Genesis: analisi degli album

Nel prog non esistono solo i Dream Theater: il genere è variegato e si unisce spesso ad altre frange del rock e del metal... questo è il luogo adatto per discuterne ;-)

Genesis: analisi degli album

Messaggiodi TheNemesis il dom mar 11, 18 0:56

Mi sono deciso, dopo aver letto un sacco di interessantissimi post e recensioni su questo gruppo che amo particolarmente, di iniziare un topic molto impegnativo.
Vorrei iniziare ad analizzare album per album, lasciando spazio al cuore ed alle emozioni, ma senza pregiudizi.
Mi farebbe molto piacere che tutti contribuissero in modo da avere poi un'analisi critica oggettiva ma carica di emozioni.
In rigoroso ordine temporale partirei da From Genesis To Revelation, ma dato che conosco poco l'album perchè non mi piace molto (qialche eccezione c'è...), non oso analizzarlo e lascerei quindi "l'ingrato" compito a qualcuno più ferrato di me.
Per cui, parto da...

TRESPASS

In generale
Album influenzato da "In the court of Crimson King" soprattutto riguardo all'uso del mellotron, rappresenta il primo vero passo prog dei nostri eroi.
I brani, tutti interessanti, sono decisamente curati negli arrangiamenti, qualche volta anche un pò troppo sontuosi, e un pò mortificati da un drummer decisamente non all'altezza del resto.

Registrazione
Qualità medio-bassa, con un uso qualche volta troppo esasperato dei canali L/R stereo. Acuti opachi e bassi poco presenti. Batteria compressa.

Brani
Looking for Someone
Introduce il "marchio di fabbrica": voce deliziosamente stentorea con una base musicale minimale. Intro spesse volte utilizzata da Gabriel in futuro. Il brano è ben strutturato, con parti aeree e dolci e sezioni più dure in risposta. Bella la sezione strumentale che da spazio a tutti in modo equilibrato e gradevole e stacca dalle parti cantate con un finale in diminuendo bellissimo e delicato. Finale classico che riprende il refrain iniziale. Voto 8,5
White Mountain
Inizio seducente con immagini di montagne e boschi innevati e bella melodia di Gabriel. Accellerazione e pause. Begli arrangiamenti. Brano denso di emozioni contrastanti forse un filo immaturo in alcuni passaggi. Voto 7,5
Vision of Angels
Struttura classica: inizio al piano acustico (l'idea verrà ripresa e ampliata in Firth of Fifth), refrain incisivo e strumentale quasi ossessivo, senza evidenti assolo. E' come se fosse un assolo orchestrale (si lo so, sembra un ossimoro). Idea nel complesso interessante, ma sviluppata con una certa ingenuità. Voto 7
Stagnation
In assoluto il pezzo migliore di Trespass. Il madrigale iniziale dolcissimo si trasforma, prima con calma, poi con maggiore forza (assolo di hammond notevole su base acustica), in un brano più veloce. Lo stop improvviso, con la voce di Gabriel che scolpisce note nel cielo con una leggerissima base acustica, si trasforma lentamente nell'inno fnale che lascia poi nuovamente spazio al finale strumentale. Voto 9
Dusk
Brano acustico, immaturo e poco incisivo, anche se contiene interessanti melodie. Sembra un pezzo di FGTR senza violini. voto 6
The Knife
Impatto forte, hammond sparato con un bel riff iniziale, apre ad un ritmo intrigante e sfodera un paio di splendidi assoli di chitarra elettrica, per me fra i migliori in assoluto dei Genesis (Phillips mica era uno qualsiasi). Brano davvero emozionante che nelle versioni dal vivo prende nuova vita. voto 8,5

A voi la parola...
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Re: Genesis: analisi degli album

Messaggiodi Vulgar Puppet il dom mar 11, 18 16:21

seguo anche se Trespass non l'ho mai cagato. Magari lo ascolto in 'sti giorni, e comunque coi successivi mi farò sicuramente sentire, non approfonditamente perché non ho tanto tempo ma non mancherò.
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Re: Genesis: analisi degli album

Messaggiodi TheNemesis il gio mar 15, 18 9:26

Noto che Trespass non ha spezzato il cuore... e quindi solo un commento :(

Proviamo con quest'altro:

Sempre in rigoroso ordine cronologico, passiamo a...

NURSERY CRYME

In generale
Il primo vero album prog dei nostri eroi (Trespass conteneva i semi, ma era ancora molto caratterizzato da soul e folk). Finalmente Banks approccia il mellotron e tutto il disco è caratterizzato da questo strumento oltre che dal classico organo Hammond. Nursery segna anche l'avvento di due grandi strumentisti: Phil Collins alla batteria (e cori) e Steve Hackett alle chitarre. Phil è un grande drummer, fantasioso, ricco di tecnica, con un tocco speciale che sostiene i pezzi di tutto l'album (escludendo la voce solista di For Absent Friends). Steve porta innovazione elettrica, ricerca, uso particolare e personale dello strumento. Ant è un grande chitarrista acustico (e c'è ancora qualcosa di lui in questo album), Steve è più elettrico e ricercatore. Inoltre, introduce il "sistema" Genesis delle composizioni, ovvero media moltissimo tra Tony, Peter e Mike e, anche se non firma molto, mette il suo stile in tutti i brani. La formazione migliore in assoluto, la più equilibrata e la più... litigiosa... Nota di colore: questo album è stato il primo ad aprire le porte dell'Italia ai Genesis piazzandosi nella top ten italica per molte settimane.

Registrazione
Qualità medio-bassa. Finalmente la prospettiva stereofonica è rispettata senza esasperazioni. Bassi abbastanza presenti, acuti non particolarmente brillanti, batteria compressa con suoni troppo cupi rispetto a quello che vorrebbe Phil e che i pezzi meriterebbero.

Brani
Musical Box.
Suite di grandezza immensa, con tutti gli ingredienti dei Genesis mixati perfettamente in un equilibrio generale da manuale. Acustica, elettrica, lirica, arrabbiata, malinconica, esplosiva.... tutto questo è The Musical Box. Una storia drammatica resa in modo quasi giocoso, con l'adorabile Cinthya che stacca la testa con grazia al suo coetaneo... Da notare che uno dei compositori era ancora Ant... (tutta la parte lirica è opera del duo Phillips-Rutherford) mentre il chitarrista di passaggio Mick Barnard, compone la maggior parte dell'assolo (solo rifinito poi dalla new entry Hackett) Voto 9,5 (solo perchè l'anno dopo creano quel capolavoro assoluto che si chiamerà...)
For Absent Friends
Delicato quadretto acustico, racconta di due vedove davanti ai cancelli del cimitero che ricordano i mariti scomparsi. La voce di Phil è adatta all'atmosfera triste e malinconica del brano, tutto acustico e giocato su un bell'incrocio di 12 corde arpeggiate. Voto 7
The Return of the Giant Hogweed
Altra suite corposa, con un'apertura strepitosa di chitarra elettrica e organo all'unisono che accolgono la base ritmica e successivamente la voce di un Gabriel in stato di grazia. Brano piuttosto "duro", con un intermezzo acustico notevolmente onirico dove l'arpeggio di piano forma la base su cui cresce la chitarra elettrica di Steve. Quindi c'è spazio anche per una classicheggiante sezione dove arpeggi bachiani lasciano poi tornare la durezza dell'intro. Voto 9
Seven Stones
E' il pezzo che meno mi convince, forse un po' troppo lezioso e classicheggiante, l'organo ancora molto in evidenza (forse un po' troppo). Si sente tantissimo l'influenza dei King Crimson più classici. Bella la melodia, complessa, e la voce di Gabriel eccezionale anche come estensione vocale (era molto giovane...). Uso dei cori un po' troppo massiccio. Voto 7,5
Harold the Barrel
Divertente, spumeggiante, con la musica palesemente in contrasto con la storia (uno sfratto piuttosto triste e concitato). E' lo stile più british dei Genesis, ripreso in futuro in altri brani tra cui A trick of the tail, con bei cori (We can help you... We can help you...) e voci che si incrociano, ottima base musicale e ritmo davvero efficace e divertente. Voto 8
Harlequin
Un piccolo gioiello acustico, con le 12 corde che ricamano una melodia e un'armonia splendide, delicate, inconfondibilmente Genesis. Belle le voci di Peter e di Phil che "giocano" a rincorrersi in un bellissimo effetto di controcanto modulato. Un piccolo capolavoro. Voto 8,5
The Fountain of Salmacis
Lungo brano che chiude il disco, con un bell'inizio di arpeggio all'Hammond debitamente flangerizzato e base Mellotron, che in crescendo porta alla sezione cantata con una bella base di batteria di sapore quasi epico. Evocativa la melodia cantata da Gabriel con la solita voce personalissima. Il riff centrale con i cori a sostegno, lasciano spazio anche a una bella chitarra elettrica di Steve. Bella esplosione di chitarra con un riff suggestivo e piuttosto duro che introduce la sezione strumentale con ottimo lavoro di Phil e Mike. Arriva poi l'assolo di Tony all'organo che si alterna e fa da base a quello di Steve. Ripresa del riff di organo e della melodia iniziale per lasciare quindi spazio al finale epico tra voce, strumenti, cori e un bel solo di Steve che chiude il brano. Voto 8,5

A vous...
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Re: Genesis: analisi degli album

Messaggiodi CiccioHeadbang00 il ven giu 15, 18 15:40

Se devo essere sincero, non ho mai ascoltato questo disco per intero, però ho ascoltato più volte "The Musical Box" e "The Return Of The Giant Hogweed": indubbiamente due veri e propri capolavori del progressive rock di tutti i tempi.
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