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OPHIS - Cari, vecchi nichilisti
26/10/2010 (2173 letture)
Philipp Kruppa è un bel tipo e gli Ophis un gran gruppo di death/doom tradizionale, ossia il genere più cupo, oscurantista e statico del panorama metal. Scopriamo assieme da dove nasce tanta, lenta brutalità.

Furio: Ciao Phil. Innanzitutto vorrei che presentassi la tua band ai nostri lettori come meglio credi.
Phil: Ciao Gabriele, grazie per il tuo supporto su Metallized. Noi siamo gli Ophis da Amburgo, Germania, e suoniamo old school death/doom con un tocco di grezzo nichilismo. Nessuna tastiera, né voci femminili o roba simile. Conosco diverse bands di questo tipo che in Italia sono davvero popolari, così preferisco non andare oltre (ride!). Noi siamo sulla scena da 9 anni, ma non voglio annoiarvi con la storia della band che sicuramente potrete leggere sul website, l’unica cosa importante è la nostra musica e io penso che anche se abbiamo uno stile estremamente melanconico, noi rispondiamo perfettamente al lato brutale del doom.

Furio: Come mai una band tedesca decide di dare un nome greco al proprio progetto e quanta attinenza ha il nome della vostra band con le liriche che trattate?
Phil: Abbiamo scelto il termine greco Ophis (che significa serpente, nda) perché in inglese o in tedesco sarebbe risultato troppo abusato. È ispirato dall’Ophites, un antico culto agnostico, i cui seguaci adoravano il serpente come il simbolo della liberazione dall’oppressione e dalle afflizioni del Dio cristiano. Noi ci consideriamo anticristiani, così pensavamo che questo fosse un buon nome per la band. Ormai comunque non scrivo più lyrics riguardanti il mio odio verso la chiesa in quanto ho argomenti più importanti da trattare, ma questo non vuol dire che il mio odio verso la cristianità sia diminuito. Semplicemente ci siamo spostati su lidi diversi.

Furio: Che responso ha avuto il vostro precedente Stream Of Misery e come reputi il lavoro fatto dalla vostra vecchia etichetta?
Phil: I responsi di Stream Of Misery sono stati davvero grandiosi: non abbiamo ricevuto nemmeno una recensione negativa e in tutti i maggiori magazine abbiamo avuto voti altissimi, dunque penso sia una cosa di cui possiamo andare fieri. Per quanto riguarda il nuovo album, sta andando ancor meglio. La nostra vecchia label - la Imperium Productions - ha fatto davvero un ottimo lavoro, special modo se consideri che è una etichetta molto piccola specializzata in ristampe su vinile. Avevano delle disponibilità limitate, dunque la distribuzione e la promozione potevano essere migliori, ma questa non è stata tutta colpa loro. In ogni caso hanno mantenuto tutte le loro promesse e lo hanno fatto a dovere, il solo aspetto negativo è stata l’estenuante attesa (ride!).

Furio: Il vostro sound attinge molto dal periodo dei ’90, come pensi sia cambiata la scena in 20 anni di doom? E rispetto alla scena del tuo paese?
Phil: Io penso che 20 anni fa non esisteva una vera e propria scena doom. C’erano poche bands in giro che effettivamente più che una vera e propria scena erano qualcosa di davvero “esotico”. Al passaggio del nuovo millennio le bands doom in Germania erano ancor meno, così quando abbiamo iniziato a suonare con gli Ophis, in Germania c’erano davvero poco. Al giorno d’oggi la scena è cresciuta tantissimo, se la compari con quella dei ’90, puoi trovare doom bands dappertutto, anche in Germania, ma non sono nemmeno la metà di quelle death oppure thrash. In ogni caso quando abbiamo iniziato noi nel nord della Germania c’eravamo solo noi ed altre 2 formazioni che suonavamo questo genere, mentre ce ne saranno almeno 10-15. La cosa importante è che, nonostante la scena sia cresciuta – special modo quella del doom tradizionale e quella dello stoner, così come quella funeral – il caro vecchio death/doom vecchio stampo è rimasto un fenomeno di nicchia per pochi.

Furio: Un brano del vostro precedente lavoro mi ha portato alla mente l’ esordio dei vostri connazionali Bethlehem, cosa pensi di loro e soprattutto pensi che possono rientrare tra le vostre influenze?
Phil: Io amo i loro primi 3 albums, specialmente Dark Metal, anche se penso che abbiano potuto influenzare ben poco le nostre ultime produzioni. Sono dei grandissimi lavori ed hanno ispirato molto la nostra musica anche se dopo S.U.I.Z.I.D. loro hanno cambiato radicalmente stile e non sono particolarmente interessato a quel genere. Non posso dire di conoscerli direttamente e non potrei dire molto su di loro: ho intrattenuto una brevissima corrispondenza con Bartsch e ricordo solamente che è una persona davvero strana, nient’altro.

Furio: Voi suonate old style death/doom, un genere ormai in controtendenza, offuscato dalla melanconia del gothic o dalle influenze depressive/black, ma cosa significa davvero per voi suonare doom?
Phil: Suonare doom per me significa suonare il genere di musica più autentico possibile. È un genere così onesto e profondo che nessun altra caratterizzazione metal può essere comparata, ma ovviamente questa è solo la mia opinione e qualcuno potrà dissentire. Suonare questa musica è un esperienza che mi avvolge completamente: io posso sentire la sua profondità dentro il mio corpo e dentro la mia anima. Yeah, questo suono piuttosto patetico, ma fottutamente pesante, è quello che adoro.

Furio: Ho notato tra le vostre influenze una certa vena occulto/esoterica, abbastanza evidente anche dal titolo del vostro demo; quanto siete affascinati da tali tematiche e vorrei sapere se conosci bands italiane come Death SS, Paul Chain e Requiem che già tanti anni fa trattavano simili argomenti in ambito doom.
Phil: Ad essere onesto non capisco proprio cosa tu intendi per esoterico. Io non vedo nulla di esoterico nelle mie lyrics, ma se tu ci vedi questo per me va bene ugualmente… però non so come rispondere alla tua domanda. Effettivamente abbiamo prodotto del materiale occulto ad inizio carriera con song come Pazuzu, ma già dai tempi dell’EP Nostrae Mortis Signaculum le tematiche trattate riguardavano il mio personale punto di vista su me stesso, altre persone con cui ho a che fare e sul putridume del mondo in cui viviamo. I testi delle mie canzoni sono il mio modo per esprimere la repulsione per la merda che mi circonda e non trovo ci sia nulla di occulto in esse. Sono piuttosto metaforiche o metafisiche per così dire. Naturalmente conosco Paul Chain ed i Death SS e trovo molto interessanti anche le loro lyrics. Paul infatti è stata una persona davvero oscura. Ho apprezzato molto l’album Alkahest, sicuramente ci sono molte similitudini. Effettivamente questo genere di temi sono comparsi in quegli anni e sono sempre stati presenti nell’universo metal, mentre devo ammettere di non conoscere i Requiem.

Furio: Parlaci del nuovo lavoro Withered Shades, uscito su Solitude Productions.
Phil: Il nuovo lavoro contiene 5 tracce per una durata di circa 64 minuti e penso che rispetto al precedente lavoro sia molto più lento e soprattutto più intenso; se apprezzi il death/doom più nichilista, sicuramente ti piacerà. Noi ci siamo concentrati per ottenere un suono che sia allo stesso tempo chiaro ma grezzo e naturale senza tricks ne triggers. Abbiamo semplicemente acceso i microfoni, girato gli amplificatori e preso le chitarre in mano… I nuovi brani sono davvero lunghi, lenti e sono sicuro che il loro suono vi stritolerà. Ci siamo concentrati molto sulle linee melodiche che sono particolarmente depressive, ma senza tralasciare una buona dose di riffs martellanti. Potrete avere un assaggio sul nostro myspace.

Furio: Io penso che l’evoluzione dei nuovi brani abbia preso la strada della pesantezza e della lentezza, prediligendo un approccio molto più oscuro. Quali le maggiori differenze compositive rispetto a Withered Shades?
Phil: Penso che le differenze tra i 2 lavori non siano notevoli. I brani sono generalmente più lenti, ma anche più complessi negli arrangiamenti e questa è la ragione per cui sono così lunghi. Riguardo le atmosfere invece penso che non ci sia stato nessun cambiamento significativo, dato che abbiamo mantenuto intatto il nostro feeling; anche lo studio di registrazione è rimasto lo stesso, mentre la produzione è leggermente più pesante.

Furio: Grazie per la bella chiacchierata Phil, hai carta bianca per concluderla come meglio credi.
Phil: Metal is the only law! Grazie a te per l’intervista e tanti saluti all’Italia. Spero di venire presto a suonare dalle vostre parti. Ai lettori un invito a boicottare il metal di plastica ed a rimanere heavy. Grazie dagli Ophis!



FURIO
Mercoledì 27 Ottobre 2010, 19.55.33
2
...al peggio non c'è mai fine effettivamente!!
Ea taesse
Mercoledì 27 Ottobre 2010, 14.52.29
1
"ossia il genere più cupo" Beh no dai, il funeral è molto peggio...
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