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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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METALLICA + GODSMACK - Palamalaguti, Bologna, 11/12/2003
15/11/2003 (6282 letture)
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Giovedì 11 Dicembre, nonostante sia ancora al lavoro mi ripeto continuamente
"Cazzo,stasera i Metallica..."
Non mancano tonnellate di dubbi che l'ultimo lavoro dei Four Horsemen hanno suscitato
in me, non manca la perplessità nel sentire Hetfield in vesti di Alberto
Castagna perdere l'aggressività del suo vocal... insomma, quel che si dice
che sarà un appuntamento al buio.
Bologna dista 220 Km. Ecco allora inforcare la mia Jeep, caricare il mio amico Lorenzo
e via.
La radio sputa per quasi tutto il viaggio i cavalli di battaglia dei 'Tallica
ad un volume che sfiora il ricovero in ospedale, a birra scorre che è un
piacere, una pizza al volo nel fedele Autogrill e... puf... eccoci fronteggiare prepotentemente
il Palamalaguti di Bologna, lì dove un'ora a quella parte i miei pensieri avrebbero
avuto una risposta.
Sono circa le 7.30 quando una pessima realtà si presenta davanti ai nostri
occhi; il biglietto in mio possesso (preso 4 mesi prima) mi obbliga ad entrare nel
pad che mi condurrà nella sfigatissima tribuna, dove la mia "fila" è
costituita da 7/8 persone, mentre il mio amico entra nell'entrata cosiddetta "seria" tappata, a
differenza della mia, da 700/800 persone.
Comincio ad immaginarmi un concerto seduto da parte alla famigliola felice dove
i genitori hanno portato i bimbi a vedere il concertino come regalo per natale, dove
la gente rigosamente seduta ed assuefatta dalle canne comincia dopo poco a dimenticarsi
che c'è sul palco. Non fa per me.
Corrompo spudoratamente un ragazzo della pubblica assistenza di Bologna (che anche
se non leggerà mai questo articolo saluto!!!) che mi fa passare per una
scalinata dove in fondo si sarebbe aperta per me la serata.
Eccoci lì, dopo essermi fortunatamente ritrovato con il mio compare (e festeggiato
adeguatamente il ritrovo con 3 birre), sgomitiamo per arrivare ad una 5/6° fila
per noi piu che adeguata.
Attaccano quindi gli americani Godsmack, gruppo che non ha mai suscitato in me
grande interesse e che conosco giusto per 2 canzoni di numero. Fortunatamente 2
delle 5 da loro eseguite sono proprio quelle.
Si inizia con una scenografia mediocre, i nostri entrano sul palco schitarrando
a più non posso e dietro di loro lo schermo proietta il logo della band. La
canzone in questione è Awake tratta dal secondo ed omonimo album.
Il pubblico reagisce bene al pezzo (che secondo me merita) e si comincia a creare
l'atmosfera che da li a poco avrebbe ricevuto i Metallica, ma ora ci sono i Godsmack
che, nonostante ai più che leggeranno questo articolo non interesseranno, il
loro show l'hanno pur fatto. L'act statunitense sfodera tutta l'energia possibile, coinvolgendo
nel limite il pubblico sottostante con tracce carine ed orecchiabili, sicuramente
aiutate dall'amplificazione mostruosa che rimbombava nel palazzetto; I Stand
Alone è la traccia successiva (non nella scaletta ma da me conosciuta!) che
viene interpretata dalla band in un modo differente, allungandola di diversi minuti
con una prova divertente del frontman cimentato ai bonghi e successivamente in
un faccia a faccia che vedeva i due membri (cantante e batterista) suonare contemporaneamente
su due batterie che roteavano su se stesse.
Ora, pur la prova dei Godsmack sia stata digeribilissima (e il compito non era
facile..) pur mettendo tutta la mia buona volonta, ma il genere proposto continua
ad essere per me uno scoglio di ardua tollerabilità (soprattutto dopo 4
minuti di una stessa canzone) e la maggior parte del pubblico, pur applaudendo
notevolmente la prova della band, non è mai riuscita ad infiammarsi seriamente,ad
eccezione dei momenti di incitamento verso il pubblico a riguardo dei Metallica. I
Godsmack comunque escono tra gli applausi e, spero per loro, orgogliosi per aver avuto
una possibilità di mettersi in discussione enorme.
Tra il sudore che già gronda, il fiatone per la mancanza (quasi) assoluta
di ossigeno, lo staff dei Metallica comincia a preparare il palco, rivoltandolo
sottosopra fino a fargli perdere completamente aspetto. Sullo sfondo viene immediatamente
calato un telone che raffigura tanti simboli dei Metallica, vengono piazzati 6
microfoni (3 sul piano basso dello stage e 3 su quello alto) accordati piu volte
gli strumenti, ore e ore di soundcheck, e dopo (sono stato davvero stringatissimo
per evitare almeno a voi quei pallosissimi minuti)
una stremante attesa, ecco il Palamalaguti rimanere al buio più completo.
Le mani alzate e le urla della gente creano nella mia testa un fischio quasi intollerabile, l'aria
che si respira è di pura e semplice tensione, il cuore batte a mille. Parte
la solita intro The Ecstasy Of Gold che viene accompagnata vocalmente
dalle migliaia di presenti, tutti impazziti quando ecco il palazzetto esplodere
all'ingresso dei Metallica, si, proprio i Metallica.
In una frazione di secondo parte una devastante Blackened e dopo 40/50 secondi di pogo indemoniato si vedono arrivare le prime barelle
che trascinano fuori a forza 4 donzelle svenute per il troppo (credo) delirio nei
loro piccoli cuoricini.
Trascinati nel pogo anche i barellieri (...) si rimane incantati (e piacevolmente
sorpresi) dall'ottima intonazione di Hetfield che questa sera sembra non voler
dare spazio proprio a nessuno. La canzone scorre precisa e potente come non mai, la
gente sembra fuori di testa quando sentiamo le note dare il via a Seek and
Destroy uno dei primi brani della band che divide nettamente il pubblico
cimentatosi ad ascoltare i Trasher dal Black Album (punto di partenza troppo spesso
usato) e la vecchia guardia che usa tutta la voce quasi già sparita
dopo 2 brani, per supportare il combo statunitense.
I quattro sono in perfetta forma e si vede, Trujillo è un vero e proprio
(e quando dico vero e proprio..) animale, arpiona il basso dimenandosi e ripiegandosi
su se stesso e schivando la chioma che sembra non finire mai, Kirk Hammett corre
sul corpulento palco avanti e indietro incitando e regalando al pubblico sublimi
assoli, Lars alla batteria gioca e scherza con il resto della band ed interagisce
con il pubblico con scenette crepapelle (fenomenale il duetto improvvisato dove
Lars suona la chitarra accompagnato da Kirk alla batteria!). Ma il delirio è
appena iniziato e, essendomi ormai pienamente ricreduto sul conto dei nostri, mi
dedico in pieno delle energie a contribuire al supporto vocale (e fisico visto
il pogo infernale) al concerto.
Tempo di salutare il pubblico e fare i piu sentiti ringraziamenti per la gente
recatasi ai piedi di Hetfield che parte una incendiaria serie senza tregua dove
si susseguono brani come Enter Sandman, l'esplosiva Battery per
dare spazio anche a brani recentissimi come Frantic, St.Anger
e Dirty Window che la gente accoglie a pieni voti.
E' già trascorsa piu di un'ora ed i Metallica sembrano caricarsi minuto
dopo minuto regalando performances sublimi da ogni punto di vista, evitando vistosamente
quell'atteggiarsi da "Rockstar", tecnica che troppi gruppi sembrano
adottare oggi, scherzando di continuo con il pubblico, addirittura chiedendo il
permesso a voler di popolo nell'eseguire una canzone piuttosto che un'altra.
Quando l'ora e mezza di concerto scocca i Metallica si congedano (non venendo
prontamente creduti da nessuno) ed escono dallo stage per rientrare dopo 40 secondi
circa. Master Of Puppets è alle porte; partono i primi tre accordi della
canzone e la gente sembra volare sulla testa degli altri, le facce paonazze dal
caldo si fanno sempre più accaldate e la gente si accalca per gustarsi
la prova da un angolazione piu idonea possibile, pelle d'oca. Nothing Else
Matters è il momento di adorazione completa per tutti i presenti che
accompagnano per tutta la durata della prova con migliaia di accendini che incorniciano
perfettamente quello che il Palamalaguti sta offrendo questa sera ai presenti. Ecco
la seconda uscita dal palco dei Metallica, questa volta presa quasi seriamente
dalla gente che tormentata dall'idea della fine del concerto comincia a fischiare
come un treno a vapore impazzito.
L'attesa è ripagata da un rombo di mitragliatore, lanci di bombe, spari, elicotteri
da guerra e lassù, sopra tutti, in una penombra che lascia intravedere solo
la sagoma, James Hetfield che accarezzando la sua chitarra partorisce le note della
stupefacente One.
Ormai la gente è al settimo cielo e non può far altro che continuare
a vivere emozioni che scorrono lungo la schiena di (credo e spero) tutti. Anche
la band,
salta, balla, incita il pubblico (come se non fosse già rovente..) e
continua a voler far valere il marchio di fabbrica "Metallica" sfornando
a ripetizioni canzoni quali All within my hands, Am I Evil?,
Wherever I May Roam per chiudere con chitarre impazzite che, esauste
sembrano chiedere pietà. 3 ore di concerto non è da tutti si sa, soprattutto
se suonate con un carisma ed una piacevolezza che credo pochi gruppi possano garantire. Rimangono
loro, incontrastati, criticati, adorati, immortali e imitati. Rimangono i Metallica.
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