Con l'avatar che mi ritrovo non posso non rispondere...
Il primo album (Frost And Fire) rivela evidenti influenze settantiane, tipiche del metal primordiale d'oltreoceano, ma contiene brani di sicuro effetto, generalmente ritenuti tra i classici del materiale inciso dai nostri.
Il secondo (King Of The Dead) è, a mio parere, il migliore: grande ispirazione nel songwriting, assoli intensi e molto espressivi ad opera del compianto e troppo poco considerato Fogle, brani che si diversificano passando da atmosfere epiche con evidenti richiami dark/doom (prendi il termine con le pinze) a vere e proprie sfuriate heavy.
Terzo lavoro (One Foot In Hell) stilisticamente affine al predecessore ed ancora molto valido; forse addirittura più maturo, omogeno e curato, con grandi episodi (Chaos Descend è da antologia).
Valido, sebbene un gradino sotto, anche il quarto lavoro Paradise Lost; degno congedo per una band che ha saputo proporre uno stile sicuramente personale e facilmente riconoscibile, a differenza di molte altre nell'US metal, decisamente più convenzionali. Anche la voce di Tim Baker è particolare: può piacere o meno, ma che si impegni e riesca ad essere dannatamente heavy, a mio parere è evidente.