er colica ha scritto:
le case discografiche anche underground preferiscono avere 30 gruppi che suonano identici più che averne 10 che magari si differenziano anche un minimo tra loro, e ecco che so tutti un grosso blocco di omologazione perenne.
C'è anche un motivo a tutto ciò.
Molte label mi risulta usino la modalità del riscatto delle copie, ovvero la band compra un tot numero di copie del disco alla casa discografica che poi si rivenderà per i fatti propri come merchandise. Così la label ha la sicurezza di vendere già un numero fisso di CD ed in cambio fa il suo lavoro per il gruppo in termini di pubbliche relazioni. Per questo anche vengono messi sotto contratto tanti gruppi nelle label minori, è un modo sicuro di vendere. Poi ovviamente ci sono i trend, i revival che aumentano la percentuale di gruppi di questo o di quel genere.
Il fatto è che nell'ambiente ci sono in troppi che credono di poter far soldi da un genere musicale di nicchia, da chi fa pagare gli slot dei festival a cifre improbabili (per poi lamentarsi delle poche presenze di pubblico), chi mette su agenzie per truffare i gruppi, chi ha prezziari per recensioni ed interviste cartacee, chi fa di tutto per passare sopra gli altri magari mettendo in vendita i plettri a 10 euro per pagarsi il pay to play. C'è pure la compravendita dei mi piace su facebook, così tanto per aumentare il carico.
è uno schifo? Sì se ci fermiamo alle apparenze.
Sotto la crosta ci sono gruppi e persone valide che ci credono, che si rompono il culo in sala prove dopo essersi fatti una giornata di lavoro, di tour all'estero non su tourbus con tutti i confort, di serate da 200 persone e serate da 30 affrontate nello stesso modo, di musicisti che vanno a vedere altri musicisti suonare. Basta parlare con le persone e vivere gli eventi per accorgersi di questo.
La musica c'è ed è valida, nel settore estremo in Italia sta uscendo roba validissima ed apprezzata all'estero (senza essere paraculi) ma è appunto estrema quindi non per tutti. C'è troppo affollamento e pure per noi è difficile fare scelte su cosa trattare (anche se qualche aristocratico francese la fa facile). Oggi ci sono troppe divisioni, guerre tra gruppi, guerre tra generi, guerre tra giovani e vecchi, guerre tra snobisti d'elite e nostalgici di ferro, guerra tra innovatori e conservatori, lo vediamo tutti i giorni. Tutti vogliono avere ragione e non ascoltare gli altri, tutti vogliono arrivare.
Difficile che arrivino uno o più gruppi in grado di prendere per mano un movimento e portarlo unito in alto, adesso è il momento di fare ricerca e scavare, il mainstream stile blabbermouth è vuoto e superficiale, è come la società di calcio che crea una squadra di fenomeni di 38 anni, destinato a finire.
Facciamoci violenza e ascoltiamo poco per volta, dedichiamo più tempo a meno dischi, tutti possono scaricare giga e giga nell'ipod, nessuno può capirli tutti bene cogliendo ogni sfumatura. Dischi come l'ultimo dei Triptykon ad ogni ascolto svelano qualcosa di inedito, non può essere ascoltato in maniera superficiale.