue su MAC in modo tale da poter subito riascoltare e modificare le varie parti del brano. In realta’ non ho sempre idea di come debba suonare un nostro brano. A volte invece io o un altro membro della band ha un’idea di base che vuole sviluppare e magari anche i riff giusti per supportarla a quel punto il lavoro risulta molto piu’ fluido e veloce. La cosa piu’ importante è che la struttura del brano lo renda vincente in modo da poter essere ascoltato piu’ volte senza stancare.

Francesco: Anche a livello produttivo il disco non è affatto male. Tutto lavoro fatto in proprio?
Tiziano: Come ti accennavo nella prima risposta si, abbiamo prodotto tutto noi e ne siamo orgogliosi, abbiamo voglia di far ascoltare la nostra musica a tutti ed era arrivato anche il momento di chiudere un capitolo ed il risultato è The Orwell Legacy.

Francesco: Riguardo allo stile a tratti solenne. Credi che la semplice definizione di Heavy Metal sia sufficiente a descrivere la vostra proposta?
Tiziano: The Orwell Legacy rappresenta il nostro modo di intendere l’heavy metal, indipendentemente dalla quantità di note o della durata dei brani. Mi rendo conto che ci sia una certa necessita’ in alcuni ambienti di catalogare cio’ che si ascolta ma non fa piu’ parte del nostro modo di pensare o comporre. Non seguiamo schemi predefiniti anche se è normale che le influenze di ognuno di noi si sentano.

Francesco: Per ciò che attiene ai testi…mi è parso di notare un filo conduttore comune, ma non sono sicuro che si tratti di un vero concept, mi chiarisci questo punto?
Tiziano: Certamente, dici bene quando parli di filo conduttore, ma anche se esso è presente posso assicurarti che non si tratta di un concept. I brani sono comunque connessi dalle stesse tematiche, parliamo della realta’ attorno a noi che non è cio’ che sembra ma cela un mondo (la Matrice) del quale siamo schiavi inconsapevoli, (Seizure of Rationality), inoltre affrontiamo tematiche quali la manipolazione mediatica, (Maelstrom of Malice) o il controllo mentale da parte degli Illuminati, inoltre mettiamo in ballo anche l’esistenza di razze ultraterrene che hanno fatto la loro comparsa piu’ volte nella storia dell’umanita’, siamo molto affascianti anche da altro , la letteratura, il cinema, la storia e le cospirazioni. Ci piace andare a fondo nelle questioni ed esprimere il nostro punto di vista.

Francesco: Una cosa che francamente non mi ha convinto sono le parti vocali che talvolta danno l’impressione di essere troppo forzate. Ho però sentito che avete avuto dei problemi in questo settore, cosa è successo?
Tiziano: Non è stato semplice definire una volta per tutte le parti vocali e diciamo così ” incastrarle” in brani che avevamo già chiuso e concluso, mettici anche i tempi di registrazione ed alcuni arrangiamenti che dovevano essere rivisti e completati assieme a delle liriche che all’ultimo abbiamo voluto cambiare... In effetti le parti strumentali su cui poggia la voce sono complesse e questo di certo non ha lasciato spazio o liberta’ di espressione totale, la creazione delle melodie vocali quindi ha risentito un po’ di questo tipo di approccio, ma stiamo già lavorando su questo fronte in modo tale da dare al comparto vocale la giusta importanza. Nonostante questi piccoli “difetti” siamo felici del risultato ottenuto.

Francesco: So che avete avuto dei grossi problemi anche con la Zero Substance. Cosa è accaduto e quali sono le vostre condizioni attuali? Siete accasati con qualche altra label?
Tiziano: Abbiamo firmato l’anno scorso per la Zero Substance, ma la promozione è stata pressoché nulla, e la produzione del cd , (parlo proprio del supporto digitale) era di scarsa qualita’, praticamente un demo, la stampa sul cd era ottima ma non c’era e libretto ne foto inoltre si trattava a tutti gli effetti di un cd-r . Abbiamo cosi’ deciso di recedere dal contratto dato che il cd non era neanche commerciabile, ora abbiamo catturato l’attenzione di altri addetti ai lavori e tra questi si è fatta avanti una grossa label di cui ancora non posso rivelare l’identita’ ma che a breve verra’ svelata e annunciata la nostra release.
Francesco: The Orwell Legacy è piuttosto complesso e richiede a mio parere molto tempo per essere correttamente assimilato. Vuoi dare qualche “consiglio per gli ascolti” ai nostri lettori?
Tiziano: Innanzitutto, è vero che il cd debba essere assimilato lentamente e non sia semplice, ma non è neanche cervellotico e/o forzatamente progressive e si lascia ascoltare fluidamente. Ha un sound pesante e ci sono dei cambi di tempo improvvisi che lo rendono molto vario a mio giudizio e delle ottime melodie assieme a dei lead di chitarra veramente belli. Consiglierei ai lettori di ripassare la lezione a dosi di Death, Control Denied, Nevermore, Annihilator, e Coroner tanto per citare alcune nostre influenze. Siamo convinti che la nostra proposta possa incontrare il favore di molti, anche dei piu’ radicali defenders.

Francesco: Una domanda che pongo molto spesso: molti grandi gruppi e musicisti si sono schierati contro l’abuso delle tecnologie che comportano il download gratuito (e pirata) dei prodotti musicali. Come vede la faccenda una band che dovrebbe avere tutto l’interesse a far circolare il proprio cd quanto più possibile?
Tiziano: Dietro un cd c’è un lavoro immenso ed è il frutto di anni di dedizione alla causa, è ovvio che vogliamo far arrivare a tutti la nostra musica e attualmente tutti noi facciamo altro per vivere, magari ci fa piacere sapere che a prescindere da tutto la nostra musica possa arrivare ad ancora piu’ persone, come dici giustamente nella domanda si tratta di un abuso di tecnologie disponibili ed è un approccio “facile” alla musica che svilisce tutto questo lavoro e non fa mangiare chi di musica vive. Siamo piu’ favorevoli allo streaming di un disco che consente di ascoltare un lavoro e poi decidere se acquistarlo o meno.

Francesco: Quante possibilità ci sono di vedervi on the road, anche considerando “l’interferenza” dei Rosae Crucis? Sempre se ciò interferisce davvero.
Tiziano: A breve avremo molte occasioni per andare sul palco. Sul nostro space(www.myspace.com/exiledonearth) e su facebook si possono trovare tutti gli aggiornamenti in merito alle date che faremo. Con i Rosae Crucis le cose vanno benissimo e per ora non ci sono interferenze.

Francesco: Dove sta andando, secondo te, la scena Heavy nazionale e più in generale quella mondiale? Vedi ancora uno spazio sul lungo periodo per la musica di impostazione tradizionale , (mi riferisco sempre all’HM), o credi che le nuove tendenze finiranno per relegarlo in spazi sempre più angusti?
Tiziano: Non credo che l’energia del Metal quello vero, possa essere messa da parte da sperimentazioni o crossover vari, i cambiamenti ci sono stati e ci saranno sempre anche se non sempre portano del buono. Per quanto mi riguarda non vedo di buon occhio le nuove tendenze in quanto annacquano e diluiscono la potenza del metal. Il metal è soprattutto una fede e il lavoro che c’è dietro a livello strumentale è molto importante. Noi stessi amiamo una formazione classica dove due chitarre, un basso un batteria e la voce sanno ancora esprimere molto senza ricorrere ad artifici e/o scorciatoie sonore. Comunque crediamo che il genere sapra’ sempre rinnovarsi e tenere testa a queste nuove contaminazioni.

Francesco: Ok, è tutto, ti lascio questo spazio per salutare e per aggiungere quello che vuoi, a presto.
Tiziano: un ringraziamento speciale a Metallized per la disponibilita’, spero vivamente che la nostra proposta possa suscitare interesse nei suoi lettori e di vederci presto dal vivo.
Long Live Metal.



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