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Jacques Brel

MessaggioInviato: ven nov 02, 18 2:00
di No Fun


Punto 1): devo ubriacarmi :drink: per festeggiare il fatto che dopo mooolti, troppi tentativi, sono riuscito a postare un video con quell'affare del play che permette di cliccare e vederlo.

Punto 2) visto che è extra-metal, che extra-metal sia, ma proprio extra extra (sperando di non essere bannato :shock: )

Lui è Jacques Brel, uno dei più grandi interpreti del novecento, la canzone è Amsterdam, non si trova su un album perché la faceva soltanto dal vivo.
Per me è da pelle d'oca O=O davvero, è ancora adesso un punto di riferimento per chi nei paesi francofoni (Brel era belga, visse in Francia e nelle isole Marchesi dove è sepolto) vuole cantare, anche, ad esempio, per tantissimi rapper (non è colpa sua, lo scusiamo per aver ispirato pure i rapper 8) )

Ah, la traduzione presente nel video fa un po' cagare, ne ho trovata una migliore e la metto qui sotto. Ciao :hello:

Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che canta
Dei sogni che porta
Dall’immenso mare aperto
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che dorme
Mentre la riva del fiume piange
Verso il vecchio salice
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che muore
Pieno di birra, pieno di lacrime
In un’ubriaca lotta di paese
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che è nato
In una calda mattina afosa
Alle prime luci dell’alba
Nel porto di Amsterdam
Dove si incontrano tutti i marinai
C’è un marinaio che mangia
Solo teste e code di pesce
E vi mostrerà i suoi denti
Che sono marciti troppo presto
Che possono issare le vele
Che possono ingoiare la luna
E lui grida al cuoco
Con le braccia spalancate
“Hey, portami dell’altro pesce
Buttalo dalla mia parte”
E vorrebbe tanto ruttare
Ma è troppo pieno per provarci
Così sta in piedi e ride
E si alza la patta dei pantaloni
Nel porto di Amsterdam
Potete vedere i marinai ballare
Con le pance che strabuzzano dai pantaloni
Palpano donne negli androni
Hanno dimenticato il motivo
Che le loro voci roche dal whisky
hanno gracchiato
Squarciando la notte
Con il fragore dei loro scherzi
E girano e ballano
E ridono e bramano
Fino a che il suono stantio
della fisarmonica irrompe
E poi fuori dalla notte
Con il loro orgoglio nei pantaloni
E le sgualdrine che rimorchiano
Sotto i lampioni
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che beve
E beve e beve
E beve ancora una volta
Brinderà alla salute
Delle puttane di Amsterdam
Che hanno dato i loro corpi
A migliaia di altri uomini
Si, hanno contrattato la loro virtù
Il meglio di loro è andato
Per pochi sporchi spiccioli
Beh, lui non può proprio andare avanti
Alza il naso al cielo
E lo punta in alto
E piscia come io piango
Sull’amore infedele
Nel porto di Amsterdam
Nel porto di Amsterdam

Re: Jacques Brel

MessaggioInviato: ven nov 02, 18 13:58
di Galilee
Un Dio. Ho un box con quasi tutta la sua discografia. Assieme a Dylan, i padri del cantautorato Worldwide.

Re: Jacques Brel

MessaggioInviato: ven nov 02, 18 15:01
di lucignolo
Testo bellissimo,sembra arrivare da un altra epoca,da un altro mondo.

Re: Jacques Brel

MessaggioInviato: lun nov 05, 18 16:03
di lucignolo
No Fun ha scritto:

Punto 1): devo ubriacarmi :drink: per festeggiare il fatto che dopo mooolti, troppi tentativi, sono riuscito a postare un video con quell'affare del play che permette di cliccare e vederlo.

Punto 2) visto che è extra-metal, che extra-metal sia, ma proprio extra extra (sperando di non essere bannato :shock: )

Lui è Jacques Brel, uno dei più grandi interpreti del novecento, la canzone è Amsterdam, non si trova su un album perché la faceva soltanto dal vivo.
Per me è da pelle d'oca O=O davvero, è ancora adesso un punto di riferimento per chi nei paesi francofoni (Brel era belga, visse in Francia e nelle isole Marchesi dove è sepolto) vuole cantare, anche, ad esempio, per tantissimi rapper (non è colpa sua, lo scusiamo per aver ispirato pure i rapper 8) )

Ah, la traduzione presente nel video fa un po' cagare, ne ho trovata una migliore e la metto qui sotto. Ciao :hello:

Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che canta
Dei sogni che porta
Dall’immenso mare aperto
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che dorme
Mentre la riva del fiume piange
Verso il vecchio salice
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che muore
Pieno di birra, pieno di lacrime
In un’ubriaca lotta di paese
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che è nato
In una calda mattina afosa
Alle prime luci dell’alba
Nel porto di Amsterdam
Dove si incontrano tutti i marinai
C’è un marinaio che mangia
Solo teste e code di pesce
E vi mostrerà i suoi denti
Che sono marciti troppo presto
Che possono issare le vele
Che possono ingoiare la luna
E lui grida al cuoco
Con le braccia spalancate
“Hey, portami dell’altro pesce
Buttalo dalla mia parte”
E vorrebbe tanto ruttare
Ma è troppo pieno per provarci
Così sta in piedi e ride
E si alza la patta dei pantaloni
Nel porto di Amsterdam
Potete vedere i marinai ballare
Con le pance che strabuzzano dai pantaloni
Palpano donne negli androni
Hanno dimenticato il motivo
Che le loro voci roche dal whisky
hanno gracchiato
Squarciando la notte
Con il fragore dei loro scherzi
E girano e ballano
E ridono e bramano
Fino a che il suono stantio
della fisarmonica irrompe
E poi fuori dalla notte
Con il loro orgoglio nei pantaloni
E le sgualdrine che rimorchiano
Sotto i lampioni
Nel porto di Amsterdam
C’è un marinaio che beve
E beve e beve
E beve ancora una volta
Brinderà alla salute
Delle puttane di Amsterdam
Che hanno dato i loro corpi
A migliaia di altri uomini
Si, hanno contrattato la loro virtù
Il meglio di loro è andato
Per pochi sporchi spiccioli
Beh, lui non può proprio andare avanti
Alza il naso al cielo
E lo punta in alto
E piscia come io piango
Sull’amore infedele
Nel porto di Amsterdam
Nel porto di Amsterdam



E' da giorni che mi viene in mente Lei,e non capisco quale collegamento ci possa essere fra i due,probabilmente nessuno,a iniziare dal colore,lui bianco,lei si,di colore,se ciò possa essere fonte di differenza,non credo si siano mai incontrati,quasi coetanei nel loro lasciare questa terra,quasi coetanei nel loro viverla,eppure così lontanissimi,hanno calcato gli stessi palchi.
Lei è Billie Holiday,e la sua Strange Fruit,datatal '59, se ne andrà poco dopo,sua unica "colpa",quella di essere "nera" in una società di bianchi,e,paradossalmente, dove i bianchi facevano le code pur di sentire la sua voce,pur di sentirla cantare anche un brano come questo.
Strange Fruit


Gli alberi del sud hanno uno strano frutto,
Sangue sulle foglie e sangue alle radici,
Corpi neri oscillano nella brezza del sud,
Uno strano frutto appeso dagli alberi di pioppo.
Scena pastorale del prode sud,
Gli occhi sporgenti e le bocche contorte,
Profumo di magnolia, dolce e fresco,
Nell'improvviso odore di carne che brucia.
Ecco il frutto che i corvi beccano,
Che la pioggia coglie, che il vento succhia,
Che il sole fa marcire, che gli alberi fanno cadere,
Ecco un raccolto strano e amaro.

Re: Jacques Brel

MessaggioInviato: lun nov 05, 18 19:47
di No Fun
lucignolo ha scritto:E' da giorni che mi viene in mente Lei,e non capisco quale collegamento ci possa essere fra i due,probabilmente nessuno,a iniziare dal colore,lui bianco,lei si,di colore,se ciò possa essere fonte di differenza,non credo si siano mai incontrati,quasi coetanei nel loro lasciare questa terra,quasi coetanei nel loro viverla,eppure così lontanissimi,hanno calcato gli stessi palchi.
Lei è Billie Holiday,e la sua Strange Fruit,datatal '59, se ne andrà poco dopo,sua unica "colpa",quella di essere "nera" in una società di bianchi,e,paradossalmente, dove i bianchi facevano le code pur di sentire la sua voce,pur di sentirla cantare anche un brano come questo.
Strange Fruit


Gli alberi del sud hanno uno strano frutto,
Sangue sulle foglie e sangue alle radici,
Corpi neri oscillano nella brezza del sud,
Uno strano frutto appeso dagli alberi di pioppo.
Scena pastorale del prode sud,
Gli occhi sporgenti e le bocche contorte,
Profumo di magnolia, dolce e fresco,
Nell'improvviso odore di carne che brucia.
Ecco il frutto che i corvi beccano,
Che la pioggia coglie, che il vento succhia,
Che il sole fa marcire, che gli alberi fanno cadere,
Ecco un raccolto strano e amaro.


Ciao Lucignolo.
Jacques Brel cantava di dolore passione etc come tanti e lo faceva con un trasporto e una interpretazione intensa. Però no, Billie, la musica nera, QUELLA musica nera, sono un'altra cosa. Jacques ha avuto una vita bella, breve ma bella. Billie ha vissuto cose terribili, la prostituzione, la droga. E quella musica, non c'è niente che possa esserle paragonato. Una musica che nasce per sentirsi uomini e non oggetti, che serve a restare vivi. Come i canti dei soldati in guerra. Questa canzone, il testo è terribile, è l'orrore. Quello vero, non quello di qualche band "estrema". Non è musica da intrattenimento, non era un divertimento ma una necessità.
Musica e poesia nascono assieme, dai lirici greci che suonavano attorno a un tavolo o in battaglia, ai trovatori medievali, a François Villon e la sua "ballata degli impiccati" che tanto assomiglia a questa canzone.
Ma i lirici greci, i trovatori, Villon, erano uomini liberi. Nessuno sa cosa cantavano gli schiavi che vivevano nelle città della Grecia, che coltivavano la terra nel medioevo. Con la canzone che hai postato, con il blues, il jazz, finalmente riusciamo a sentire la musica e la poesia degli schiavi. :hello: