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DECAPITATED - Olden Live Club, Lonato Del Garda, 17/05/2010
26/05/2010 (7644 letture)
I Decapitated sono una di quelle poche death metal bands nate nella metà degli anni ’90 ancora capaci di stupire i fans del genere ai nostri giorni. Formatisi in Polonia nel 1996 grazie al genio dei fratelli Kieltyka il combo in questione ha saputo rinnovare di carica adrenalinica e d’originalità il metallo della morte senza evadere dagli standard della vecchia scuola americana. Ogni volta che ascolto un platter del gruppo, subito affiorano alla memoria i tocchi di classe dei migliori albums dei Monstrosity, Immolation o Malevolent Creation. Poco più che adolescenti, Vogg e Vitek Kieltyka inziarono il loro progretto pubblicando in dodici anni quattro full-length sino al giorno della tragedia che sconvolse non solamente la loro carriera musicale. Il 29 Ottobre 2007 nel bel mezzo della tournè in supporto al masterpiece Organic Hallucinosis, il bus dei Decapitated fu coinvolto in un gravissimo incidente che costò la vita al mai troppo compianto Vitek ed il coma per il vocalist Covan (odiernamente in via di guarigione). Dopo quel giorno maledetto, in molti ci siamo chiesti se avremmo mai più sentito parlare dei Decapitated

…fino all’anno scorso quando Vogg, ripresosi dalla morte del fratello, decise di rimettersi in gioco e continuare il progetto assieme ad una line up completamente restaurata. È così che il 18 di questo mese ho potuto assistire all’Olden Live Club di Lonato del Garda al primo show delle tre date programmate sul suolo italiano della band. Conscio di non poter apprezzare la formazione originale e assieme infinitamente grato nei confronti di Vogg per la decisione che ha reso possibile l’evento, non ho saputo resistere al richiamo di uno dei gruppi moderni più ispirati –a mio modesto parere- in ambito death.

Giunto all’Olden con un ritardo dovuto a motivi al di fuori della mia volontà (il lunedì non è il giorno più indicato della settimana per andare ad un concerto) ho potuto apprezzare appieno solo la performance dei nostrani Karnak prima degli headliner. Il death metal proposto dai nostri mi ha subito convinto: growling profondo, gutturale e potente, riffing nevrotico e lacerante, drumming ultratecnico e veloce, queste le carte messe sul tavolo dalla band. Non potevo chiedere un’apertura migliore per un concerto dei Decapitated: i Karnak hanno dimostrato di avere delle palle quadrate massacrandosi sul palco con controtempi e stop and go accattivanti incuranti del fatto che il numero degli spettatori fosse al limite del risibile. I cinquanta presenti non hanno certo aiutato: saremo stati in una decina di fronte al palco mentre i più han preferito poltrire sulle panche del locale… Non voglio fare polemiche inutili, certo che dimostrare un maggior coinvolgimento per supportare un gruppo italiano del calibro dei Karnak (sulla scena dal 1997) mi sembra il minimo visto che si è pagato il biglietto d’entrata. Altra aggravante che i friulani han dovuto subire è stato una equalizzazione indegna dei suoni: le chitarre hanno prodotto un ronzio indecifrabile completamente subordinato ai bassi del quattro corde e alla imperante doppiacassa. Fortunatamente quando dei musicisti sanno suonare lo si può evincere al di là dei problemi di acustica: i Karnak si sono distinti per il gusto nei controtempi e nelle ritmiche molto articolate dal mood devastante come vuole la vecchia scuola. La loro esibizione è stata inoltre dedicata dal cantante ai due mostri sacri del metal scomparsi recentemente (Steele e Dio) e nel complesso posso ritenermi soddisfatto di aver conosciuto una band italiana pienamente in grado di non sfigurare di spalla ai colleghi polacchi.

Dopo il quarto d’ora di pausa canonico per il cambio palco sono entrati in scena i Decapitated che, come una mazzata sul collo, hanno aperto con la furia esplosiva di Poem About An Old Prison Man, l’opener di Organic Hallucinosis. I suoni fortunatamente sono stati nel frattempo perfettamente bilanciati: i polacchi si sono portati dietro un service coi controcazzi e si è sentita subito la differenza! La chitarra di Vogg è stata una lama capace di distrugge i timpani dei presenti senza ritegno passando da una cassa all’altra dell’Olden durante i cambi delle canzoni. Krimh dietro le pelli sembrava un polipo, non c’è che dire, ma un vuoto rimane al pensiero del mostruoso talento del suo predecessore. Va detto a tutti coloro che sperano di trovarsi una “copia” di Vitek che qualche passaggio di doppia e rullate varie sono state modificate nelle composizioni. Siamo comunque di fronte ad un batterista veramente dotato: il solo di Day 69 ne è la prova inconfutabile. Al basso la new entry Heinrich si è dimostrato un mostro da palcoscenico: headbanding, salti dalle casse spia e movimenti acrobatici con il quattro corde sono stati parte integrante della sua ottima performance. Il nuovo singer Rafal Piotrowski non è stato da meno: il growling profondo e viscerale mi ha ricordato a tratti il timbro dell’ex vocalist Sauron, ma sono stati i rari ma efficaci screaming messi qua e la negli stacchi a spiazzarmi. A primo impatto, ad essere sinceri, non ho avuto una buona impressione su Rafal: le bands da cui proviene non mi hanno detto un granchè e speravo vivamente in un ritorno di Sauron (si, sono della vecchia scuola e preferisco i primi tre full-length dei Decapitated). Dopo questo live mi sono però ricreduto: i rasta del singer non hanno mai smesso di vorticare durante tutto il concerto e le sue modulazioni vocali si sono dimostrate via via più convincenti con l’avanzare della setlist. In sostanza si può obbiettivamente affermare che il nuovo cantante è in grado di emulare il timbro di entrabi i due predecessori (Sauron e Covan) ed assieme aggiunge qualcosa di originale (lo screaming prima di tutto) nel nuovo sound complessivo della band. Winds of Creation, Nihility (Antihuman Manifesto), Three-Dimensional Defect, Mother War e la leggendaria Spheres Of Madness sono state le hit sparate una dopo l’altra dalla band che si è complessivamente concentrata (ahimè) nel proporre le canzoni dell’ultimo album pubblicato: Organic Hallucinosis.

La performance dei Decapitated è durata quarantacinque minuti, lasciandomi un po’ di amaro in bocca sia per la durata (speravo in almeno un’ora di concerto), sia per la setlist (come tralasciare chicche quali The First Damned, Eyes Of Horus, Names o The Fury?), ma, in definitiva non posso lamentarmi più di tanto. I Decapitated hanno dimostrato di essere di nuovo in campo, di avere tutte le carte in regola per dire ancora molto ed insegnare il death metal alla maggioranza delle bands moderne e, soprattutto, non vedo l’ora di sentire ciò che saranno in grado di comporre in futuro. Voglio ricordare il loro concerto all’Olden come una promessa di un nuovo micidiale platter all’altezza del capolavoro Nihility (Antihuman Manifesto) e nella certezza che non vi siano parole migliori per descrivere i Decapitated oggi, se non quelle che loro stessi hanno scelto:

Our greatest glory is not in never falling,
But in rising every time we fall.
Confucio

La nostra felicità più grande non sta nel non cadere mai,
ma nel risollevarci sempre dopo ogni caduta.
Confucio



WANGEL
Mercoledì 26 Maggio 2010, 17.27.19
3
presente sotto il palco e grandi decapitated!!!! li conoscevo poco perchè avevo solo organic hallucinosis ma visto che erano vicino sono andato e hanno veramente spaccato il culo anche se hanno suonato poco...i karnak peccato perchè nei pezzi in cui si capiva cosa stavano facendo sembravano veramente validi peccato per l'acustica indecente del locale ma i volumi erano troppo alti con un rimbombo da paura difatti i decapitated erano più bassi rispetto ai gruppi di apertura e ovviamente con suoni ben bilanciati ma senza perdere in impatto sonoro!!appena arrivAto sono riuscito a sentire anche qualcosa dei murder tharapy ma sinceramente non ho capito nulla e se con i karkak I volumi erano pessimi con loro erano fastidiosi quindi mi sono preso una birra e sono andato fuori a fumare.GRANDI DECAPITATED!!
AngelSlayer
Mercoledì 26 Maggio 2010, 17.08.04
2
Stessa setlist fatta a Roma, Organic è una ciofeca solo a causa della voce a mio parere; di fatti, in sede live, guadagnano un tocco decisamente migliore grazie al growl di Rafal. Poi a me son bastate Winds of Creation-Mother War e Spheres of Madness per farmi star bene per una settimana xD
Maiden1976
Mercoledì 26 Maggio 2010, 16.11.24
1
Davvero un bel Report Stefano!! Certo che 45 minuti sono veramente pochi però.....
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