di nonchalance il sab gen 13, 18 20:02
Ad un mese esatto dalla scomparsa di Warrel Dane, per onorare la sua memoria, ho deciso di dedicarli questo sondaggio.
Dico già da subito che per me i migliori Nevermore sono quelli che, pur essendo musicalmente debitori dei maggiori esponenti di un certo tipo di thrash metal (vedasi Megadeth e Testament) & pur riconducendoci con i vocalizzi a qualcun'altro venuto prima (Tate e Halford su tutti) - e avendo anche una certa influenza delle sonorità presenti in zona - io li preferisco "prima che dopo", in ogni caso!
E, quindi: non per essere tragico ma, personalmente, li ritengo arrivati con Dead Heart in a Dead World, appunto.
Tutto quello che viene dopo è sì "fatto bene" ma, a parer mio, risulta fin troppo studiato a tavolino! Manca quella voglia di dire qualcosa di diverso.. Sembra più una risposta a una sfida, tipo: "ve lo facciamo vedere noi cosa sappiamo fare!"
Comunque, pur ritenendo accettabile l'ultima loro opera uscita un anno prima dello sfaldamento.. Ovvero, quel The Obsidian Conspiracy tanto bistrattato perché, onestamente, privo di originalità (anche se, più che altro, parrebbe composto quasi per motivi alimentari o di obbligo contrattuale) ..di loro, ne sentiamo comunque la mancanza!
Andando a ritroso troviamo l'ancora buono This Godless Endeavor, con tanto di copertina ad opera di Hugh Syme.. Non mise d'accordo proprio tutti (vedasi cavalcamento dell'ondata melodeath europea sconfinata negli USA) ma, riesce comunque ancora a proporre qualcosa con un certo vigore!
Il pomo della discordia, però, è riconducibile al quinto album Enemies of Reality che, dopo una lunga lavorazione, ebbe un seguito di questa ancora più travagliato. Il tutto dovuto ad una produzione di basso livello - o come direbbero quelli bravi: "all'avanguardia" (di cosa non si sa..) - ad opera di quel Kelly Gray che, insieme a qualcun'altro (chi ha ripetuto Geoff Tate?), condusse i Queensrÿche in lidi a noi ancora sconosciuti.
Poco meno di tre anni prima, invece, avevamo una band nel pieno della propria maturità artistica. Con Dead Heart in a Dead World erano quasi riusciti ad arrivare al grande pubblico, accontentando sia i vecchi estimatori che quelli acquisiti nel "nostro" ambiente. Anzi, con una certa "Believe in Nothing" riesce ancora ad indottrinarne di nuovi. La formula (o miscela) nascosta della riuscita di questo album sta tutta nell'aver azzeccato in un colpo solo il miglior bilanciamento tra tecnica e giuste melodie e, non ultima, una produzione adatta per incontrare i favori del pubblico.
Fino al 1999 in studio ci si poteva stava ancora in cinque, c'era anche Tim Calvert (ex Forbidden).. Ed è allora che forse arrivò il parto più difficile: l'introverso ma, allo stesso tempo, più sincero Dreaming Neon Black. Di cui tutti conosciamo l'ispirazione del concept ma, forse, non si bada troppo alle notevoli trame chitarristiche presenti nello stesso..
Prima ancora, però, i nostri se ne andavano in giro con un certo Pat O'Brien (futuro Cannibal Corpse) a sciorinare assoli insieme all'ascia portante Loomis! Con questo registrarono prima un EP. Ma, non uno di quelli che si fanno ora tanto per ingannare il tempo o tanto per promuovere! Ma, bensì, uno di quelli veri..che uscivano quando si aveva veramente qualcosa da dire! Ed ecco allora che, nell'anno di grazia 1996, abbiamo l'ottimo di per sè In Memory e il disco che li farà fare quel salto fondamentale: The Politics of Ecstasy. Per molti il picco più alto mai raggiunto, per altri il punto di partenza verso l'olimpo dei nomi che avrebbero lasciato qualcosa negli annali del periodo..
Bisogna ricordare, però, che tutto era iniziato nel lontano 1992..quando i due "fuggitivi" Warrel Dane e Jim Sheppard scapparono da lauti guadagni(?) per abbracciare una nuova corrente metal fatta di assoli a cascata e drumming martellante. La prima prodotta dall'allora turnista dei Sanctuary Jeff Loomis e, la seconda quando nel 1994 arrivò lo scambio di pelli tra Mark Arrington e Van Williams..entrambi presenti nello storico omonimo album!
Alla fine, il problema è che: proprio chi anni prima (Seattle = Grunge) aveva rinunciato al "successo sicuro" sia stato lo stesso artefice dello scioglimento. Oppure, come ALTRI anni prima - e cioè: proprio come i loro padri putativi Queensrÿche, Megadeth, Testament - non si sa a chi dare veramente la colpa.. Perché è anche probabile che, alla fine, chi sembrava fosse di vedute più metal (o da guitar-hero) sia proprio lo stesso che ha contribuito a "rovinare" la proposta.
In ordine: Skolnick, Friedman, DeGarmo, Loomis.
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